Category: varie


Una notizia letta poco fa mi ha provocato lo sgommo al culo. In sostanza, si dice che c’è troppo sessismo nella pubblicità e bisogna fare qualcosa, perché altrimenti succede che le donne vanno in giro mezze ignude e poi succedono i femminicidi del dio cane, ma com’è possibile, vedrai che tutto questo degrado è colpa della tivvù di Abberlustone che è il mandante morale di ogni femminicidio! Non l’hanno ancora detto, eh, però vedrete che non manca molto. La questione è stupida e mostra un’ignoranza ed un’incompetenza, mista a moralismo d’accatto e limitatezza di visione, che tradisce la firma del PD. Una piccola digressione: certo, la pubblicità con le donne gnude fa vendere. E’ ovvio. Se vuoi far sì che il tuo prodotto venga notato (che sia una stufa, un’auto o uno scheletro di giaguardo in plexiglas 1:1), mettici accanto una bella donna ammiccante: l’uomo che passa di lì guarderà sicuramente la donna, poi si renderà conto del prodotto e magari, se di suo effettivo interesse, se lo compra anche. Non ho mai creduto alla retorica “uno compra il ferro da stiro pensando di comprarsi la donna”: la donna attira l’attenzione, punto. Io stesso con tutte queste foto di donne mi sono assicurato un pubblico fedele, quindi… Insomma, la cosa funziona. Bisognerebbe a questo punto entrare nella vicenda, che però si riconduce ad un vecchio problema, che è la mentalità PD-ista nel contesto, più ampio ed orrendo, della mentalità italiana – quella per cui la donna è santa o puttana. E se è bella, è giocoforza puttana. Una donna non può essere contemporaneamente bella E brava in qualcosa. Se occupa una qualche posizione di rilievo, deve pregare di essere un cesso, altrimenti le illazioni su come ci sia arrivata si sprecheranno. Illazioni che immancabilmente finiscono dove cominciano, ovvero “l’ha data a…” e sorrisini allusivi a profusione.

La mongoloidosi prolifera oltre il grottesco. Uno stato che si picca di essere moderno e liberale, o per lo meno quella fascia di popolazione con corrispettivi rappresentanti istituzionali, dovrebbe tutelare la piena libertà dell’individuo. Libertà che coinvolge pure il vestiario. Ma solo se non sei bella. Se sei un wc, non ti si può impedire niente perché sarebbe discriminazione etc etc. Niente in contrario. Se sei bella, beh, poi se ti stuprano te la sei cercata perché ti vesti tutta spupporata e in minigonna e uno che deve fare? Se questi discorsi uscissero di bocca da un pastore calabrese analfabeta, non mi stupirei. Lo farei decapitare in piazza, ma non mi stupirei. Non mi stupirei neppure se uscissero dalla bocca di Rosy Bindi. Quando però questo pensiero (la donna sessualizzata che poi se la stuprano se l’è cercata multiamo le pubblicità sessualizzanti ah-ah-ah sbroc sbroc) esce fuori pure dalle bocche della cosiddetta e autoproclamata parte sana del paese, ecco, mi scoppia la merda al cazzo. Vedi il caso di Laura Boldrini, che riesce a deresponsabilizzare gli uomini e ad incolpare pubblicità e tv. Cosa invoca? Non pene più severe per la violenza, non il problema degli uomini stronzi e subumani che vivono in una cultura arretrata e disgustosa che andrebbe sradicata col napalm e che trovano, bene o male, complicità nelle forze dell’ordine che sistematicamente ignorano con un’alzata di spalle le telefonate che accusano il fidanzato o lo spasimante o il coglione di turno di stalking, minacce, botte e poi si arriva all’omicidio. No. Si deve MULTARE LA PUBBLICITA’ SESSISTA.

Non so bene ora che conclusioni tirare. E’ abbastanza evidente che ci sia un problema di fondo fatto di uomini di merda, di un’intera cultura di uomini di merda. Eppure, secondo alcuni, è colpa della donna tentatrice, meglio si vesta, quer budello. Ci vorrebbe una campagna stampa per denigrare e stigmatizzare la schifosa cultura sottosviluppata di queste merde, ma in maniera decisa, brutale. Mettere in ridicolo queste merde, il loro mondo tribale, i loro usi, tutto. Ma non succederà, perché si tratterebbe di mettere in ridicolo e stigmatizzare il pensiero strisciante di gran parte della gente, ambosessi e schieramenti. Perché quanto l’arretratezza è generalizzata non viene percepita dagli arretrati. E colpire a fondo e in largo aliena voti alle prossime elezioni. Bah, consiglio di vedere I Dannati E Gli Eroi di sua maestà John Ford.

