Negli scorsi mesi m’è capitato di leggere dichiarazioni piuttosto strampalate da parte di industriali e potentoni vari. Strampalate non tanto per deficienza o eccentricità, quanto piuttosto per un retrogusto che inizialmente non riuscivo a decifrare – troppo bourbon la sera prima, forse. Il retrogusto di queste parole, profferite pure se non erro da un giornalista di dx di cui ora non mi viene il nome ma chissene, ha scatenato una serie di associazioni di idee nelle mie synapsi, da “?” a città sottomarine art deco a tute da palombaro col braccio trivellante al fantastico riff di Anthem dei Rush ad Atlante che si leva la Terra dalle spalle, la tira via con un calcio e dice “toh, vaffanculo, ora son cazzi vostri, dio cane!” E poi un gigantesco WTF che finisce in zona ma guarda, chi l’avrebbe mai detto. Eh, di che cazzo parlo, insomma, vero?
Parlo di quella corrente di pensiero politico/economica tipica del mondo angloamericano, quella libertarian, che da noi bene o male non esiste. Il pensiero libertarian, suppongo suddiviso in un rivolo di correnti ma chissenefrega, è essenzialmente il turbocapitalismo spinto alla miliardesima. Sostiene che il governo debba limitarsi al minimo indispensabile (tipo stampare le banconote e garantirne il valore), e che poi carta bianchissima vada lasciata agli imprenditorissimi, ai Creatori di Ricchezza che portano il peso di tutto sulle spalle e con le loro grandissime idee potrebbero garantire ogni bene solo che lo stato con le tasse gli rompe sempre i coglioni e loro comunque non ne hanno colpa se i poveracci son poveracci, si vede che se lo sono meritato proprio come loro si sono meritati l’Empireo. Questo tipo di pensiero trova un certo peso negli States, ai margini estremi dei repubblicani, perché nella loro dialettica politica ha sempre avuto grossa importanza il confronto Individuo vs. Stato, cioè quanto debba intromettersi il secondo nella sfera del primo. E’ questa la differenza sostanziale fra Repubblicani e Democratici: semplificando moltissimo, i primi, in linea teorica i più vicini alla costituzione, vogliono più libertà (economica = d’impresa) rispetto ai secondi, convinti che certe cose tipo gli apparati del welfare dovrebbero essere pubbliche, o quantomeno esistere pure pubbliche e di buona qualità. Repubblicani e Democratici hanno al loro interno varie correnti e le loro proposte ovviamente cambiano a seconda dei periodi storici, tuttavia è questa la distinzione fondamentale. I libertarian, oggi inglobati nel movimento dei Tea Parties (sorta di Lega Nord americana), hanno una posizione totalmente ideologica e mongoloide almeno quanto quella del fantasma che si aggirava per l’Europa. Perché invocano non solo lo stato leggero e la piazza affari sgombra e via vincoli e via tutto, ma sono pure dell’idea che non esista alcuna responsabilità sociale. Cioè, il Creatore di Ricchezza offre ai mortali il lavoro nella sua aziendona, lui la gestisce tipo squalo contro questo e quel concorrente, per sopravvivere in momenti di difficoltà licenzia in massa e butta sul lastrico perché tanto lui non è responsabile della pezzenza, e semmai alla fine può vendere tutto, comprare, speculare etc etc. Tassazioni per assicurare welfare etc? Precisi obblighi e vincoli nelle manovre finanziarie per evitare ripercussioni sociali pesanti? Giammai, e che ci può fare lui, se i poveri sono poveri (e vedrai qualcuno sarà pure negro)?
