A me i selvaggi stanno sui coglioni, proprio perché sono selvaggi. Cioè, uno potrebbe starsene comodo, invece questi preferiscono vivere a contatto con la natura (= si cacano addosso e mangiano la merda), e questo dovrebbe essere una sorta di paradiso terrestre che noi abbiamo colpevolmente abiurato in favore di roba ributtante e poco spirituale, tipo un’aspettativa di vita superiore ai 35 anni e non dover contendere il cibo a lupi, tigri dai denti a sciabola, serpi e orrendi aracnidi versicolori. Questa premessa è indispensabile (forse) per parlare dell’ultima lacrimevolezza moralisteggiante che gira su Facebook: gli indios Kayapò, siti in qualche zona del Brasile, devono sloggiare e di corsa perché dalle loro parti sorgerà uno dei più grandi bacini idroelettrici dell’orbe. A quanto pare:

1) I Kayapò protestano dal 2006 almeno. Ora il presidente del Brasile, Dilma Rousseff, avrebbe finalmente dato l’ok: l’impianto si fa e il budello di tu’ ma’. Era dagli anni ’80 che si parlava del bacino di Altamira, e dopo proteste, rinvii e souncazzo, ora si parte.

2) Si era mosso pure Sting per loro, e questo li rende, a prescindere, colpevoli e odiosi.

Atahualpa lì e i suoi possono andare a stiantarselo nel tabarèn, ormai. Vorrei dire loro che dovrebbero innanzitutto incolpare Sting ed eliminarlo con una cerbottana avvelenata o col voodoo, insomma, quelle robe lì da selvaggi. E poi, chiaramente, di spostarsi. Il fatto è che, nell’ottica di un capo di stato, di nuovo, cosa è bene fare? Considerate che il Brasile è un paese del terzo mondo che sfrutta un miliardesimo delle sue imponenti risorse. Considerate che il Brasile sta crescendo, a fatica e un po’ alla volta. Considerate che un sacco di brasiliani vivono nella merda sperando di diventare un giorno calciatori dell’Atalanta, cioè alla fine vivono come i Kayapò ma senza la foresta. Bene, per far crescere il paese, una megaopera come questa è un’ottima cosa. Sia per l’energia che produrrà (e un paese che ha davanti a sè un sacco di sviluppo ed è così grande, di energia ne ha bisogno), sia per tutti gli investimenti e i ritorni economici, tecnologici etc etc. Insomma, questa centrale s’ha da fare.

“Ma sappiamo che una immagine vale mille parole, mostrando la realtà del prezzo reale della nostra borghese ‘qualità della vita’. Per il fabbisogno di radical chic muore un intero ecosistema e la popolazione residente.”

Una sega. Prezzo reale della nostra borghese “qualità della vita”, sì. Perché non fanno certo questa megacentrale per rifornire di corrente due spa e un centro di studi di poesia persiana. La megacentrale è un grande investimento a lungo termine che farà il bene di un sacco di brasiliani, già solo per l’indotto dei lavori, per l’energia prodotta per uso interno per quella venduta. Molto più di quel che possa fare la natura. Fanculo.E ora passiamo alle puppe.

E’ con viva preoccupazione che apprendiamo, io e quello trasparente qui accanto, la ferale notizia che Laura Pausini stia contemplando un’operazione per ridursi il balcone. Speriamo sia una fola, o che Laura ci ripensi. Non va bene un cazzo, dobbiamo protestare, agire, un sit-in, tutto, perché la situazione si fa grave come il dioboja. Nel frattempo il C.R.I.M.E. si è mobilitato, e questo ci rincuora.