Seriamente, no…

Io fino a mezz’ora fa non sapevo un cazzo di chi fosse Don Gallo, ma grazie alla premura dei miei contatti cordoglianti su Facebook ora lo so. Bella lì Don, eri un troll della chiesa. Magari ti garbavano pure gli Slayer. Ah, ieri ho visto il cinema strapieno per Fast And Furious 6, cosa che non succede certo per un film di Ermanno Olmi: evidentemente c’è del buono nell’umanità. Peccato solo che per il settimo episodio si debba aspettare fino a luglio 2014. Poi dice che un testa di sgombro islamerdano ha ucciso a colpi di machete un soldato a Londra. Bene, immagino che a Guantanamo ci siano ancora celle libere, giusto?

Purtroppo, al realtà ha ancora una volta superato la fantasia, finendo dritta dritta fra le rive d’Acheronte. Giulio Andreotti è morto e lotta in mezzo a noi, ma forse nemmeno questo è sufficiente al fine di raddrizzare tutte le storture che il mondo non ha mai smesso di rimprovare ad Attanasio Pecora, l’uomo dietro a tutti i fatti di sangue dell’ultimo decennio, o secolo e mezzo forse sarebbe più appropriato sapete, perché il dispiegamento temporale dell’immanente non sempre si può condensare in pochi attimi e ogni teoria dell’azione-reazione si fa memento di un concetto più astratto e, al contempo, umile, terragno, graveolente delle porcida untuosità ch’è propria dello stolto, del contadino che ignaro dei massimi sistemi e delle grandi cause trascina per il campo l’aratro, forte solo di quella saggezza secolare ch’egli reifica sempre uguale, tetragona ed immune al cambiamento, mediante lo struscio di calzature pratiche ed ineleganti che si oppongono con pugnace antiestetismo all’ipostatizzazione pedunculare propugnata da Prada e da tutti coloro che, parimenti, ambiscono al livellamento dell’uomo su un sistema valoriale d’implicito razzismo e schematica conflagrazione di contrapposizioni fittizie che si propagano all’infinito su un orizzonte degli eventi ormai dato per scontato, per irrilevante, per nefando e incalcolabile nella sua cieca e totale devozione al Potere inteso come in [1];

ed appare pertanto necessità di vero il sostenere che, in situazione di emergenza data da conflitto di classe irrisolto e femminicidio senza tregua, sia forse necessario fare un passo indietro ed ammettere con sè stessi ed il mondo che sì, abbiamo oltrepassato un segno ed il debito del terzo mondo è solo una delle cause della crisi che porta tanta gente per bene a indebitarsi per poter acquistare sottobanco pancali di merda da riversare nel water in modo da intasare le fogne e dare un po’ di laboro agli idraulici e, di conseguenza, a quelle maestranze umilmente manovali con la salopette lurida e la matita dietro l’orecchio e le mani lerce di morchia che purtuttavia son necessarie al processo civile e un’orda di tecnocrati vorrebbe rimpiazzare con robot in fattezza di negro a costo zero, perché in realtà voi credete che ci siano i negri in giro, ma si tratta solo di ammassi di cavi e di ciccia, perché i negri veri sono tutti morti nell’Oceano Negro che è la tomba di tutti i negri, ma non tutti i giovani se ne possono accorgere e continuano a guardare le repliche dei Robinson scambiandolo per la realtà mentre invece è quello che vuol fargli credere Abberlusconi mentre fa il governo che lo processano per abuso fiscale e frode campidanese quando assunse un cameriere che fu in seguito lapidato perché adultero

