E’ polemica nel mondo della cvltvra. In un articolo del Corriere Pietro Citati (che fino all’altro ieri non avevo mai sentito nominare, per la cronaca) si lancia in un raglio sulla decadenza letteraria del tempo presente. Uso il termine raglio perché, contenutisticamente parlando, Citati spiattella una sequela di banalità del tipo una volta qui era tutta campagna, che tempi, signora mia, i giovani non hanno più rispetto. Dice che in Italia si legge poco e male, e a vendere di più sono libracci merdosi di gente tipi Coelho, Faletti (qui la sua patetica risposta) e Brown, che sarebbero addirittura dannosi. Sinceramente, l’analisi mi pare deboluccia e indimostrabile. Non perché detti libri non facciano schifo (lo fanno), non perché non siano best seller (lo sono), ma perché l’argomento avrebbe meritato uno studio più approfondito. Citati dice che lettori e autori siano peggiorati negli ultimi quarant’anni; unica prova a sostegno, il grande successo riscosso da libri tipo L’Insostenibile Leggerezza Dell’Essere di Milan Kundera e Le Nozze di Cadmo e Armonia di Roberto Calasso. Dimentica, Citati, che il grande successo del primo (tra parentesi, una cagata che ci sta ritta una vanga) fu conseguenza del film uscito tre anni dopo; del secondo, che non ho mai letto, omette di dire che si vende bene ancora oggi, e presumo non agli stessi che lo comprarono già al tempo. Dimentica pure che per es. Umberto Eco, che pubblichi romanzi o saggi, vende sempre un sacco. Cosa più importante, però, Citati appartiene all’infausta generazione di intellettuali che hanno partecipato direttamente all’orrenda decade ’68-’77 rimanendone per sempre intrappolati – loro hanno fatto tutto, chi li ha seguiti è uno stronzo. Pare che Pasolini sia l’intellettuale più influente sul pensiero italiano degli ultimi quarant’anni, guarda caso, e si vede: era retrogrado e provinciale lui da vivo, figurati chi continua a restare nel suo cono d’ombra.
Citati sembra sceso dalla Luna e non tener conto di quanto il mondo sia cambiato da quei bei tempi che c’era i tirannosauri. Tanto per iniziare,“la classifica di Tuttolibri è realizzata dalla società Nielsen Bookscan, analizzando i dati delle copie vendute ogni settimana, raccolti in un campione di 1100 librerie. Si assegnano i 100 punti al titolo più venduto tra le novità. Tutti gli altri sono calcolati in proporzione.” (es.) Quindi il rilevamento non tiene conto delle librerie online, che vendono un sacco. Citati si lamenta pure dei classici che non si vendono, ma i classici te li ritrovi periodicamente allegati a questo o quel quotidiano, quindi trovano larga diffusione senza passare dalla libreria. Non abbiamo ancora dati relativi alle vendite dei lettori di eBook, che consentirebbero agli angloalfabetizzati di accedere ad una marea di roba, fra cui classici a sfare GRATIS – una via che l’Italia, terra retrograda per antonomasia, sembra restia a percorrere. Non è fisico, non lo pago, l’odore della carta, giammai. E qui mi vien da pensare che, di libri, se ne pubblicano ogni giorno una marea. Gli scaffali sono obesi. Ci sono libri del passato e libri del presentissimo. Una volta non si pubblicavano neppure così tanti libri, oggi si investe molto sul libro di quello famoso: un comico mediocre, un calciatore, un personalità radiotelevisiva vengono invitata a scrivere istant-book di successo immediato potendo contare su una fan-base enorme. E’ assai probabile che nei mmmmmitici anni ’60 e ’70 tutti quelli che oggi comprano i libri dei comici di Zelig o di Fabio Volo non avrebbero semplicemente mai letto nulla, perché non c’era niente di simile. Cioè, un calciatore calciava, un presentatore radio o tv presentava radio o tv, nessun editore li contattava per un libro. Oggi il business ha preso questa piega, questo investimento miope ad alta resa, e finché dura andrà avanti. Non è certo questione di “Zelig e il Grande Fratello e X Factor che rimbecilliscono la gggente”. Semplicemente, sono nati prodotti librarii per chi normalmente di leggere se ne frega, e fanno leva sul fattore celebrità.
A questo punto potremmo chiederci, come mai in Italia rispetto a X, Y e Z si legge così poco? Credo che molto dipenda dall’approccio cafonal alla cultura che si ha qui da noi: la cultura è innanzitutto un mezzo di distinzione sociale, solo in seguito e se siamo particolarmente fortunati un piacere. Qualche tempo fa avevo scritto un post dedicato proprio a ‘sta roba: eccolo qui. La reazione al cafonal culturale è che molti rifuggono i libri, associandoli pavlovianamente alla noia della scuola e a gente particolarmente saccente e rompicoglioni incapace di rilassarsi e farsi un ballino di cazzi suoi. Quando poi esce il libro del comico di Zelig che li fa ridere allora ci ripensano, e magari entrano nel tunnel del libromerda.
