Category: domande e risposte


Sono molte le persone che lo dicono, con tono di sfida: combattere il Sistema. Già. Il Sistema, quello che ci opprime, ci inganna e ci vessa, perseguendo i suoi turpi fini e pervertendo tutte quelle istituzioni che in teoria sarebbero nate per tutelarci e proteggerci, riempiendoci la mente di cazzate e falsità, dividendoci per farci scannare fra di noi, tenendoci all’oscuro e all’ignoranza, nel fondo della caverna. La rete trabocca di siti contro il Sistema, denunciandone l’attività malefica con spietata dovizia di dettagli. Dalla controinformazione degli anni ’60 e ’70 passando per la net-culture degli anni ’80 fino al moderno World Wide Web, alla fine la verità viene a galla: il Sistema vuole la nostra fine e si sta adoprando con ogni mezzo per schiavizzarci. Lo si dice pure in parlamento, grazie ai maldestri grillini. Tuttavia, di fronte a questo mare di accuse e indici puntati, nessuno si è mai preso la briga di chiedere il parere del Sistema, cosa voglia, perché lo faccia, quali siano le sue aspirazioni. E’ facile così. Qui, lo sapete, si fanno le cose seriamente, non ci si tira indietro di fronte al pan pepato come tutti gli altri vili teste di bigongia. E’ per questo che, forse unici al mondo, siamo andati a intervistare un disponibilissimo Paolo Sistema che ha soddisfatto tutte le nostre curiosità.

Buongiorno, signor Sistema…
“Buongiorno, ma ti prego, chiamami Paolo.”

D’accordo. Perché non si presenta ai lettori, Paolo?
“Nessun problema. Sono Paolo Sistema, e sì, sono proprio io quel Sistema che combattete con tanto impegno. Sono nato a Fremenzano, in provincia di Pillaretto. I miei si sono trasferiti in America negli anni 20, perché mio padre era diplomatico, io così ho studiato laggiù laureandomi col massimo dei voti in giurisprudenza ad Harvard. Ho fatto parte della confraternita Skull & Bones, e da lì strinsi i legami con alcune persone che subito dopo la laurea mi portarono nello staff di John Edgar Hoover prima e Richard Nixon poi.”

Addirittura! Un vero e proprio battestimo del fuoco, il suo! Che impressione aveva di questi uomini che, nel bene o nel male, hanno comunque fatto la storia?
“Entrambi avevano delle notevoli capacità e qualità, ma una visione delle cose troppo limitata. Si trovarono in posizione di potere, e ne fecero uso per risolvere le loro ossessioni personali. Avrebbero potuto, e dovuto, fare di più, pensare in grande. Giurai a me stesso che non avrei fatto i loro errori.”

Le si darebbe una settantina d’anni, settantacinque al massimo. Però, stando a quello che mi dice, dovrebbe averne almeno trenta di più!
“La medicina di cui io e alcuni stretti collaboratori (quelli che chiamate Illuminati, per la cronaca) possiamo servirci è molto, molto avanzata.”

Come divenne il Sistema che tutti conoscono?
“In realtà cominciai prestissimo. Ricordi il caso di Roswell? Ecco, io inventai la questione degli alieni e la feci girare fra la gente, mentre i militari dicevano che era un pallone di rilevamento metereologico o qualcosa del genere. Risultato: un gran casino su cui si continua a dibattere a vanvera. Io mi limito ad intascare una percentuale su ogni pubblicazione sull’argomento grazie ad una legge che feci approvare negli anni ’70 tramite un mio uomo di paglia.”

Ho quasi paura a chiederlo, ma… cosa successe a Roswell?
“Diciamo che la NERF e Neon Genesis Evangelion hanno il loro bel sostrato di realtà.”

Ah. Veniamo alle cose di tutti i giorni. E’ vero che c’è il suo marchio dietro ad ogni atrocità commessa nel mondo, dietro ad ogni ingiustizia, dietro ad ogni malefatta, dalle più piccole alle più grandi?
“Non esageriamo, non sono onnipotente. Purtroppo. Faccio il possibile, questo sì. Mi piace tenermi allenato, escogitare nuovi piani, mettere in moto processi storici e osservarne gli esiti.”

Però per i fatti eclatanti tipo 9/11, Kennedy, allunaggio, Ustica, gli UFO, i vaccini, le lobby etc. si può dire che è colpa del Sistema?
“Certo, certo, sono alcune delle mie mosse migliori degli ultimi anni. Per il 9/11 ho anche vinto un premio. Anche se il caso Oslodorf è quello di cui vado più orgoglioso.”

Cosa sarebbe?
“Appunto.”

Capisco. Cosa ne pensa di tutte quelle persone che lottano contro di lei ed espongono le sue malefatte su internet?
“Sono tenaci, da questo punto di vista li ammiro pure. Io elaboro piani estremamente complessi, però la catena di comando per l’esecuzione dei medesimi è lunghissima e profondamente ramificata. Fra governi, agenzie, industrie, media, ci sono sempre quelli che prima o poi fanno errori e sputtanano le cose involontariamente. Qualcuno nota un particolare su internet, magari da una telecamera di sorveglienza in bassa risoluzione o da un filmato di cellulare in penombra, e fa scoppiare un casino. E’ davvero seccante, ma purtroppo non posso fare tutto da solo. Pazienza, ci vorrà del tempo prima che tutta questa gente possa dire di aver sconfitto il Sistema (ride, nda)!”

Di solito, la maggior parte della accuse va alla CIA e al Mossad. Come mai?
“Perché sono in gamba e sono professionisti, quindi mi servo spesso di loro. Anche l’MI6 non è affatto male, eh.”

Cosa ci può dire delle scie chimiche?
“Un progetto molto interessante. Ci voleva qualcosa per ridurre la popolazione mondiale, controllare le menti delle persone a cui era stato installato il microchip con le vaccinazioni, fare scoppiare terremoti a comando e manipolare il clima. Avviare tutti questi progetti insieme sarebbe stato lungo e costoso, e grazie a internet fin troppa gente si stava svegliando. Così ho ideato le scie chimiche come soluzione ottimale. Hanno lo svantaggio che, da terra, l’inganno si scopre. Ma va bene lo stesso.”

E le crisi economiche?
“Quelle si fanno per poter poi causare le guerre e far arricchiere la massoneria ebraica. Ah, e per il petrolio. Anche il Vietnam.”

Ma in Vietnam non c’è il petrolio!
“Non più…”

Ok. Resta una sola domanda, la più importante. Perché?
“Perché sono malvagio.”

E rispondendo a quest’ultima domanda, Paolo Sistema mi fa vedere la carta d’identità: alla voce allineamento c’è proprio scritto chaotic evil. Ringraziamo Paolo per questa illuminante intervista. Da oggi sapete.