e quindi in qualche modo giustificabile nella cultura d’origine, sebbene anch’essa minata alla base dall’avanzata dello scoccialriformismo in salsa diluita eppur ancora dannosa e cancerosa, un’infezione tumorale che neppure il bicarbonato agli escrementi di Tullio Simoncini (quel finocchiaccio) potrebbe curare nè tantomento guarire, quindi provate a traslare tutto questo complesso balzabbà di pensieri parole opere e omissioni in un feretro simbolico di significanza epistemologica e urgenza espressiva, ne uscirebbe fuori una merda totale e indegna di qualsiasi fruizione, persino nella grave circostanza di cui è stata vittima Laura Boldrini durante un’ispezione dell’interwebs in cui Appeppecrillo e Alfano le scrivevano le parolacce con la maschera di V for Vendetta sperando di non essere riconosciuti anche se poi con gli hacker speravano di entrarle nel cellulare (non è un doppio senso, e se ci vedete la malizia è la cultura maschilista che vi condiziona) per prendere le foto di lei nuda sulla spiaggia di Ibiza per poterle far girare in rete ma non c’erano e allora hanno usato una foto di una che le somiglia anche se in realtà non lo sappiamo perché in fondo chi le ha mai viste insieme a Laura e Boldrini e quella lì spacciata per lei nuda, ma è proprio per questo che al mondo esistono gruppi di merda come i Uochi Toki o i Cani e teste di cazzo che li ascoltano senza provare schifo, dio merda.

Dopo svariati anni di freGuentazione di narrazioni varie, nei vari ambiti (letterarie, cinematografiche, videoludiche, musical-storiografiche) ci si rende conto di alcuni punti fermi che caratterizzano la narrazione di successo. Non nel senso di migliore, nel senso proprio di quella che funziona meglio e si traduce nella forma dominante, di maggior successo appunto, altrimenti sarebbe come dire che i Pink Floyd sono meglio dei Valient Thorr mentre sappiamo tutti che non è vero, ma sto divagando. Insomma mentre giocavo a Skyrim pensavo a quanto sarebbe ganzo un giuoco del genere ma online, stile mmorpg o come cavolo si dice, open world online con un cazzigliaio di giocatori in contemporanea e quest che decollano a tutto bordone e si intrecciano. Ripensavo anche a quel gioiello che è Reamde di Neal Stephenson, librone di cui scrissi poco tempo fa. E insomma, mi dicevo, chissà all’arrivo della next-gen di console (perché si gioca solo alla console svaccati sul divano col birrone, il pc priva della componente svaccoziosa e dunque no grazie). Da lì alla riflessione su come si sviluppi la Narrazione Vincente del mmorpg è stato breve. Ma attenzione, non la possibile storia (per quello c’ha già pensato la narrativa), quanto piuttosto perché, fra storia e fruizione della medesima, il mmorpg funziona così bene ed è una narrazione figa. Dopo un po’ sono arrivato a questo punti:

1) Trama con Grandioso Obiettivo Finale che si raggiunge mediante crescita del personaggio;
2) Un antagonista ben caratterizzato e apparentemente imbattibile;
3) Una lunga catena di eventi – alcuni direttamente legati al Grandioso Obiettivo Finale, altri collaterali ma che rinforzano la verosimiglianza e la profondità del mondo virtuale;
4) Una comunità di giocatori che stabilisce il confronto, permette di scambiare le proprie esperienze, suggerire sviluppi futuri agli sviluppatori etc etc, in un forum moderato;
5) Aggiornamenti periodici che estendano la longevità del divertimento con nuovi dettagli (di mondo, di storia, di armi, di leggenda) senza alterare la sostanza.

Naturalmente il fatto che la Bethesda stia lavorando a The Elder Scrolls Online ha avuto il suo peso. Soprattutto il giramento di minchia nel caso uscisse solo su pc, in tal caso scenderemo in piazza e bruceremo bandiere della Bethesda, come fanno tutti i movimenti di protesta che… ehi, però aspetta un attimo. Movimenti di protesta. Politica. Mmorpg. Bethesda. C’è qualcosa che non torna.

Mi riviene in mente che ieri, ad un tavolo vicino al mio in un locale, c’erano i soliti infoiati che parlavano di politica. Ebbene, mi dicevo, se andiamo attraverso la storia italiano dal ventennio compreso ad oggi, che punti fermi troviamo? Almeno cinque cose che i governanti versicolore hanno offerto al popolo, tutti in maniera indistinta e necessaria:

1) Grandi discorsi roboanti dal contenuto salvifico e utopistico, ricco di ideali;
2) Un Invincibile Nemico causa di tutti i mali, dalla pioggia allo spread alle esondazioni nel Nerchio;
3) Un vasto numero di robe (dal calcio alle tribune politiche alle trasmissioni di Barbara D’Urso alle figscion ai cilm) attorno alla quale schierarsi in pro/contro facendo muro contro muro, e se una cosa ti piace sei X, altrimenti Y e comunque non ci parlo più con te;
4) Accogliere la lagne e i piagnistei di tutti;
5) Qualche riforma di facciata che dia l’idea del progresso e del cambiamento ma che non intervenga mai a fondo sull’essenza della nazione.

