Category: allarme


Non essendo io, a differenza della stragrande maggioranza dei miei connazionali, un esperto di antiterrorismo, geopolitica, teologia, relazioni internazionali, antropologia, tattica militare e balistica, non vi tedierò su cosa si sarebbe potuto o dovuto fare per sventare i fattacci parigini, né cosa si potrà o dovrà fare da qui in avanti. Volevo però fare qualche ragionamento, spero non del tutto a bischero, su una particolare impasse che da anni è parte dell’armamentario retorico e della cultura in cui viviamo, ed è quel rapporto tanto forte quanto involontario fra jihadismo e politicamente corretto variante “le colpe dell’uomo bianco”. In sostanza, dopo episodi agghiaccianti come quello di Parigi (e di Beirut, del Mali, di Israele… la lista è lunga e non finirà) l’opinione media si divide in due fronti, caratterizzati da un’abbondanza di stupidità: il fronte “ammazziamoli tutti porcodio!” e quello “oh ma il mio kebabbaro Abdul è così bravo non sarete mica islamofobi porcodio?”. Ovvero, sostenitori di Salvini & co. e gente che tenta complesse capriole dialettiche per giustificare in qualsiasi modo la cultura araba pur di non essere accomunata in alcun modo ai sostenitori di Salvini. Fra questi due estremi lo spazio di manovra è ridottissimo, perché nessuna delle due parti è ragionevole, ed entrambe fanno un ottimo servizio agli attentati a venire.

Il cocktail in fin dei conti è letale: fra “fanno gli attentati per colpa nostra che siamo stati cattivi in Medio Oriente”, “fanno gli attentati per colpa nostra che li trattiamo male qui” e “fanno gli attentati perché la società capitalista mette alla porte gli ultimi che reagiscono nel solo modo concessogli”, ci manca solo che qualcuno li ringrazi per gli attentati. Si forma una zona grigia fra atto criminale, paternalismo terzomondista e razzismo spicciolo in cui si possono incuneare cose brutte e schifose – il ritorno di nazionalismi autoritari (le lodi a Putin etc si sprecano e aumentano, come i consensi dei partiti nazionalisti europei) e la mancanza di un’azione risoluta perché non si vede il possibile campo di battaglia. E non dico in senso letterale, ma proprio sul piano culturale. Forse si potrebbe partire dalla definizione di Islam Moderato, che riempie la bocca di tanti con abbondanza di aria fritta. Wikipedia alla mano, l’Islam, in tutte le sue confessioni e interpretazioni varie, conta 1.6 miliardi di fedeli. Come si individua il Moderato, visto che non esistono portavoce ufficiali? Se con “moderato” intendiamo “perfettamente compatibile con la vita del mondo occidentale”, ecco che possiamo già escludere tutto il jihadismo, e fin qui era scontato, ma persino chiunque pratichi o vorrebbe praticare la sharia. Non è una precisazione banale, perché in Europa esistono organizzazioni agghiaccianti come Sharia4Belgium. Da noi una cosa come la sharia è impensabile (anche se a molti probabilmente piacerebbe): in un mondo figlio di illuminismo, rivoluzione americana e rivoluzione francese, religioni e stato sono separati. L’Islam Moderato, tenendo a mente questo, è quell’Islam che lo ha ben chiaro e vive l’Islam come religione personale e basta, senza prendere alla lettera il Corano. Come succede qui con le varie correnti del Cristianesimo, insomma.

Il fail culturale e istituzionale a questo punto si ha quando gli eccessi dei mongoloidi vengono in qualche modo tutelati in nome del relativismo culturale, la tolleranza pietosa e paternalista da senso di colpa, le eccezioni ad hoc per giustificare l’ingiustificabile. Culture diverse, religiose e non, possono pure convivere, ma all’interno di una cornice da condividere senza eccezioni, pena i calci in culo. E la cornice è, o dovrebbe essere, il più possibile laica ed equamente severa con tutti, atei, cristiani, islamici, salafiti, sefarditi e manfruiti che siano. La nascita di cose tipo Sharia4Belgium dovrebbe essere percepita come sbagliata e demenziale dall’islamico medio che vive in occidente, all’organizzazione non dovrebbe essere concesso alcun spazio e sarebbe il caso si sprecassero disprezzo, frizzi e lazzi, come per partiti monarchici, nostalgici del duce e freak assortiti. E non dovrebbero nemmeno esistere fiancheggiatori multi-culti sbroc sbroc a difenderla. Purtroppo, a me sembra che questi anticorpi culturali ancora manchino. Cosa si possa fare, dove andare e così via, onestamente, non lo so, altrimenti sarei un consulente governativo strapagato. So solo che un’eventuale soluzione autoritaria, estremista, deportiamoli tutti, schediamoli qua e là, non la vorrei mai. Abbiamo già dato, e sappiamo cosa succede.

