Category: vanagloria e hybris


La paura fa 90, anzi, 270

(Scrivo questo post per cavalcare l’onda del momento, capitemi.)
La vittoria di Donald Trump non dovrebbe stupire molto, ma non per i motivi che pensate. Viene da lontano, cioè da una situazione che la politica si è coltivata dentro nel corso dell’ultimo quindicennio buono, e simile in tutto l’occidente: è il frutto di una popolazione sempre più spaventata da tutta una serie di fattori, alcuni reali, altri percepiti, ma che diventano tutti quanti reali quando alimentati dalla paura.  Dagli dei nemici (le elite finanziare, gli immigrati, il governo), dì cosa vorrai fare per loro, sparala grossa, colpisci lo stomaco. Chiaramente avere un avversario debole, dal punto di vista della stima e del carisma, come la Clinton ha aiutato molto. Ma alla fine dei conti Trump, con la sua retorica calcolatamente reazionaria e becera, ha toccato alcuni nervi scoperti e sentiti, come riportare il lavoro in America (che sia possibile non importa), mandar via gli immigrati irregolari che lo rubano (quanto sia vero non importa), impedire l’arrivo di rifugiati siriani (quanto sia vero e /o possibile non importa), restarcene fra di noi e fanculo tutti gli altri rompicoglioni che ci abbiamo rimediato solo casini (di nuovo), etc. Aggiungiamo pure l’errore classico della mentalità snob del “chi non vota per il mio candidato preferito è uno stronzo e non capisce un cazzo”, un perno granitico del consenso di Berlusconi, e la frittata è fatta. Un populista progressista come Sanders probabilmente avrebbe avuto chance maggiori, visto che affrontava gli stessi problemi ma con un punto di vista ed una retorica razionali – purtroppo il suo stesso partito gli ha remato contro. Vabbeh, pace. Comunque vada, si tratta di un presidente, non dell’Imperatore di Guerre Stellari, smettetela di rompere il cazzo, dio cane, non vi si regge. In questa fase ormai, che possiamo definire Era dei Demagoghi (tuoni e fulmini sullo sfondo), la verità è irrilevante di fronte a quello che vuoi sentirti dire o promettere, ed ogni evidenza contraria si limita a rafforzare l’opinione preesistente con tutta la forza del bastiancontrarismo.

Riassunto: la sbadataggine, la miopia, l’autoindulgenza delle classi politiche occidentali hanno preparato il brodo di coltura per l’ascesa di questi demagoghi, che ora passano a batter cassa. Un prossimo governo italiano a suon di Grillo e Lega lo vedo estremamente plausibile.

Ah, dimenticavo: sbroc sbroc.

Albert Einstein è famoso, quindi non vi spiego chi sia nè come lo sia diventato. Non ho nemmeno niente da dire su di lui nello specifico, quanto piuttosto prenderlo ad esempio di come, da alcune semplici proposizioni, si tendano ad estrarre informazioni false ma consolatorie, solitamente in maniera del tutto strumentale.

“Pure Einstein non era bravo a scuola.”
Ok. Cosa possiamo inferire da questa irrilevante informazione? Che un genio della fisica come Einstein non fosse bravo a scuola. Generalizzando, che non essere bravi a scuola non significa essere trogloditi ignoranti destinati ad una vita di sbozzamento scalini in usocapione. Strumentalizzando, che non esser bravi a scuola implica genialità non riconosciuta da un estabilishment non meglio identificato.

“Pure ad Einstein davano del pazzo per la teoria della relatività.”
Ok. Cosa possiamo inferire da questa irrilevante informazione? Che inizialmente la teoria di Einstein sia stata accolta con scetticismo. Generalizzando, che una teoria, SOTTOPOSTA ad una pubblicazione scientifica, superando la peer review e messa a disposizione di scienziati e ricercatori di tutto il mondo, possa alla fine convincere in virtù di esperimenti indipendenti, dibattiti etc. Strumentalizzando, che chiunque se ne esca con un’apparente stronzata in realtà va ascoltato perché ehi, magari pure lui alla fine c’ha ragione.

Mettendo insieme queste cose, Einstein non fu un brillante studente, tuttavia poi dopo essersi laureato & dedicato alla fisica ha elaborato una teoria, poi l’ha sottoposta ad una rivista scientifica accademica. Quest’ultima, dopo peer review, l’ha pubblicata (testo originale in tedesco, traduzione). La comunità scientifica internazionale a questo punto si è trovata in mano tutti gli elementi per poter compiere gli stessi studi ed eventualmente contestare, sulla base di altri articoli, la teoria della relatività ristretta. Chiaro, fin qui, no? E’ come funziona il mondo della scienza, quella che funziona e permette avanzamenti e progressi. Con le sue storture inevitabili, ok, che tuttavia non invalidano il sistema in sè, in cui sono gli scienziati ad avere l’ultima parola.