Confrontate punto per punto le robe qui sopra con quelle ancora più sopra. Pensateci bene. pensate a due più due uguale quattro. Fatto? Perché a questo punto mi si è aperta agli occhi la Verità Ultima: l’Italia in realtà è un mmorpg della Bethesda!!!!111!!! Dove noi siamo intrappolati come in Matrix e crediamo di essere la gente vera!11!!1! Mentre in realtà siamo solo due cose: o un NPC, o una persona che vive in un boiler connesso con la realtà virtuale sbroc sbroc tipo Matrix insomma. E quindi i produttori di Matrix hanno in realtà fatto quel film per farci capire, ma niente, non abbiamo capito un cazzo!  E come Mai’q il Bugiardo è passato attraverso i vari capitoli di Elder Scrolls, così ci sono i vecchi che si ricordano dei vari vecchi governi! Come in Skyrim ci sono i libri che parlano del passato avvenuto nei vecchi giochi, così noi c’abbiamo i libri di storia!!111! Metti che il primo capitolo sia stato The Italian Scrolls: Fascism, poi The Italian Scrolls II: The First Republic, poi The Italian Scrolls III: The Second Republic, poi The Italian Scrolls IV: Appeppecrillo, che è appena cominciato!!!!

Allora allora svegliatevi, ci hanno mandato un sacco di Neo, come Adam Kamion, Appepeppe, Giulietto Chiesa e David Icke, e noi non li abbiamo ascoltati! Altro che Bisdenbrgerg e Ammariomonti e la Trilaterale, il mondo è la Bethesda e dobbiamo ribbbellarci fate girare sveglia!!!!!!!!!!!111!!!!!!!!

L’Espresso cala l’asso: Appeppecrillo, tramite un paio di prestanome, avrebbe tredici società fantasma in Costarica. Ka-boom!!! Anzi, ka-boom!111!!!!! Perché ovviamente grillology è scoppiata e la zuffa mediatica sta tracimando ovunque. Al punto che su questo blogbs abbiamo deciso di partecipare all’agone perché, sebbene non quanto le tette, certi argomenti portano visite, e le visite insufflano l’ego. Cosa c’è da dire? Solo una cosa: ora Appeppe è in ballo e gli tocca giocare, e il gioco è sporco, basso e schifoso. Grillology difende Appeppe a più non posso, eppure il tutto si potrebbe ridurre ad un banale chi di media ferisce di media perisce, oppure te l’avevo detto. Nel senso, finché Appeppecrillo strillava in piazza e dal web era una cosa. Ora che è entrato a palazzo (ed è inutile dire che lui non si è candidato, è l’incarnazione del movimento e quindi il bersaglio più grosso), si sono messe in moto tutte quelle meschinerie su cui nessuno batteva ciglio quando il bersaglio era Abberlusconi. Hanno intervistato un coglione di grillino che crede a Zeitgeist, è laureato in cazzologia e si appresta a ricoprire qualche ministero. Il che non lo rende più inadatto di Nicole Minetti: nessuno dei due avrebbe mai dovuto ricoprire un incarico più prestigioso dell’usciere del Palazzetto del Freno a Mano sulla Rena. Entrambi rappresentano l’inettitudine al comando. Entrambi sono sintomi di qualcosa di stortissimo nel sistema di valutazione locale. Entrambi tornano utili per nutrire llllla mmaccccchina del fuanguooooo. A proposito, l’articolo dell’Espresso è ancora vago e sibillino, e questo articolo di replica non dice molto di più.

Ma c’è un “ma” grosso come Godzilla, ed è la magistratura che procede un po’ come il cazzo che gli pare scegliendo bersagli e modalità. Ora qui si specula e basta, sia chiaro. Ma vien da pensare (visto che il passato anche recente è pieno di questi esempi) che la magistratura avessere dossierato da un pezzo Appeppecrillo e aspettasse il momento buono per fargli esplodere il merdone dritto nel culo. Le offerte di trattativa di Bersani e chi altro, molto probabilmente, erano l’ultima chance. Ora la macchina si è messa in moto e potrebbero seguire parecchi attacchi a mezzo stampa, testimoni, cosi e cosaltri, con lo scopo di fiaccare e delegittimare il più possibile Appeppe e il M5M.

