Category: notiziario


Il mio primo impatto con Guerre Stellari fu, banalmente, al cinema. Avevo sette anni o giù di lì, usciva Il Ritorno dello Jedi e mio cugino, più grande di me, mi aveva parlato di questo film pieno di mostri e robot e spade, mettendomi addosso una gran voglia di vederlo. Ero già appassionato di mostri, astronavi e tutto quello che ci potesse essere di simile, quindi convinsi mia madre a portarmici. Non ricordo bene le impressioni all’uscita dal cinema, se non di aver visto la cosa più incredibilmente bella del mondo, con la paura che mi faceva il rancor, il gran numero di creature aliene e la simpatia per i due droidi in prima fila. Particolare divertente, mia madre uscì angosciatissima e ancora ricorda con particolare schifo quella specie di Riff-Raff che apre a Luke le porte del palazzo di Jabba. Da allora ho rivisto innumerevoli volte la trilogia originaria, ho visto l’orrida nuova trilogia una volta sola per una sorta di dovere autoimposto (tornassi indietro aspetterei la messa in onda televisiva) e ho da molto tempo individuato in L’Impero Colpisce Ancora il miglior film della serie.

L’attaccamento a Guerre Stellari negli anni è rimasto, si tratta di film che rivedo sempre con grandissimo piacere. Sono fra i miei film preferiti? Direi di sì. Sono film perfetti, i migliori di tutto e tutti, intoccabili, inamovibili, inderogabili etc? No. Anzi, soprattutto il primo e il terzo di difetti sono pieni, la mano di Lucas è quantomeno approssimativa nel modo in cui fa accadere e smettere di accadere le cose – se pensiamo che, nello stesso anno di Guerre Stellari, usciva Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, abbiamo un istantaneo confronto impari e sbilanciatissimo. E nel corso degli anni sono usciti parecchi film migliori, anche di recente. Ma la forza di Guerre Stellari è che, grazie ad un riuscitissimo universo narrativo, per quanto lasciato appena intuire come qualcosa di più grande sullo sfondo grazie a dialoghi fra i personaggi, a trovate visive bellissime, non ultima la caratterizzazione visiva dell’Impero e delle sue truppe, e l’ascesa della Forza fra le due fazioni (Darth Vader diventa comandante militare dopo la morte di Tarkin e con la neonata consapevolezza jedi di Luke Skywalker), riesce a portare la barca pari gettando i semi per tanto cinema avventuroso che verrà. Inoltre la commistione fra i generi è estremamente moderna e svolta con la massima leggerezza: la storia ha tutti gli elementi del fantasy, lo sviluppo quello tipico della fiaba, partecipano western e commedia slapstick, e i riferimenti (Edgar Rice Burroughs, Alfred Van Vogt, JRR Tolkien, Frank Herbert, Doc Smith, Jack Vance, Edmond Hamilton…) sono evidenti ma pure ben armonizzati e il risultato complessivo è una ganzata.

Alla luce di tutto questo, sono molto curioso di vedere i nuovi film, e per molti motivi. Il primo è che se ne occupa JJ Abrams, persona di indubbio talento, capace di ragionare in grande e fan lui stesso dei film originali. Il che comporta, volendo, il rischio dell’omaggio troppo deferente… ma qualcosa mi dice che non sarà così. Già con Star Trek, infatti, Abrams ha dimostrato sufficiente spregiudicatezza per riscriverne il mito e realizzare i migliori film della serie. Poi conosco gente che si lamenta già perché la spada laser con elsa laser è implausibile (!?!?) e perché il fatto che i protagonisti sono una donna e un negro è chiaro sintomo del fatto che si tratti di “un film gender fino al midollo, mentre la vecchia trilogia era improntata ai valori di una cultura bianca, cristiana e tradizionale”. Giuro, non mi sto inventando un cazzo. Se uno odia già il film sulla base di questi presupposti, io parto molto ben disposto per reazione. Per tirare giù giudizi etc, ovviamente, aspetterò la visione. Se prendiamo l’immagine lì sopra, è come aspettare un nuovo disco dei Metallica sapendo che verrà coprodotto da Roy Z e Josh Wilbur, durerà cinquanta minuti e Lars Ulrich non suonerà più la batteria per fare il manager! Non una cattiva premessa, quindi, tranne che per gli inguaribili nostalgici, che in quanto tali vaffanculo senza nemmeno passare dal via.

