L’uccisione di Osama Bin Laden ha, prevedibilmente, dato l’avvio a uragani di cazzate forza 10. E’ inutile mettersi ad elencarle, per quello ci sono i compilatori di siti di debunkaggio che avranno nuova merda da spalare per i prossimi n-mila anni. Fra queste però ce ne sono due che mi hanno colpito: “non ci fanno vedere la fotoooo! buuh! fail!!1!” e “l’han buttato subito in mareeeee! buuuh! fail!!1!”.


La stronzata della foto è una conseguenza diretta di quell’abnorme mostro acefalo chiamato “opinione pubblica”. Il mostro pretende nutrimento, e in questo caso significa che vuol vedere un cadavere sforacchiato in bella mostra, in linea con quella spettacolarizzazione della morte che i Motörhead hanno dipinto così bene in Murdershow. Da notare che, qualora facessero vedere il cadavere, il mostro griderebbe alla contraffazione (“seh, Billade’, sarà il primo negro barbuto che passava di lì!”), perché ormai non si accetta una realtà semplice, ma si pretende qualcosa di eclatante e gigantesco, possibilmente con qualcosa di ancora più eclatante e gigantesco dietro le quinte. Il mostro purtroppo si crede autorevole, grazie al mito costruito da giornali e giornalari, e ormai è impossibile rimediare a questa situazione. Aggiuntina: secondo me, qualcuno in Pakistan ha venduto OBL agli americani, visto che ormai con ogni probabilità era diventato inutile, e il suo posto nell’organizzazione era già passato di mano.

La questione del funerale è, se possibile, ancora più mongoloide.  Ci ho pensato un po’, e mi sono detto: ma per forza, dio zampirone. E per almeno due motivi. Tanto per iniziare, OBL è un vero e proprio eroe nel mondo arabo jihadista. Viene acclamato come l’autore del più grande attacco terroristico di ogni tempo, nonché l’unico che è riuscito a ferire il suolo statunitense. L’ultima cosa che si vuole è farne un martire canonizzato della causa islamista – nel mondo del terrorismo suicida, i martiri vengono adorati come idoli da amici, parenti e simpatizzanti, le loro imprese sono quasi leggendarie, un potente faro di reclutamento. Immaginate il sommovimento in Asciugamanistan, nel caso in cui gli imam potessero esibire il corpo martoriato di OBL, fargli un mega funerale secondo le prescrizioni della sharia e dedicargli un bel santuario.  Sarebbe come regalargli il miglior centro di reclutamento terroristi possibile, e avviarlo subito a pieno regime. E quasi per lo stesso motivo il corpo andava gettato in mare: trovatemi un paese disposto ad accogliere la salma di OBL e l’inevitabile aggregazione di terroristi e mentecatti che si sarebbe portato dietro. Procedendo in questo modo, si è unito l’utile al dilettevole: il grande OBL è stato ucciso come un topo in trappola, gli è stato negato lo status di martire (con un rito funebre contestato dagli imam, e quindi ciao ciao 72 vergini – le robe simboliche per questi tizi contano un sacco, tanto vale usarle contro di loro), niente santuario, niente luogo di aggregazione e pellegrinaggio in terraferma non-arabistana. Particolare che non dovrebbe stupire: neppure l’Arabia Saudita ha fatto richiesta, e neppure la famiglia di OBL, che ha preso le distanze da Osama da almeno 25 anni. [1]

Il chiacchiericcio durerà ancora a lungo. E non l’hanno processato, e che demograzzzia è questa? Ma chi se ne frega? Di processi-farsa stile Norimberga o L’Aja ne faccio volentieri a meno, visto che servono a imbellettare cadaveri eccellenti e piazzare artificiosi distinguo per salvare utili culi. E poi non è nemmeno detto che fosse possibile farlo, questo processo. Non so come sia un’operazione di guerra e ancor meno uno scontro a fuoco ma, partendo dalla banale considerazione che un secondo in più o meno possa fare la differenza, mi vien da pensare che non ci sia stato altro verso che freddare OBL per l’impossibilità di catturarlo vivo.

Unica foto vera di questo post

Volendo speculare ancora un po’, potrei chiedermi cosa cambierà nel mondo del terrorismo organizzato. Credo che cambierà ben poco. La morte di OBL non andrà ad intaccare un’organizzazione ramificata e complessa come Al-Qaeda e altre ancora. Si tratta di strutture incasinatissime, dove abbiamo reclutatori al livello più basso che attirano aspiranti nuovi martiri per la jihad, centri di addestramento sparpagliati in aree vastissime, e faccendieri vari che procurano alloggi, armi, soldi, terreni e in generale tutto il necessaire per l’attentatore. OBL era un figura di questo tipo. E non è facile rintracciare figure simili perché la loro rendita economica non viene solo dalla droga o dalla tratta delle biglie di cerume: tramite società perfettamente legali investono in borsa, nell’edilizia, e più in generale nelle attività normali. Un bel casino! Per un OBL famoso e morto e d’esempio per i giovani, ce ne saranno altri cento sconosciuti e in piena attività.