Ultima notarella su ISIS & similari: con una strategia o l’altra, vanno ovviamente uccisi tutti, non è che si possa fare altro. A dialogare a Raqqa ci vadano pure Jeremy Corbyn, Dibba, Vauro e altri mongoloidi di simile infimo livello.

Un ebreo, a Milano, è stato preso a coltellate da un tipo incappucciato di fronte ad una pizzeria kosher (qui la notizia). Scommetto che si sprecheranno i tentativi di giustificare l’attentatore, che “non si accoltella la gente MA…”, nei prossimi giorni. Scommetto che vari imbecilli pontificheranno ovunque su un fatto del genere, magari isolandolo da un contesto europeo di antisemitismo crescente di anno in anno. Questo perché in fondo l’antisemitismo è un tratto talmente condiviso dagli europei che, non appena c’è un periodo di crisi, eccolo che salta fuori. Ma non viene stigmatizzato, anzi, è l’unica forma di razzismo che è perfettamente lecito esibire in pubblico, purché si parli di antisionismo – in realtà, per quanto mi riguarda, si tratta di artifici dialettici, come già scrissi in passato. Non c’è alcuna differenza, visto che l’argomentazione che giustifica qualsiasi attacco è molto simile al “però un po’ se la cercano”, come quando le vittime di stupro sono donne provocanti. E sì, magari pure questo paragone è scorretto, ma non me ne frega un cazzo.

Ah, non so quale politicante vuole far mettere un bollino giallo sui prodotti che provengono dalle aziende israeliane che si trovano nei territori cisgiordani. Bene, in questo modo non dovrò leggere le etichette e potrò comprarli a botta sicura.

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La Festa dell’Unicorno si tiene da qualche anno a Vinci, in provincia di Firenze – sì, quel posto che ha dato i natali alla celeberrima tartaruga ninja Leonardo. Non ci sono mai stato, ma sembra fatta molto bene: dedicata a fumetto & fantasy, con cospicui annessi videoludici, cinematografici e televisivi, vede la presenza di ospiti di grido, espositori etc. Quest’anno erano presenti attori di Game Of Thrones, per dire, e per il resto potete vedere il sito ufficiale linkato poco fa. Siccome il cosplay è diventato molto popolare pure qui in Italia, la Festa dell’Unicorno ha pensato bene di invitare dagli USA Jessica Nigri, una delle più famose cosplayer a livello internazionale. La Nigri è una bellissima ragazza, lo sa bene e i suoi costumi lo mettono in evidenza, virando in chiave sexy i personaggi che interpreta (qualora non lo siano già). La simpatia e la disponibilità a scattare foto etc l’hanno resa famosa, del resto ad oggi la sua pagina Facebook può contare 2,8 milioni di seguaci, immaginiamo pure gli altri social. Le partecipazioni a convention di fumetti & co. in giro per il mondo sono la miglior testimonianza del suo successo, che è meritato – è famosa e apprezzata come cosplayer, non per usurpare posti di vigile del fuoco, ispettore dell’FBI, grande chef o che so io, giusto? Naturalmente si può obiettare sul fatto che la Nigri consapevolmente marci sulla propria avvenenza proponendosi come donna-oggetto sbroc sbroc, ma non è una questione di mio interesse.

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Andate adesso a questa immagine, che si trova sulla pagina Facebook di Jessica Nigri, e leggete un po’ di commenti. Una marea di hater & leoni da tastiere, tutti quanti rigorosamente in italiano, che si lanciano in “troia”, “puttana”, “vacca”, “cagna”, “croccantini”, “degenerata”, “idiota”, “siliconata”, “degrado” e così via. Una ragazza è addirittura arrivata ad augurare alla Nigri di essere stuprata e gettata in un fosso, perché sono quelle come lei che fan venire le voglie agli uomini che poi non si possono trattenere e quindi stuprano (mancava solo Abberlusconi Olgettine Mediaset Drive-In sbroc sbroc), in una parossistica eruzione di moralismo all’italiana. Tutta questa è, naturalmente, gente di merda che risponderà “ma è per scherzo!11!”