Adesso arriva la bruttura del 2013, ovvero il metodo Stamina su cui non mi pare di aver mai scritto un cazzo perché mi dava troppo sui nervi. Oggi leggo che il TAR sospende la bocciatura del metodo maledetto. Non so se vi rendete conto, ma il team di esperti (=MEDICI, SCIENZIATI) sotto la direzione del Ministero della Salute aveva detto vaffanculo Stamina, e allora lo stronzo lì della Stamina ha fatto ricorso al TAR, e quest’ultimo gli ha pure dato retta, perché pare necessario che alla commissione «partecipino esperti, eventualmente anche stranieri, che sulla questione non hanno già preso posizione o, se ciò non è possibile essendosi tutti gli esperti già esposti, che siano chiamati in seno al Comitato, in pari misura, anche coloro che si sono espressi in favore del metodo». DIO CANE, si può? Ma maledetta la Sacra Sindone! Sarebbe da ridere, non fosse per la gran voglia di prendere tutti questi imbecilli e tirarli in una gabbia di leoni a digiuno da una settimana. In definitiva, la vox populi col megafono dei giudici ha più peso del parere degli scienziati, in pieno italian style. Soprattutto quando, ad oggi, lo stronzissimo metodo Stamina dimmerda non è mai stato sottoposto a peer review, non è un cazzo, non si sa come dovrebbe funzionare, niente.

Più si va avanti, più stregoni bastardi maledetti stile Stamina riusciranno a farsi largo. Perché vengono con una ricettina pronta all’uso che dà barlumi di speranza, anche se non si capisce bene sulla base di cosa, e poi contrastano le obiezioni con la solita retorica della lobby Big Pharma sbroc sbroc. Radunano gruppi numerosi, probabilmente sempre più numerosi col passare del tempo, e i numeri servono per consenso e voti. La democrazia dell’ignoranza e del mongoloidismo come norma unica dell’esistenza, alla faccia dello studio e dell’informazione, prosegue imperterrita. Beh, se non altro, tutta ‘sta gente che si cura col guano di archeopteryx conservato sotto rapanello si sottopone involontariamente ad un esercizio di darwinismo. Peccato solo che nasceranno sempre nuovi stregoni pronti a irretire nuove legioni di gonzi, in una spirale merdosa inarrestabile. Fanculo.

Purtroppo, al realtà ha ancora una volta superato la fantasia, finendo dritta dritta fra le rive d’Acheronte. Giulio Andreotti è morto e lotta in mezzo a noi, ma forse nemmeno questo è sufficiente al fine di raddrizzare tutte le storture che il mondo non ha mai smesso di rimprovare ad Attanasio Pecora, l’uomo dietro a tutti i fatti di sangue dell’ultimo decennio, o secolo e mezzo forse sarebbe più appropriato sapete, perché il dispiegamento temporale dell’immanente non sempre si può condensare in pochi attimi e ogni teoria dell’azione-reazione si fa memento di un concetto più astratto e, al contempo, umile, terragno, graveolente delle porcida untuosità ch’è propria dello stolto, del contadino che ignaro dei massimi sistemi e delle grandi cause trascina per il campo l’aratro, forte solo di quella saggezza secolare ch’egli reifica sempre uguale, tetragona ed immune al cambiamento, mediante lo struscio di calzature pratiche ed ineleganti che si oppongono con pugnace antiestetismo all’ipostatizzazione pedunculare propugnata da Prada e da tutti coloro che, parimenti, ambiscono al livellamento dell’uomo su un sistema valoriale d’implicito razzismo e schematica conflagrazione di contrapposizioni fittizie che si propagano all’infinito su un orizzonte degli eventi ormai dato per scontato, per irrilevante, per nefando e incalcolabile nella sua cieca e totale devozione al Potere inteso come in [1];

ed appare pertanto necessità di vero il sostenere che, in situazione di emergenza data da conflitto di classe irrisolto e femminicidio senza tregua, sia forse necessario fare un passo indietro ed ammettere con sè stessi ed il mondo che sì, abbiamo oltrepassato un segno ed il debito del terzo mondo è solo una delle cause della crisi che porta tanta gente per bene a indebitarsi per poter acquistare sottobanco pancali di merda da riversare nel water in modo da intasare le fogne e dare un po’ di laboro agli idraulici e, di conseguenza, a quelle maestranze umilmente manovali con la salopette lurida e la matita dietro l’orecchio e le mani lerce di morchia che purtuttavia son necessarie al processo civile e un’orda di tecnocrati vorrebbe rimpiazzare con robot in fattezza di negro a costo zero, perché in realtà voi credete che ci siano i negri in giro, ma si tratta solo di ammassi di cavi e di ciccia, perché i negri veri sono tutti morti nell’Oceano Negro che è la tomba di tutti i negri, ma non tutti i giovani se ne possono accorgere e continuano a guardare le repliche dei Robinson scambiandolo per la realtà mentre invece è quello che vuol fargli credere Abberlusconi mentre fa il governo che lo processano per abuso fiscale e frode campidanese quando assunse un cameriere che fu in seguito lapidato perché adultero

e quindi in qualche modo giustificabile nella cultura d’origine, sebbene anch’essa minata alla base dall’avanzata dello scoccialriformismo in salsa diluita eppur ancora dannosa e cancerosa, un’infezione tumorale che neppure il bicarbonato agli escrementi di Tullio Simoncini (quel finocchiaccio) potrebbe curare nè tantomento guarire, quindi provate a traslare tutto questo complesso balzabbà di pensieri parole opere e omissioni in un feretro simbolico di significanza epistemologica e urgenza espressiva, ne uscirebbe fuori una merda totale e indegna di qualsiasi fruizione, persino nella grave circostanza di cui è stata vittima Laura Boldrini durante un’ispezione dell’interwebs in cui Appeppecrillo e Alfano le scrivevano le parolacce con la maschera di V for Vendetta sperando di non essere riconosciuti anche se poi con gli hacker speravano di entrarle nel cellulare (non è un doppio senso, e se ci vedete la malizia è la cultura maschilista che vi condiziona) per prendere le foto di lei nuda sulla spiaggia di Ibiza per poterle far girare in rete ma non c’erano e allora hanno usato una foto di una che le somiglia anche se in realtà non lo sappiamo perché in fondo chi le ha mai viste insieme a Laura e Boldrini e quella lì spacciata per lei nuda, ma è proprio per questo che al mondo esistono gruppi di merda come i Uochi Toki o i Cani e teste di cazzo che li ascoltano senza provare schifo, dio merda.

