Category: hatemail seeker


L’Espresso cala l’asso: Appeppecrillo, tramite un paio di prestanome, avrebbe tredici società fantasma in Costarica. Ka-boom!!! Anzi, ka-boom!111!!!!! Perché ovviamente grillology è scoppiata e la zuffa mediatica sta tracimando ovunque. Al punto che su questo blogbs abbiamo deciso di partecipare all’agone perché, sebbene non quanto le tette, certi argomenti portano visite, e le visite insufflano l’ego. Cosa c’è da dire? Solo una cosa: ora Appeppe è in ballo e gli tocca giocare, e il gioco è sporco, basso e schifoso. Grillology difende Appeppe a più non posso, eppure il tutto si potrebbe ridurre ad un banale chi di media ferisce di media perisce, oppure te l’avevo detto. Nel senso, finché Appeppecrillo strillava in piazza e dal web era una cosa. Ora che è entrato a palazzo (ed è inutile dire che lui non si è candidato, è l’incarnazione del movimento e quindi il bersaglio più grosso), si sono messe in moto tutte quelle meschinerie su cui nessuno batteva ciglio quando il bersaglio era Abberlusconi. Hanno intervistato un coglione di grillino che crede a Zeitgeist, è laureato in cazzologia e si appresta a ricoprire qualche ministero. Il che non lo rende più inadatto di Nicole Minetti: nessuno dei due avrebbe mai dovuto ricoprire un incarico più prestigioso dell’usciere del Palazzetto del Freno a Mano sulla Rena. Entrambi rappresentano l’inettitudine al comando. Entrambi sono sintomi di qualcosa di stortissimo nel sistema di valutazione locale. Entrambi tornano utili per nutrire llllla mmaccccchina del fuanguooooo. A proposito, l’articolo dell’Espresso è ancora vago e sibillino, e questo articolo di replica non dice molto di più.

Ma c’è un “ma” grosso come Godzilla, ed è la magistratura che procede un po’ come il cazzo che gli pare scegliendo bersagli e modalità. Ora qui si specula e basta, sia chiaro. Ma vien da pensare (visto che il passato anche recente è pieno di questi esempi) che la magistratura avessere dossierato da un pezzo Appeppecrillo e aspettasse il momento buono per fargli esplodere il merdone dritto nel culo. Le offerte di trattativa di Bersani e chi altro, molto probabilmente, erano l’ultima chance. Ora la macchina si è messa in moto e potrebbero seguire parecchi attacchi a mezzo stampa, testimoni, cosi e cosaltri, con lo scopo di fiaccare e delegittimare il più possibile Appeppe e il M5M.

I lettori abituali a questo punto potrebbero immaginare che io mi sfreghi le mani e faccia ahr ahr ahrrr. In realtà no. Appeppecrillo mi fa schifo, è una testa di cazzo, il suo movimento una merda e non credo assolutamente che un rinnovamente possa venire pensando che l’uomo della strada in quanto onesto farà bene anche se non sa e non capisce un cazzo.  Queste mie opinioni non cambiano di una virgola, insomma, Appeppe e il suo movimento mi fanno sempre stracagare balene putrefatte. Trovo tuttavia ancora peggiore questo cordone magistratura-stampa, perché è uno mostro del tutto senza controllo. Mi faceva schifo quando il bersaglio era Abberlusconi, mi fa schifo pure ora. Vuol dire stare in uno stato ostaggio di un organo sbirresco, mosso da un fascismo built-in. E in effetti, è proprio così, in fondo, di che mi metto a blaterare a cazzo. E’ difficile a questo punto capirci bene, soprattutto capire cosa pensare. Sono sempre stato realpolitiko, e quindi contemplo sporcizie e bassezze di ogni tipo nell’ottica dell’interesse nazionale. Iniziative del genere tuttavia non sono partite dal mondo politico e soprattutto sono arrivate a destabilizzare ulteriormente un momento dove ci vorrebbero calma e sangue freddo. Una totale dichiarazione di irresponabilità, dio lampada: difficile scorgere una seppur vaga forma di difesa dell’interesse nazionale in questa guerriglia fra morti di fame. E quindi vaffanculo.

Con questo post spero di chiudere per sempre, o giù di lì, l’argomento Appeppe e M5M perché tutto pensavo tranne che scrivere una cosa del genere.

Con questo post rinverdisco, probabilmente, un’antica tradizione di questo blogbs che ormai era passata un po’ in sordina: dire quanto il PD sia il Partito Deficiente e quanto sia ovvia la vittoria di Abberlusconi dato il carattere, fondamentalmente cazzone ed irresponsabile, degli italiani. Oddio, in realtà su quest’ultima parte ci sarebbe già un post dell’ottobre 2009 che vi rivogo, gli aggiustamenti di traiettoria li saprete fare da voi e in caso contrario siete dei coglioni. Bene, torniamo a noi, ma brevemente che non ho poi così voglia. Insomma, no, c’è un accrocchio di spastici che non riuscità a governare e quindi vedrai che di qui a fine estate arriva un governo tennico, che speriamo sia obbligato ad esistere e impossibilitato a cadere, un governo che deve solo dire sì ad una serie di riforme necessarie per europeizzare questo posto di merda, w la Merkel già che ci siamo, speriamo mandi Ser Gregor Clegane a raddrizzare qualche schiena. Dicevo, a parte questo: possiamo notare alcune cose molto divertenti.