Il plebiscito per Renzi, lì per lì, l’ho preso così, tranquillone – come dire, ok, la cosa importante è che Peppe sia stato preso a ciabattate e che non sia emerso qualche minaccioso coagulo di estrema dx antieuropeista sbroc sbroc. Va beh che all’orizzonte non c’era, ma meglio esser sicuri. Insomma, Renzi col 40% o similia, uno stacco netto nettissimo. Dopo qualche giorno, cioè, oggi, mi viene in mente una cosa: siamo ad un punto di svolta. Nel modo di condurre le campagne elettorali in Italia, dico. Perché finora gli avgvsti, colti et preclari polytici di sx hanno sempre seguito alla lettera le indicazioni contenute in “Perdere Le Elezioni Sistematicamente For Dummies”, in particolare la regola n.1 del Decalogo dello Sfigato: mai pensare di sottrarre elettori all’Avversario, pena la contaminazione. L’elettore dell’Avversario, difatti, che cos’è? Le Cronache individuano un bruto che sa a mala pena leggere e scrivere (far di conto, in Italia, non è considerato importante, il sapere scientifico è merda), guarda solo Italia 1, Rete 4 e Canale 5, evade le tasse a più non posso, è un imprenditore veneto/lombardo (possibilmente colluso con la mafia) o in alternativa una sciampista col sogno di diventare velina, o un coatto analfabeta che vuol diventare calciatore. Detto elettore veniva sbeffeggiato e denigrato ovunque, nelle Cronache come nei cenacoli della Parte Sana del Paese. Che in quanto sana voleva pure restare incontaminata: non possiamo mica mescolarci a questa feccia, magari son pure contagiosi!

Falco grillaio

Ebbene, perseguendo questa strategia con stolida determinazione, i nostri ganzoni non sono mai riusciti ad andare al governo, se non un paio di volte in sgangherate coalizioni tenute insieme con lo sputo e pronte a cadere al primo scossone. Applicando il loro credo, ripetendo ogni tre per due “solo chi ci vota (o voterebbe) fa parte dell’Italia Migliore, gli altri sono una subrazza di evasori analfabeti”, hanno ottenuto sempre e solo i voti di chi li vota o voterebbe, senza convincere gli indecisi che hanno risposto con roboanti vaffanculi agli insulti. Allo stesso tempo, Peppe non ha fatto di meglio: merda, vaffanculo, tutti a kasa!1!1! ogni tre per due, chi non ci vota è colluso mafioso massone ki ti paka!1!!, con in più l’assordante massa di mongoloidi su internet che rendono veramente pesante l’atmosfera. Renzi deve aver capito, primo fra tutti i politici degli ultimi vent’anni, che se errare è umano, perseverare è diabolico. E quindi non ha insultato nessuno, lasciando che gli altri si fregassero con le proprie mani. Chapeau!

Di qui a dire che saran tutte rose e fiori, ewwywa Renzi etc etc è tutto da vedere. Purtuttavia, vedo esattamente in questo un fatto positivo e incoraggiante. Nel fatto che ci sia un astuto cervello che mette nel sacco, con una mossa quasi invisibile, un’ampia congerie di teste di merda.

Spassoso, davvero, mi riferisco al nuovo PPV che la WWE ha messo in piedi per S. Valentino, anche se con wrestler meno atletici del solito. Interessante pure l’idea di farli lottare in giacca e cravatta, in un setting che ricorda un’aula parlamentare. Ah, come dite, in realtà è successo davvero? Non era un PPV? Strano perché la gente si sta comportando esattamente come quando guarda il wrestling: storyline che si ripetono ciclicamente con attori nuovi, ma divertimento e tifo assicurato per i propri idoli, come se fosse la prima volta. Quindi capirete il mio stupore, quando vedo su Facebook (il grande bar nazionale) vesti stracciate e volti pavonazzi. Io pensavo ingenuamente al wrestling. O almeno, a qualcosa che ne riprende talmente da vicino il funzionamento che non dovrebbe stupire nessuno. Perché insomma, quello che è successo in questi giorni è la solita vecchia storia: un regolamento di conti interno al Partito Deficientocratico. Volete un recap?

Ottobre 2007 le primarie (ahahah, ok, mi fermo) incoronano leader Walter Veltroni (ahahaha, scusate, non ho resistito). A inizio 2008, che succede? Dimissioni di Prodi, ritorno alle elezioni e ad Abbelluscone, sbroc sbroc. Questo è semplice, perché non ci possono mica essere due capi: se il capo era Prodi, perché quell’altro deve mettersi alla testa del PD e cominciare una frattura che porterà inevitabilmente al patatrac? Beh, per un misto di ambizione e stupidità. Un nuovo capo ha finito per logorare l’altro, e non dite che fosse difficile da immaginare, perché la storia dei due galli nel pollaio è proverbiale.

A dicembre 2013 le primarie acclamano Renzi. Oggi che succede? Che il governo di Letta viene raso al suolo con una bella finisher; Letta si dimette. Renzi, che già deteneva la cintura di Campione del PD, si appresta a prendere quella di primo ministro e a unificarle. Ora, guardiamo il quadro da una prospettiva un po’ più ampia, senza dare subito la colpa al negro. Renzi, già PD Champion, si trovava di fronte a tre potenziali opzioni:

1) Restare al suo posto, appoggiando il governo Letta nella sua immobilità. La sua immagine di Rottamatore ne sarebbe stata danneggiata, perché sarebbe stato l’ennesimo wannabe-nuovo che diventa la solita sbobba. E chi ci arriva al 2018?

2) Togliere la fiducia e invocare le elezioni anticipate. Questo poteva tradursi in un turn heel potenzialmente pericoloso. Già Renzi tende all’heel di suo, ormai, ma un turn adesso è proprio sbagliato. Immaginate i vari opliti del bene che strillano “ahhh, sete di potere, sbroc sbroc, nessun interesse per l’Italia sbroc sbroc”?

3) Prendere il toro per le corna, turn heel plateale e diretto, con l’intenzione di fare tutto ciò che l’immobile governo di Letta non ha fatto, tentennando ad ogni piccola rimostranza (vedi: IVA, finanziamento partiti, riforme tasse/lavoro, legge elettorale…).

Una persona ambiziosa che punta al titolo sceglierà la terza opzione, che potrebbe permettergli di arrivare al 2018 avendo già dimostrato, per lo meno, di averci provato. E le Buone Intenzioni si sa, assolvono in anticipo. Soprattutto quando la memoria è talmente corta che una storyline viene dimenticata a mezza via!

