Mi riferiscono che Carlo De Benedetti, interpellato da Rai 3 su Steve Jobs, abbia profferito le seguenti parole o qualcosa di simile:

“Avevamo un laboratorio a Cupertino come Olivetti. Sono andato una sera a visitarlo in un garage. Se avessi messo allora 100 mila dollari, cifra che lui stava cercando, oggi sarei famoso per essere uno degli uomini più ricchi del mondo.”

Un uomo senza vergogna, De Benedetti. Non solo ha rovinato una delle migliori industrie italiane di ogni tempo, cioè la Olivetti (capace di progettare roba tipo questa, perché insomma mica c’erano solo gli M19 e gli M24), col suo collaudatissimo metodo compro-scorporo-svendo-lasciomacerie detto anche “le cavallette! le cavallette!”, ma l’ha fatto pure a pochissimi anni di distanza dal boom dell’interwebs e dell’IT. Complimenti, coglione di merda, che hai distrutto l’unica azienda italiana talmente avanti da aver aperto una sede nella Silicon Valley e vuoi anche bullarti del fatto che hai conosciuto Steve Jobs ai tempi del primo demo prima che diventasse commerciale.

Volendo lo possiamo prendere come ulteriore prova di quanto inetto sia De Benedetti: c’era Steve Jobs che abbisognava di 100.000 verdoni, e lui non glieli ha dati perché non ci vedeva del potenziale. Immagino si parli di metà degli anni ’70. Anni dopo, CDB cavallettizza la Olivetti, immemore dell’affare-Apple che gli era sfuggito di mano.

Coglione, coglione, coglione.