I lettori abituali a questo punto potrebbero immaginare che io mi sfreghi le mani e faccia ahr ahr ahrrr. In realtà no. Appeppecrillo mi fa schifo, è una testa di cazzo, il suo movimento una merda e non credo assolutamente che un rinnovamente possa venire pensando che l’uomo della strada in quanto onesto farà bene anche se non sa e non capisce un cazzo.  Queste mie opinioni non cambiano di una virgola, insomma, Appeppe e il suo movimento mi fanno sempre stracagare balene putrefatte. Trovo tuttavia ancora peggiore questo cordone magistratura-stampa, perché è uno mostro del tutto senza controllo. Mi faceva schifo quando il bersaglio era Abberlusconi, mi fa schifo pure ora. Vuol dire stare in uno stato ostaggio di un organo sbirresco, mosso da un fascismo built-in. E in effetti, è proprio così, in fondo, di che mi metto a blaterare a cazzo. E’ difficile a questo punto capirci bene, soprattutto capire cosa pensare. Sono sempre stato realpolitiko, e quindi contemplo sporcizie e bassezze di ogni tipo nell’ottica dell’interesse nazionale. Iniziative del genere tuttavia non sono partite dal mondo politico e soprattutto sono arrivate a destabilizzare ulteriormente un momento dove ci vorrebbero calma e sangue freddo. Una totale dichiarazione di irresponabilità, dio lampada: difficile scorgere una seppur vaga forma di difesa dell’interesse nazionale in questa guerriglia fra morti di fame. E quindi vaffanculo.

Con questo post spero di chiudere per sempre, o giù di lì, l’argomento Appeppe e M5M perché tutto pensavo tranne che scrivere una cosa del genere.

BradbuRIP

Se dovessi dire la verità (e lo farò) non sono mai stato un grande estimatore di Ray Bradbury, e non intendo certo cambiare idea ora sull’onda della gommozzzione coccodrillesca. Però mi rendo conto di una cosa: in fin dei conti al vecchio Ray ci ero affezionato. Quando avevo tipo otto anni fu uno dei primi scrittori che affrontai grazie ad un Cronache Marziane regalatomi per compleanno. Poi ho letto altre robe, con discontinuo livello di gradimento. Ma tutto questo non ha importanza. Ray, da allora, c’era sempre, come un vecchio nonno brontolone a cui comunque in fondo vuoi bene. E gli vuoi bene perché è stato uno degli scrittori che più hanno contribuito a farsi rispettare pur scrivendo letteratura fantastica. E’ vero, ce ne sono stati di più bravi, e ce ne sono pure adesso, ma purtroppo il riconoscimento non l’hanno avuto. Bradbury sì, e pure con merito.

E quindi ciao Ray, è stato un piacere.

Equitalia è un ente che suscita immediata antipatia in chiunque. Un ente primitivo che può solo tartassare i non-pagatori, visto che il nostro sistema di tassazione è dichiarativo e senza alcuna ricerca da parte dello stato – cioè, finché non vi beccano, potete continuare a dichiararvi disoccupati e ad avere Ferrari e case in Sardegna. Anni di non-controlli, malcostume generalizzato etc. hanno portato alla situazione di ora, con Equitalia incaricata di fare gigantesche pesche a strascico in cui finiscono anche persone a cui magari è arrivata la bolletta della rata dell’auto in ritardo e si vedono portate via tutto. Finita la pesca a strascico, se non viene fatto un ingente sforzo di modernizzazione (informatica per esempio) e snellimento statal-burocratica, risaremo da capo e i soldi recuperati finiranno nei forzieri in titanio degli Sradica & Rastrella di turno, per poi essere… spolpati? Ci si augura di no, almeno, ma non è questo il punto. Il punto è una scena da filme. Un uomo entra in una sede Equitalia armato, tiene gente in ostaggio, minaccia di morte etc etc. E succede dopo le numerose notizie di gente che per debiti si è suicidata, non ce l’ha fatta più e storie tristi del genere. E giù bombe alle sedi di Equitalia, e tutti a dire bene dio cane!, e poi questo qui coi fucili e gli ostaggi, e tutti a dire bene dio maiale! Ora, con tutta l’atipatia che si può avere per Equitalia, con tutta l’antipatia che si può avere per un sacco di privati cittadini che non pagano, perché l’italiano per sua natura non vuole pagare un cazzo e crede gli sia tutto dovuto, e scommetto che Equitalia sia partita quando il numero di questi ultimi sia cresciuto oltre il livello di guardia iniziando così la famosa pesca a strascico di cui sopra, ecco, con tutto e ritutto, a me ‘sta cosa non piace per un cazzo. Soprattutto per come viene acclamata. Io sono il primo a dire che uno che uccide il ladro in casa o nel negozio fa bene, sia chiaro. Ma qui è diverso. Si oscilla fra suicidi e atti di intimidazione violenta.