Insomma, ancora una volta il PD sfrutta il ring istituzionale per sistemare problemi interni, un po’ come Edge e Lita (che però eran molto più fichi, bravi e intelligenti e meritevoli). Val la pena di ricordare un’altra storyline che oggi sembra inedita: quella del governo tennico. Qualche anno fa tutti a strillare “levateci Abbellustone!!!”, che in effetti nel bel mezzo della crisi faceva meno di un cazzo. Napolitano fece formare il governo tennico mettendo alla guida Ammariomorti sbroc sbroc, con il compito di riportare i parametri economici entro certi valori in tot tempo. Cosa che fece in maniera sanguinosa, miope, stile Sradica & Rastrella.  Oggi tutto questo viene rappresentato come “Napoletano golpe banche sbroc sbroc lo tice Peppepkrilo!11” quando invece è solo un Presidente della Repubblica che piglia le palle e fa quel che può nei limiti del consentito.

Ah, dimenticavo: tutta la storyline in corso fece la sua prima nel 1998. Gli scenari possibili ora sono parecchi. Ricordiamoci che la cintura di campione, nel wrestling, è la certificazione della capacità del wrestler stesso di catturare l’attenzione del pubblico. Renzi ha cominciato la scalata. Vedremo che succederà. Il bello di questo PPV è presto detto: è gratis.

E insomma, no, ieri capita che guardo la tv ma non una delle cose che vedo di solito (per la cronaca sono: “Man vs. Food”, “Abito Da Sposa Cercasi”, le robe di Gordon Ramsey, “Acquari Di Famiglia”, “Diario Di Una Nerd Superstar” e le repliche di “Tre Cuori In Affitto” su Frisbee), ma piuttosto una trasmissione di politicame non meglio identificata. Per prima cosa c’è Renzi che viene intervistato un po’ dal conduttore e un po’ da un altro tizio. Su Renzi non ho opinioni precise, fondamentalmente perché non me n’è mai fregato un cazzo. Comunque, un po’ da quel che avevo carpito da fonti di terza mano, un po’ da quel che ho sentito ieri in prima persona, Renzi sa parlare, è comunicativo, dice (o ha detto in quella specifica circostanza) cose di elementare buon senso – il che mi porta a (s)ragionare su quel che leggo oggi su varie bachece di Sbrocbook. Cioè, cose tipo “so cosa non voterò: di sicuro niente centrodestra nè Peppecrillo, e se le primarie le vincesse coso, lì, come si chiama, quell’altro, forse lo voto”. Coso lì è uno che in effetti non ricordo bene, Civati o qualcosa del genere. Con un rapido giro internettaro, partendo da Wiki, si capisce già una cosa: se uno non vuole votare nè centrodestra ma Peppecrillo, si metta l’anima in pace perché votando un noioso professorino sbroc con la sfiga nel codice fiscale, come Civati, cdx e Peppecrillo hanno la strada spianata. Tornando alla trasmissione, arrivavano pure comunicati rosiconi di D’Alema che a quanto pare è inviperito con Renzi. Risate grasse, ahr ahr ahr, speriamo D’Alema prenda domicilio in Molise una volta per tutte. Il punto su cui riflettevo comunque è: perché ora tanti odiano Renzi? Secondo me, già solo il fatto che sia l’unico politico comunicativo fa scattare l’associazione con Abberlusconi, e quindi l’odio. E poi, ha qualche chance di vincere, quindi questo lo rende terrorizzante: stare in eterna oppisizione ti consente di lamentarti all’infinito e non fare un cazzo, fedele all’armiamoci e partite che è molto italian style. E soprattutto, fedele alla completa irresponsabilità e disorganizzazione pd-esca: se vince il leader che mi va bene ok, altrimenti separatismo e nuovi rivoli. Oh dio cane, mai, mai che la gente accetti il risultato e si organizzi attorno al leader scelto per portare avanti un programma o una decisione o almeno una tombolata. No. Che teste di merda.

Parlando di teste di merda, la trasmissione proseguiva coi campioni indiscussi del genere: Peppekrilo e i krillini. Era un po’ che non vedevo/sentivo queste scimmie, ma onestamente dopo cinque millisecondi avevo una gran voglia di annegare Genova in un cocktail di napalm e agente arancio. Questa congerie di biliosi scemi infoiati proprio non si può sentire. Ma l’ho scritto un sacco di volte, è solo che li avevo un po’ persi di vista. Credo che i krillini si distinguano in due gruppi, ovvero krillini per incazzatura tappavena e krillini scemi autentici, con un insieme intersezione non vuoto. Da quella che è colpa delle banghe e dell’Europa, a quelli della demograzzia partecipata, a quella della solidarietà e delle idee, a quella che si traferisce in Thailandia ma magari torna se vince Appeppe e le cose migliorano, per finire a Peppe stesso che urla in crescendo rossiniano le condizioni e i referendum da dettare all’Europa, che in base a qualche assurdo principio dovrebbe fare quel che vuole lui, così, senza condizioni. Rabbia e ignoranza, ripeto. Già solo per le parole d’ordine e gli slogan grilleschi ripetuti a minchia ‘sta gente non si dimostra molto diversa dai PDL o dai circoletti sgommunisti. E poi confondere/ignorare volontariamente “democrazia” e “democrazia rappresentativa”, unita a colossali falle sui concetti economici terra-terra come il discorso sull’euro, mi perplime (=mi fa venir voglia di decapitazioni di massa stile Arabia Saudita) e non poco.

Ok, sono bastati quei minuti alla tv ieri per riprender coscienza del peggio dell’umanità. Che nausea. Ne avevo preso le distanze, ma ora ritorno al mio eremo isolato dalla merdaglia, se non tramite occasionali inevitabili Facebookate. Ma come si fa, diranno alcuni. In realtà non è difficile, basta selezionare accuratamente le proprie frequentazioni. Negli anni ho imparato a circondarmi di persone che o vomitano all’idea di tutto questo sbroc e hanno la vita piena di interessi interessanti che li tengono lontani da politicame e rompimento di coglioni al prossimo (due cose che vanno a braccetto), oppure che so già essere sbroccatissime e quindi se ormai mi tocca tenerle per amicizia di lunga data o similia ok, ma ci parlo del tempo, della pizza e delle scuregge, limitando la frequentazione all’inevitabile. Per il resto, meglio erigersi un muro intorno. Dentro il muro, le persone e le cose che mi piacciono e mi fanno stare bene, fuori dal muro tutto il resto, fra gente e cose di merda. Sarà per questo che vivo tranquillo e rilassato, e voialtri idioti siete sempre ansiosi e agganghiti, brutti imbecilli. Tiè.

Con questo post rinverdisco, probabilmente, un’antica tradizione di questo blogbs che ormai era passata un po’ in sordina: dire quanto il PD sia il Partito Deficiente e quanto sia ovvia la vittoria di Abberlusconi dato il carattere, fondamentalmente cazzone ed irresponsabile, degli italiani. Oddio, in realtà su quest’ultima parte ci sarebbe già un post dell’ottobre 2009 che vi rivogo, gli aggiustamenti di traiettoria li saprete fare da voi e in caso contrario siete dei coglioni. Bene, torniamo a noi, ma brevemente che non ho poi così voglia. Insomma, no, c’è un accrocchio di spastici che non riuscità a governare e quindi vedrai che di qui a fine estate arriva un governo tennico, che speriamo sia obbligato ad esistere e impossibilitato a cadere, un governo che deve solo dire sì ad una serie di riforme necessarie per europeizzare questo posto di merda, w la Merkel già che ci siamo, speriamo mandi Ser Gregor Clegane a raddrizzare qualche schiena. Dicevo, a parte questo: possiamo notare alcune cose molto divertenti.