1) E’ Abberlusconi cambiato, in questa campagna elettorale? Assolutamente no, il suo stile è sempre quello che tanta fortuna gli ha portato negli anni. Nemmeno aveva dato avvisaglie di cambiare alcunché nel suo modo di fare, giusto solo una mezza idea di non candidarsi e lasciare il suo partito nelle mani di, boh, non so, uno dei suoi sgherri più fidati. Semmai, Abberlusconi ha trovato subito il tasto da picchiare, ovvero l’IMU e di riflesso Ammariomonti e più in generale le tasse. Vecchi sistemi che funzionano sempre, in una nazione incivile dove è sempre colpa di qualcun altro.

2) Il Partito Deficiente aveva già scritto il suo destino nel granito quando ha fatto fuori Matteo Renzi alle primarie. Perché era un figura sia giovane che carismatica, con in più esperienza politica (critcata da molti, elogiata da altrettanti, ma qui non importa) di prima mano. Non che voglia dire molto, eh,  pure Weltroni è stato sindaco… Comunque, ci scommetto il culo (vostro) che Abberlusconi ha messo da parte i piani di ritiro solo quando Bersani ha vinto le primarie. Non so se abbiate mai sentito le tipiche frasi degli anti-Renzi, roba tipo che eh, dio bestia, Renzi è uno stronzo perché ho sentito che tanti delusi dal PDL voterebbero PD se il candidato premier fosse lui, quindi meglio votare gente con un lungo curriculum di sconfitte tipo Bersani o Vendola! Ah! Coglioni di merda.

3) Appeppecrillo. Anche su di lui ho già scritto e non ripeto. Anche lui, come Abberlusconi, è un mezzo vate e un completo cazzaro, e anche lui va a toccare il portafogli con boiate epiche: se Abberlusconi restituisce l’IMU, Appeppecrillo istituisce il reddito di cittadinanza di 1000 euro garantiti al limone. Il che significa: gli italiani amano grufolare nella merda finché la barca tiene, poi quando il loro grufolìo comincia a far affondare la barca vogliono l’uomo della provvidenza e il capro espiatorio. Di conseguenza, come prima premier donna d’Italia ci vedrei benissimo Wanna Marchi.

Appare abbastanza evidente, ormai, che l’Italia non abbia alcun desiderio di pensare a lungo termine. Che voglia solo difendere uno status quo che bene o male permette il vivacchiamento, tanto poi si può sempre cucinare la pasta alla pomarola. Insomma, l’Italia è una tossica che mente a sè stessa e agli altri, e ogni volta che gli si presenta una via di uscita ci prova ma poi ci ricasca subito appena vede uno con l’aria da spaccino che gli dà le dosi. Come dicono i sempre amabili Lamb Of God, a quick fix for all that you think that you need.

Certamente possiamo trovare, in tutto questo macello, un aspetto positivo: Antonio (Di Pietro & Ingroia), Paola Binetti e Gianfranco Fini fuori dalla cazza. Anche queste sono, pur mediocri, soddisfazioni.

Ancora una volta le forze restaurative remano contro all’Arte e alla Cvltura. E’ successo di nuovo a Caltagruate, dove Ermenio Sbrenna, pittore e performatore, si è visto negato il permesso della sua nuova installazione “Circomene Derelicta” in quanto, a detta degli inquirenti, oltremodo oltraggiosa nei confronti di quella morale del Signore Iddio Gesù (cane, aggiungeremmo in un secondo tempo) che tanto bene ha fatto all’arte, vedasi i dipinti lì di coso, Giotto e Michelangelo, ma tuttavia non possiamo in nessun modo far sì che tutto ciò, lo scembio, diventi un’abitudine, perché ne va della nostra buona nomea, ed dovrebbe essere chiaro a tutti, ma in un paese deficitario di culture e attenzioni, in cui i valori sono in crisi e si mandano in pensione giornalisti preparati come Salvatore Gualla e critici d’arte di fama internazionale come Alybrando Siraghi, ecco, in questo paese per forza poi che scende il PIL, per forza poi che le agenzie di ratingsz declassano tutto e mandano in malora le piccole aziende che lavorano sul chilometro zero mentre arroganti calciatori come Balotelli danno un cattivo messaggio ai giovani, cioè che è bello essere negri e trombare le vedettes, che poi che cultura ci viene fuori se non quella dell’ignoranza e della plebe che non capisce un cazzo, proprio di questa gente qui che sarebbe l’anima del paese insomma il grande processo restaurativo spinge le spinte centrifughe dell’arte a coalizzarsi in un groviglio liquamoso di rizomi e sterco, di incrostazioni del linguaggio e della semantica dell’ovvio per cui al giorno d’oggi

un giovane uscito dal liceo non è in grado di estemporarizzare su due piedi i molteplici dislivelli di lettura della Vita Nova di dantesca memoria, ma allo stesso tempo sa dirvi tutte le formazioni dell’Atalanta dal 1979 a oggi e per di più crede che furbescamente agendo per conto terzi con attività di basso conio morale e intellettuale sia possibile costruirsi non già un futuro, ma quantomeno un presente coincidente con l’acquisto dell’iPhone con cui andare in giro e fare le foto ai negri, oppure da ricaricare mediante l’estrinsecazione di performance sessuali dietro pagamento, che secondo alcuni è pur sempre un’instradazione alla via dell’imprenditoria personale, secondo altri però e io mi ci schiero altro non è che la deriva ultima della corporeità post-meretriciale in cui ormai l’intelletto è totalmente staccato dal corpo e lo utilizza con disinvoltura come mezzo per ottenere qualche osso di gabbiano, qualche enfisema nei kiwi, qualche lavanda gastrica gratis dal reumatologo della mutua