Sono molte le persone che lo dicono, con tono di sfida: combattere il Sistema. Già. Il Sistema, quello che ci opprime, ci inganna e ci vessa, perseguendo i suoi turpi fini e pervertendo tutte quelle istituzioni che in teoria sarebbero nate per tutelarci e proteggerci, riempiendoci la mente di cazzate e falsità, dividendoci per farci scannare fra di noi, tenendoci all’oscuro e all’ignoranza, nel fondo della caverna. La rete trabocca di siti contro il Sistema, denunciandone l’attività malefica con spietata dovizia di dettagli. Dalla controinformazione degli anni ’60 e ’70 passando per la net-culture degli anni ’80 fino al moderno World Wide Web, alla fine la verità viene a galla: il Sistema vuole la nostra fine e si sta adoprando con ogni mezzo per schiavizzarci. Lo si dice pure in parlamento, grazie ai maldestri grillini. Tuttavia, di fronte a questo mare di accuse e indici puntati, nessuno si è mai preso la briga di chiedere il parere del Sistema, cosa voglia, perché lo faccia, quali siano le sue aspirazioni. E’ facile così. Qui, lo sapete, si fanno le cose seriamente, non ci si tira indietro di fronte al pan pepato come tutti gli altri vili teste di bigongia. E’ per questo che, forse unici al mondo, siamo andati a intervistare un disponibilissimo Paolo Sistema che ha soddisfatto tutte le nostre curiosità.

Buongiorno, signor Sistema…
“Buongiorno, ma ti prego, chiamami Paolo.”

D’accordo. Perché non si presenta ai lettori, Paolo?
“Nessun problema. Sono Paolo Sistema, e sì, sono proprio io quel Sistema che combattete con tanto impegno. Sono nato a Fremenzano, in provincia di Pillaretto. I miei si sono trasferiti in America negli anni 20, perché mio padre era diplomatico, io così ho studiato laggiù laureandomi col massimo dei voti in giurisprudenza ad Harvard. Ho fatto parte della confraternita Skull & Bones, e da lì strinsi i legami con alcune persone che subito dopo la laurea mi portarono nello staff di John Edgar Hoover prima e Richard Nixon poi.”

Addirittura! Un vero e proprio battestimo del fuoco, il suo! Che impressione aveva di questi uomini che, nel bene o nel male, hanno comunque fatto la storia?
“Entrambi avevano delle notevoli capacità e qualità, ma una visione delle cose troppo limitata. Si trovarono in posizione di potere, e ne fecero uso per risolvere le loro ossessioni personali. Avrebbero potuto, e dovuto, fare di più, pensare in grande. Giurai a me stesso che non avrei fatto i loro errori.”

Le si darebbe una settantina d’anni, settantacinque al massimo. Però, stando a quello che mi dice, dovrebbe averne almeno trenta di più!
“La medicina di cui io e alcuni stretti collaboratori (quelli che chiamate Illuminati, per la cronaca) possiamo servirci è molto, molto avanzata.”

Come divenne il Sistema che tutti conoscono?
“In realtà cominciai prestissimo. Ricordi il caso di Roswell? Ecco, io inventai la questione degli alieni e la feci girare fra la gente, mentre i militari dicevano che era un pallone di rilevamento metereologico o qualcosa del genere. Risultato: un gran casino su cui si continua a dibattere a vanvera. Io mi limito ad intascare una percentuale su ogni pubblicazione sull’argomento grazie ad una legge che feci approvare negli anni ’70 tramite un mio uomo di paglia.”

Ho quasi paura a chiederlo, ma… cosa successe a Roswell?
“Diciamo che la NERF e Neon Genesis Evangelion hanno il loro bel sostrato di realtà.”

Ah. Veniamo alle cose di tutti i giorni. E’ vero che c’è il suo marchio dietro ad ogni atrocità commessa nel mondo, dietro ad ogni ingiustizia, dietro ad ogni malefatta, dalle più piccole alle più grandi?
“Non esageriamo, non sono onnipotente. Purtroppo. Faccio il possibile, questo sì. Mi piace tenermi allenato, escogitare nuovi piani, mettere in moto processi storici e osservarne gli esiti.”

Però per i fatti eclatanti tipo 9/11, Kennedy, allunaggio, Ustica, gli UFO, i vaccini, le lobby etc. si può dire che è colpa del Sistema?
“Certo, certo, sono alcune delle mie mosse migliori degli ultimi anni. Per il 9/11 ho anche vinto un premio. Anche se il caso Oslodorf è quello di cui vado più orgoglioso.”

Cosa sarebbe?
“Appunto.”