Decenni di inadempienza fiscale (voluta da politici E cittadini) ===> misure drastiche oggi ===> mezzi primitivi per assenza di dati e infrastrutture adeguate ===> pesca a strascico che colpisce in maniera sproporzionata pure i poveracci ===> atti di violenza.

Ho come l’idea che queste cose aumenteranno, perché la pesca a strascico continua e poi la stampa ha sempre bisogno di freak da presentare come eroi o criminali a seconda del momento storico. Il ricorso alla mafia per prestiti e protezioni sarà sempre più forte, così come la stretta familistica su ogni microscopica attività – difendiamoci dallo stato di mmmerda. E sapete, non mi garba una sega. E’ la prova empirica di un fatto: l’Italia, forse piagata da secoli di millenarismo cattolico per cui tanto prima o poi si stiana e risponderemo delle nostre azioni solo davanti a Iddio e quindi che ci si affanna a fare, non costruisce nulla, non migliora nulla, non fa niente a lungo termine e ama berciare nei campi di stasi dove in fin dei conti è colpa di tutti e quindi di nessuno ed è facile accusare il Governo o i Poteri Forti, che sono solo miseri capri espiatori.

Spero solo che non si arrivi di nuovo ad una merda stile anni ’70, a questo punto.

No, veramente, non c’ho voglia, però qualche perla a voi porci (con rispetto per i suini) devo darla ogni tanto, altrimenti il blog si spopola. Ebbene, una perla è che finalmente esce Spell Eater degli Huntress. Suonano metal classico, ma ci aggiungono la crudeltà sonora e concettuale che il black metal ha sempre cercato – senza successo, ovviamente, perché in genere i blackmetalz sono delle gran teste di baccalà norvegesi che, se non si fossero sfogati col trucco da panda e le mazze chiodate, sarebbero tutti nelle patrie galere per omicidio di omosessuale, negro o musulmano. Gli Huntress invece sono bravi e californiani e hanno una cantante che pare Janet Agren, quindi scusate ma è un no-contest. Ok, data questa notizia, ripartiamo con lo shuffl’in.

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

E ciuì ciuì ciuì ciuì ciuì ci
E ciuì ciuì ciuì ciuì ci

… (ad lib)

La line-up originale di Polish Busty, da sx: Aneta Buena, Ewa Sonnet, Ines Cudna, Bea Flora