1) E’ Abberlusconi cambiato, in questa campagna elettorale? Assolutamente no, il suo stile è sempre quello che tanta fortuna gli ha portato negli anni. Nemmeno aveva dato avvisaglie di cambiare alcunché nel suo modo di fare, giusto solo una mezza idea di non candidarsi e lasciare il suo partito nelle mani di, boh, non so, uno dei suoi sgherri più fidati. Semmai, Abberlusconi ha trovato subito il tasto da picchiare, ovvero l’IMU e di riflesso Ammariomonti e più in generale le tasse. Vecchi sistemi che funzionano sempre, in una nazione incivile dove è sempre colpa di qualcun altro.

2) Il Partito Deficiente aveva già scritto il suo destino nel granito quando ha fatto fuori Matteo Renzi alle primarie. Perché era un figura sia giovane che carismatica, con in più esperienza politica (critcata da molti, elogiata da altrettanti, ma qui non importa) di prima mano. Non che voglia dire molto, eh,  pure Weltroni è stato sindaco… Comunque, ci scommetto il culo (vostro) che Abberlusconi ha messo da parte i piani di ritiro solo quando Bersani ha vinto le primarie. Non so se abbiate mai sentito le tipiche frasi degli anti-Renzi, roba tipo che eh, dio bestia, Renzi è uno stronzo perché ho sentito che tanti delusi dal PDL voterebbero PD se il candidato premier fosse lui, quindi meglio votare gente con un lungo curriculum di sconfitte tipo Bersani o Vendola! Ah! Coglioni di merda.

3) Appeppecrillo. Anche su di lui ho già scritto e non ripeto. Anche lui, come Abberlusconi, è un mezzo vate e un completo cazzaro, e anche lui va a toccare il portafogli con boiate epiche: se Abberlusconi restituisce l’IMU, Appeppecrillo istituisce il reddito di cittadinanza di 1000 euro garantiti al limone. Il che significa: gli italiani amano grufolare nella merda finché la barca tiene, poi quando il loro grufolìo comincia a far affondare la barca vogliono l’uomo della provvidenza e il capro espiatorio. Di conseguenza, come prima premier donna d’Italia ci vedrei benissimo Wanna Marchi.

Appare abbastanza evidente, ormai, che l’Italia non abbia alcun desiderio di pensare a lungo termine. Che voglia solo difendere uno status quo che bene o male permette il vivacchiamento, tanto poi si può sempre cucinare la pasta alla pomarola. Insomma, l’Italia è una tossica che mente a sè stessa e agli altri, e ogni volta che gli si presenta una via di uscita ci prova ma poi ci ricasca subito appena vede uno con l’aria da spaccino che gli dà le dosi. Come dicono i sempre amabili Lamb Of God, a quick fix for all that you think that you need.

Certamente possiamo trovare, in tutto questo macello, un aspetto positivo: Antonio (Di Pietro & Ingroia), Paola Binetti e Gianfranco Fini fuori dalla cazza. Anche queste sono, pur mediocri, soddisfazioni.

Ancora una volta le forze restaurative remano contro all’Arte e alla Cvltura. E’ successo di nuovo a Caltagruate, dove Ermenio Sbrenna, pittore e performatore, si è visto negato il permesso della sua nuova installazione “Circomene Derelicta” in quanto, a detta degli inquirenti, oltremodo oltraggiosa nei confronti di quella morale del Signore Iddio Gesù (cane, aggiungeremmo in un secondo tempo) che tanto bene ha fatto all’arte, vedasi i dipinti lì di coso, Giotto e Michelangelo, ma tuttavia non possiamo in nessun modo far sì che tutto ciò, lo scembio, diventi un’abitudine, perché ne va della nostra buona nomea, ed dovrebbe essere chiaro a tutti, ma in un paese deficitario di culture e attenzioni, in cui i valori sono in crisi e si mandano in pensione giornalisti preparati come Salvatore Gualla e critici d’arte di fama internazionale come Alybrando Siraghi, ecco, in questo paese per forza poi che scende il PIL, per forza poi che le agenzie di ratingsz declassano tutto e mandano in malora le piccole aziende che lavorano sul chilometro zero mentre arroganti calciatori come Balotelli danno un cattivo messaggio ai giovani, cioè che è bello essere negri e trombare le vedettes, che poi che cultura ci viene fuori se non quella dell’ignoranza e della plebe che non capisce un cazzo, proprio di questa gente qui che sarebbe l’anima del paese insomma il grande processo restaurativo spinge le spinte centrifughe dell’arte a coalizzarsi in un groviglio liquamoso di rizomi e sterco, di incrostazioni del linguaggio e della semantica dell’ovvio per cui al giorno d’oggi

un giovane uscito dal liceo non è in grado di estemporarizzare su due piedi i molteplici dislivelli di lettura della Vita Nova di dantesca memoria, ma allo stesso tempo sa dirvi tutte le formazioni dell’Atalanta dal 1979 a oggi e per di più crede che furbescamente agendo per conto terzi con attività di basso conio morale e intellettuale sia possibile costruirsi non già un futuro, ma quantomeno un presente coincidente con l’acquisto dell’iPhone con cui andare in giro e fare le foto ai negri, oppure da ricaricare mediante l’estrinsecazione di performance sessuali dietro pagamento, che secondo alcuni è pur sempre un’instradazione alla via dell’imprenditoria personale, secondo altri però e io mi ci schiero altro non è che la deriva ultima della corporeità post-meretriciale in cui ormai l’intelletto è totalmente staccato dal corpo e lo utilizza con disinvoltura come mezzo per ottenere qualche osso di gabbiano, qualche enfisema nei kiwi, qualche lavanda gastrica gratis dal reumatologo della mutua

che stando ad alcune voci di corridoio, tuttavia piuttosto affidabili, è pure manfruito e lo acciuffa a chilometri nel tabarén ogni sabato sera per modico prezzo dietro il Mercato Ortofrutticolo, dimmi un po’ te ora se un mestiere onorato come quello del medico oggi dev’essere pure infestato da’ finocchi, sono veramente tempacci di crisi che si rifrangono come un’onda malsana e miasmatica nella vita di tutta la società, al punto che ormai fra un Presidente della Repubblica e uno sbozzascalini non v’è più alcun possibile distinguo, e anzi è ancor più rimarcata l’uguaglianza fra le due parti e si ritiene ormai giusto e scontato asserire che chi dice il contrario sia un negro

che si chiama pure Billi ed è bravo a basket, questa disciplina sportiva che allena i muscoli senza aguzzare l’ingegno e quindi è tutta una deriva entropica questa qui che prende la società dove i tracciati individuali si atomizzano in un brodo primordiale inconcludente reificato dalla pertecipazione agli Europei di Calcio ove si uccidono cani per permettere ai milionari di tirare calci al pallone, tutto questo uccide l’intelletto dei nostri giovani che troveranno più interesse ad andare in giro sulla spiaggia a vendere gli accendini perché è così che ha iniziato Balotelli, che se magari si fosse dedicato ad uno sport di grandi valori morali tipo il rugby avrebbe smesso già in giovane età di essere negro e oggi occuperebbe un palazzo a Milano con le sue installazioni artistiche che mettono in crisi la società dei consumi e basta che mi sono rotto il cazzo dio merda, oh.