Capisco. Cosa ne pensa di tutte quelle persone che lottano contro di lei ed espongono le sue malefatte su internet?
“Sono tenaci, da questo punto di vista li ammiro pure. Io elaboro piani estremamente complessi, però la catena di comando per l’esecuzione dei medesimi è lunghissima e profondamente ramificata. Fra governi, agenzie, industrie, media, ci sono sempre quelli che prima o poi fanno errori e sputtanano le cose involontariamente. Qualcuno nota un particolare su internet, magari da una telecamera di sorveglienza in bassa risoluzione o da un filmato di cellulare in penombra, e fa scoppiare un casino. E’ davvero seccante, ma purtroppo non posso fare tutto da solo. Pazienza, ci vorrà del tempo prima che tutta questa gente possa dire di aver sconfitto il Sistema (ride, nda)!”

Di solito, la maggior parte della accuse va alla CIA e al Mossad. Come mai?
“Perché sono in gamba e sono professionisti, quindi mi servo spesso di loro. Anche l’MI6 non è affatto male, eh.”

Cosa ci può dire delle scie chimiche?
“Un progetto molto interessante. Ci voleva qualcosa per ridurre la popolazione mondiale, controllare le menti delle persone a cui era stato installato il microchip con le vaccinazioni, fare scoppiare terremoti a comando e manipolare il clima. Avviare tutti questi progetti insieme sarebbe stato lungo e costoso, e grazie a internet fin troppa gente si stava svegliando. Così ho ideato le scie chimiche come soluzione ottimale. Hanno lo svantaggio che, da terra, l’inganno si scopre. Ma va bene lo stesso.”

E le crisi economiche?
“Quelle si fanno per poter poi causare le guerre e far arricchiere la massoneria ebraica. Ah, e per il petrolio. Anche il Vietnam.”

Ma in Vietnam non c’è il petrolio!
“Non più…”

Ok. Resta una sola domanda, la più importante. Perché?
“Perché sono malvagio.”

E rispondendo a quest’ultima domanda, Paolo Sistema mi fa vedere la carta d’identità: alla voce allineamento c’è proprio scritto chaotic evil. Ringraziamo Paolo per questa illuminante intervista. Da oggi sapete.

Albert Einstein è famoso, quindi non vi spiego chi sia nè come lo sia diventato. Non ho nemmeno niente da dire su di lui nello specifico, quanto piuttosto prenderlo ad esempio di come, da alcune semplici proposizioni, si tendano ad estrarre informazioni false ma consolatorie, solitamente in maniera del tutto strumentale.

“Pure Einstein non era bravo a scuola.”
Ok. Cosa possiamo inferire da questa irrilevante informazione? Che un genio della fisica come Einstein non fosse bravo a scuola. Generalizzando, che non essere bravi a scuola non significa essere trogloditi ignoranti destinati ad una vita di sbozzamento scalini in usocapione. Strumentalizzando, che non esser bravi a scuola implica genialità non riconosciuta da un estabilishment non meglio identificato.

“Pure ad Einstein davano del pazzo per la teoria della relatività.”
Ok. Cosa possiamo inferire da questa irrilevante informazione? Che inizialmente la teoria di Einstein sia stata accolta con scetticismo. Generalizzando, che una teoria, SOTTOPOSTA ad una pubblicazione scientifica, superando la peer review e messa a disposizione di scienziati e ricercatori di tutto il mondo, possa alla fine convincere in virtù di esperimenti indipendenti, dibattiti etc. Strumentalizzando, che chiunque se ne esca con un’apparente stronzata in realtà va ascoltato perché ehi, magari pure lui alla fine c’ha ragione.

Mettendo insieme queste cose, Einstein non fu un brillante studente, tuttavia poi dopo essersi laureato & dedicato alla fisica ha elaborato una teoria, poi l’ha sottoposta ad una rivista scientifica accademica. Quest’ultima, dopo peer review, l’ha pubblicata (testo originale in tedesco, traduzione). La comunità scientifica internazionale a questo punto si è trovata in mano tutti gli elementi per poter compiere gli stessi studi ed eventualmente contestare, sulla base di altri articoli, la teoria della relatività ristretta. Chiaro, fin qui, no? E’ come funziona il mondo della scienza, quella che funziona e permette avanzamenti e progressi. Con le sue storture inevitabili, ok, che tuttavia non invalidano il sistema in sè, in cui sono gli scienziati ad avere l’ultima parola.