C’era una volta Polish Busty. In realtà c’è sempre, ma ormai sembra al punto di rottamazione o giù di lì. Non ha saputo tenere il passo. Che aveva di speciale, mi direte? Beh, io odio il retro-ismo e il nostalgismo, all’incirca in ogni manifestazione dell’essere. Mi piacciono cose del passato, anche molto, ma non mi piace quando il presente si rinchiude nella contemplazione idealizzata del passato e sospira e moralisteggia e cerca di riprodurlo in laboratorio. Non mi piace in musica, in letteratura, in niente. Però anch’io conosco l’eccezione, ed è il reparto erotico. Non mi piace molto l’erotismo (e lo intendo come soft-core, nudo femminile e basta) che si fa oggi – troppa seriosità, fisici troppo tirati da palestra e Photoshop, nemmeno un sorriso, pose sempre più vicine al pornoduro. Tutta roba che nell’insieme mi garba poco e solo nell’era dell’interwebsz ha trovato contraltari degni – e con questo intendo il recupero di un certo gusto anni ’60 e ’70, con donne puppone e sorridenti dal fisico meyeriano in foto dal clima simpatico & giocoso. Sito leader del settore è diventato Pinup Files, credo, ma il primo in cui mi sono imbattutto è stato appunto Polish Busty. Che aveva quel sapore tutto casereccio e simpatico, quella grafica nata vecchia, quella webmaster i cui testi mi facevano involontariamente ridere. Io mi immagino che la webmaster abbia trovato queste ragazze puppone e le abbia detto, tipo, “oh bimbe, si mettono le vostre foto nude sull’interwebsz in un bel sito a pagamento così si fa du’ vaini che qui altrimenti siamo sempre nel terzo mondo diocane?” e loro evidentemente le devono aver risposto di sì, e credo pure che qualche anno di Polish Busty abbia aumentato almeno del 2% il turismo polacco. Aspiranti sugar daddy in giro per le strade di… boh, non mi viene il nome di mezza città polacca e non mi scende il culo di aprire Google per scoprirne almeno la capitale, quindi fate voi… insomma, per le strade di una città polacca in cerca di una simil-Bea Flora da portarsi a casa: ce li vedo troppo. Oggi, delle ragazze di Polish Busty, non è rimasto moltissimo. L’unica che è riuscita ad emergere e arrivare più in là è stata Ewa Sonnet, che in patria è diventata una piccola celebrità come fotomodella, cantante. forse presentatrice di eventi (non ho capito bene). Le altre sembrano essersi ritirate, tipo Bea Flora, o aver intrapreso una carriera solista di non troppo successo (la concorrenza è numerosissima e la professionalità paga, cosa che avvantaggia nettamente gli States rispetto alla Polonia).

Foto di Polish Busty...

Tutto questo, naturalmente, ha avuto un prezzo, e cioè che Ewa uscendo dall’underground è diventata commerciale. Il suo fisico è più tonico e asciutto, le sue foto molto più riciucciate e professionali – si è perso insomma quel fascino casereccio, tranne che nei videoclip musicali curiosamente pezzentissimi. Ma siccome per lei  è un grande passo avanti, ne siamo felici.

... e di oggi, ultraprofescionalz.

Arriviamo dunque al punto, perché sì, questo post ne aveva uno. Conoscete i Rotting Cock? No? Nemmeno io, fino a poco fa. Si tratta di un gruppo pornogrind estone. Il pornogrind fu inaugurato da gruppi come Meat Shits e Waco Jesus una ventina buona d’anni fa, ed è  grindcore con testi incentrati su pornopratiche delle più zozze, con grande abbondanza di escatonecropedodissezionofilia. Un tipo di musica nato per dare fastidio, offendere e fare schifo alla merda, anche se da un certo punto di vista è del tutto superato: nell’epoca in cui un 2 Girls 1 Cup è alla portata di un click, mettersi ad ascoltare gli Anal Ejaculation di turno è un po’ come andare in giro col velocipede. Ma tant’è, siccome il velocipede si produce ancora, ogni Rotting Cock del pianeta ha diritto ai suoi quindici fan, e poi sempre meglio loro che i Muse. I Rotting Cock hanno inciso un ep, My Sister Is Dead And I Fuck Her Corpse Every Day. Bene, guardate un po’ che hanno combinato i Rotting Cock per la copertina:

Avete visto? C’hanno schiaffato Ewa Sonnett senza nemmeno chiederle il permesso. Per forza, altrimenti sarebbe andata all’incirca così:

RC: “Ciao Ewa, senti, siamo un gruppo musicale, possiamo usare una tua foto per la copertina?”
ES: “Beh, tanto per inziare chi siete?”
RC: “Ehm, sai, i.. come si chiama… hhrrrrrrrmph… Rttngcck cough cough!”
ES:  “EH? E il disco?”
RC: “Ehrr… in realtà è un ep di sei canzoni pornogrind e…”
ES: “PORNOCOSA?”
RC: “Grind, pornogrind (tono sussiegoso, nda), e si chiama My Sister Is Dead And I Fuck Her Corpse Every Day (uff, ce l’ho fatta, l’ho detto, oioi…)”
ES: “PROVATECI E VI MANDO I CONTRAS, PORCA PUTTANA LADRA ASSASSINA!!!!!”