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Fatta dunque chiarezza sul fatto che la Nigri, in quanto bella & sexy, è per forza di cose troia e cretina, verrebbe da pensare che questi tizi e tizie abbiano per idoli veri modelli di virtù, irreprensibili professionisti e straordinari esploratori dei limiti umani. Gente che segna progressi significativi alzando l’asticella dell’umanità, insomma. Questo non giustificherebbe il comportamento nei confronti della Nigri, ma potrebbe in parte spiegarlo. Eppure, molti di loro alzano le spalle, sbuffano, sputano e vomitano bile pure per Samanta Cristoforetti, che certo è una persona ben più straordinaria della Nigri (e lei stessa sarebbe la prima a dirlo, immagino), cui però non è paragonabile in termini di avvenenza: la retorica contrapposizione della “bella & frivola” vs. “normale & craniona” è pure servito su un piatto d’argento, ma è inutile. L’idea è che chiunque sia realmente capace e di successo in qualcosa venga immediatamente disprezzato. Se è donna, pure il doppio. E che non se ne uscirà davvero per moooooolto tempo.

Proprio questa mattina sono stato gravemente turbato da una serie di accadimenti che è necessario mettere per iscritto, affinché la memoria non ne vada perduta e suonino come un grido d’allarme. Ero dunque appena uscito di casa, subito immerso nella bellezza della mia città, piccolo mondo in cui si riflette l’Italia tutta, come in un prezioso ornamento rococò. Al mio passaggio, un netturbino si leva il cappello e, dopo un leggero inchino, mi saluta: “Buongiorno! Adopri pure il mio dorso per attraversare questa buca, ché il Comune non ha ancora potuto provvedere”, indi si mette bocconi, permettendomi di usare la sua schiena per giungere dall’altro lato dell’infido tranello. Su una panchina, un nonno si rivolge al nipotino con severa bonomia: “Se finirai tutti i compiti, potrai bere l’orzata mentre ti leggerò quei carmi di Catullo che tanto ti piacciono!” Poco più avanti, quattro giovini vanno gioiosi al loro primo giorno di lavoro, conseguito immediatamente dopo la laurea, intonando in pregevole arrangiamento barbershop a quattro voci i successi del Trio Lescano. Insomma, cosa ci poteva essere di più incantevole, in questa bella giornata di sole? Eppure, ad un certo punto, l’aria iniziò a farsi malsana, graveolente, e il sole fu oscurato da una minacciosa nube in foggia di teschio ghignante. Ma era solo l’inizio, perché di lì a poco il mio orecchio udì delle voci che parlottavano in una lingua gutturale, che poco si addiceva a qualsiasi concetto di decoro e urbanità. Mi voltai. Con movenze forse più adatte a que’ primati che ci dilettiamo ad osservare ne’ giardini zoologici, con la pelle scura come lo sterco de’ porci, con vestiti di taglia spropositata come tante mongolfiere versicolori e con un esibito ispregio dell’ambiente cittadino, denotato dalla gran quantità di cartacce, pietre, mozziconi, teste di pesce e mascheroni africani disseminati disinvoltamente sull’impiantito del marciapiede, eran dunque questi i negri di cui tanto si parla al giornale radio?

I gaglioffi si vantavano ad alta voce di non so quali smargiasse imprese, così che potei defilarmi da una parte ed ascoltare un attimo, onde eventualmente far rapporto alle forze dell’ordine. Ebbene, tiraron subito fuori di tasca dei costosi telefoni della Mela (“Meno male ghe li avere rubadi abbena scesi da barga, ugh ugh!”, asseriva uno di loro fra le risate dei compari) e fecero molte telefonate. Ad un certo punto fui distratto da risate lievi e argentine. Si trattava di una scolaresca che aveva appena svoltato l’angolo e marciava allegra nella mia direzione. I negri li guardarono con occhi da squalo e io temetti il peggio, cosa che puntualmente avvenne: mentre uno di loro cominciava a palpare natiche e mammelle della bionda e giovane maestra, che comunque non sembrava disprezzare le attenzioni dell’orango più di tanto, urlandole al contempo oscenità che al ricordo arrossisco, gli altri distribuivano agli scolari bustine piene di polvere bianca e opuscoli dai titoli inquietanti come “Teoria del Gender: come diventare omosessuali prima dei dieci anni”, “Omossessualismo e rifiuto del Signore”, “Frantumazione della Famiglia”. Non ci potevo credere, era troppo, risolsi che era il caso di chiamare le autorità. Il futuro della nostra nazione bella era a rischio. “Manderemo subito la neonata squadra speciale”, rispose la Polizia, e ne fui confortato. Ma fu vana illusione, perché la squadra era composta di gaglioffacci poco meno inquietanti de’ negri.

“Finalmente ezzere arrivadi!”, li apostrofò uno dei negri. Incredibilmente, i poliziotti si scusarono, anziché tradurli subito in carcere.