Adesso arriva la bruttura del 2013, ovvero il metodo Stamina su cui non mi pare di aver mai scritto un cazzo perché mi dava troppo sui nervi. Oggi leggo che il TAR sospende la bocciatura del metodo maledetto. Non so se vi rendete conto, ma il team di esperti (=MEDICI, SCIENZIATI) sotto la direzione del Ministero della Salute aveva detto vaffanculo Stamina, e allora lo stronzo lì della Stamina ha fatto ricorso al TAR, e quest’ultimo gli ha pure dato retta, perché pare necessario che alla commissione «partecipino esperti, eventualmente anche stranieri, che sulla questione non hanno già preso posizione o, se ciò non è possibile essendosi tutti gli esperti già esposti, che siano chiamati in seno al Comitato, in pari misura, anche coloro che si sono espressi in favore del metodo». DIO CANE, si può? Ma maledetta la Sacra Sindone! Sarebbe da ridere, non fosse per la gran voglia di prendere tutti questi imbecilli e tirarli in una gabbia di leoni a digiuno da una settimana. In definitiva, la vox populi col megafono dei giudici ha più peso del parere degli scienziati, in pieno italian style. Soprattutto quando, ad oggi, lo stronzissimo metodo Stamina dimmerda non è mai stato sottoposto a peer review, non è un cazzo, non si sa come dovrebbe funzionare, niente.

Più si va avanti, più stregoni bastardi maledetti stile Stamina riusciranno a farsi largo. Perché vengono con una ricettina pronta all’uso che dà barlumi di speranza, anche se non si capisce bene sulla base di cosa, e poi contrastano le obiezioni con la solita retorica della lobby Big Pharma sbroc sbroc. Radunano gruppi numerosi, probabilmente sempre più numerosi col passare del tempo, e i numeri servono per consenso e voti. La democrazia dell’ignoranza e del mongoloidismo come norma unica dell’esistenza, alla faccia dello studio e dell’informazione, prosegue imperterrita. Beh, se non altro, tutta ‘sta gente che si cura col guano di archeopteryx conservato sotto rapanello si sottopone involontariamente ad un esercizio di darwinismo. Peccato solo che nasceranno sempre nuovi stregoni pronti a irretire nuove legioni di gonzi, in una spirale merdosa inarrestabile. Fanculo.

E insomma, no, ieri capita che guardo la tv ma non una delle cose che vedo di solito (per la cronaca sono: “Man vs. Food”, “Abito Da Sposa Cercasi”, le robe di Gordon Ramsey, “Acquari Di Famiglia”, “Diario Di Una Nerd Superstar” e le repliche di “Tre Cuori In Affitto” su Frisbee), ma piuttosto una trasmissione di politicame non meglio identificata. Per prima cosa c’è Renzi che viene intervistato un po’ dal conduttore e un po’ da un altro tizio. Su Renzi non ho opinioni precise, fondamentalmente perché non me n’è mai fregato un cazzo. Comunque, un po’ da quel che avevo carpito da fonti di terza mano, un po’ da quel che ho sentito ieri in prima persona, Renzi sa parlare, è comunicativo, dice (o ha detto in quella specifica circostanza) cose di elementare buon senso – il che mi porta a (s)ragionare su quel che leggo oggi su varie bachece di Sbrocbook. Cioè, cose tipo “so cosa non voterò: di sicuro niente centrodestra nè Peppecrillo, e se le primarie le vincesse coso, lì, come si chiama, quell’altro, forse lo voto”. Coso lì è uno che in effetti non ricordo bene, Civati o qualcosa del genere. Con un rapido giro internettaro, partendo da Wiki, si capisce già una cosa: se uno non vuole votare nè centrodestra ma Peppecrillo, si metta l’anima in pace perché votando un noioso professorino sbroc con la sfiga nel codice fiscale, come Civati, cdx e Peppecrillo hanno la strada spianata. Tornando alla trasmissione, arrivavano pure comunicati rosiconi di D’Alema che a quanto pare è inviperito con Renzi. Risate grasse, ahr ahr ahr, speriamo D’Alema prenda domicilio in Molise una volta per tutte. Il punto su cui riflettevo comunque è: perché ora tanti odiano Renzi? Secondo me, già solo il fatto che sia l’unico politico comunicativo fa scattare l’associazione con Abberlusconi, e quindi l’odio. E poi, ha qualche chance di vincere, quindi questo lo rende terrorizzante: stare in eterna oppisizione ti consente di lamentarti all’infinito e non fare un cazzo, fedele all’armiamoci e partite che è molto italian style. E soprattutto, fedele alla completa irresponsabilità e disorganizzazione pd-esca: se vince il leader che mi va bene ok, altrimenti separatismo e nuovi rivoli. Oh dio cane, mai, mai che la gente accetti il risultato e si organizzi attorno al leader scelto per portare avanti un programma o una decisione o almeno una tombolata. No. Che teste di merda.