(ps: post n. 666!)

I fatti di Firenze, dopo la discussione del brillantissimo e acuto post precedente, non meriterebbero altra discussione. Purtuttavia, nell’aere si respira un’aria malsana. E, in maniera del tutto irresponsabile e incivile, non mi riferisco tanto al montante clima di razzismo sempre più esplicito e brutale. Credo sia un effetto collaterale dei momenti di crisi e incertezza: la torta si restringe e allora qualcuno ha l’idea di allontanare gli ultimi arrivati, per paura di ricevere una fetta fin troppo piccola. Una paura che si ripresenta con puntualità e che trova sempre terreno fertile, oggi come ieri, e dunque non voglio discutere. Ora, in futuro chissà. Mi interessava invece come questi fatti abbiano riverberato nel mondo, piccolo e micragnoso, della letteratura fantastica italiana e di che altarini e imbarazzi siano saltati fuori.

Riassuntino rapido rapido: il pistoiese Gianluca Casseri, appassionato di Tolkien & Lovecraft, scrittore di un romanzo e saggi online, simpatizzante di Casapound e frequentatore di siti e forum di estrema dx, piglia la pistola, va a Firenze, spara ad un gruppo di negri uccidendone un paio, e poi si suicida.

Dovrebbe essere sufficiente l’ultima frase per classificare Casseri come folle pericoloso testa di cazzo in primis, e razzista in secundis, perché di tutte le persone presenti in piazza Dalmazia ha mirato proprio agli ambulanti senegalesi, con cui non aveva mai avuto contatti personali, quindi erano bersagli simbolici. Questa storia però non è certo morta lì, ha anzi scoperchiato un vaso di Pandora dove si annidano cialtroni, equivoci, coscienze sporche e calzini sottaceto.

Stampa e giornali hanno subito ricorso al luogo comune di grande successo, la costruzione del Deviato Mostruo: frequenta il fantastico, vedrai è un nerd, pare pure nazifascio, certo è un individuo strampalato perso nel suo mondo – i morti sono rapidamente spariti di scena per lasciar spazio alla mitologia classica del Deviato, lasciando a intendere che forse forse se Casseri era quel che era vedrai è anche colpa delle sue frequentazioni culturali, c’aveva pure un film di Callahan in casa, voglio dire, no? E’ quello che Davide Mana ha brillantemente esplorato e approfondito in questo post, quindi vi rimando a lui.

Parallelamente. Lara Manni, scrittrice e bloggatrice che finora non conoscevo, ha sollevato un interrogativo: in Italia c’è sempre questa pessima opinione di fantasy e fantastico in generale, dipinti al meglio come escapismo senza valore artistico e al peggio come surrogati del Mein Kampf, ma non è che un qualche fondo di verità, dovuto a certi pessimi maestri e non ai libri in sè, ci sia? Se pensiamo alla storia editoriale italiana del Signore Degli Anelli (tanto si torna sempre lì), la risposta è affermativa. A partire dall’astrusa prefazione di Elemire Zolla, che parla di letture allegoriche e simboliche in maniera tanto forzata e arbitraria da far pensare che stia parlando di qualche altro libro, lo scatafascio si è compiuto ineluttabile. Poco importa che ormai i Campi Hobbit siano una reliquia del passato che solo Natalia Aspesi tira fuori quando vuole criticare Tolkien attraverso Peter Jackson. La frattura causata da quella prefazione e dalle tristi vicende degli orrendi anni ’70 hanno visto la critica di Tolkien (e di tutto il resto del settore), in Italia, come terreno esclusivo di un gruppo ristretto capeggiato da Gianfranco De Turris. E qui comincia il brutto, perché De Turris se possibile fa peggio di Zolla: forza una lettura evoliana del SDA. De Turris frequentava quel coglione di Evola e ne condivide le idee mongoloidi. Da lì a dare una lettura rigidamente tradizionale, anzi, Tradizionale ed Esoterica del SDA il passo è brevissimo e quel che restava della cristalleria va in frantumi.

Occorre notare a questo punto come i legami siano stretti e aggrovigliolati:

– Il Signore Degli Anelli e Tolkien sono ormai considerati roba di dx perché l’unica critica che si occupa di loro è rappresentata da De Turris e compagnia.

– De Turris è seguace di Evola (Tradizione, Teoria della Razza e merda simile), e ne applica il pensiero a quelli che, a detta sua, sono Simboli Universali inconsciamente inseriti da Tolkien nel suo libro. Il fatto che Tolkien stesso lo negasse con decisione è, per De Turris, un’ulteriore conferma: son cose talmente profonde e vere che uno non se ne rende conto.

– De Turris ha pure scritto la prefazione a due libri di Casseri, riportando in uno l’opinione del suo mentore Evola che sì, i Protocolli dei Savi di Sion sono falsi, ma dicono cose vere, e quel che succede nel mondo oggi ne è una prova scie chimiche signoraggio, insomma, siamo in piena zona Blondet.

– Casseri, elogiato da De Turris e conferenziere sul fantastico in varie occasioni, avrà esposto tesi simili. O quantomeno non in contraddizione. Era anche un membro molto attivo di forum di estrema destra suprematista bianca e violentemente antisemita, che all’indomani del fattaccio hanno subito rimosso tutto per minimizzare, è solo un simpatizzante come tanti, e purtroppo era pazzo.