Margaret Thatcher fu primo ministro inglese dal ’79 al ’90, cioè da quando avevo tre anni fino alla terza media. Era una di quelle persone di cui sentivi parlare in tv fra un cartone e l’altro, fra un appuntamento wrestling e l’altro, fra una puntata di Colpo Grosso e l’altra, ma al pari di Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov sapevi che esisteva ma t’importava una valigia di cazzi. Negli anni il nome della Thatcher scomparve dei radar, o per lo meno dal mio, che già ho scarso interesse per il politicame corrente, figuriamoci per quello passato. Anche se, in realtà, fu grazie alle mie passioni per metal & punk che conobbi sul serio questa figura tanto discussa, così come quella di Reagan del resto: tantissimi gruppi si scagliavano, non certo senza ragioni, contro entrambi. Ieri viene data la notizia che la Thatcher è morta, e all’improvviso il mondo (= Facebook) si popola di status trionfali e livorosi – soprattutto da parte di tantissimi miei coetanei e connazionali, che non mi risultano figli di minatori inglesi, ma posso sbagliare. In ogni caso, sono quelle persone che considerano di cattivo gusto rallegrarsi per la levata dal cazzo di Osama Bin Laden, Chavez o chi per loro. Boh, valli a capire.

Tornando sul pezzo, appare evidente una cosa: le politiche Thatcher/Reaganiane sono alla base della crisi cominciata nel 2008. Non faccio una sparata, non è del resto una cosa per cui è necessaria chissà quale competenza economica con master ad Harvard e presidenza della Bocconi per affermarlo. I due politici in questione risposero alla crisi degli anni ’70 in maniera assai discutibile, cioè avviando la messa in pratica del turboliberismo sbroccante: tagliare le tasse ai ricchi e alle imprese, tagliare lo stato, liberare da lacci e lacciuoli burocratici l’economia aprendo al mercato ogni più piccolo anfratto, così gli imprenditori creano ricchezza e la Mano Invisibile porta tutto al miglior prezzo possibile per il cittadino comune. Com’è andata lo sappiamo: a partire dalla Mano Invisibile che NON ESISTE E NON FUNZIONA ED E’ UNA CAZZATA (a meno che voi non confutiate John Forbes Nash), passando per l’assalto ai sindacati per consentire agli imprenditori medesimi di ottimizzarei guadagni, e finendo con le varie delocalizzazioni in Merdistan assortiti. Negli anni ’90 c’è stata una pesante finaziarizzazione, c’è stato il (positivo) boom dell’interwebs, e col crollo dell’URSS e l’apertura dei mercati merdistanesi si pensava di poter campare di servizi facendo fare il lavoro duro ai negri sparsi per il mondo. Allo stesso tempo, la finanza con formule magiche ed equazioni differenziali di terzo ordine trovate nei capitoli più paurosi del Necronomicon ha prodotto bolle speculative sempre più grosse con emissioni di titoli tossici cui hanno partecipato banche e stati che poi hanno nuclearizzato foreste intere di danari e quindi la crisi la crisi. Tutte queste operazioni finanziarie chiaramente non sono forze naturali, la gravità o che so io: basta regolarle quel tanto che basta affinché i finanzieri possano comunque arricchirsi, ok, ma senza per questo causare enormi danni collaterali in termini di posti di lavoro e welfare devastati a giro per i cinque continenti. L’ideale sarebbe punirli pure penalmente, ma sarebbe già buono creargli una bella sandbox come nei videogiuochi.

Tuttavia, a vari livelli, regolare queste pratiche distruttive trova opposizione. Non solo da parte di finanzieri vari che si vedrebbero declassare da superultramega ricchi del tutto irresponsabili a semplici ricchi tassati in proporzione per contribuire al benessere e creare effettivamente lavoro/welfare/soncazzo, ma pure da gente normale che vede appunto nella Mano Invisibile il messia risolvi-problemi (riponendovi la stessa fede che hanno i comunisti per la Rivoluzione) e nel sistema del welfare un intollerabile sopruso per cui i negri si fanno mantenere da te con l’assegno di disoccupazione e intanto hanno il laboratorio di cristalli di metanfetamina per lo spaccio e quando scoppia e si ustionano ti tocca pure pagargli le spese mediche del dio cane. Si tratta, insomma, di una posizione religiosa del tutto analoga a quella comunista, con dogmi, santini (Reagan, la Thatcher, gli economisti Friedman e Von Hayek, la scrittrice Ayn Rand) e miti. Per circa trent’anni questa religione ha guadagnato terreno e si è fatta spazio. Ora la crisi del 2008 ha provato oltre ogni ragionevole dubbio che si tratta di cazzate termonucleari, esattamente come la caduta del Muro di Berlino ha messo sotto gli occhi di tutti che il comunismo fosse una massa di merda.