“Tranquilli ragazzi, solo un po’ di traffico. Vedo che vi siete già ambientati.”

“E dove abidare?”

“Ci sono delle nuove villette a schiera in cui vi porteremo subito. Sono state destinate a voi. Peccato solo che non siano arrivate le finiture in avorio…”

“Uvva! Ge le vare basdare, ber ora. Ma gome gi mandenere?”

“E’ semplice, ragazzi. Non fate un bel cazzo, vi verrà elargito uno stipendio ottenuto decurtando le pensioni degli italiani. Basta questo, tranquilli, tanto non dovrete pagare le bollette, che saranno ricaricate sui vostri vicini. Se volete dedicarvi allo sfruttamento della prostituzione o allo spaccio fate pure, ma non ve lo consiglio. Le carceri sono già piene di padri di famiglia che non arrivano a fine mese. Lo so che verreste rilasciati subito, ma almeno formalmente per 24 ore ci dovreste stare, e sarebbe una rottura di palle per noi e per voi. Dobbiamo giocare alla Playstation in caserma, lavorare ci scoccia.”

“Oghei. Aldre raggomandazioni?”

“Certo: votate i comunisti, mi raccomando. Coi vostri voti loro vanno al potere e vi permettono di fare questa vita.”

“Grande gabo! Alla brossima!”

Ed entrambi, il capo della squadra della polizia e quello dei negri, si voltarono verso di me, saturando l’aria colla loro empia risata, seguiti rapidamente da tutti gli altri. Fu lì che capii che la nostra Italia bella era perduta. Di lì a poco infatti rividi i quattro neolaureati, ora affranti perché il loro lavoro era stato dato a degli immigrati appena sbarcati, e nel mentre il nipotino gridava al suo povero nonno “Fanculo, vecchio, a te e a Catullo, capito? Ora ascolto Fedez e poi mi guardo i porni sul cellulare che mi son comprato rivendendo la droga che mi hanno regalato i negri!”

Oh patria mia bella, come faremo?

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Durante il mio percorso universitario, all’interno della facoltà di informatica, mi sono scelto come percorso quello relativo all’AI (in senso molto blando, niente Skynet), dove figuravano tre esami di indirizzo obbligatori e altri due a scelta in una rosa di papabili. I primi tre erano intelligenza artificiale, apprendimento automatico e reti neurali, dei secondi scelsi bioinformatica e percezione robotica. Si trattava di un insieme di discipline, per me, estremamente interessante – quelle cose che, una volta finito, ti dici “wow, forte, chissà se sarò tanto fortunato da lavorare con queste robe”. Flash forward di qualche anno, la fortuna mi capita: entro nello staff di una professoressa della facoltà di farmacia che si occupa, fra le altre cose, di chemoinformatica, o chemioinformatica, ovvero

«la combinazione di quelle risorse informative per la trasformazione dei dati in informazioni, e le informazioni in conoscenze, con l’intento di prendere il più velocemente possibile le decisioni ottimali nel campo della costruzione e dell’ottimizzazione dei modelli di farmaci. »

La definizione viene da qui, ed è molto efficace. Quelli come me cercano, mediante vari metodi di data mining, machine learning e vari modelli di calcolo, di costruire modelli predittivi. L’idea è quella di indirizzare al meglio il lavoro dei colleghi farmacologi: lavorando sulle strutture dei composti chimici, è possibile stabilire con buona probabilità quelli su cui è opportuno proseguire lo studio, e quali scartare. E’ il QSAR (ma faccio anche altre cose). Visto che il ciclo che porta alla nascita di un farmaco commerciabile, o anche solo al miglioramento di uno esistente, è estremamente lungo e costoso, la chemoinformatica è una ganzata perché permette di risparmiare tempo e risorse. Immaginate di avere ventordicimila composti che rappresentano le possibili combinazioni di smerdocazzina e cazzopininfarina: una volta avreste dovuto sintetizzarli e provarli tutti. Dopo uno studio chemoinformatica, potreste sapere che solo un centinaio sono potenzialmente attivi, e quali, e la ricerca successiva procederà solo su quelli. Un gran bel risparmio di tempo e risorse. Anche di vite animali, certo: dovendo sviluppare meno farmaci, sperimenti su meno animali. Migliori saranno, via via, gli strumenti della chemoinformatica, meno animali si dovranno utilizzare.