In realtà, se uno andasse a vedere i forum tipo Stormfront (non linko simile merda), di teste di cazzo che difendono Casseri ne trova finché ne vuole. Alcuni di questi condivideranno pure l’humus culturale De Turris/Casseri, nella misura in cui questi ultimi sostengono/sostenevano le teorie di Evola – nazismo appena paludato. Ed è quindi probabile che amino fantasy etc. nella stessa misura, aderendo all’interpretazione di De Turris. E here falls the donkey, perché questa interpretazione è una volta di più una cazzata, ma è stata coltivata e monopolizzata per talmente tanti anni da esser data per buona (“gli unici che ne parlano sono quei critici e intellettuali di estrema dx, vedrai che…”), e solo qui. Perché nel resto del mondo Tolkien, piaccia o meno non importa, è studiato criticamente e dibattuto. Le teorie di De Turris, strumentali e superficiali, non hanno alcun terreno. Qui sono l’unica cosa che c’è, complice la noncuranza da parte dell’editore, perché probabilmente Tolkien si vede senza sforzo e non saranno due prefazioni o testi critici fatti a cazzo a cambiare le cose, e complice la critica letteraria che decide volontariamente di snobbare e deridere uno dei settori più interessanti della letteratura dell’ultimo secolo. Questo deserto non fa bene a nessuno: alimenta la superstizione del fantastico roba per citrulloni neonazisti dando ragione a Natalia Aspesi, rende l’Italia arretrata e provinciale pure in questo settore, e per ultimo fa malissimo alla letteratura stessa.

Non solo: la famosa correlazione con la violenza, a cosa la possiamo attribuire? A hobby e passioni, o alla fede in ideologie che predicano lo sterminio degli inferiori, fede condivisa con altre persone che non vedono niente di male in pestaggi e organizzazioni di gruppi paramilitari?

Uff. Chiudiamo in bellezza:

Ah, in tutto il post, prendete un po’ Tolkien come improprio e ingiusto sinonimo di tutto ciò che è fantasy e fantastico e fantascienza. Un po’ perché da noi si tende a fare di tutta l’erba un nazifascio, un po’ perché la discussione partiva da lì ma per semplificare faccio così lo so che poi ci sono un fracco di cose etc etc insomma capito, no?

Quando avevo otto o nove anni, il padre di un mio amico portò me e suo figlio nel bar che per primo faceva hot dog e hamburger nella nostra città. Non so se fosse davvero il primo, di sicuro era il primo in cui mettevo piede e il mio primo assaggio di tale augusto cibo, nonché il posto ove sviluppai il mio particolare gusto per il piccante. I primi fast food scrausi iniziarono a comparire solo dall’anno successivo, e uno di essi è incredibilmente attivo pure oggi. Non so neppure se a quei tempi il bar fosse un covo di tossici e sfaccendati d’ogni risma, ma credo di no, altrimenti il padre di quel mio amico non ci avrebbe portati. Oggi quel bar esiste sempre, uguale identico in ogni singolo particolare, ed è un vero e proprio formicaio di tossici e sfaccendati. Lo so bene perché si trova nella via parallela alla mia, sebbene all’estremo opposto, e ci passo spesso davanti per andare al supermercato. Badate bene, che se tutto restava così non c’era niente di divertente. Non perché non si ride degli scoppiati, anzi. E’ che, da un paio d’anni almeno, sull’angolo opposto rispetto al bar hanno aperto un Punto Snai prima e una sala da giuoco poi. E’ qui che ci si cauterizza l’esofago dalle rise.

Vedete, quando ora si passa dal bar, a qualsiasi ora del giorno, c’è un cordone ininterrotto di marci che si spostano dal bar al Punto Snai e alla sala giochi. Come una processione di formiche, bevono qualcosa al barre, vanno a giocare il resto, e a bersi la magra vincita subito dopo. A volte sono al cellulare e parlano con altri marci, magari si fanno consigliare le puntate. Marci, sì: hanno tutti i colorito polveroso di chi vede solo luce artificiale, la faccia tra il furbetto e il cerebroleso, vestiario scolorito e sfatto oppure tamarro scopritatuaggi. Rappresentano un tipo di fauna umana interessante, ma non di per sè, quanto piuttosto per il gusto della speculazione intellettuale sull’ambiente in cui vivono e certe dinamiche socio-economiche figlie dei teNpi. Chi sono, quando ritornano a casa, i marci? Cosa li anima? Cosa li spinge? Come campano? Tutte domande complesse cui darò risposte a cazzo, così, perché mi va. I marci sono tossici e drop out vari che non fanno un cazzo da mane a sera salvo quel che dicevo prima, cioè la spola bar-gioco. I posseduti dal demone del giuoco che sono pure alcolisti e/o drogati devono avere qualche forma di entrata, in primis per i viziucci, in secundis per riuscire in qualche modo a mantenersi. Escluso in partenza che siano ricchi sfondati, altrimenti andrebbero a Las Vegas o a Montecarlo, sono stanziali. Parte delle loro sostanze deve per forza seguire questo iter:

$$ ==> bar ==> Gioco(resto(bar)) ==> da capo

Ma si tratta, com’è ovvio, di un ciclo di durata limitata, perché ogni anello della catena comporta qualche perdita. Il marcio di sicuro non lavora, credo che pure l’idea di qualche lavoretto occasionale non lo sfiori neanche un po’, quindi probabile che si procuri i danari in altra maniera: lo spaccio, il microcrimine, il prestito da amici menefreghisti che vogliono solo zittirli, il prestito a usura, l’impegno di ori e valori presso i vari ComproOro, vendita di collezioni/dischi/aggeggi vari. Fra tutti, credo solo lo spaccio consenta entrate costanti e rischio minimo. I marci poi abbisognano di questo danaro per mantenersi, in qualche modo: se i più giovani possono ancora parassitare i genitori, i più grandi no di certo. Magari certi marci convivono in appartamenti, suddividendosi le spese come studentelli cresciutelli. Immagino che il marcio di professione non possa nemmeno essere minacciato granché da Equitalia, visto che ha solo roba in prestito e pochi soldi in circolo continuo. Ricapitolando, sui marci scommetitori tossici del baretto convergono con ogni probabilità  spaccio, furtarelli, usura, vendita ai ComproPreziosi. Ogni marcio probabilmente disintegra mille euro a settimana. Ho notato una cosa, in città: diversi Punti Snai e agenzie di scommesse hanno chiuso, mentre i ComproPreziosi sono aumentati. Logica vorrebbe che invece all’aumentare del giuoco aumentassero pure i ComproPreziosi. Vorrà forse dire che la gente giuoca meno, e i ComproPreziosi sono lì per i cittadini normali in difficoltà per la crisi? Sbagliated!