Come si collega tutto ciò al fenomeno dell’analfabetismo evidenziato da questo articolo (Il Sole24h)? In due passi. Il primo smentisce categoricamente la storia dei Poteri Che Ti Vogliono Rincoglionire. Il governo ha dato al cittadino quel che ha voluto: tutti laureati. Per farlo, ha dovuto rendere la selettività della scuola sempre più bassa, dalle elementari fino all’università, col risultato di avere i famosi mille mila laureati a spasso. Inevitabile: non hanno nessun mezzo culturale per comprendere ciò che li circonda. Cavolo, c’è un dottorando dalle mie parti che parla un italiano riprovevole, e non vi dico lo scritto. A logica, non avrebbe mai dovuto arrivare alla laurea, figuriamoci al dottorato, senza padroneggiare un italiano di base corretto. Eppure, tutte le famiglie d’Italia hanno creduto nel mito dell’ascensore sociale all’infinito, tutte le famiglie d’Italia hanno voluto i figli laureati che non debbano più fare i lavoracci manuali, e lo stato li ha accontentati. Uniamoci una classe intellettuale stravecchia stile Citati, volta a contemplare il passato e a rifiutare il presente, che viene comunque ammirata anziché ricoperta di pece e piume in quanto vecchia e superata, e la situazione di stasi appare inevitabile. Il presente fa schifo, il passato era meraviglioso, è tutta colpa dei politici e della tv. Ahah, sicuri? Perché secondo me è essenzialmente colpa vostra.
Tutto giusto, anche se il famoso dato dell’80% di analfabeti funzionali a me appare gonfiato.
Passi che siano almeno sul 45%, siamo su questi livelli un po’ in tutto l’occidente. Passi che per motivi storici, gran numero di anziani a bassa scolarizzazione e scolarizzazione di massa tardiva (ma di standard *davvero* alto nelle sue prime fasi) siamo sopra la media. Ma l’80% boh, mi pare pazzesco.
Pare alto pure a me, in realtà, ma ho voluto prenderlo per buono. Qui i risultati dello studio di Tullio De Mauro, en passant.
Io ho appena copmprato on line un libro di Andy McNab… avevo tanta voglia di scrivere una mail a Citati, per dare sfoggio della mia ignoranza e decadenza, poi mi sono chiesto se Citati avesse effettivamente una mail…
Cordialità
Attila
“Negli ultimi mesi le vendite dei libri — sia delle clamorose novità sia del lento catalogo — sono discese di circa il 12 per cento rispetto agli anni precedenti: così mi dicono.” Cosí ti dicono? Chi? E io ti dovrei credere? E costruisci la tua lamentazione a partire da “cosí mi dicono”? Ma valá, Citati.
Uno scritto da vero sclerotico vecchiardo. Il lettore “avventuroso e impavido”: sí, perché non aveva altro. Non c’era il porno online, non c’erano i videogames che ci sono oggi. E poi non é vero proprio un cazzo che una volta, oltre che essere tutta campagna, tutti leggevano libri densi di simbolismi e stilisticamente complessi. Quelli che lo facevano erano i compagnucci del Citati, che da bravo intellettuale degli anni 60-70, se ne é sempre fottuto della cosiddetta “cultura popolare”.
Citati ignora, o fa finta di ignorare, che “Le nozze di Cadmo ed Armonia” fu un caso, uno di quei libri che DEVI avere a prescindere che tu lo legga o meno.
In secondo luogo il fatto che vi siano bestseller di Volo o Faletti potrebbe semplicemente voler dire che si è allargata la base dei lettori ed è diminuito il numero di intellettuali o para-intellettuali ed aumentato il numero di persone normali che leggono.
La stessa cosa succede altrove, non vedo lo scandalo.
Il discorso degli analfabeti di ritorno mi pare altro. Quelli esistono e sono in aumento ma dubito che il successo di Volo sia legato a quello
comunque apprezzo le tette vintage.
Anch’io!
Eeehh…..non ci sono più le tette di una volta…….oibò, mi è caduto il monocolo, perdinci!
citati è come la corazzata potemkin
Non credo, “La corazzata Potemkin” è un capolavoro termonucleare!
Devo concordare con zambra. Intervento dell’I&I arguto ed opportuno…
D’accordo su tutto, tuttavia mi permetto umilmente di segnalarti ” l’immortalita’ ” di Milan Kundera che oltre a essere un gran libro, parla proprio dei superbi intellettuali pirla come Citati, per i quali vale le pena di citare quello che Kundera fa dire a Goethe di Bettina Brentano von Arnim, ovvero che ” amava Goethe per quello che rappresentava, non per quello che era”.
La gente come Citati ama la letteratura e la cultura per quello che rappresentano, non per quello che sono o che ti danno.
Ciao ti leggo da sempre ma intervengo solo ora per una cosa importantissima:
se ti è noto mi servirebbe il nome della signorina, presumo scrittrice, che accarezza il gatto.
Quella fighezza vintage mi ha ricordato di botto la titti di amici miei 1.
Mi serve quel nome per una ricerca scientifica molto importante.
Ahimè, non ne ho la più pallida idea.
La titti di amici miei, la Dionisio mi pare, a tette era messa male ricordo….
condivido in pieno quanto scrivi. E poi, che male c’è se la mia vicina di casa a cui non interessa disquisire dei massimi sistemi trascorre il suo tempo leggendo Faletti? Grazie ai best seller abbiamo case editrici che si possono permettere di pubblicare autori minori ma validissimi o puntare su sconosciuti ed emergenti. E il fatto che i libri che fanno cassa raccontino storielle insulse ma scritte comunque in un italiano quanto meno decente può solo far bene all’analfabetismo dilagante. A ogni epoca il suo libro.