Quanto ci vorrà per rimettere le cose a posto non è dato saperlo, soprattutto in un paese come l’Italia che essenzialmente cerca di mantenere intatti equilibri secolari e oligarchie decrepite e fuori dal mondo, che con un minimo di concorrenza seria morirebbero come mosche (non che l’Italia sia comunlibertaria, è solo immobilista e poco propensa a collaborare sul serio a piani di riforma continentali, altrimenti Confindustria piange). E’ chiaro solo che la via comunista (TUTTO STATO! TUTTO STATO!) e quella libertaria (STATO LEGGERISSIMO! MANO INVISIBILE!) sono due religioni del cazzo e pretendere che siano scienza e soluzione ai problemi è, semplicemente, sintomo di deficienza. Le confutazioni ormai abbondano per entrambe le teorie, è il momento di scartarle una volta per tutte.

“Niente messaggi,
nè storie edificanti,

ma armi, esplosioni
e robot giganti.”

Proprio l’altro giorno ho letto una notizia molto bella. In pratica si prevede che, grazie alle nuove tecnologie di estrazione e raffinamento del petrolio, nonché ad un consumo ottimizzato e più efficiente, gli USA per i il 2020 riusciranno a diventare indipendenti dal petrolio del Merdistan. Questo vuol dire tante cose, tutte quante fiche. Tanto per iniziare, è la confutazione pratica dell’idiotissima storia del picco del petrolio che tutti gli ecostronzi vanno a blaterare da anni. Non che ci volesse un genio a confutarla, basta farsi un paio di conti: ok le stime, ma le stime sono destinate a variare col progredire della tecnologia. Che valore ha la merda? Nessuno. Ma se uscisse un motore a merda, ecco che ne avrebbe un sacco, giusto? A quel punto ogni cesso convoglierebbe la merda ad un merdatore che la convertirebbe in compostaggio merdonico che fa partire le macchine a merda e bla bla bla, insomma, quello che voglio dire è che non bastano le risorse in sé per la stima, bisogna tener conto della tecnologia e della sua evoluzione, e in base a questa aggiornare le stime. Allo stesso modo le stime per il 2020 possono riservare ancora qualche sorpresa, è chiaro. Però penso che:

a)  in un ottica strettamente nazionale, questo porterà un sacco di lavoro, e probabilmente un sacco di gente si sposterà per lavorare alle nuove strutture petrolifere, dopo che altrettanti si saranno mossi per costruirle. Cultura, tecnologia, nuove possibilità di lavoro, economia. Esattamente quello che predicano i peppecrilli pauperisti della minchia maledetta, vero?

b) a livello internazionale, ciao ciao Merdistan. Il petrolio merdistano sarà sempre meno interessante per gli USA, che alla fine ci si puliranno il cazzo. Il Merdistan dovrà via via rivolgere i propri interessi a est (Cina, Russia) e nord (Europa).

c) per trattare col Merdistan, si può stringere le mano, ma sempre con una pistola carica nell’altra, che non si sa mai. Ed ecco che entra in gioco l’Eurogendfor, ovvero l’esercito integrato euro. Quello che i peppecrilli di turno, in quanto imbecilli, dipingono come gestapo della BCE che viene a farti esplodere casa se protesti contro AmmarioMorti. Vista la progressiva presa di potere dell’islamismo più hard in giro per il Merdistan, visto che starà sempre più a noi occuparcene, la cosa ha un senso perfetto. Magari in congiunzioni con partner energetici come la Russia o commerciali come la Cina.

Insomma, mi pare sempre più evidente che si vada verso un mondo multipolare, e le recenti difese finanziare erette dall’Europa per proteggersi da future crisi tipo l’ultima sembrano confermarlo. Il cammino indicato da Obama sembra quello dell’isolazionismo, da un certo punto di vista – se per il problema del fiscalsz cliffsz le varie megaditte fantozziane saranno costrette a calci in culo a ritornare indietro (e questa sarà una battagliona), la transizione diventerà irreversibile. Credo, eh – le mie sono riflessioni da non esperto che prova a fare qualche previsione. Anche Israele mi sembra andare abbastanza a briglia sciolta. Attorniata dal Merdistan, reagisce come può/deve e dialoga con gli altri, ma mi pare che la grande differenza sia che ora si invita, si consiglia, si chiede di evitare l’escalation, ma la questione viene lasciata in mano a Israele medesima, che ha approntato un sistema di difesa informatizzato superfico già solo dal nome (Iron Dome) e combatte pure sul fronte della guerriglia informatica (appunto).

Ovviamente, l’interazione col Merdistan non potrà mai cessare del tutto, specie se iniziano a sorgere movimenti islamisti pesi spinti dall’Arabia Saudita che forse vorrebbe fare capo ad una lega merdistana: qualora cessassero i rapporti commerciali, forse getterebbero la maschera e punterebbero sulla creazione di una lega panaraba merdistana sbroccatissima. Può darsi che, negli anni, continueranno guerriglie sporche e affondi economici, con un uso sempre più massiccio di droni che renderanno psicologicamente più problematico il sagrifizio jihadista (ahr ahr ahr) etc etc. Quello che è evidente è che la suddivisione per aree di influenze si sta manifestando in maniera sempre più forte. Una direzione di uscita è stata intrapresa, c’è da vedere quanto sarà accidentata, tortuosa, lunga e, in ultima analisi, positiva. Di una cosa possiamo stare certi: Maometto ha sostituito Marx nelle teste degli sbroccati. Perché anche se le cose le fanno per i cazzi loro in Merdistan, c’è sempre una mano occidentale dietro, altrimenti questi popoli sarebbero un branco di pacifici negri che suonano il bongo e fumano le canne. Lo dice pure una persona di amplissima cultura e lontana da qualsivoglia banale qualunquismo come l’augusto maestro F. Battiato, mica cotiche.