Parlando di teste di merda, la trasmissione proseguiva coi campioni indiscussi del genere: Peppekrilo e i krillini. Era un po’ che non vedevo/sentivo queste scimmie, ma onestamente dopo cinque millisecondi avevo una gran voglia di annegare Genova in un cocktail di napalm e agente arancio. Questa congerie di biliosi scemi infoiati proprio non si può sentire. Ma l’ho scritto un sacco di volte, è solo che li avevo un po’ persi di vista. Credo che i krillini si distinguano in due gruppi, ovvero krillini per incazzatura tappavena e krillini scemi autentici, con un insieme intersezione non vuoto. Da quella che è colpa delle banghe e dell’Europa, a quelli della demograzzia partecipata, a quella della solidarietà e delle idee, a quella che si traferisce in Thailandia ma magari torna se vince Appeppe e le cose migliorano, per finire a Peppe stesso che urla in crescendo rossiniano le condizioni e i referendum da dettare all’Europa, che in base a qualche assurdo principio dovrebbe fare quel che vuole lui, così, senza condizioni. Rabbia e ignoranza, ripeto. Già solo per le parole d’ordine e gli slogan grilleschi ripetuti a minchia ‘sta gente non si dimostra molto diversa dai PDL o dai circoletti sgommunisti. E poi confondere/ignorare volontariamente “democrazia” e “democrazia rappresentativa”, unita a colossali falle sui concetti economici terra-terra come il discorso sull’euro, mi perplime (=mi fa venir voglia di decapitazioni di massa stile Arabia Saudita) e non poco.

Ok, sono bastati quei minuti alla tv ieri per riprender coscienza del peggio dell’umanità. Che nausea. Ne avevo preso le distanze, ma ora ritorno al mio eremo isolato dalla merdaglia, se non tramite occasionali inevitabili Facebookate. Ma come si fa, diranno alcuni. In realtà non è difficile, basta selezionare accuratamente le proprie frequentazioni. Negli anni ho imparato a circondarmi di persone che o vomitano all’idea di tutto questo sbroc e hanno la vita piena di interessi interessanti che li tengono lontani da politicame e rompimento di coglioni al prossimo (due cose che vanno a braccetto), oppure che so già essere sbroccatissime e quindi se ormai mi tocca tenerle per amicizia di lunga data o similia ok, ma ci parlo del tempo, della pizza e delle scuregge, limitando la frequentazione all’inevitabile. Per il resto, meglio erigersi un muro intorno. Dentro il muro, le persone e le cose che mi piacciono e mi fanno stare bene, fuori dal muro tutto il resto, fra gente e cose di merda. Sarà per questo che vivo tranquillo e rilassato, e voialtri idioti siete sempre ansiosi e agganghiti, brutti imbecilli. Tiè.

8598354146671OMG_Do_you_really

Roma (LP). Sfruttavano il proprio corpo al fine di ottenere vantaggi materiali in usocapione. Questa in sostanza l’orrida notizia che sta flagellando l’aere della Penisola delle ultime 72 ore. La vicenda è saltata fuori quando W. Friellinacci, noto esperto di bon-ton nonché gigolò e gourmet diplomato presso la riviera romagnola, ha influenzato con un twit l’andamento della borsa che ha, giuocoforza, degradato lo spread in maniera tale che undici stabilimenti della Ba.Gon.Ghi. sono stati chiusi nottetempo e gli impiegati in esubro sono stati riqualificati come scrostatori di guano di storno dalle panchine di Piazza Rostro a S. Guiderzio. Purtuttavia, le figlie di questi operai non ci stanno e da alcuni giorni picchettano l’Autogrill di Pontemanitoba Sul Geyser (FSI) per ottenere i loro sacrosanti diritti negati dall’ottusa società paternalista e femminicida. Di conseguenza, lo stato di cose della giovane società più progressista assiepata sugli spalti dei Parioli ha gridato forte duro: “no pasaran!” e quindi ha proceduto con forza alla rimozione degli ultimi vincoli imposti dal patriarcato reazionario. La mossa, per quanto inizialmente inattesa e secondo alcune fonti vicine alla Curia non troppo gradita a Fulgenzio De Frispoli, ha presto data la stura ad un comportamento emulativo che vede giovini scostumate pronte a dar via le proprie grazie (sebbene alcune di loro rientrino nella categoria “boiler”) per spiccioli o beni di prima necessità o ricariche dei telefoni. L’attacco al patriarcato è evidente perché in questo modo la giovane può disporre di proprietà e/o danari senza chiedere alcunché ai genitori, che invece di solito rompano i coglioni perché io ti do i soldi ma te fai tardi la sera e basta dio cane che qui non è mica Omini e Donne, insomma, il progresso passa per questo e chi dice il contrario è un negro.