Mi è venuta incontro la pubblicità: il gioco online decolla. Ci sono un sacco di spot televisivi oggi sul gioco online. Un sacco di gente potrà giocare online senza frequentare più sale da gioco varie, comodamente da casa. Anche in giro, quando nasceranno le inevitabili apps per portatilame assortito – oh, magari ci sono già e io non ne so nulla, non ho voglia di cercare. I marci, una volta che se ne saranno resi conto, si butteranno sull’high-tech? Con uno scass-pc casalingo può darsi, anche se a questo punto la connessione adsl andrebbe a gravargli sulle spese, a meno che il bar non abbia la wifi, ma a questo punto dovrebbero almeno spendere 200 eurini per un netbook, e però al bar chi glielo fa fare di mettere una wifi ad esclusivo uso dei marci? C’è da dire che, se stanno tutti fissi lì, probabilmente consumano anche di più. Dissezionato il possibile rapporto fra marci e tecnologia, cioè che dovranno recuperare da qualche parte un pc e parassitare reti wireless, l’interrogativo n.1 è: ma il gioco d’azzardo non sarebbe illegale, in teoria? C’è qualche passaggio che mi sfugge. Non so nemmeno quanto i marci dietro casa mia siano rappresentativi dei marci proiettati su scala cittadina, figuriamoci nazionale… anche se la sensazione è che comportamento e habitat del marcio siano quelli un po’ ovunque. Forse lo stato preferisce questa situazione grigia, a margine fra legale e illegale, per farci copiose creste. E’ una zona grigia, questa dei marci del gioco, che fa pure il gioco (scusate la ripetizione di aggiesuggristo) della malavita che deve averci un indotto copioso. Bah, che se ne vadano a fare in culo tutti quanti.

Niente, lei è Jill Junius, la cantante degli Huntress, pare una versione 2.0 di Janet Agren e mi pareva giusto mettercela.

La misura dell’importanza e della malwagytà di una persona la danno le intercettazioni. E’ un dato di fatto dell’era dello sbroc. E siccome poche persone al mondo possono dirsi importanti e malvagie quanto me e Astrosio, era naturale che ci intercettassero per pubblicare poi le nostre turpi chiacchierate su Repubblica, Libero, Dagospia e Il Corriere. Tuttavia, com’è noto, sappiamo chi fa le pentole (il Diavolo), ma non chi fa i coperchi. Ebbene ve lo posso svelare: io e Astrosio facciamo i coperchi, e se i Diavoli dei giornali stanno per pubblicare le nostre intercettazioni, noi aggiungiamo i coperchi intercettando loro. E li anticipiamo, così ci si guadagna noi, che poi siamo gli intercettati e non vedo perché dei giornalisti debbano lucrarci sopra e noi no.

Le streghe sono vecchiacce brutte che volano su scope malandate, e sono vestite di stracci malandati, e fanno paura ai bambini. Berlusconi è un vecchio brutto che vola sul jet privato, veste, bene o male a secondo dei gusti, ma certo non di stracci. E in alcuni casi fa paura ai bambini. Perché questo paragone? Benché agli scriventi – sia chiaro – non interessa una sega di quanto si sta per scrivere, hanno trovato divertente notare alcune analogie fra il Malleus maleficarum, libro del 1486 (quasi milleccinque!), e i libri di Travaglio contro Abberlusconi. Ma perché, direte voi, se ci siete, scrivere una cosa su un argomento di cui non vi importa una sega? Perché è divertente. E fa scompisciare vedere come gente sbrodola dietro a uno che non fa altro che scrivere un Malleus maleficarum. E fa scompisciare vedere come proprio quella gente, e proprio in virtù della lettura dei libri di Travaglio, si senta intelligente e profonda. Quando invece proprio quella gente, e proprio in virtù della lettura dei libri di Travaglio, è semplice o sbadata. Distratta, diciamo. Ma dove viene l’idea? Be’, l’idea mi è venuta (sono Astrosio), quando l’altro giorno in TV ho sentito due giornalisti, uno di destra e uno di sinistra, che si offendevano dandosi del “Travaglio”. E ovviamente sono scoppiato a ridere. Perché in realtà, così come ai tempi del malleus maleficarum, se si alzava un po’ la testa dalla folla urlante si coglieva la totale, profonda, pervicace falsità del libro suddetto, così oggi c’è chi dà per totalmente scontata la nefandezza del metodo Travaglio. Che è uno metodo noto a chi scrive da più di cinque secoli.

Negrodeath:”Sig. Astrosio, buonasera. La contattavo perché ho sentito parlare di tal Malleus (o Mallevs) Maleficarum, ed ero incuriosito: di cosa si tratta? Chiedo a lei, preclaro esperto di esoterismo, magia, rabdomanzia e pizzeria.”

Astrosio: “Gentilissimo Negrodeath, sono contento che mi abbia chiesto quanto mi ha chiesto a cui tosto rispondo: trattasi di un trattato del 1486 sulle streghe che ebbe largo seguito fra il popolino e fu causa di molti roghi di donne accusate di essere streghe. Il bello è che era un libro che dicendo di svelare, non svelava un beneamato cazzo in quanto tutte le cose ivi riportate erano nient’altro che superstizioni già note, ma forse proprio per questo ebbe tanto successo. Raccoglieva superstizioni note a tutti e a tutti permetteva di sentirsi intelligente e dire:  ‘Ah! Lo sapevo!’ . Ecco.”

N: “Ah – dunque proprio il meccanismo dell’autocertificazione della propria supposta intelligenza ne decretava il successo! Un fenomeno tutt’altro che moderno, allora. Lei è convinto che, qualora oggi
esistesse una moderna versione del Malleus Maleficarum avrebbe altrettanto successo? Ma prima di tutto, chi era l’autore del Malleus?”

A: “L’autore del Malleus sono due, ovvero due domenicani, Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer. Ovviamente si spacciavano per grandi esperti della questione, e grandi studiosi. Probabilmente fecero solo silloge di superstizioni e luoghi comuni. Dai piu’ innocui ai piu’ turpi. Invitando comunque implicitamente alla delazione chiunque riscontrasse segni rivelatori, chiunque insomma si sentisse dalla parte giusta della strada, quella dei buoni, dei timorati di dio. Per citarLa, degli Opliti del Bene! Venendo ai giorni nostri, credo che sia un
meccanismo che non abbia limiti temporali: una volta che si offre quella che Lei chiama l’autocertificazione dell’intelligenza (si potrebbe anche allegare, a uno di questi libri, un apposito diploma di intelligente…), con la raccolta di pregiudizi sistemici, si puo’ veramente dimostrare tutto e il contrario di tutto. Perfino, faccio per dire, convincere la gente che prendere le persone da casa e infilarle in un forno, risolva i loro problemi economici e la loro sofferenza esistenziale.”