Perché nelle prossime ore queste parole (Barack Obama, Mitt Romney, democratici, repubblicani, USA, Stati Uniti, Camera, Senato, Casa Bianca, negri) saranno in testa all’hit parade di Google e non mi va di perdermi un boost di popolarità e quindi una bella alimentazione per il mio narcisismo. Ok, detto dello scopo fondamentale di questo post, è comunque d’uopo un minimo di commentino a caldo. E non tanto sul risultato che era, secondo me, abbastanza scontato. Quanto su un effetto collaterale che a molti sarà sfuggito: la fine della (pessima) strategia repubblicana dell’ultima dozzina d’anni, ovvero puntare sulla paura della parte più arretrata della nazione. E’ questo che portò fortuna a George Bush jr: quando, dopo otto anni di presidenza Clinton, gli USA erano un paese avanzatissimo e progredito, ecco arrivare un candidato che rassicurava il reazionariato più retrivo. Votatemi, faceva intendere Bush jr, e l’America non sarà più in mano ai comunisti di merda che vogliono vendere la marijuana in farmacia e fare l’aborto gratis e dare l’assistenza sociale ai negri che poi spendono tutto in crack e poi trafficano coi feti per farci le staminali e i mutanti e poi fanno sposare i finocchi e ci levano i fucili e il governo federale non vuole più il Signore Aggiesuggristo e i costumi e la morale. Si trattava di una massa numerosa di persone che però storicamente non si muoveva quasi mai per votare. George Bush jr e i suoi spaventarono questa massa al punto da spingerla a votare: datemi retta che vi riporto al vostro medioevo preferito. Se per due mandati ha funzionato, poi gli scricchiolii e le crepe hanno mandato tutto a fare in culo. John McCain scelse Sarah Palin come vice, mossa che diede una piccolissima spinta per la prima mezzora galvanizzando gli sciroccati dei Tea Parties, salvo poi trascinare tutto nella merda e nell’imbarazzo. Romney, oltre ad essere molto più mediocre di McCain, ha scelto un randista come Paul Ryan e ha proposto una sorta di randismo misto cristianista. Debacle totale, com’era pure prevedibile – soprattutto se blateri di aborto, gay e immagrazione in termini mongolitici alienandoti donne e latinos e senza dimostrare di avere la minima idea di cosa fare per l’economia e il lavoro del cittadino comune. Anzi, dimostrando con gaffe clamorose di non sapere nemmeno cosa sia, un cittadino comune. Resta fermo il grosso problema degli ultimi anni: una Camera avversa che renderà difficile ogni cosa.

Se in futuro i Repubblicani vorranno di nuovo governare, dovranno davvero liberarsi di tutta questa immondizia, far piazza pulita del reazionariato peso (o meglio, non farci più leva), e puntare su argomenti forti e candidati coi coglioni – per es. Rudy Giuliani, o gente com’era Bush sr o Dwight Eisenhower, che purtroppo mica crescono sugli alberi. Questo sembrerebbe banale da dirsi, ma non lo è: nella terra degli isterismi contrapposti e della politica intossicante, il tutto filtrato da una visione provinciale all’eccesso, cioè l’Italia, Repubblicani vs. Democratici viene visto come l’eterno conflitto Destra vs. Sinistra che si ripete uguale dal 1946, con sigle appena cambiate ma discosi del cazzo sempre uguali. Questo perché l’asse politico USA viene graduato su due cose, libertà individuale e libertà economica: il governo federale interviene su queste due, e Repubblicani e Democratici nella loro storia hanno intepretato quanto lo stato debba o non debba intervenire nella libertà del cittadino di essere esclusivo artefice della sua sorte (lo dico semplificando moltissimo). Un tipo di dibattito che parte da presupposti del tutto alieni dai nostri: usare questi ultimi, come fanno in tanti, porta a risultati del cazzo, come ogni dimostrazione che parta da premesse false.

Cosa succederà, ora, è difficile a dirsi. Gli States hanno un casino di roba da fare, ma spero che riescano a mettersi in carreggiata per bene perché comunque sono fichi (Il Boss Delle Torte è una trasmissione americana, Cortesie Per Gli Ospiti è italiana, questo chiude l’argomento in maniera definitiva), e allo stesso tempo che da noi entrino in gioco le politiche unionistiche in grado di renderci un continente più compatto e difeso dalla finanza e allo stesso tempo più capace di collaborare attivamente, senza andare al traino ogni due per tre. Ritengo sia un passo inevitabile perché il mondo va a suddividersi in aree, in diversi poli: USA, Russia, Cina, più avanti forse l’Europa (comunque alleata atlantica, essenziale in ottica anti-Russia). Multipolarismo di là da venire, eh, perché non è che ‘ste cose arrivino dal giorno alla notte, ma la strada sebbene turbolenta sembra quella. E siccome gli States sono un impero, le turbolenze in corso porteranno cambiamenti di rotta. Alcuni si sono già visti, vedi il non-intervento in posti come Libia o Siria. Suppongo che l’approccio generale verso l’esterno sarà ancora più cauto e difensivo, il che provocherà reazioni balorde negli sbrocconi anti-USA che lamenteranno l’ingerenza americana quando perdono a biliardo. Di altro boh… forse una maggior partecipazione degli alleati, qualora decidano di prendersi qualche responsabilità e creare un esercito comune senza aspettare sempre che Washington gli levi le castagne dal fuoco.