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Tutto quello che ho scritto là sopra non l’ho scritto per vantarmi. Il fatto è che io stesso lavoro attivamente, per studio e per scelta, a quelle cose che una senatrice non particolarmente sveglia, ma incredibilmente fanatica e persino un tantinello ottusa, chiama “metodi alternativi”. A cosa? Secondo lei, alla sperimentazione animale. In realtà alternativi un cazzo, perché la definizione è fuorviante, quando non del tutto sbagliata: sono metodi COMPLEMENTARI. Noi chemoinformatici aiutiamo i farmacologi ad ottimizzare la ricerca, che ad un certo punto continua a prevedere la sperimentazione animale. Questo perché ad oggi è l’unico modo, per tutta una serie di motivi perfettamente logici che non sto a ripetere qui. Quando sento l’ottusa senatrice che, bella tronfia, afferma di aver ristretto la sperimentazione animale, avrei voglia di schiaffeggiarla con uno stoccafisso. Ma su questo non posso dire niente che Elena Cattaneo non abbia già detto. Posso aggiungere che i metodi alternativi non esistono, al momento, se non in via moooolto limitata, perché la complessità di un organismo non è riproducibile in ogni sua parte nemmeno dal cluster dei più potenti computer della terra. Che questo tipo di studio debba andare avanti sono d’accordo, che possa sostituire nel giro di poco la sperimentazione animale PURTROPPO NON E’ POSSIBILE. Del resto non esiste mezzo studio sulla messa a punto di un farmaco mediante metodi alternativi.

E quindi no, niente riflettori inutili per noi dei metodi COMPLEMENTARI. Facciamo il nostro e lo facciamo per migliorare la ricerca farmaceutica, che rispetta il metodo scientifico e la realtà. Se ci vogliono dare più soldi, sarò l’ultimo che si lamenta. Ma con questi soldi aiuteremo i colleghi farmacologi, perché il nostro compito è al loro fianco. Tutto il resto sono stronzate da grillini. Ah già, grillini, chi l’avrebbe mai detto…

A qualche giorno dall’impatto del volo Germanwings sui monti di Latveria è stato possibile mediante alcune intercettazioni all’interno dell’ambiente scoprire che in realtà le cose non sono andate esattamente come poteva sembrare al principio, no, affatto, questo perché in via del tutto cautelativa a Perugia è stato visto aggirarsi furtivamente nei dintorni dell’Ospedale di Pavia un individuo dai tratti somatici di incerta provenienza indossante perizoma di bisonte e mascherone africano intento nell’officio di riti voodoo ad uso terapeutico ma non conformi ai dettami del Levitico, dunque tratto in guardina detto individuo ha subito alzato le mani al cielo dicendo “nusbari!” e ha indicato un vero e più plausibile colpevole dell’attentato terronistico che ha causato il crollo dell’infrastruttura tensostrutturale atta al mantenimento in volo di un velivolo categoria “aereo”, ma a questo punto occorre una digressione perché all’interno del velivolo era stoccata una cassa contenente libri, nello specifico MANUALI CONTRO L’IDEOLOGIA GENDER che in questi tempi si sta infiltrando nelle scuole, nelle scuole dove con la scusa di mangiare la girella i bambini vengono convinti ad infilarsi merluzzi nel culo cantando le canzoni di Concita Viuster e tutto questo per farli diventare tutti ghei, a questo punto è necessaria un’interrogazione parlamentare perché oggi è questa e domani si perde il mirinvengo e che succede, li facciamo diventare tutti negri, veramente non si sa più cosa dire né cosa fare di fronte alla violenza della lobby omosessualista che carica nella mente dei più giovani ed indifesi contenuti di finocchismo grazie ai cellulari e all’internet e quindi si alimentano le corruttele e le manifestazioni pacifiche in piazza più di tanto non posso fare perché tu politico dai più retta a gente che manifesta pacifica in piazza leggendo un libro o alla lobby omosessualista che ti compra la villa in Costazzurra e l’allevamento di ostriche, non c’è paragone, quindi stiamo perdendo terreno e quando cerchiamo di far arrivare i libri contro l’ideologia gender ecco che fanno crollare l’aereo che li porta con un rito voodoo, ed è stato Boko Haram, che poi pure Meredith voglio dire lo sappiamo tutti.