Voglio dire, se Justin Timberlake o i LMFAO avessero voluto Ewa per un video o una copertina, lei molto probabilmente avrebbe acconsentito: sarebbe stato un grande passo avanti dal punto di vista della carriera, per di più di fronte ad un pubblico internazionale. I Rotting Cock ovviamente non sono niente di niente e hanno dovuto ricorrere al bracconaggio. Ma è facile presupporre che già ai tempi di Polish Busty la Sonnett fosse molto più nota dei Rotting Cock. Ed è molto probabile che sia più alta la percentuale di fan di Ewa Sonnett fra i fan dei Rotting Cock che viceversa, per ovvi motivi. In breve, se il mondo è piccolo l’interbwebs è in miniatura ed Ewa ha presto scoperto tutto, minacciando ritorsioni legali pese. E noi, che da sempre sosteniamo i Poteri Forti alla faccia dei boveri balesdinesi, siamo con lei che ha assolutamente ragione, e dio cane, speriamo li riduca sul lastrico, que’ merdosi.

Ieri sera ho visto, quasi per caso, la trasmissione di Chiambretti. Divertente, come più o meno sempre. Lui mi resta simpatico. Poi c’ha Forest e quindi meglio. Poi c’era anche Bar Rafaeli, il che vuol dire che posso farvi il seguente test:

Cosa pensi di Bar Rafaeli da Chiambretti?
a) Bòna.
b) Fa caa’.
c) Sta a vedere è tutta una manovra della lobby giudeo-pluto-israeliana per enfatizzare il giorno della Memoria e la menzogna dell’Olocausto con cui si giustifica il genocidio dei palestinesi! Chiambretti sionista! Arrigoni è vivo e lotta in mezzo a noi! No pasaran! El pueblo unido!!1!

Se hai risposto a), o equivalenti, tutto ok. Se hai risposto b), o equivalenti, tutto ok uguale, alla fine sono gusti. Se hai risposto c), o equivalenti, beh, sei un coglione ma di quelli duri come le pigne verdi, eh. Estinguiti.

C’è stato, comunque, un gigantesco momento WTF nella trasmissione di Chiambretti. Alla fine c’era ospite (scusate il termine) Mario Borghezio. Di fronte a lui una platea di persone, più la giuria del programma, lì apposta per fare domande scomode ad un personaggio quantomeno controverso. Bene, il livello delle domande e degli interventi di questi idioti era tale che Borghezio è quello che c’è passato meglio; ha fatto una scanagliata solo alla fine, peraltro molto soft rispetto al becero urlare degli altri spastici.

Perché poi quando si parla di tv vien sempre fuori questa storia del degrado. Il degrado, qualora sia divertente, è sempre una cosa ben accetta. Il degrado noioso invece proprio no. Per esempio, qualche sera fa, cena con genitori amici parenti. Una commensale: “L’altra sera ho visto XXX, vi piace?”. Risposta di un’altra, con espressione lievemente schifata: “No, io guardo solo La7.” Capirete che odiare La7 sia un atto di resistenza culturale, un dovere, un imperativo categorico. C’è chi auspica la distruzione fisica dell’emittente, magari assieme a Rai3. Se a caldo viene da dire “Sììììì!” decollando giulivi sul nostro F35 finanziato con soldi sottratti al FUS (o almeno lo spero vivamente) alla volta della redazione di Telecom Italia Media, a freddo invece no. E’ un bene che queste tv esistano perché così i vari Santori hanno il loro bel box. Altrimenti Facebook sarebbe invasa da mobilitazioni pro-Santoro, filmanti che non vi fanno vedere in tv, indignazioni permanenti etc etc. Sai che palle?

Ah, la tv. Cagione d’ogni male. Essendo una persona priva di buon gusto, tatto, creanza e desiderio di far da modello per il prossimo, nei momenti di zapping in tv mi capita di fermarmi qualora siano in esposizione delle pvppe. Gli autori dei videoclippi lo sanno bene, è infatti per questo che conosco quasi tutti gli hit di Rihanna, Beyoncè, Katy Perry etc. Poi che siano meglio di tantissima roba che si fregia di essere fieramente anticommerciale va da sè: solo un mentecatto può preferire Steven Wilson a Katy Perry, e parlo proprio della musica.

Tutto ciò, naturalmente, ha delle pesanti ricadute sulla mia vita sociale: cioè, è molto migliore, perché il giro degli sbroc mi ritiene indegno dei loro consessi e quindi non mi chiama. Allo stesso modo, la community bacchettona mi ritiene parimenti indegno, e dunque me ne sto in compagnia di derelitti miei pari, tipo i Morlock nella serie degli X-Men. Posso sintetizzare tutto ciò in un insegnamento molto prezioso: non è bello ciò che è bello, e tu’ ma’ è un gran budello.