che stando ad alcune voci di corridoio, tuttavia piuttosto affidabili, è pure manfruito e lo acciuffa a chilometri nel tabarén ogni sabato sera per modico prezzo dietro il Mercato Ortofrutticolo, dimmi un po’ te ora se un mestiere onorato come quello del medico oggi dev’essere pure infestato da’ finocchi, sono veramente tempacci di crisi che si rifrangono come un’onda malsana e miasmatica nella vita di tutta la società, al punto che ormai fra un Presidente della Repubblica e uno sbozzascalini non v’è più alcun possibile distinguo, e anzi è ancor più rimarcata l’uguaglianza fra le due parti e si ritiene ormai giusto e scontato asserire che chi dice il contrario sia un negro

che si chiama pure Billi ed è bravo a basket, questa disciplina sportiva che allena i muscoli senza aguzzare l’ingegno e quindi è tutta una deriva entropica questa qui che prende la società dove i tracciati individuali si atomizzano in un brodo primordiale inconcludente reificato dalla pertecipazione agli Europei di Calcio ove si uccidono cani per permettere ai milionari di tirare calci al pallone, tutto questo uccide l’intelletto dei nostri giovani che troveranno più interesse ad andare in giro sulla spiaggia a vendere gli accendini perché è così che ha iniziato Balotelli, che se magari si fosse dedicato ad uno sport di grandi valori morali tipo il rugby avrebbe smesso già in giovane età di essere negro e oggi occuperebbe un palazzo a Milano con le sue installazioni artistiche che mettono in crisi la società dei consumi e basta che mi sono rotto il cazzo dio merda, oh.

(ps: post n. 666!)

Ieri sera ho visto, quasi per caso, la trasmissione di Chiambretti. Divertente, come più o meno sempre. Lui mi resta simpatico. Poi c’ha Forest e quindi meglio. Poi c’era anche Bar Rafaeli, il che vuol dire che posso farvi il seguente test:

Cosa pensi di Bar Rafaeli da Chiambretti?
a) Bòna.
b) Fa caa’.
c) Sta a vedere è tutta una manovra della lobby giudeo-pluto-israeliana per enfatizzare il giorno della Memoria e la menzogna dell’Olocausto con cui si giustifica il genocidio dei palestinesi! Chiambretti sionista! Arrigoni è vivo e lotta in mezzo a noi! No pasaran! El pueblo unido!!1!

Se hai risposto a), o equivalenti, tutto ok. Se hai risposto b), o equivalenti, tutto ok uguale, alla fine sono gusti. Se hai risposto c), o equivalenti, beh, sei un coglione ma di quelli duri come le pigne verdi, eh. Estinguiti.

C’è stato, comunque, un gigantesco momento WTF nella trasmissione di Chiambretti. Alla fine c’era ospite (scusate il termine) Mario Borghezio. Di fronte a lui una platea di persone, più la giuria del programma, lì apposta per fare domande scomode ad un personaggio quantomeno controverso. Bene, il livello delle domande e degli interventi di questi idioti era tale che Borghezio è quello che c’è passato meglio; ha fatto una scanagliata solo alla fine, peraltro molto soft rispetto al becero urlare degli altri spastici.

Perché poi quando si parla di tv vien sempre fuori questa storia del degrado. Il degrado, qualora sia divertente, è sempre una cosa ben accetta. Il degrado noioso invece proprio no. Per esempio, qualche sera fa, cena con genitori amici parenti. Una commensale: “L’altra sera ho visto XXX, vi piace?”. Risposta di un’altra, con espressione lievemente schifata: “No, io guardo solo La7.” Capirete che odiare La7 sia un atto di resistenza culturale, un dovere, un imperativo categorico. C’è chi auspica la distruzione fisica dell’emittente, magari assieme a Rai3. Se a caldo viene da dire “Sììììì!” decollando giulivi sul nostro F35 finanziato con soldi sottratti al FUS (o almeno lo spero vivamente) alla volta della redazione di Telecom Italia Media, a freddo invece no. E’ un bene che queste tv esistano perché così i vari Santori hanno il loro bel box. Altrimenti Facebook sarebbe invasa da mobilitazioni pro-Santoro, filmanti che non vi fanno vedere in tv, indignazioni permanenti etc etc. Sai che palle?

Ah, la tv. Cagione d’ogni male. Essendo una persona priva di buon gusto, tatto, creanza e desiderio di far da modello per il prossimo, nei momenti di zapping in tv mi capita di fermarmi qualora siano in esposizione delle pvppe. Gli autori dei videoclippi lo sanno bene, è infatti per questo che conosco quasi tutti gli hit di Rihanna, Beyoncè, Katy Perry etc. Poi che siano meglio di tantissima roba che si fregia di essere fieramente anticommerciale va da sè: solo un mentecatto può preferire Steven Wilson a Katy Perry, e parlo proprio della musica.

Tutto ciò, naturalmente, ha delle pesanti ricadute sulla mia vita sociale: cioè, è molto migliore, perché il giro degli sbroc mi ritiene indegno dei loro consessi e quindi non mi chiama. Allo stesso modo, la community bacchettona mi ritiene parimenti indegno, e dunque me ne sto in compagnia di derelitti miei pari, tipo i Morlock nella serie degli X-Men. Posso sintetizzare tutto ciò in un insegnamento molto prezioso: non è bello ciò che è bello, e tu’ ma’ è un gran budello.

Lui, che discorsi.