Identificare il puzzo libertarian dietro certe chiacchiere non mi è stato difficile, perché conosco Ayn Rand, la sciroccata scrittrice che è diventata un po’ l’eminenza grigia di queste robe. Il Gino Strada dei libertari, come dice Yossarian. Prendete tutta la pappardella che ho scritto lì sopra ed estendentela in maniera sia filosofica che romanzesca, e più o meno ci siamo. La Rand ha condensato le sue idee nel libro Atlas Shrugged, in italiano La Rivolta di Atlante, che presso i libertari è una sorta di bibbia. Un anno e mezzo fa, per curiosità, ho provato pure a leggerlo, ma è scritto in modo così pedante e noioso che mi sono fermato prima di pagina 200, cioè a meno di un quarto. Lo so che è poco, ma che palle, che ci posso fare? E la Rand l’ho conosciuta grazie ai Rush, che nei primi anni di carriera ci si erano ispirati un paio di volte, in canzoni come Anthem e 2112. Neil Peart, batterista e autore dei testi, all’epoca ci si era fissato, salvo poi evolvere le sue posizioni verso un individualismo responsabile e contrario ad ogni egualitarismo forzato e bovino in nome del politicamente corretto – si potrebbe dire che, da una dubbia filosofa e pessima scrittrice come Ayn Rand, Peart abbia abbracciato poi tre cervelli e scrittori immensamente più fini quali Mark Twain, Sinclair Lewis e Robert Heinlein. In tempi più recenti avevo ritrovato tracce randiste in Bioshock, il bellissimo videogioco ambientato in una città sottomarina fondata su principi randisti e ormai fuori controllo – al giocatore il compito di capire bene cosa sia successo e la scelta su cosa fare per uscirne.
La puzza dell’ideologia libertarian oggi è nell’aria. Si sente quando i vari hedge fundersz o quel che sono disastrano mercati e restano impuniti. Quando confindustriali vari chiedono esenzioni fiscali perché altrimenti non possono riavviare l’economia – in maniera ipocrita, perché poi vogliono che lo stato tenga fuori gli stranieri che altrimenti li butterebbero in mezzo alla strada in sei mesi. Quando si vuole potere senza responsabilità, ma per il tuo bene, che ti credi, coglione, tipo certe uscite di certi tipi là in Inghilterra che fosse per loro risaremmo tutti ai tempi di Dickens. Quando tutte queste cose, è un vero peccato che certa gente non possa essere decapitata in piazza. Poi dio zombi, guardali lì: più si fanno catastrofi economiche a catena, più vogliono prebende. Senso della realtà e della decenza meno di zero, come quelli del Circolo Maoista Stalinista di Gombitelli, che però hanno il non trascurabile pregio di essere inoffensivi (ok, tranne se t’attaccano i soliti pipponi clamorosi).
ho una domanda: per plasmare un prossimo futuro che compiaccia i libertarians occorre droppare il sistema socio/economico attuale per costruirne uno nuovo o basta seguire l’evoluzione data dalle condizioni attuali?
Bad news, Negro..
http://www.teapartyitalia.it/
Uahauahah, mica provinciali, eh?
Assolutamente no, l’unica cosa che riceverai se decidi di organizzare un tea party sono le Linee Guida che danno consigli e indirizzi su come organizzare le tappe ed il lavoro.
Questo per mantenere una coerenza comunicativa e massimizzare il risultato, oltre a non dover reinventare ad ogni tappa l’acqua calda.
Ricorda che il successo o l’insuccesso della tua tappa corrisponde al successo o l’insuccesso di tutti. Serve un minimo di responsabilità.
NO ALL’IMPEGNO SOCIALE!!! Atlante ribellati!
P.S. Ayn Rand’s a beatch.
Sir Mitchell, noi abbiamo il dovere di eliminare la povertà dal nostro piccolo paesino. Ha ragione, Sir Carson. Se eliminassimo la povertà le risse post-sbronza non avrebbero più luogo tra i poveri. I poveri, non essendo più tali, non avrebbero motivo di sbronzarsi e legnarsi. Non avremmo più piccoli furti e non avremmo più remore ad uscir la sera. Giusto Sir Mitchell, il punto è proprio questo; la povertà ha trasformato questo angolo di paradiso in un merdaio. Sir Mitchell, noi siamo i benestanti del paese, converrà con me che spetta a noi aiutare i poveri. Se non aiutiamo noi questa gente, chi può farlo? Il principato? La chiesa? No Sir Mitchell, essi non muoveranno un cazzo come sempre. Concordo Sir Carson; essi non muoveranno proprio un cazzo. E’ intollerabile che vi sia gente povera. E’ intollerabile vedere questa gente legnarsi come selvatici, primati selvatici. Ed è intollerabile che accada qui, dinanzi le nostre dimore. Noi abbiamo il dovere di intervenire Sir Carson, abbiamo il dovere di eliminare la povertà. Ha già un piano in merito, Sir Mitchell? Of course, Sir Carson. Liquidità. Forniamo loro liquidità. Compriamo le loro case e che se ne vadino affanculo da un altra parte. E delle loro case che ne facciamo? Beh, le rivendiamo al principato, gira voce che il castello sia parecchio umido. Non abbiamo forse il dovere di aiutare tuttii? Certamente, Sir Mitchell, certamente.