N: “Interessante, mio argvto amyco. Tuttavia mi risulta un po’ difficile pensare che oggi lo stesso meccanismo possa funzionare allo stesso modo. Si trattava comunque dei tempi dell’Inquisizione, dove la gente era ignorante e non capiva un cazzo di nulla (mi perdoni i termini un po’ fortini). Oggi maghi e streghe/maghe gabbano i fessi spillandogli danaro, ma si tratta di un banale raggiro, e non v’è alcun bisogno di Malleus Maleficarum e inquisizioni per portare detti maghi di fronte alla legge, qualora si dimostri la truffa…”

A: “…e invece… ti invito a fare mente locale. C’era un video che girava da tempo dove il giudice Borsellino parlava di spaccio di droga ad Arcore. Quel video, si scoprì, fu pesantemente taroccato in fase di montaggio per costringere il tutto nei margini di una teoria che vedeva Abberlusconi (Ti ricito, e sono passato al Tu per pura arroganza) ricevere droga a domicilio grazie al suo stalliere. Basta andare su youtube e si trova tutto. Ma non è importante questo. È’ importante che il video, tagliato e arrangiato, è rimasto uno dei cavalli di battaglia di un certo tipo di complottismo. La superstizione è più forte della verità. Diventa essa stessa verità. Insomma, c’è ancora bisogno del Malleus Maleficarum. C’è sempre chi ne ha bisogno. Perché sono ottimi sistemi per fugare il proprio malessere esistenziale. Della serie: faccio una vita di merda, forse se non avessi quella vicina merdosa tutta la mia vita cambierebbe, ma ecco, è una strega! Un sistema di transfert vecchio di secoli. Se si pensa che Tertulliano, sull’altro versante, nell’Apologeticum, condanna i metodi di inquisizione dei pagani nei confronti dei cristiani, che comprendevano accuse assurde come infanticidio, cannibalismo, pratiche incestuose eccetera. Insomma, il sistema consiste nell’usare la superstizione. Per fare due lire. O per imporre un sistema religioso, politico eccetera. Infine, non credo che il Malleus Maleficarum volesse portare truffatori davanti alla legge. Per esempio, fra le vittime maggiori del Malleus ci furono le levatrici, in quanto donne e capaci di far qualcosa.  Credo che ci siano dietro ragioni sociologiche e\o antropologiche e\o politiche più profonde. Ma non me ne frega un cazzo. Quindi, se vuoi accontentati della mia spiegazione, altrimenti andiamoci a fare una birra, ma di certo non mi metto mo a indagare quelle ragioni là.”

N: “Per ricapitolare, e per mettere alla prova la conoscenza delle nozioni apprese oggidì: tra tutti i crimini, gravissimo è l’abigeato. Se un giorno sparisse all’improvviso una mandria, e se tal mandria fosse stata avvistata per l’ultima volta su un terreno il cui proprietario fosse stato socio in affari con Abb.lusconi dieci anni prima, allora Travaglio potrebbe scrivere un articolo in cui Ab.sconi sarebbe addirittura colpevole di abigeato? E la gente se lo berrebbe senza batter ciglio?”

A: “E’ un sistema vecchio come il mondo, da Tertulliano, al Malleus, a Travaglio. Come dice Nassim Nicholas Taleb nel libro ‘Il cigno nero’: ‘…una successione di aneddoti selezionati per adattarsi a una storia non costituiscono una prova. Chiunque cerchi conferme ne trova a sufficienza per ingannare se stesso, e senza dubbio anche i suoi pari’. Ecco.”

Ovvero: una serie di riflessioni nate giustapponendo termini in maniera piuttosto casuale, seguendo la logica inoppugnabile che la frase suonava bene e tanto valeva consegnarla all’interwebs per il diletto degli stolti (voi, neanche a specificarlo).

Un giorno o l’altro ti capiterà un nipote negro. Quel giorno, offrigli un negroni. Quell’altro, un black russian.

Sono preoccupato. Ma non per l’economia o la decadenza, che mi diverte molto. No. Per i Motörhead. Sull’ultimo numero di Rolling Stone sono disco del mese e la recensione, per 3/4, parla delle mamme con le magliette dei Ramones che sono trendy e dice diocane, non è che poi succederà anche ai Motörhead quando Lemmy schioppa, e tra l’altro il loro nuovo disco è il primo di loro che non mi fa schifo? Certo, purtroppo succederà, visto che se i Motörhead sono disco del mese su Rolling Stronz, vuol dire che ormai la coolness prefabbricata li ha raggiunti. Chiaro, tutti questi endorsement sono merda di giaguaro, confronto alla partnership con Triple H: quella sì che è roba. Ma risale a prima, quindi non vale.

Dice il primo maggio viene fatto sento Papavoitìla. Oppure beato, non so se c’è differenza, comunque cambia poco lo stesso. Come miracolo (essenziale per essere santi, altrimenti san fare tutti), avrebbe guarito una suora affetta da Parkinson. E l’avrebbe guarita dal Parkinson stesso, non dal raffreddore, altrimenti sai che sforzo.  Allora, la domanda è: ma Papavoitìla allora nel tempo libero si dedicava alle staminali ed era diventato più bravo di tutti i medici del mondo? E impediva la ricerca delle staminali così lui avrebbe potuto gabellare i suoi risultati come miracolo per poi essere beato? Ma lo sai che non fa una grinza? Uhm, lasciatemelo dire, sono un genio.

Ieri ho visto un abominevole manifesto in un negozio di dischi. Talmente orendo (con una sola ere) che non voglio postarlo qui, altrimenti si formatta il server che ospita WordPress e vengo ricercato peggio di Assange. Insomma, tale manifesto pubblicizzava il nuovo disco di (scusate il termine) Phil Collins. C’è una foto di colui da bambino con le bacchette in mano, e a quanto pare si tratta di un disco di classici del soul Motown anni ’60. Mi viene il vomito solo all’idea di sentire Phil Nerchins fare scempio di quella grande grande musica.

Sono italiano e il presidente del consiglio Silvio Berlusconi non sta parlando in mio nome. Ma non ti montare la testa, neppure tu.

Ci mancava una femmina prosperosa & discinta, arrivati a questo punto.

Mi piacciono molto le storie & le narrazioni. Da sempre, e in qualunque formato – beh quasi, l’opera lirica e i concept album, in linea di massima, mi fanno cagare. Dovessi tirare le somme della qualità della narrazione negli ultimi anni, direi che il cinema è quello che ci ha perso di più, il libro ha mantenuto il suo livello, i videogiochi e le serie tv hanno avuto un’impennata clamorosa e hanno preso a calci in culo il grande schermo. Davvero. Non è che me ne rammarichi, eh – prendo solo atto della situazione e mi godo quel che di bello esce. Il cinema è in fase di stallo e magari si rigenererà più avanti, o forse no, ma insomma m’importa una sega.

I Black Country Communion di Glenn Hughes e Joe Bonamassa mi paiono piuttosto carini ma niente di che, alla fine. C’è di meglio e con nomi meno altisonanti di mezzo. Ma questo è en passant. Piuttosto, vorrei che la gente smettesse di parlare di Eric Clapton, Jimmy Page, Eric Burdon e Jeff Beck come dei più grandi guitarristi rock blues bianchi viventi. Billy Gibbons ci spacca il culo a tutti e quattro e, com’è noto, non mi invento un cazzo.

C’è gente che ha scoperto la parola data mining e ha più o meno grossolanamente intuito in maniera primitiva e rudimentale cosa significhi. Da lì a Facebook controlla tutta la nostra vita moriremo tutti!!!11!!1! il passo, purtroppo, è breve.

Buonanotte, me le sono rotte.

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