“What If…” era una collana della Marvel in cui si immaginava “cosa sarebbe successo se”. Se Wolverine fosse diventato capo dello Shield, se l’Uomo Ragno si fosse unito ai Fantastici 4, se Capitan America fosse diventato presidente degli States, cose così. Una speculazione extracontinuity, un divertissement, fate voi. Ora pensate ad uno “What If…” della situazione italiana degli ultimi vent’anni: “Cosa sarebbe successo se Abberlusconi fosse stato negro?” Beh, penso proprio che non avrebbe avuto alcun problema. Perché l’atteggiamento di Repubblica, l’Espresso, Concita De Gregorio etc. avrebbe dovuto fare i conti con i filtri ideologici a loro volta inseriti nella grande finzione sbroccotronica del Politicamente Corretto. E così tutte le accuse rivolte a Abberlusconi verrebbero girate in chiave di razzismo dell’italiano abietto e ignorante, e quindi stigmatizzate. Lui potrebbe dire, anziché “comunistacci sbroc sbroc!”, cose tipo “ce l’hanno con me perché sono negro!”, oppure “KKK sbroc sbroc!”, e Repubblica e il ceto intellettuale semicolto (definzione non mia, ma di C&F) al codazzo strillerebbero all’Italia ignorante che trova sbocchi in figure mediatiche e magistratiche che non desiderano un negro e vogliono fare di tutto per toglierlo di mezzo, que’ bastardi.

Esempi:
– “Lo accusano di corruzione perché un negro, fosse stato bianco avrebbero cercato di difenderlo!”
– “Travaglio è di destra e razzista, per questo perseguita Abberlusconi scrivendo quei libri che puntano ai bassi istinti razzisti degli italiani!”
– “La Lega non ha niente contro i negri se lavorano, infatti sostiene Abberlusconi, ce l’ha solo con gli immigrati cladestini!”
– “La gente critica il bunga-bunga e il satirismo del premier per un ancestrale riflesso condizionato. Il negro è da sempre sinonimo di grande vigorìa sessuale e quindi l’italiano teme che la sua moglie e compagna ne rimanga attratta. Come vedete, si tratta di una forma mentis micragnosa, la stessa di chi non vuol pagare le tasse.”
– “L’evasione… con tutto quello che hanno dovuto subire i negri nelle campagne di Libia ed Etiopia, Abberlusconi fa quasi bene a non pagarle! Anzi, lo dovrebbero esentare moralmente!”

Visto? Non dite che non è vero. Sono bestiali automatismi condizionanti per cui prima si deve valutare l’appartenenza dell’oggetto discussione ad una categoria protetta, poi emettere un giudizio in accordo con l’interazione fra la categoria protetta in questione e la propria ideologia preferita. Capirete bene che un Abberlusconi negro avrebbe tutta la stampa dalla sua e chi lo critica è un razzista di merda sbroc sbroc. Ora, di tutto il politicamente corretto non se ne può più. Una persona o un gruppo di li valuto dal loro operato, indipendentemente dall’essere negri, finocchi, svedesi, pellerossa, sikh, terroni o ebrei. E ci faccio tutte le battute cattive che mi pare, come lascio liberi loro di farle su di me.

Perché magari il più debole in un conflitto può pure meritarsi le legnate, uno può essere testa di cazzo e negro, e forse chi combatte e muore per un ideale senza pianificare niente e senza obiettivi potrebbe essere solo un esaltato imbecille idelogizzato e se lo fucilano non è una gran perdita (da Gesù al Che gli esempi non mancano), e chi fa parte di una popolazione arretrata dai costumi ripugnanti è obbligato ad abbandonarli qualora si trasferisca in zone più civilizzate, perché se lo arrestano perché sventra la figlia in minigonna fanno solo bene e non sono razzisti che ne ignorano i costumi millenari, e se detti costumi ripugnanti, oltre ad essere ripugnanti, fanno vivere una popolazione peggio di come viviamo noi, quindi sradicandoli non si fa un pessimo servizio, e poi un’utopia (dal comunismo al turboliberismo stile Ayn Rand al regno dei cieli al budello di tu’ ma’) altro non è che una pericolosa massa di merda con cui branchi di esaltati travolgono un sistema per tirarne su un altro ancora peggiore oppure ammaestrano criceti ottusi fidelizzandoli all’infinito grazie ad una retorica millenarista del cazzo, e per finire varie e demenziali.

Emmo’bbasta veramende però! Pragmatismo o morte, edonismo o recisione della carotide, e chi dice il contrario, beh, mi dispiace dirlo, è un negro.

Paul DiAnno, circa 1980, in tenuta halfordiana d'ordinanza

Potrebbe sembrare strano o addirittura impossibile a chi conoscesse solo le loro ultime (= degli ultimi venticinque anni) uscite, tuttavia ci fu effettivamente un periodo in cui gli Iron Maiden erano davvero bravi. La loro ispirazione è andata calando di disco in disco, da che si potrebbe dedurre (correttamente) che il primo album sia il più riuscito. Particolare assai rilevante di quel primo album, Iron Maiden, come del successivo, Killers, è Paul DiAnno, cantante originale della Vergine di Ferro, dotato di una voce calda, ruvida, espressiva, estremamente viscerale, molto meno monotona e spaccapalle, in una sola parola migliore, di quella del più celebre Bruce Dickinson. Ecco, Paul DiAnno fu cacciato a zoccolate dagli Iron Maiden perché la sua tossicità lo rendeva sempre più ingestibile, al punto di compromettere la riuscita dei concerti.

Paul DiAnno, oggi: grasso, pelato, tatuato, afono, ma gli vogliamo sempre bene.