“I must not fear.
Fear is the mind-killer.
Fear is the little-death that brings total obliteration.
I will face my fear.
I will permit it to pass over me and through me.
And when it has gone past I will turn the inner eye to see its path.
Where the fear has gone there will be nothing……Only I will remain.”

La “Litany Against Fear” viene recitata da Paul Atreides durante un confronto con la Reverenda Madre del Bene Gesserit. E’ roba di Dune, quindi è bellissima, visto che si parla del corpus originale di Herbert e non le sgommate successive. Dice essenzialmente di superare la paura, perché la paura blocca, paralizza, ottunde e impedisce, lasciandoci in preda dell’irrazionalità. Bene, credo che mai come oggi la paura e l’irrazionale siano il carattere dominante dell’umanità. E’ singolare che questo accada nella parte di civiltà in teoria più progredita, come la nostra, eppure è il solito vecchio copione: in tempi di difficoltà e incertezza la paura serpeggia più che mai, e forma presto un capitale su cui tribunacci della plebe, demagoghi e merde di ogni tipo possono investire a colpo sicuro, per di più col solito sistema del capro espiatorio e dell’assoluzione del popolo.

Prendiamo, per esempio, la situazione italiana: dopo anni di appelli a NazioneStranieraStimata di invaderci e prendere le redini dell’Italia per liberarci da Abberlusconi, quest’ultimo è stato messo da parte in malo modo e sostituito dall’attuale governo tennnnnico. E’ passato un annetto, e non ho sentito cambiare granché il ritornello è tutta colpa del governo. Governo che si è trovato ad agire all’interno dello scenario della crisi dell’Eurozona, con il compito di sanare i conti. Le scelte fatte dal governo sono di per sè criticabili e poco lungimiranti, riassumibili in una pesca a strascico fatta di tagli e tasse, con in più il varo di nuove leggi & misure i cui effetti saranno visibili più avanti. Forse. Resta una cosa del tutto incontrovertibile: sebbene il governo avrebbe potuto agire meglio, è anche vero che doveva agire e il prima possibile. Gli italiani si sono comportati, nell’ultimo trentennio, come una mandria di maiali al trogolo. Oppure, come gente che inizia ad abbuffarsi al ristorante sperando di scappare fra il caffè e l’ammazzacaffè, complice l’amicizia del cameriere. Sfortunatamente, ad un certo punto, quel cameriere è stato licenziato e quello nuovo non sente seghe: in accordo col proprietario del ristorante, obbliga i quattro furbacchioni a lavargli i pavimenti gratis per tutti i fine settimana dei prossimi otto mesi per ripagare tutte le cene scroccate nel tempo, e questo solo per non andare sul penale. Ecco, gli italiani in questa circostanza direbbero che il ristoratore è uno stronzo che gli impedisce di divertirsi nel weekend, e il nuovo inflessibile cameriere un maledetto pezzo di merda che vuole fargli pagare le prossime cene, quando in realtà è solamente serio e non vuole dei furbastri fra i piedi. In parole povere, arriva il conto di trent’anni di sbafo senza costruire niente. Sbafo di cui sono colpevoli tutti, e non solo i politici. Il Batman laziale è una figura che tutti conosciamo perché ce ne sono un sacco intorno a noi. Per le tante piccole batmanate il governo pesca a strascico/obbliga a lavorare gratis nel weekend: sangue ovunque, che ne sarà di noi? Come potremo continuare a chiudere l’occhio sui peccatucci altrui, così l’altrui li chiude sui miei? Perché? A questa domanda rispondono un sacco di stronzi: è colpa dell’Europa che ci vuol levare la sovranità monetaria per venderla agli ebrei negri massoni come la Merkel.

La Grecia intanto conferma la propria condizione: se noi si fa schifo, loro lo fanno di più. La loro situazione poteva ricalcare la nostra, solo con l’aggravante di non avere alcuna economia produttiva. Il violento patatrac ha portato ad una reaziona violenta: mandare i nazisti di Alba Dorata in Parlamento. Ora ditemi se si può essere più mongoloidi. E’ una legittimazione pericolosissima che va stroncata il più possibile, visto che serpeggia sempre di più il vento del nazifascismo di ritorno, camuffato persino poco. L’attuale vulgata è che, sì, in fondo Mussolini voleva proteggere l’Italia e gl’italiani belli dalle mani predatrici del capitalismo anglosassone, lo stesso che ci fa venire il mal di pancia oggi, quindi insomma cercate di capirlo, era un fine nobile, le intenzioni erano buone, poi esportava a Dachau alcuni cittadini italiani, che insomma, erano pochi, alla fine che importava… erano di quei pochi che poi fanno il Bildemberg e la BCE del signoraggio, diciamoci la verità, se risuccedesse uguale uguale non sareste poi tanto in disaccordo, vero? Perché non so voi, ma Gli Ebrei e La Finanza Ebraica e I Banchieri Ebrei li leggo e, peggio ancora, li sento dire sempre più spesso. Ma Marchionne mica è ebreo?, viene fuori durante una discussione l’altra sera. L’esaltazione della nuova URSS, ovvero il Merdistan islamico e in particolare Iran & Siria, come dei nuovi caudillos Chavez & Kirchner, va di pari passo.