La foto qui sopra ritrae Maila Bertocchi, di anni 12, praticante baby-prostituzione nel corso dell’indagine condotta dal GIP di Frasassi Sui Sassi, Gugliemo Saccarosio. E’ stata lei, pentita, a mettere sull’avviso i genitori, soprattutto quando il di lei padre stava per concludere una contrattazione ma poi si è accorto che era la figlia stessa e quindi a questo punto tanto valeva comprarle subito l’iPhone. Di chi è la colpa di questo sfacelo morale? Gli Inquirenti (purtroppo i Vendicatori non hanno potuto collaborare) hanno tre piste da seguire:

1) Abberlusconi;
2) Miley Cirus;
3) Il negro.

Fonti ufficiose sostengono che la pista del negro sia la più perseguibile, soprattutto alla luce degli ultimi scandali dei batteri di archeopteryx nel Maxibon. La magistratura farà luce e, nel caso della certa colpevolezza del negro, lo passerà per le armi.

Una notizia letta poco fa mi ha provocato lo sgommo al culo. In sostanza, si dice che c’è troppo sessismo nella pubblicità e bisogna fare qualcosa, perché altrimenti succede che le donne vanno in giro mezze ignude e poi succedono i femminicidi del dio cane, ma com’è possibile, vedrai che tutto questo degrado è colpa della tivvù di Abberlustone che è il mandante morale di ogni femminicidio! Non l’hanno ancora detto, eh, però vedrete che non manca molto. La questione è stupida e mostra un’ignoranza ed un’incompetenza, mista a moralismo d’accatto e limitatezza di visione, che tradisce la firma del PD. Una piccola digressione: certo, la pubblicità con le donne gnude fa vendere. E’ ovvio. Se vuoi far sì che il tuo prodotto venga notato (che sia una stufa, un’auto o uno scheletro di giaguardo in plexiglas 1:1), mettici accanto una bella donna ammiccante: l’uomo che passa di lì guarderà sicuramente la donna, poi si renderà conto del prodotto e magari, se di suo effettivo interesse, se lo compra anche. Non ho mai creduto alla retorica “uno compra il ferro da stiro pensando di comprarsi la donna”: la donna attira l’attenzione, punto. Io stesso con tutte queste foto di donne mi sono assicurato un pubblico fedele, quindi… Insomma, la cosa funziona. Bisognerebbe a questo punto entrare nella vicenda, che però si riconduce ad un vecchio problema, che è la mentalità PD-ista nel contesto, più ampio ed orrendo, della mentalità italiana – quella per cui la donna è santa o puttana. E se è bella, è giocoforza puttana. Una donna non può essere contemporaneamente bella E brava in qualcosa. Se occupa una qualche posizione di rilievo, deve pregare di essere un cesso, altrimenti le illazioni su come ci sia arrivata si sprecheranno. Illazioni che immancabilmente finiscono dove cominciano, ovvero “l’ha data a…” e sorrisini allusivi a profusione.

La mongoloidosi prolifera oltre il grottesco. Uno stato che si picca di essere moderno e liberale, o per lo meno quella fascia di popolazione con corrispettivi rappresentanti istituzionali, dovrebbe tutelare la piena libertà dell’individuo. Libertà che coinvolge pure il vestiario. Ma solo se non sei bella. Se sei un wc, non ti si può impedire niente perché sarebbe discriminazione etc etc. Niente in contrario. Se sei bella, beh, poi se ti stuprano te la sei cercata perché ti vesti tutta spupporata e in minigonna e uno che deve fare? Se questi discorsi uscissero di bocca da un pastore calabrese analfabeta, non mi stupirei. Lo farei decapitare in piazza, ma non mi stupirei. Non mi stupirei neppure se uscissero dalla bocca di Rosy Bindi. Quando però questo pensiero (la donna sessualizzata che poi se la stuprano se l’è cercata multiamo le pubblicità sessualizzanti ah-ah-ah sbroc sbroc) esce fuori pure dalle bocche della cosiddetta e autoproclamata parte sana del paese, ecco, mi scoppia la merda al cazzo. Vedi il caso di Laura Boldrini, che riesce a deresponsabilizzare gli uomini e ad incolpare pubblicità e tv. Cosa invoca? Non pene più severe per la violenza, non il problema degli uomini stronzi e subumani che vivono in una cultura arretrata e disgustosa che andrebbe sradicata col napalm e che trovano, bene o male, complicità nelle forze dell’ordine che sistematicamente ignorano con un’alzata di spalle le telefonate che accusano il fidanzato o lo spasimante o il coglione di turno di stalking, minacce, botte e poi si arriva all’omicidio. No. Si deve MULTARE LA PUBBLICITA’ SESSISTA.