La carriera di Paul DiAnno post-Iron Maiden è sempre stata fallimentare, fra band metal di terz’ordine (Battlezone, Gogmagog, Killers), oscillazioni fra vecchio (riciclo di sonorità Maiden/Priest…) e nuovo (…con l’aggiunta di elementi presi da Pantera/Slayer/Metallica), un tour in Giappone coi Praying Mantis, e infinite esibizioni in bettole per una tazza di semolino cantando all’infinito le varie Prowler, Running Free, Murders In The Rue Morgue, Wrathchild ecc. ecc., che tanto del resto della DiAnno-grafia non frega un cazzo a nessuno e poi gli Iron Maiden stessi le suonano poco perché cantate da Dickinson fanno schifo. Tra l’altro, come si può leggere nella sua autobiografia, Paul ne ha fatte di cotte di crude, è stato un teppista, uno spacciatore, un vero e proprio criminale in moto sul confine California-Messico o qualcosa del genere in una gang di motociclisti etc, e per anni ha pure vissuto in Brasile mantenuto sicuramente da qualche troja, sniffandosi nel frattempo, oggi come allora, tutte le royalty degli Iron Maiden. Nel suo spettacolo di Maiden-karaoke, accompagnato da sfigati (conditio sine qua non per accompagnare Paul DiAnno) pescati a sorte fra i disoccupati, Paul fa sganasciare perché dichiara a più riprese che il metal in generale e gli Iron in particolare fanno veramente troppo venire la merda al culo e che lui fa quel che fa solo per i fan, perché in Brasile vende tipo dieci milioni di copie ed è ricco sfondato. Troppo divertente. Il livello della pezzenza di Paul è tale che ad un certo punto mi aspettavo indicesse un concorso, del tipo “Ospita Paul DiAnno per un mese a casa tua! La Leggenda degli Iron Maiden”, selezionando alla fine dodici vincitori fra i Maiden lemming cui scroccare vitto e alloggio per un anno di fila. Anzi, è strano che ancora non gli sia venuto in mente. E lo dico perché ultimamente Paul ne ha combinata un’altra delle sue, finendo dritto in galera, e non mi sto inventando un cazzo. Rapina? Spaccio? Favoreggiamento della prostituzione? No, niente di così avventuroso: truffa al fisco.

Paul DiAnno fuori dal tribunale. E non mi sto inventando un cazzo.

In pratica succede che Paul si dichiara invalido dal 2002 al 2008 per via di una sciatica che gli impedirebbe di lavorare, e quindi chiede il sussidio di invalidità al Dipartimento Lavoro e Pensioni britannico. Peccato che YouTube brulichi di filmati risalenti, guarda caso, proprio al periodo 2002-2008, in cui Paul saltella sui palchi della Sagra dello Stinco Arrosto di Compiobbi o al Merdafest di Guadalcanal o che so io. Il governo britannico, non appena ha scoperto questi filmati, non è andato molto per il sottile: ragazzi, correte, c’è un culo da scoppiare. La morale? Paul è invecchiato, visto che contrariamente alle aspettative si è dichiarato colpevole di frode per 45.000 sterle e si prepara ad scontare i suoi nove mesi di galera. Ma ora che ci penso: vedrai a Paul non pare il vero, visto che mangerà, berrà e cagherà gratis per la durata di una gravidanza! Paul wins, ancora una volta!

Ovvero: una serie di riflessioni nate giustapponendo termini in maniera piuttosto casuale, seguendo la logica inoppugnabile che la frase suonava bene e tanto valeva consegnarla all’interwebs per il diletto degli stolti (voi, neanche a specificarlo).

Un giorno o l’altro ti capiterà un nipote negro. Quel giorno, offrigli un negroni. Quell’altro, un black russian.

Sono preoccupato. Ma non per l’economia o la decadenza, che mi diverte molto. No. Per i Motörhead. Sull’ultimo numero di Rolling Stone sono disco del mese e la recensione, per 3/4, parla delle mamme con le magliette dei Ramones che sono trendy e dice diocane, non è che poi succederà anche ai Motörhead quando Lemmy schioppa, e tra l’altro il loro nuovo disco è il primo di loro che non mi fa schifo? Certo, purtroppo succederà, visto che se i Motörhead sono disco del mese su Rolling Stronz, vuol dire che ormai la coolness prefabbricata li ha raggiunti. Chiaro, tutti questi endorsement sono merda di giaguaro, confronto alla partnership con Triple H: quella sì che è roba. Ma risale a prima, quindi non vale.

Dice il primo maggio viene fatto sento Papavoitìla. Oppure beato, non so se c’è differenza, comunque cambia poco lo stesso. Come miracolo (essenziale per essere santi, altrimenti san fare tutti), avrebbe guarito una suora affetta da Parkinson. E l’avrebbe guarita dal Parkinson stesso, non dal raffreddore, altrimenti sai che sforzo.  Allora, la domanda è: ma Papavoitìla allora nel tempo libero si dedicava alle staminali ed era diventato più bravo di tutti i medici del mondo? E impediva la ricerca delle staminali così lui avrebbe potuto gabellare i suoi risultati come miracolo per poi essere beato? Ma lo sai che non fa una grinza? Uhm, lasciatemelo dire, sono un genio.

Ieri ho visto un abominevole manifesto in un negozio di dischi. Talmente orendo (con una sola ere) che non voglio postarlo qui, altrimenti si formatta il server che ospita WordPress e vengo ricercato peggio di Assange. Insomma, tale manifesto pubblicizzava il nuovo disco di (scusate il termine) Phil Collins. C’è una foto di colui da bambino con le bacchette in mano, e a quanto pare si tratta di un disco di classici del soul Motown anni ’60. Mi viene il vomito solo all’idea di sentire Phil Nerchins fare scempio di quella grande grande musica.

Sono italiano e il presidente del consiglio Silvio Berlusconi non sta parlando in mio nome. Ma non ti montare la testa, neppure tu.

Ci mancava una femmina prosperosa & discinta, arrivati a questo punto.