Tutte queste paure, insomma, costituiscono un enorme bacino di voti. Alba Dorata l’ha capito come lo capì il loro zio Adolfo qualche anno prima. Avete paura, avete ragione, ci sono LORO che vogliono succhiarvi il sangue, dove il loro è un orrido allogeno: gli immigrati, l’UE, la BCE. Votateci e vi proteggeremo, noi Peppe Crillo, Partito Italia Nuova, Forza Nuova, Casa Pound, etc etc. A volte sembra quasi che la gente ci goda a spaventarsi, come per il discorso degli OGM, secondo una legge non scritta per cui naturale = buono, quando a voler vedere la natura fa morire l’inadeguato senza molte cerimonie e con fredda efficienza. Lo dico dopo aver letto l’ennesima bravata del dott. Seralini, che progetta gli esperimenti su misura per dimostrare che gli OGM sono cancerogeni: ha ricevuto un milione di critiche dal mondo scientifico per il suo cherry picking in flagrante malafede. Del resto, fra gli sponsor di Seralini ci sono Greenpeace e politici ecologisti che VOGLIONO dati che affermino la cancerosità degli OGM, in modo da poter fare campagne anti-OGM e annessi e connessi. E poco importa se questi dati sono inattendibili: le opinioni degli scienziati seri ormai non hanno alcun valore, visto che in nome della correttezza politica si è permesso ai cialtroni di inquinare quasi ogni livello di discussione, e l’uomo della strada non sopporta che la sua ignoranza possa valer meno della competenza altrui.

Tempi difficili. Paura. Si può seminare un sacco di merda e moltiplicarla oltre ogni limite, guadagnandoci un bel po’ – che sia in voti, in vendita di dvd, o in autostima, poco cambia. Fatto sta che non mi piace per un cazzo. E conferma sempre più la mia idea che un buon 80% delle persone non dovrebbe avere diritto di voto. Occorrerebbe una bella purga, dio ape. O almeno, una responsabilizzazione generale, che però pare probabile quanto un pellicano che ti serve una rossa media nel confessionale.

Chiunque abbia un account Facebook deve esseri imbattuto, nelle ultime 24 ore, in un testo che magnifica il neo eletto governo francese di Hollande. Un testo che inizia con:

“Ecco cosa ha fatto Hollande (non parole, fatti) in 56 giorni di governo: ha abolito il 100% delle auto blu e le ha messe all’asta; il ricavato va al fondo welfare da distribuire alle regioni con il più alto numero di centri urbani con periferie dissestate.[continua]

Roba mirabolante, verrebbe da dire. Urka, verrebbe da aggiungere. Madonna puttana impestata, ci sentiremmo di suggerire. T’immagini in Italia, qualcuno sussurra. Condividi!!11!, e vai, ribloggo totale.  Fermandosi un attimo a ragionare, logica suggerisce che questo mare di riforme, anche belle toste, approvate e messe in atto in appena 56 giorni parrebbero realistiche sotto il Re Sole, un po’ meno in una repubblica presidenziale. Google alla mano, non si trova un cazzo. Niente cifre, niente robe. Nemmeno in francese: una ligua che non so, ma i numeri sono gli stessi in tutte le lingue, ormai, e gli articoli che parlano di Hollande non li fanno proprio. Vuoi vedere che… è tutta una cazzata che diventa vera, in testa agli sciroccati, solo per il reposting compulsivo? Un po’ come l’Islanda che esce dall’euro (in cui non era mai entrata) e non paga il debito pubblico sbroc sbroc? E infatti…

Cercando la frase che ho riportato sopra ci si imbatte in una serie di citazioni su tumblr, ma ci vuole poco per arrivare all’articolo originale, che è questo. L’autore è un vero e proprio cazzaro, perché spara numeri e cifre che non esistono, non c’è una fonte che sia una. Ovviamente il successo nel mondo dell’indignazione a comando, ignorante e ottusa, è istantaneo: il facebookkake fatto di “!!11!” reagisce allo stimolo in maniera pavloviana senza porsi alcun problema di documentazione. Fatto che mi convince sempre più che il diritto di voto andrebbe pesantemente limitato. Leggete qui, semmai: Hollande non ha varato nessuna riforma epica globale totale termonucleare dopo appena un paio di mesi scarsi dalle elezioni, ma solo fatto delle proposte.

E’ polemica nel mondo della cvltvra. In un articolo del Corriere Pietro Citati (che fino all’altro ieri non avevo mai sentito nominare, per la cronaca) si lancia in un raglio sulla decadenza letteraria del tempo presente. Uso il termine raglio perché, contenutisticamente parlando, Citati spiattella una sequela di banalità del tipo una volta qui era tutta campagna, che tempi, signora mia, i giovani non hanno più rispetto. Dice che in Italia si legge poco e male, e a vendere di più sono libracci merdosi di gente tipi Coelho, Faletti (qui la sua patetica risposta) e Brown, che sarebbero addirittura dannosi. Sinceramente, l’analisi mi pare deboluccia e indimostrabile. Non perché detti libri non facciano schifo (lo fanno), non perché non siano best seller (lo sono), ma perché l’argomento avrebbe meritato uno studio più approfondito. Citati dice che lettori e autori siano peggiorati negli ultimi quarant’anni; unica prova a sostegno, il grande successo riscosso da libri tipo L’Insostenibile Leggerezza Dell’Essere di Milan Kundera e Le Nozze di Cadmo e Armonia di Roberto Calasso. Dimentica, Citati, che il grande successo del primo (tra parentesi, una cagata che ci sta ritta una vanga) fu conseguenza del film uscito tre anni dopo; del secondo, che non ho mai letto, omette di dire che si vende bene ancora oggi, e presumo non agli stessi che lo comprarono già al tempo. Dimentica pure che per es. Umberto Eco, che pubblichi romanzi o saggi, vende sempre un sacco. Cosa più importante, però, Citati appartiene all’infausta generazione di intellettuali che hanno partecipato direttamente all’orrenda decade ’68-’77 rimanendone per sempre intrappolati – loro hanno fatto tutto, chi li ha seguiti è uno stronzo. Pare che Pasolini sia l’intellettuale più influente sul pensiero italiano degli ultimi quarant’anni, guarda caso, e si vede: era retrogrado e provinciale lui da vivo, figurati chi continua a restare nel suo cono d’ombra.