Non so bene ora che conclusioni tirare. E’ abbastanza evidente che ci sia un problema di fondo fatto di uomini di merda, di un’intera cultura di uomini di merda. Eppure, secondo alcuni, è colpa della donna tentatrice, meglio si vesta, quer budello. Ci vorrebbe una campagna stampa per denigrare e stigmatizzare la schifosa cultura sottosviluppata di queste merde, ma in maniera decisa, brutale. Mettere in ridicolo queste merde, il loro mondo tribale, i loro usi, tutto. Ma non succederà, perché si tratterebbe di mettere in ridicolo e stigmatizzare il pensiero strisciante di gran parte della gente, ambosessi e schieramenti. Perché quanto l’arretratezza è generalizzata non viene percepita dagli arretrati. E colpire a fondo e in largo aliena voti alle prossime elezioni. Bah, consiglio di vedere I Dannati E Gli Eroi di sua maestà John Ford.

Che cavolo dico?

Jeff Hannemann è morto. Jeff Hannemann era il guitarrista biondo degli Slayer, nonché la mente musicale più avanzata di quella meravigliosa e amatissima band, nonché l’autore di gran parte del loro repertorio migliore – solitamente, gli album che lo vedevano coinvolto in maggior percentuale erano i migliori. Jeff Hannemann io non l’ho mai incontrato di persona, l’ho solo intravisto fuori dal loro tour bus quando io ci stavo entrando per un’intervista con Tom Araya.

Jeff si beccò una fascite necrotizzante in seguito al morso di un ragno, due anni fa. Da allora è scomparso dalle scene per un lungo processo di riabilitazione, sul cui progresso si sapeva poco. Solo pochi aggiornamenti ogni tanto. Sapevamo che era stato in coma, che aveva dovuto riimparare a camminare, che la mobilità delle braccia non gli permetteva di suonare a lungo, e poco altro – del resto, Jeff era sempre stato un tipo riservato e silenzioso pure quando stava bene, figuriamoci in condizione precarie. Un sacco di idioti, in questi due anni, non ha perso occasione per dire “eh, figuriamoci, ‘sta storia del ragno, chissà cosa c’è dietro?!!!!11!”. Bene, cosa c’era dietro? Una salute ancora più compromessa di quel che si pensava, perché la fascite necrotizzante debilita talmente un’organismo che il fegato, alla fine, può cedere. Sempre che non ceda prima qualcos’altro. Voglio ricordarlo così:

E nel frattempo, Morgan è ancora vivo. Che merda la merda.

Il Concertone è la solita occasione per sentire retorica buonista e musica di merda (non Justin Bieber qui sopra, che al confronto MAGARI dio cane). Tra l’altro a me ‘sta cosa della festa del lavoro il primo maggio, lo ripeto, mi sfrancica i coglioni perché per due anni di fila te lo mangiano, cioè quando capita di sabato e domenica. E grazialcazzo, già stavo a casa! Perché non fanno come i vari Labour Day, che capitano sempre di lunedì garantiti al limone?

Ok, detto questo, ci sarebbe il concerto e la musica. Ma non sto a fare un cazzo, semplicemente vi linko il post di Free Fall Jazz e godetevi quello, se il jazz vi garba. Altrimenti potrei postare pure altra sbobba più rocksz… tipo questa:

Sono i Clutch ripresi dal vivo pochi mesi fa. Sono uno dei migliori gruppi dell’orbe. Chi dice il contrario puzza di baccalà e si merita pugni sul cazzo.

Il 25 Aprile è una data importante, una festa da non dissacrare, anche solo perché molti rifiuti umani amano farlo. Solo, le celebrazioni del 25 Aprile in genere coinvolgono musicisti orrendi, noiosi, barbuti e scassacazzo, portasfiga clamorosi come Bobo Rondelli, i 99 Posse, i Modena City Ramblers o la Bandabardò. E quindi io vi do una colonna sonora atta all’uopo, ovvero due ore del magnifico Trombone Shorty.

