Quando avevo otto o nove anni, il padre di un mio amico portò me e suo figlio nel bar che per primo faceva hot dog e hamburger nella nostra città. Non so se fosse davvero il primo, di sicuro era il primo in cui mettevo piede e il mio primo assaggio di tale augusto cibo, nonché il posto ove sviluppai il mio particolare gusto per il piccante. I primi fast food scrausi iniziarono a comparire solo dall’anno successivo, e uno di essi è incredibilmente attivo pure oggi. Non so neppure se a quei tempi il bar fosse un covo di tossici e sfaccendati d’ogni risma, ma credo di no, altrimenti il padre di quel mio amico non ci avrebbe portati. Oggi quel bar esiste sempre, uguale identico in ogni singolo particolare, ed è un vero e proprio formicaio di tossici e sfaccendati. Lo so bene perché si trova nella via parallela alla mia, sebbene all’estremo opposto, e ci passo spesso davanti per andare al supermercato. Badate bene, che se tutto restava così non c’era niente di divertente. Non perché non si ride degli scoppiati, anzi. E’ che, da un paio d’anni almeno, sull’angolo opposto rispetto al bar hanno aperto un Punto Snai prima e una sala da giuoco poi. E’ qui che ci si cauterizza l’esofago dalle rise.

Vedete, quando ora si passa dal bar, a qualsiasi ora del giorno, c’è un cordone ininterrotto di marci che si spostano dal bar al Punto Snai e alla sala giochi. Come una processione di formiche, bevono qualcosa al barre, vanno a giocare il resto, e a bersi la magra vincita subito dopo. A volte sono al cellulare e parlano con altri marci, magari si fanno consigliare le puntate. Marci, sì: hanno tutti i colorito polveroso di chi vede solo luce artificiale, la faccia tra il furbetto e il cerebroleso, vestiario scolorito e sfatto oppure tamarro scopritatuaggi. Rappresentano un tipo di fauna umana interessante, ma non di per sè, quanto piuttosto per il gusto della speculazione intellettuale sull’ambiente in cui vivono e certe dinamiche socio-economiche figlie dei teNpi. Chi sono, quando ritornano a casa, i marci? Cosa li anima? Cosa li spinge? Come campano? Tutte domande complesse cui darò risposte a cazzo, così, perché mi va. I marci sono tossici e drop out vari che non fanno un cazzo da mane a sera salvo quel che dicevo prima, cioè la spola bar-gioco. I posseduti dal demone del giuoco che sono pure alcolisti e/o drogati devono avere qualche forma di entrata, in primis per i viziucci, in secundis per riuscire in qualche modo a mantenersi. Escluso in partenza che siano ricchi sfondati, altrimenti andrebbero a Las Vegas o a Montecarlo, sono stanziali. Parte delle loro sostanze deve per forza seguire questo iter:

$$ ==> bar ==> Gioco(resto(bar)) ==> da capo

Ma si tratta, com’è ovvio, di un ciclo di durata limitata, perché ogni anello della catena comporta qualche perdita. Il marcio di sicuro non lavora, credo che pure l’idea di qualche lavoretto occasionale non lo sfiori neanche un po’, quindi probabile che si procuri i danari in altra maniera: lo spaccio, il microcrimine, il prestito da amici menefreghisti che vogliono solo zittirli, il prestito a usura, l’impegno di ori e valori presso i vari ComproOro, vendita di collezioni/dischi/aggeggi vari. Fra tutti, credo solo lo spaccio consenta entrate costanti e rischio minimo. I marci poi abbisognano di questo danaro per mantenersi, in qualche modo: se i più giovani possono ancora parassitare i genitori, i più grandi no di certo. Magari certi marci convivono in appartamenti, suddividendosi le spese come studentelli cresciutelli. Immagino che il marcio di professione non possa nemmeno essere minacciato granché da Equitalia, visto che ha solo roba in prestito e pochi soldi in circolo continuo. Ricapitolando, sui marci scommetitori tossici del baretto convergono con ogni probabilità  spaccio, furtarelli, usura, vendita ai ComproPreziosi. Ogni marcio probabilmente disintegra mille euro a settimana. Ho notato una cosa, in città: diversi Punti Snai e agenzie di scommesse hanno chiuso, mentre i ComproPreziosi sono aumentati. Logica vorrebbe che invece all’aumentare del giuoco aumentassero pure i ComproPreziosi. Vorrà forse dire che la gente giuoca meno, e i ComproPreziosi sono lì per i cittadini normali in difficoltà per la crisi? Sbagliated!

Mi è venuta incontro la pubblicità: il gioco online decolla. Ci sono un sacco di spot televisivi oggi sul gioco online. Un sacco di gente potrà giocare online senza frequentare più sale da gioco varie, comodamente da casa. Anche in giro, quando nasceranno le inevitabili apps per portatilame assortito – oh, magari ci sono già e io non ne so nulla, non ho voglia di cercare. I marci, una volta che se ne saranno resi conto, si butteranno sull’high-tech? Con uno scass-pc casalingo può darsi, anche se a questo punto la connessione adsl andrebbe a gravargli sulle spese, a meno che il bar non abbia la wifi, ma a questo punto dovrebbero almeno spendere 200 eurini per un netbook, e però al bar chi glielo fa fare di mettere una wifi ad esclusivo uso dei marci? C’è da dire che, se stanno tutti fissi lì, probabilmente consumano anche di più. Dissezionato il possibile rapporto fra marci e tecnologia, cioè che dovranno recuperare da qualche parte un pc e parassitare reti wireless, l’interrogativo n.1 è: ma il gioco d’azzardo non sarebbe illegale, in teoria? C’è qualche passaggio che mi sfugge. Non so nemmeno quanto i marci dietro casa mia siano rappresentativi dei marci proiettati su scala cittadina, figuriamoci nazionale… anche se la sensazione è che comportamento e habitat del marcio siano quelli un po’ ovunque. Forse lo stato preferisce questa situazione grigia, a margine fra legale e illegale, per farci copiose creste. E’ una zona grigia, questa dei marci del gioco, che fa pure il gioco (scusate la ripetizione di aggiesuggristo) della malavita che deve averci un indotto copioso. Bah, che se ne vadano a fare in culo tutti quanti.

Niente, lei è Jill Junius, la cantante degli Huntress, pare una versione 2.0 di Janet Agren e mi pareva giusto mettercela.