Citati sembra sceso dalla Luna e non tener conto di quanto il mondo sia cambiato da quei bei tempi che c’era i tirannosauri. Tanto per iniziare,“la classifica di Tuttolibri è realizzata dalla società Nielsen Bookscan, analizzando i dati delle copie vendute ogni settimana, raccolti in un campione di 1100 librerie. Si assegnano i 100 punti al titolo più venduto tra le novità. Tutti gli altri sono calcolati in proporzione.” (es.)  Quindi il rilevamento non tiene conto delle librerie online, che vendono un sacco. Citati si lamenta pure dei classici che non si vendono, ma i classici te li ritrovi periodicamente allegati a questo o quel quotidiano, quindi trovano larga diffusione senza passare dalla libreria. Non abbiamo ancora dati relativi alle vendite dei lettori di eBook, che consentirebbero agli angloalfabetizzati di accedere ad una marea di roba, fra cui classici a sfare GRATIS – una via che l’Italia, terra retrograda per antonomasia, sembra restia a percorrere. Non è fisico, non lo pago, l’odore della carta, giammai. E qui mi vien da pensare che, di libri, se ne pubblicano ogni giorno una marea. Gli scaffali sono obesi. Ci sono libri del passato e libri del presentissimo. Una volta non si pubblicavano neppure così tanti libri, oggi si investe molto sul libro di quello famoso: un comico mediocre, un calciatore, un personalità radiotelevisiva vengono invitata a scrivere istant-book di successo immediato potendo contare su una fan-base enorme. E’ assai probabile che nei mmmmmitici anni ’60 e ’70 tutti quelli che oggi comprano i libri dei comici di Zelig o di Fabio Volo non avrebbero semplicemente mai letto nulla, perché non c’era niente di simile. Cioè, un calciatore calciava, un presentatore radio o tv presentava radio o tv, nessun editore li contattava per un libro. Oggi il business ha preso questa piega, questo investimento miope ad alta resa, e finché dura andrà avanti. Non è certo questione di “Zelig e il Grande Fratello e X Factor che rimbecilliscono la gggente”. Semplicemente, sono nati prodotti librarii per chi normalmente di leggere se ne frega, e fanno leva sul fattore celebrità.

A questo punto potremmo chiederci, come mai in Italia rispetto a X, Y e Z si legge così poco? Credo che molto dipenda dall’approccio cafonal alla cultura che si ha qui da noi: la cultura è innanzitutto un mezzo di distinzione sociale, solo in seguito e se siamo particolarmente fortunati un piacere. Qualche tempo fa avevo scritto un post dedicato proprio a ‘sta roba: eccolo qui. La reazione al cafonal culturale è che molti rifuggono i libri, associandoli pavlovianamente alla noia della scuola e a gente particolarmente saccente e rompicoglioni incapace di rilassarsi e farsi un ballino di cazzi suoi. Quando poi esce il libro del comico di Zelig che li fa ridere allora ci ripensano, e magari entrano nel tunnel del libromerda.

Come si collega tutto ciò al fenomeno dell’analfabetismo evidenziato da questo articolo (Il Sole24h)? In due passi. Il primo smentisce categoricamente la storia dei Poteri Che Ti Vogliono Rincoglionire. Il governo ha dato al cittadino quel che ha voluto: tutti laureati. Per farlo, ha dovuto rendere la selettività della scuola sempre più bassa, dalle elementari fino all’università, col risultato di avere i famosi mille mila laureati a spasso. Inevitabile: non hanno nessun mezzo culturale per comprendere ciò che li circonda. Cavolo, c’è un dottorando dalle mie parti che parla un italiano riprovevole, e non vi dico lo scritto. A logica, non avrebbe mai dovuto arrivare alla laurea, figuriamoci al dottorato, senza padroneggiare un italiano di base corretto. Eppure, tutte le famiglie d’Italia hanno creduto nel mito dell’ascensore sociale all’infinito, tutte le famiglie d’Italia hanno voluto i figli laureati che non debbano più fare i lavoracci manuali, e lo stato li ha accontentati. Uniamoci una classe intellettuale stravecchia stile Citati, volta a contemplare il passato e a rifiutare il presente, che viene comunque ammirata anziché ricoperta di pece e piume in quanto vecchia e superata, e la situazione di stasi appare inevitabile. Il presente fa schifo, il passato era meraviglioso, è tutta colpa dei politici e della tv. Ahah, sicuri? Perché secondo me è essenzialmente colpa vostra.

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