Mi piacciono molto le storie & le narrazioni. Da sempre, e in qualunque formato – beh quasi, l’opera lirica e i concept album, in linea di massima, mi fanno cagare. Dovessi tirare le somme della qualità della narrazione negli ultimi anni, direi che il cinema è quello che ci ha perso di più, il libro ha mantenuto il suo livello, i videogiochi e le serie tv hanno avuto un’impennata clamorosa e hanno preso a calci in culo il grande schermo. Davvero. Non è che me ne rammarichi, eh – prendo solo atto della situazione e mi godo quel che di bello esce. Il cinema è in fase di stallo e magari si rigenererà più avanti, o forse no, ma insomma m’importa una sega.

I Black Country Communion di Glenn Hughes e Joe Bonamassa mi paiono piuttosto carini ma niente di che, alla fine. C’è di meglio e con nomi meno altisonanti di mezzo. Ma questo è en passant. Piuttosto, vorrei che la gente smettesse di parlare di Eric Clapton, Jimmy Page, Eric Burdon e Jeff Beck come dei più grandi guitarristi rock blues bianchi viventi. Billy Gibbons ci spacca il culo a tutti e quattro e, com’è noto, non mi invento un cazzo.

C’è gente che ha scoperto la parola data mining e ha più o meno grossolanamente intuito in maniera primitiva e rudimentale cosa significhi. Da lì a Facebook controlla tutta la nostra vita moriremo tutti!!!11!!1! il passo, purtroppo, è breve.

Buonanotte, me le sono rotte.

In questo post credo di ripetere, almeno in parte, roba già detta qualche mese fa, tuttavia siete sempre liberi di andarvene. A fare in culo, naturalmente.

Mettiamo che ora Abberlusconi si dimetta (sì, bonanotte). Mettiamo che Abberlusconi finisca il mandato e si ritiri nel 2013 (molto più probabile). Nel primo caso, se ne va in mezzo allo scandalo delle bbbottane, nel secondo fra altri due anni, dopo aver accumulato di sicuro altri puttan tour e bottanate varie. L’indignatometro nazionale sarà salito a livelli da delirio, in due anni. Pensate: gli italiani all’estero che si nascondono dietro ai cespugli perché altrimenti la gente gli dà indicazioni non richieste sui bordelli, oltre alle solite sulle pizzerie e le liuterie (per il mandolino, si capisce). E via. Non si sentono rappresentati. Mi pare che il sentirsi rappresentati da una persona rispettabile rispettosa ammodino sia la cosa che più interessa alla gente. Me ne sono accorto a cena, qualche tempo fa. E’ partita la salmodia antiberlusconiana in cui si è parlato dell’indecenza, della vergogna, dello schifo, il governo non è un bordello, che figurette. Un commensale diceva, con tono sconsolato, che la cosa più importante avvenuta durante la sua giovinezza è stato l’avvento abberlusconiano, e di come fosse un chiaro indice della mediocrità dei tempi. Testa di cazzo, negli stessi anni abbiamo vissuto la rivoluzione informatica che ha cambiato il mondo e ti preoccupi di questa caccola che è Abberlusconi?

Nessuno ha mai sollevato il punto che è un governo statico e inconcludente la cui unica strategia è un continuo gioco delle tre carte per confondere le acque un attimo e salvare il culo al suo capo, che non ha nessuna particolare visione a lungo termine (se non un discutibile starving the beast applicato all’università) per avviare faticosamente un processo di rinnovamento. Anzi, nemmeno di rinnovamento, basterebbe un minimo di movimento in qualche direzione. Schematicamente, negli ultimi 15 anni:

1) Abberlusconi, con Mani Pulite, perde i suoi referenti politici e non avendone trovati, evidentemente, di nuovi, ci va lui in prima persona; ne ha bisogno per continuare a fare i suoi affari e non finire processato. Comprendendo intimamente la natura di chi ha di fronte, cioè l’Italia e gli italiani, diventa il personaggio più rilevante dell’ultimo quindicennio.
2) I politici di opposizione, purtroppo, sono peggiori di lui. Sono sempre gli stessi che combattono sempre contro il solito avversario compiendo sempre gli stessi errori. Chi perde non governa. E continua a perdere consensi e fare figure barbine. La differenza fondamentale è tutta nella confezione, ma è la più importante al momento del voto: per banale e populista che sia, la linea di Abberlusconi è chiara e presenta un capo, di là no e non si sa cosa vogliono dire su qualsiasi argomento.
3) Non potendo farcela con le elezioni (tranne quel paio di vittorie da cui non hanno imparato niente – non imparano dagli errori e nemmeno dai successi), gli avversari ricorrono al gossip. Si forma un blocco magistratura-giornalismo scandalistico che viola il segreto istruttorio in maniera sistematica e utilizza il cittadino Abberlusconi per screditare il politico Abberlusconi agli occhi della popolazione, sperando che si dimetta. Da notare come il cittadino Abberlusconi ha una bella lista di processi a suo carico, e pure gravi. Processi che non vanno a termine, visto che la giustizia fa cagare. Tuttavia, il metodo utilizzato dalla task force di giornalisti e magistrati è a dir poco fascista. Strano, per gente che dice “attentato alla democrazia” quando Abberlusconi perde una querela che, da privato cittadino, è comunque liberissimo di fare.
4) In tutto questo casino, il paese è paralizzato sotto ogni aspetto. Al punto che l’unico tentativo di sbloccare qualcosa, in 15 anni, l’ha fatto Marchionne bypassando il governo e l’opposizione, che non si sono nemmeno degnati di far sapere la loro opinione. C’erano le puttane ad Arcore, sapete. Sulla mossa di Marchionne ho ancora le idee confuse e sospendo il giudizio fino a che non mi sono informato meglio. Posso solo dire che si tratta di una riposta ad un problema concreto. Magari è la risposta sbagliata, però è anche l’unica pervenuta.