No, non parlo degli ultimi dischi dei Cani, lo Stato Sociale o merde simili, niente musica. Parlo di brutture troppo brutte che lasciano un fastidio enorme. E succedono in Merdistan. Nello specifico l’Iran. Ora, penso sia naturale ritenere che “Iran” e “nucleare” vadano bene nella stessa frase solo in caso di bombardamento nucleare dell’Iran, o sinonimi. E’ un pericoloso e orrendo posto di merda, sottosviluppato, ributtante. Una teocrazia islamista radicale di fatto, che non nasconde le sue mire espansionistiche nella zona, né in passato ha fatto mistero di voler cancellare Israele e l’occidente dalla faccia della terra. Se quel minchiospastico di Ajmadinecoso si sente/vede meno, ciò non toglie che la merda sia sempre lì e più strafottente che mai. Succede che si vogliano rimuovere le sanzioni all’Iran, anche quelle relative alla questione del nucleare. Perché “tanto la bomba la fanno lo stesso, tantovale allora rimuovere le sanzioni e approfittarne con un po’ di export”, o qualcosa del genere. Dio bastardo. L’unica persona che ha dimostrato buonsenso e idee chiare è stato, di tutto il blocco occidentale, John McCain. Per correttezza, i termini precisi dell’accordo con l’Iran non si sanno ancora, ma lasciare un qualsiasi spazio di manovra per il nucleare in cambio di… boh, collaborazione antiterrorista? Import/export? Insomma, tutto a vantaggio dell’Iran, molto miope. E pericoloso.

Coi terroristi è meglio non fare patti, perché non sono certo i più portati a rispettarli. Terroristi, stati-canaglia, merde… l’importante è capirsi. Ed è, temo, sicuro che prima o poi ci sarà da pentirsi. Alcune considerazioni a margine:

1) Visti questi accordi che l’occidente si prepara a stringere con l’Iran, visto il ritorno alla luce del sole dell’antisemitismo (che è sempre lì, in Europa, attende solo il momento di crisi per rialzare la testa), c’è da stupirsi che Netanyau vinca? Una popolazione inizia un po’ a cacarsi addosso e, fedele al motto “meglio ave’ paura che toccanne”, vota un mastino.

2) L’Iraq esporta la maggior parte del suo petrolio. Il principale acquirente è la Cina, seguita da India e USA (fonte). L’Iraq vende, gli altri (Cina, India, USA nell’ordine) pagano. “La guerra in Iraq per il petroglio!111” è un altro concentrato di fuffa. La guerra, con il pretesto di eventuali armi chimiche, doveva servire a cambiare totalmente l’assetto del più moderno stato sunnita che avrebbe potuto anche fare da sponda, in seguito, ai talebani, sunniti a loro volta. La ratio in fin dei conti è comprensibile. Lo svolgimento un troiaio, infatti è andato tutto a fare in culo. Ma magari avesse funzionato, però. Una specie di Piano Marshall a tappe forzate per il medioriente.

3) Quando saranno credibili ONU etc? Semplice, quando prenderanno una posizione seria e dichiareranno che Hamas, Hetzbollah, i Fratelli Musulmani etc sono organizzazioni terroriste, non sono legittimi interlocutori di niente e vanno debellati come l’ISIS e qualunque altro gruppo di merde umane simili. Altrimenti non si viene a capo di niente, se si resta ostaggio di posizioni politicamente corrette e convenienze a breve termine.

E’ poi interessante vedere come i media siano sempre felici di farci vedere stragi, decapitazioni e vandalismi dell’ISIS: sono atti eclatanti e orribili e fanno paura alla gente, il che è l’obiettivo dell’ISIS stesso che fa pure il gioco dei media che sulle morbosità e le paure ci lucrano. Sarebbe però più opportuno parlare delle violente legnate che i mongoloidi si stanno beccando dappertutto, nello spazio fra Siria e Iraq. Finché c’è da ammazzare turisti e civili i guerriglieri fanno i grossi, ma quando gli arriva addosso l’esercito curdo con copertura aerea americana e la collaborazione di forze speciali di vari paesi, ecco, durano veramente quanto uno starnuto. Controllate periodicamente Difesa Online, Chuck Pfarrer (ex Navy Seal e consulente dell’esercito), e il War Nerd (collaboratore dell’esercito che vive in qualche posto del medioriente) per analisi e notizie più realistiche e prive di sensazionalismi di merda.

Spero prossimamente di riscrivere di cose più lievi.

Ebbene sì: a Facebook non gli garbano le puppe. Succede che oggi mi trovo un messaggio, ovvero che per 24h non potrò pubblicare niente, perché ho violato gli standard di nudismo. Mi pareva strano, perché so che non si può e non lo faccio mai di conseguenza. Però poi guardo meglio, il casino l’ha fatto il post precedente, con l’immagine di Sarah Nicole Randall a puppe all’aria. E dire che sarebbe bastato mostrarne un’altra come anteprima, magari quella più sotto con Kelly Madison in bikini. Ora, non posso togliere le donne nude o semi- dal blog, perché sono il motivo di traffico n.1, e allo stesso tempo nemmeno posso rinunciare a Facebook per lo stesso motivo. I due motivi confliggono, quindi… boh, dovrò mettermi a scegliere manualmente l’anteprima. Che fatica orrenda! Certo, fossi uno di Peppekrilo potrei sempre dire che i Poteri Forti mi vogliono impedire di pubblicare su FB perché altrimenti sbeglio lagggente e uno vale uno!1!!, ma la realtà è molto più terra-terra, cioè che si violano i termini di FB, e fanculo al cazzo. Vabbeh, ora che lo so metterò almeno un’immagine da poter usare senza problemi come anteprima.