Perché nelle prossime ore queste parole (Barack Obama, Mitt Romney, democratici, repubblicani, USA, Stati Uniti, Camera, Senato, Casa Bianca, negri) saranno in testa all’hit parade di Google e non mi va di perdermi un boost di popolarità e quindi una bella alimentazione per il mio narcisismo. Ok, detto dello scopo fondamentale di questo post, è comunque d’uopo un minimo di commentino a caldo. E non tanto sul risultato che era, secondo me, abbastanza scontato. Quanto su un effetto collaterale che a molti sarà sfuggito: la fine della (pessima) strategia repubblicana dell’ultima dozzina d’anni, ovvero puntare sulla paura della parte più arretrata della nazione. E’ questo che portò fortuna a George Bush jr: quando, dopo otto anni di presidenza Clinton, gli USA erano un paese avanzatissimo e progredito, ecco arrivare un candidato che rassicurava il reazionariato più retrivo. Votatemi, faceva intendere Bush jr, e l’America non sarà più in mano ai comunisti di merda che vogliono vendere la marijuana in farmacia e fare l’aborto gratis e dare l’assistenza sociale ai negri che poi spendono tutto in crack e poi trafficano coi feti per farci le staminali e i mutanti e poi fanno sposare i finocchi e ci levano i fucili e il governo federale non vuole più il Signore Aggiesuggristo e i costumi e la morale. Si trattava di una massa numerosa di persone che però storicamente non si muoveva quasi mai per votare. George Bush jr e i suoi spaventarono questa massa al punto da spingerla a votare: datemi retta che vi riporto al vostro medioevo preferito. Se per due mandati ha funzionato, poi gli scricchiolii e le crepe hanno mandato tutto a fare in culo. John McCain scelse Sarah Palin come vice, mossa che diede una piccolissima spinta per la prima mezzora galvanizzando gli sciroccati dei Tea Parties, salvo poi trascinare tutto nella merda e nell’imbarazzo. Romney, oltre ad essere molto più mediocre di McCain, ha scelto un randista come Paul Ryan e ha proposto una sorta di randismo misto cristianista. Debacle totale, com’era pure prevedibile – soprattutto se blateri di aborto, gay e immagrazione in termini mongolitici alienandoti donne e latinos e senza dimostrare di avere la minima idea di cosa fare per l’economia e il lavoro del cittadino comune. Anzi, dimostrando con gaffe clamorose di non sapere nemmeno cosa sia, un cittadino comune. Resta fermo il grosso problema degli ultimi anni: una Camera avversa che renderà difficile ogni cosa.

Se in futuro i Repubblicani vorranno di nuovo governare, dovranno davvero liberarsi di tutta questa immondizia, far piazza pulita del reazionariato peso (o meglio, non farci più leva), e puntare su argomenti forti e candidati coi coglioni – per es. Rudy Giuliani, o gente com’era Bush sr o Dwight Eisenhower, che purtroppo mica crescono sugli alberi. Questo sembrerebbe banale da dirsi, ma non lo è: nella terra degli isterismi contrapposti e della politica intossicante, il tutto filtrato da una visione provinciale all’eccesso, cioè l’Italia, Repubblicani vs. Democratici viene visto come l’eterno conflitto Destra vs. Sinistra che si ripete uguale dal 1946, con sigle appena cambiate ma discosi del cazzo sempre uguali. Questo perché l’asse politico USA viene graduato su due cose, libertà individuale e libertà economica: il governo federale interviene su queste due, e Repubblicani e Democratici nella loro storia hanno intepretato quanto lo stato debba o non debba intervenire nella libertà del cittadino di essere esclusivo artefice della sua sorte (lo dico semplificando moltissimo). Un tipo di dibattito che parte da presupposti del tutto alieni dai nostri: usare questi ultimi, come fanno in tanti, porta a risultati del cazzo, come ogni dimostrazione che parta da premesse false.

Cosa succederà, ora, è difficile a dirsi. Gli States hanno un casino di roba da fare, ma spero che riescano a mettersi in carreggiata per bene perché comunque sono fichi (Il Boss Delle Torte è una trasmissione americana, Cortesie Per Gli Ospiti è italiana, questo chiude l’argomento in maniera definitiva), e allo stesso tempo che da noi entrino in gioco le politiche unionistiche in grado di renderci un continente più compatto e difeso dalla finanza e allo stesso tempo più capace di collaborare attivamente, senza andare al traino ogni due per tre. Ritengo sia un passo inevitabile perché il mondo va a suddividersi in aree, in diversi poli: USA, Russia, Cina, più avanti forse l’Europa (comunque alleata atlantica, essenziale in ottica anti-Russia). Multipolarismo di là da venire, eh, perché non è che ‘ste cose arrivino dal giorno alla notte, ma la strada sebbene turbolenta sembra quella. E siccome gli States sono un impero, le turbolenze in corso porteranno cambiamenti di rotta. Alcuni si sono già visti, vedi il non-intervento in posti come Libia o Siria. Suppongo che l’approccio generale verso l’esterno sarà ancora più cauto e difensivo, il che provocherà reazioni balorde negli sbrocconi anti-USA che lamenteranno l’ingerenza americana quando perdono a biliardo. Di altro boh… forse una maggior partecipazione degli alleati, qualora decidano di prendersi qualche responsabilità e creare un esercito comune senza aspettare sempre che Washington gli levi le castagne dal fuoco.