Alla luce di tutto questo, immaginiamo lo scenario de-berlusconizzato, che sia quest’anno o nel 2013. Gli scandali su puttane e bunga bunga hanno mandato su di giri i moralisti. Molti si sono riscoperti moralisti solo di recente, per aggregarsi al coro. Tutte queste persone chiedono una cosa: un governo, e un rappresentante degli italiani, rispettabile. Uno che non fa battutacce, che non va a troie, che stia bene in foto assieme a Obama, che non tocchi il culo alla Merkel, che sia dignitoso, che trasudi impegno, dedizione, serietà e rigore. Che lavori e non si diverta un cazzo. Che abbia una famiglia e la rispetti, almeno quanto le istituzioni. Che abbia una dialettica fatta di impegno, rispetto, serietà e cazzabuboli simili. Magari andrà in Chiesa o sarà un ex volontario. Poi, che politica faccia, in realtà, non è molto importante – sarà comunque un centro-centro appena screziato di dx o sx. Non importa, basta rinormalizzare l’immagine. Moderazione, moderazione da gesuita. Una figura simile metterebbe d’accordo gli indignati d’Italia, la Chiesa e il MOIGE. Si ricomincerà a parlare con insistenza di buon esempio e di valori. A guardare con insofferenza e disapprovazione da Libro Cuore tutto ciò che abbia più sapore di un piatto di semolino sciocco accompagnato con un bicchiere di acqua Tesorino. Ritornerà, probabilmente, una grigia cultura da DC fatta di morigeratezza e buon esempio e altre stronzate simili, e il rappresentante pubblico “giusto” sarà quello più simile ad un precettore gesuita, pronto a bacchettare tutto ciò che possa essere “diseducativo”. Giochi a God Of War? Guardi Tarantino? Che è, non vorrai mica che torni Abberlusconi, vero? In mezzo a questa merda prossima ventura, anche se spero vivamente di sbagliarmi, la musica rock più marcia tornerebbe ad avere un che di corrosivo. Certo in maniera meno dirompente, ma insomma – se l’alternativa dev’essere l’accigliata Carmen Consoli e la riscoperta di Mina… E siate pronti a sfoderare il manuale di resistenza culturale per gli anni del MOIGE a venire:

La bussola per sopravvivere è tutta qui. Shout At The Devil. Un classico del metal intriso dello spirito più debosciato, incosciente, irresponsabile e sfrenato che ci sia. Dioniso incarnato. Lo so che Gino Castaldo e Ernesto Assante vi continuano a smerigliare i coglioni con la trasgressività dei Rolling Stones finché campano (sia loro che i Rolling Stones), ma basta non dargli retta. L’esaltazione totale e assoluta dei piaceri della marcitudine, che poi sono quelli normali che solo porcherie come il peccato originale e i dieci comandamenti riescono a mistificare, espressa attraverso una disco bomba che trasuda letteralmente di vita sconvolta, dissoluta, pericolosa e divertente. Quella che i nuovi demogristi inizieranno presto a denigrare qualora si manifesti in fenomeni di successo. Fanculo, merde. Stappiamo un alcolico peso per Vince, Mick, Nikki e Tommy: la resistenza culturale solo loro, non quei manfruiti dei Baustelle.

Uscito nel 1956, Stella Doppia è uno dei più bei romanzi di Robert Heinlein, nonché di conseguenza una delle cose migliori che possiate leggere. Vi riporto la storia copincollando da Wikipedia, che si fa prima:

In un non precisato futuro Lawrence Smith, in arte “Il grande Lorenzo”, squattrinato attore di talento, incontra uno spaziale in un bar. Si intravede la possibilità di un ingaggio ben retribuito, ma in un turbinoso precipitare di eventi si trova coinvolto in una sparatoria, costretto a occultare cadaveri (tra i quali, uno di un marziano) e a scappare su Marte. Allora viene a conoscenza del suo compito: impersonare l’uomo politico più importante del momento, Joseph Bonforte, il quale è stato rapito da una ignota organizzazione, proprio poco prima di un evento di portata storica. Bonforte, infatti, ha deciso di farsi adottare dal Nido di Kkkah, una delle tribù degli indigeni marziani, per dare un segnale forte della sua politica illuminata di apertura alle altre razze non umane, e alla abolizione della schiavitù. Lorenzo, costretto ad accettare dalle circostanze, riesce in brevissimo tempo, grazie alla notevole somiglianza con Bonforte (per cui era stato scelto) e le sue doti artistiche, a imitarlo perfettamente. Nessuno si accorge dello scambio quando partecipa alla complicata cerimonia marziana (i marziani hanno un forte senso delle formalità, alla maniera della antica civiltà giapponese). Bonforte viene ritrovato in pessime condizioni fisiche, drogato con sostanze che potrebbero recargli gravi danni psico-fisici. La convalescenza di Bonforte si preannuncia lunga e Lorenzo è costretto sostituirlo ancora. Inoltre, il governo in carica, con una mossa imprevedibile, si dimette e indice nuove elezioni. Si deve formare un governo provvisorio, che, come da tradizione istituzionale, viene affidato al capo dell’opposizione, Bonforte, appunto.(CUT sul resto per evitare spoiler)