Ma al Circolo Maoista Stalinista di Gombitelli hanno i salumi di Triglia o quelli di Cerù? Così, tanto per far capire che è meglio du’ fette di lardo che il teaparty.
“NO ALL’IMPEGNO SOCIALE!!! Atlante ribellati!”
Buahuahuuahuahuah, spiccicati, sono spiccicati ai loro compagnucci dell’altra parte che gridavano “TUTTO IL POTERE AI SOVIET!”.
Madonna ragazzi, questi sono il Politburo del XXI secolo: il 68 delle destre, tanto vacuo e cerebroleso quanto quello delle sinistre.
I libertari e i Tea Party: ovvero, la “Lotta Continua di Goldman Sachs”
Hahahahahhahahahahahahahahha
“Ricorda che il successo o l’insuccesso della tua tappa corrisponde al successo o l’insuccesso di tutti. Serve un minimo di responsabilità.’
Impossibile: responsabilita’ e la collaborazione sono contrari “all’interesse razionale” dell’individuo e come dice Ron Paul potrebbero anche portare alla creazione di un soviet, di una sanita’ pubblica comunista e al Big Government che ti avvelena l’acqua.
Infatti con i miei estramemente limitati mezzi espressivi cercavo di evidenziare l’ironia di chi chiede un minimo di responsabilita’ per un obiettivo comune ai seguaci della Rayn.
Ma io mica me la sono presa con te. E non e’ una questione di “mezzi espressivi”: io critico la sostanza, non il contenitore. I miei mezzi espressivi sono limitatissimi.
non c’entra niente ma ecco qua: http://www.loureed.it/2011/news/il-singolo-the-view-completo-e-i-cofanetti/
La Storia e l’Economia (quelle con le iniziali e gli attributi maiuscoli) hanno già detto la loro:
1 – Non hai differenziale economico tra ricchi e poveri? Diventi una società fredda perchè non riesci a concentrare abbastanza capitali per evolverti. Prima o poi arrivano i cowboys e ti portano via la terra.
2 – Hai troppo differenziale economico tra ricchi e poveri? Chi può comprare i beni del tuo mercato? Diventi una società fredda in cui pochi producono poco in pochi campi per pochissimi mecenati d’elite e moltissimi muoiono di fame. Prima o poi arrivano gli investitori stranieri a comprarsi le tue decadute e obsolete industrie per un pugno di noccioline che tanto la tua forza lavoro se ne è già andata da un pezzo.
Poi ci sono le ideologie che fanno pensare le cose più strampalate e ripetere sempre gli stessi vecchi errori…
Ron Paul è talmente convinto che i poveri siano poveri per scelta (potevano lavorare più sodo, giusto?) e che tutti debbano cavarsela da soli nel libero mercato, che non paga neanche l’assicurazione sanitaria dei suoi colaboratori; il suo responsabile per la campagna elettorale s’è beccato a polmonite ed è morto, lasciandosi alle spalle un debito di 400.000 dollari in spese mediche.
La cosa spaventosa è che questo modo di pensare da sociopatici (la rand notoriamente si prese una cotta per un serial killer di bambine che lei trovava “meravigliosamente insensibile alle emozioni altrui”… )… la cosa orribile, dicevo, è che è un tipo di mentalità che sta evidentemente passando anche da noi.
Mi domando a quando i primi scioperi dei ricchi… pardon, dei “produttori di ricchezza”.
Che manicomio…
Davide, mi dispiace ma devo bacchettarti: in primis si dice “creatori di ricchezza”, e non “produttori” -termine che secondo i libertari denota una tendenza al collettivismo comunista e nega il loro diritto divino a creare individualmente – “creatori di ricchezza” e’ lo slogan di David Cameron e dei new tories libertari inglesi, che riescono perfino a far rimpiangere la Thatcher.
In secundis, condivido tutto quello che hai detto e aggiungo: c’e’ una bella differenza fra essere fieri individualisti come il sottoscritto e sociopatici come i libertari.