Purtroppo, al realtà ha ancora una volta superato la fantasia, finendo dritta dritta fra le rive d’Acheronte. Giulio Andreotti è morto e lotta in mezzo a noi, ma forse nemmeno questo è sufficiente al fine di raddrizzare tutte le storture che il mondo non ha mai smesso di rimprovare ad Attanasio Pecora, l’uomo dietro a tutti i fatti di sangue dell’ultimo decennio, o secolo e mezzo forse sarebbe più appropriato sapete, perché il dispiegamento temporale dell’immanente non sempre si può condensare in pochi attimi e ogni teoria dell’azione-reazione si fa memento di un concetto più astratto e, al contempo, umile, terragno, graveolente delle porcida untuosità ch’è propria dello stolto, del contadino che ignaro dei massimi sistemi e delle grandi cause trascina per il campo l’aratro, forte solo di quella saggezza secolare ch’egli reifica sempre uguale, tetragona ed immune al cambiamento, mediante lo struscio di calzature pratiche ed ineleganti che si oppongono con pugnace antiestetismo all’ipostatizzazione pedunculare propugnata da Prada e da tutti coloro che, parimenti, ambiscono al livellamento dell’uomo su un sistema valoriale d’implicito razzismo e schematica conflagrazione di contrapposizioni fittizie che si propagano all’infinito su un orizzonte degli eventi ormai dato per scontato, per irrilevante, per nefando e incalcolabile nella sua cieca e totale devozione al Potere inteso come in [1];

ed appare pertanto necessità di vero il sostenere che, in situazione di emergenza data da conflitto di classe irrisolto e femminicidio senza tregua, sia forse necessario fare un passo indietro ed ammettere con sè stessi ed il mondo che sì, abbiamo oltrepassato un segno ed il debito del terzo mondo è solo una delle cause della crisi che porta tanta gente per bene a indebitarsi per poter acquistare sottobanco pancali di merda da riversare nel water in modo da intasare le fogne e dare un po’ di laboro agli idraulici e, di conseguenza, a quelle maestranze umilmente manovali con la salopette lurida e la matita dietro l’orecchio e le mani lerce di morchia che purtuttavia son necessarie al processo civile e un’orda di tecnocrati vorrebbe rimpiazzare con robot in fattezza di negro a costo zero, perché in realtà voi credete che ci siano i negri in giro, ma si tratta solo di ammassi di cavi e di ciccia, perché i negri veri sono tutti morti nell’Oceano Negro che è la tomba di tutti i negri, ma non tutti i giovani se ne possono accorgere e continuano a guardare le repliche dei Robinson scambiandolo per la realtà mentre invece è quello che vuol fargli credere Abberlusconi mentre fa il governo che lo processano per abuso fiscale e frode campidanese quando assunse un cameriere che fu in seguito lapidato perché adultero

e quindi in qualche modo giustificabile nella cultura d’origine, sebbene anch’essa minata alla base dall’avanzata dello scoccialriformismo in salsa diluita eppur ancora dannosa e cancerosa, un’infezione tumorale che neppure il bicarbonato agli escrementi di Tullio Simoncini (quel finocchiaccio) potrebbe curare nè tantomento guarire, quindi provate a traslare tutto questo complesso balzabbà di pensieri parole opere e omissioni in un feretro simbolico di significanza epistemologica e urgenza espressiva, ne uscirebbe fuori una merda totale e indegna di qualsiasi fruizione, persino nella grave circostanza di cui è stata vittima Laura Boldrini durante un’ispezione dell’interwebs in cui Appeppecrillo e Alfano le scrivevano le parolacce con la maschera di V for Vendetta sperando di non essere riconosciuti anche se poi con gli hacker speravano di entrarle nel cellulare (non è un doppio senso, e se ci vedete la malizia è la cultura maschilista che vi condiziona) per prendere le foto di lei nuda sulla spiaggia di Ibiza per poterle far girare in rete ma non c’erano e allora hanno usato una foto di una che le somiglia anche se in realtà non lo sappiamo perché in fondo chi le ha mai viste insieme a Laura e Boldrini e quella lì spacciata per lei nuda, ma è proprio per questo che al mondo esistono gruppi di merda come i Uochi Toki o i Cani e teste di cazzo che li ascoltano senza provare schifo, dio merda.