Come ogni libro del grande scrittore americano, vi conviene comprarlo sull’interwebs. E come ogni libro del grande scrittore americano, ha un sacco da dire, in maniera esplicita e implicita. Sono diversi i temi che si intrecciano e fanno da sottotesto: razzismo e integrazione, il rapporto fra l’artista e la sua creazione, il sacrificio di sè stessi, il concetto del doppio, la rappresentazione mediatica del mondo politico – il tutto narrato con scioltezza, disinvoltura, nel classico stile asciutto e incisivo di Heinlein, con un tono da commedia brillante che salta agilmente ad un registro quasi epico verso la fine. E’ proprio la rappresentazione mediatica del mondo politico che mi interessa, in questo post. Come avete letto sopra, lo staff di John Joseph Bonforte recluta un attore per impersonare il capo durante un’importantissima trattativa che verrà trasmessa in mondovisione. Lo staff non si fa grossi scrupoli – deve ingannare il mondo intero, fare una cosa sporca, per non perdere terreno. Andando avanti nella lettura vediamo le progressive metamorfosi dello scenario politico, e le metamorfosi interiori del protagonista. Che non sono affatto di poco conto: all’inizio del libro, Smith è un simpaticissimo guascone, un furbastro, una persona comunque meschina, mediocre, profondamente razzista e un po’ ignorante. Lo scollamento fra immagine proiettata e realtà è già enorme, perché la gente (umani e marziani) crede di ascoltare le parole di quell’uomo che aveva sempre sostenuto la causa dell’integrazione e del reciproco scambio economiculturale fra i due mondi, mentre in realtà a pronunciarle è un guitto in rovina, razzista e ignorante, che si presta alla sceneggiata per un modesto consenso. I datori di lavoro se ne fregano del fatto che Smith sia una persona mediocre: loro vogliono la performance di un grande attore, e Smith ai suoi tempi era uno dei migliori. Se ne fregano anche dell’inganno perpetrato: la cerimonia marziana è troppo importante per mandare tutto all’aria dopo mesi e anni di avvicinamenti al Nido di Kkkah.

Cosa possiamo dedurre da tutta ‘sta pappardella, ora. La prima è che se hai bisogno di un professionista per qualcosa, deve innanzitutto essere bravo in quel che fa. E’ ovvio. Se vi doveste operare per una cosa seria, e la scelta fosse fra il miglior chirurgo della regione che è pure massone, puttaniere e raccomandatore, e il chirurgo normale dell’ospedale di Pontedera che è-tanto-una-brava-persona, scegliereste tutti il primo e di corsa. Dal punto di vista artistico le cose non cambiano. Mino Reitano era una bravissima persona, Miles Davis un emerito stronzo, tuttavia il genio è il secondo. Di conseguenza, vita privata e vita professionale sono due entità separate e indipendenti. La brava persona che è anche un bravo artista/professionista in quanto puro di cuore è un’idiozia romantica, e per chi ragiona così Darwin riserva brutte sorprese. Se spostiamo il campo d’azione alla politica, è un campo sporco in cui l’anima candida di belle intenzioni è destinata a soccombere. Dak Broadbent e il resto dello staff di Bonforte lo sanno bene, e lo si evince dalle loro azioni: meglio imbrogliare tutti e portere a termine un progetto di grande importanza. A fare i candidi sarebbero stati spazzati via. Anzi, nei primissimi capitoli sono costretti a compiere un omicidio con tanto di occultamento di cadavere per riuscire a scappare con Smith senza essere visti dalle autorità spazioportuali, visto che ufficialmente si trovano da un’altra parte.

E poi, l’immagine. La recita convince, tanto quanto il Bonforte originale alla fine convince Smith a proseguire, in una sorta di strano Oruborous. La recita convince il pubblico, l’eredità di Bonforte è sicura, il politico scomparso continua ad esistere con la recita. L’immagine vale più di mille parole.

Applichiamo tuttu quanto alla logora, stantia vicenda Abberlusconi con le puttane. L’immagine di Abberlusconi è quella del gaudente riccone a cui i comunisti voglioni impedire di lavorare. E funziona almeno al punto da procurargli un numero consistente di elettori, anche perché come già detto più volte gareggia da solo vista l’inconsistenza degli avversari. Beccato a puttane per la terza volta, ne uscirà come le altre due – solo gli idioti di Repubblica etc. sono convinti del contrario. Perché? Credo che la forma politica originale dell’Italia sia la signoria, che è sopravvissuta fino ad oggi in maniera ufficiosa. Abberlusconi e la popolazione stabiliscono un legame da signoria, più forte di qualsiasi indignazione e qualsiasi moralismo che fa tremar le sottane delle vestali culturalesche. Abberlusconi è dunque un buon politico? Manco per il cazzo, perché abusa di una posizione di potere (conquistata legittimamente, fra parentesi) per i cazzi suoi e facendo ben poco per il benessere della popolazione, che a casa mia dovrebbe essere l’obiettivo ultimo di un politico serio, che dovrebbe essere sufficientemente privo di scrupoli per usare tutti i metodi sporchi necessari per perseguirlo. Se l’immagine è quella giusta per vincere le elezioni e governare (lo dicono i risultati, non io), mancano volontà o capacità o entrambe per il resto, a differenza del Bonforte heinleiniano. Fine.

Tutto il resto è una manica di minchiate che hanno già consegnato l’Italia postberlusconi ad una manica di carampane pudiche. E siccome c’è stata la battuta sui gay e la ricorrenza dei 35 anni della morte di Pasolini, voglio far notare come PPP avrebbe quasi sicuramente sorriso e approvato le prodezze sessuali del satiro di Arcore, consumate in barba al perbenismo cattoborghese strillato dai media di oggi. Ahr ahr ahr.

« Questa mia professione non è poi male. Il lavoro è facile, la paga è buona. Inoltre fornisce un’invidiabile sicurezza per il futuro… se si esclude il rischio di qualche rivoluzione. Vengo da una famiglia che ha sempre avuto fortuna in queste cose. Però la maggior parte del lavoro è noiosa, e la potrebbe fare altrettanto bene un qualsiasi attore d’avanspettacolo. »

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