Incasso la bacchettata e mi cospargo il capo di cenere.
Tuttavia mi domando – se il proprietario di un salumificio (per dire) è un imprenditore e pertanto un “creatore di ricchezza”, lo si dovrà anche definire “creatore di salami”, per evitare derive collettiviste… o “produttore” in questo caso va ancora bene? :-P
Scherzi a parte, si noti la finezza linguistica – produzione implica una derivazione da materie prime o processi precedenti, creazione si presuppone creazione dal nulla.
La creazione è prerogativa di Dio.
Bel giochino linguistico.
Su Cameron stendo un velo pietoso – quando un ragazzino di sedici anni riesce a colare a picco il tuo programma, la scelta logica sarebbe farsi un trapianto di faccia ed espatriare, per non venir mai più ritrovato.
Ma non credo che Cameron si leverà di torno.
Scusa, ma un tempo i libertari non erano gli anarchici in Italia? Vuoi dire che se uno per fare più fico si definisce libertario invece che anarchico lo scambiano per Marchionne o Montezemolo?
Non ne ho idea di cosa si intendesse un tempo. So solo che oggi filtrano, fra le parole, sempre più discorsi libertarian (scrivo in inglese almeno non si equivoca sulla parola in italiano etc etc), plauditi tra l’altro dalla sinistra salottiera che apprezza i modi urbani e distinti di Della Valle, De Benedetti e Montezemolo.
Paura. Della sinistra salottiera della meglio ex-gioventù e di Montezemolo, Della Valle e De Benedetti.
Dopo aver dato pubblica lettura di questa tua irreprensibile pagina di analisi storico-economico-filosofal-sofista ecco i commenti:
1) Madness Combat 3 o 4, dove vi sono alcune illuminanti rivelazioni sul dio zombi
2) Nic, sei un fottuto genio.
3) Mi sa che prima o poi piglio il treno e ci si va a bere qualcosa insieme ché non ci si vede da troppo e siamo ancora indietro di un incontro mancato al Godz
Ossequi dalla bruma torinese
Aless
2) Noblesse oblige.
3) Volentieri, che la trincata non si rifiuta mai!
bah, io sono libertario ma la rand mi fa cagare sangue a grappoli, cioè, essendo un personaggio totalmente politically scorrect la apprezzo per quello, ma era un’idiota, ha ricopiato nietzsche aggiungendo qualche pseudo argomentazione, ha creato una specie di culto tipo testimoni del genoa volto alla sua adorazione. un danno per il libertarismo (a tralaltro a lei se le dicevi che era libertaria era capace di denunciarti). l’unica vera bibbia è “the machinery of freedom” di david friedman, apprezzo anche nozick ma scrive troppo complicato e pesante, da filosofo perlappunto.
Ovviamente quello che sperculate qua è la versione mongoloide della rand, non la versione nerd di friedman.
Parlo di quel che conosco, ovviamente. Avendo conosciuto la Rand e avendo avvertito in filigrana argomentazione a lei care con sin troppa frequenza nell’ultimo paio d’anni, la mia riflessione parte da questo presupposto. Che può essere incompleto etc etc, però la filosofia libertarian mi convince assai poco e mi pare l’opposto speculare del comunismo.
preferisco considerarla l’opposto speculare dello stato totalitario, mettendoci insieme quindi il totalitarismo di destra.
Come lo metti sembra che siccome il comunismo è per la lotta di classe allora il libertarismo essendo l’opposto speculare è par la lotta di classe al contrario con i padroni si fanno beffe degli operai, e che siccome il comunismo predica la fratellanza universale allora il libertarismo prega il darwinismo sociale.
non è così, è una filosofia strettamente etico-giuridica a cui manca tutta la metafisica comunista. (struttura e infrastruttura, sfruttamento, materialismo storico e materialismo dailettico la fine della storia ei cazzi e i mazzi insomma)
Ok, così non si capisce una sega, faccio un esempio pratico, il kibbutz è un microcosmo comunista o quantomeno socialista perfettamente compatibile con una società libertaria, questo perchè una volta che non rompi i coglioni a chi ti circonda puoi fare un po’ quel che vuoi, quello che non puoi fare è prendere il potere e impormi il comunismo contro la mia volontà.
Vabbè non è che voglio scatenare il dibattitone, era solo per chiarire.