Megarissa per l’elezione del presidente della repubblica. Ognuno propone candidati balordi. Ognuno dei candidati balordi suscita reazioni accese pro e contro, ma tutte caratterizzate invariabilmente da un alto livello di stupidità. Essenzialmente, si sta facendo una sorta di selezione per il Grande Fratello. Nel senso, per il GF un team di autori seleziona fra gli aspiranti candidati dei casi umani che, messi insieme, facciano una bella polveriera. Per questa storia delle Quirinarie (bel termine di merda), il funzionamento è abbastanza simile: il Quirinale anziché la Casa, un potenziale inquilino scelto fra VIPS di comprovata moralità che dovrebbe dare una strigliata ai politicacci merdosi. In prima linea fra i quirinabili figurano eroi dello sbrocworld come Dario Fo e Milena Gabanelli: molti vorrebbero vederli mentre si aggirano per le stanze di palazzo con un lazo, pronti a cogliere sul fatto i malfattori o a redarguire con livore i trafficoni. Si critica tanto il mondo ipermediatizzato etc, ma tutti questi candidati sono solo personaggi mediatici privi di qualsiasi competenza necessaria del caso, caricati di aspettative proprio in virtù del loro stesso personaggio. Ho spesso detto che il wrestling è un modello interpretativo perfetto per la politica, e tutto questo ambaradàn non fa eccezione manco per il cazzo: perché un wrestler arrivi ai piani alti occorre che sappia lottare, che abbia una personalità coinvolgente, un personaggio forte, e che la sua ascesa venga costruita in maniera credibile, in modo che la cintura arrivi come coronamento di un percorso ad un personaggio/atleta di valore. Saltando questi passaggi, si rischia di bruciare troppo presto un wrestler. E’ successo molte volte, soprattutto quando la WWE si pigliava la fissa per un nuovo arrivato che scatenava un po’ di consenso iniziale, lo spingeva troppo presto in cima e arrivava puntuale l’epic fail. Adesso è simile, con la variante “viene da un’altra disciplina”: ricordate che per ogni Kurt Angle troviamo cento Ken Shamrock.

La situazione attuale vede i vari partitelli proporre i loro potenziali candidati, preclare personalità mediatiche, alcuni appunto estranei al giuoco della politica e provenienti dai generali degli Opliti del Bene. Non sto a discutere la bravura di Gino Strada o di Milena Gabanelli nei loro rispettivi settori. Ma ne discuto l’estraneità alla politica come valore positivo in quanto tale. Mi si dice, “eh sì ma Fingulfio Rapanelly e Coso Laggiù che sapevan fare per fare i ministri, che ne sa un fornaio di legge o un bercellatore di sanità?” Posso sbagliarmi, ma quest’assunzione è falsa come le ossa di un licantropo verde. Perché è vero che per es. un medico alla Sanità e un informatico alle Telecomunicazioni, per dire, potrebbero essere scelte ok. Ma non per ogni ministero c’è una formazione specifica. Soprattutto, si cerca un politico. E per fare il politico bisogna conoscere il campo di battaglia della politica, le sue regole istituzionalizzate e i suoi procedimenti, le sue bassezze, chi ne fa parte in quel determinato momento, su cosa far leva per ottenere un successo, che pressioni esercitare, a quali sottostare, mettere in relazione il nazionale con l’extranazionale etc, e fare il tutto da una cornice istituzionale, quindi selezionando accuratamente le parti di verità che si possono dire al popolo. Fine. Le cose funzionano a questa maniera, e per fare il Presidente della Repubblica devi saper nuotare nella vasca degli squali, ancor prima che essere un bravo allevatore di cavalli o un eccellente ingegnere civile o un arguto scrittore di battute sui negri.

Speriamo ora che tutta questa manfrina finisca presto perché mi ha già di molto rotto i coglioni. Almeno quanto quelli che strillano scandalizzati perché Justin Bieber, dopo la visita al Museo Anna Frank, ha detto che probabilmente Anna Frank sarebbe oggi una sua fan. E dio cane, che c’è di così scandaloso? La povera Anna Frank era una ragazzina, e se lo fosse nel 2013, avrebbe buone probabilità di essere fan di Justin Bieber, come molte sue coetanee. Tutto così, semplice, lineare, senza alcun bisogno di commenti. Avrei capito se il commento fosse venuta dalla bocca di rifiuti umani nazistelli stile Burzum o Darkthrone, ma qui proprio…

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