Category: seminario sulla merda


Basta! Vedete l’oscena e ributtante immagine qui sopra? Essa è profondamente diseducativa, poiché travia le menti e dà un messaggio sbagliato alle giovini donne: che se sei bella e ti metti in mostra, esponendo le tue carni al lubrìco sguardo degl’uomini, potrai guadagnarci!

Si tratta di un messaggio terribile, che Abberlusconi e il PDL avevano diffuso per procacciarsi troje ragazze fragili e manipolabili per i loro bunga bunga. Malidetti! Marrani! I nostri giovani e le nostre giovani hanno perduto il senso della sacralità dei corpi e non esitano affatto a mercificare sè stessi per un tozzo di pane! Tanto il Bambin Besù quanto il Compagno Stanislaschi disapproverebbero, visto che si tratta in ogni caso di mercimonio con il ghiavolo, o di compravendita del proprio sacrario in cambio dello sterco del dimonio, ovvero il danaro! Che distrae dalla Preghiera come dalla Rivoluzione!

Potrebbe dire, qualcuno di voi, che questo blog è pertanto incoerente. In realtà, come Pete Townsend che scaricava terabyte di porno pedofilo ma solo per ricerca, qui si sono postate più e più volte foto di trogolone scostumate, ma solo per ricerca: abbiamo potuto constatare coi nostri occhi, increduli e rassegnati, che queste immagini, aggiunte ai post costantemente nel tempo, hanno portato sempre più visitatori al blog. O tempora, o mores! E quindi se pure le grandi forze della moralità e del decoro hanno ceduto al Maligno con simile orrendo riprovevole cartellone (ma era prevedibile, avendo essi già perso un faro guida spirituale del calibro di Paola Binetti), ci dobbiamo pensare noi di Sei Un Idiota Ignorante. Con questo:

Un manifesto serio, responsabile, che restituisce alla donna la sua dignità di lavoratrice, che si guadagna tutto il suo nutrimento e i suoi pochi e parchi averi col sudore della fronte, anziché col mercimonio come tutte le puttane che vedete in giro, ma tipo anche vostra madre, che vi credete, altrimenti come lo pagava il ginecologo CHE LE GUARDAVA LA TOPA, EH?

Ebbene sì, come potere dolorosamente constatare dal qui presente scrinsciotsz: gli italiani preferiscono un passato sempre uguale a sé stesso. Adesso che ha vinto Pisapia, i vietcong marceranno su Milano riempiendo il duomo di kebab. Non ci credete? Noi di questo blog abbiamo dato una sbirciata in esclusiva al programma del neo-eletto sindaco e rabbrividiamo dal terrore visto che non si fa mai menzione del bambin Gesù, dio merda, roba dell’altro mondo.

Vedete questa foto? E’ stata scattata dieci minuti fa in piazza S. Babila:

Io fossi in voi mi preparerei per tutte le cose terrificanti che si porta addietro, dall’alba dei tempi, il comunismo, che come sappiamo fu un’invenzioni dei negri per sterilizzare la razza bianca con la droga e il rock’n’roll. Guardate, guardate cosa vi aspetta…

1) Agli islamici, e solo a loro, sarà concesso di comprare armi e munizioni per difendersi, com’è nel loro diritto in quanto minoranza, dagli assalti dei Capitalisti. Questo porterà, ovviamente, a terrorismo su larghissima scala, e presto ci toccherà il coprifuoco e, peggio ancora, cantare Ewwywa Allah Akhbar al posto di O Mia Bela Madunina.

2) Ghei nelle forze dell’ordine. In questo modo, potranno multare tutti i bravi padri di famiglia, onesti lavoratori, cacciatori e pescatori, nonché tutte le fiere casalinghe e madri di famiglia, rispettosamente coniugati di fronte a Iddio, facendoli sentire colpevoli di abigeato. In questo modo, gli eterosessuali faranno di tutto per avere figli ghei, in modo che da grandi non vengano vessati dalla pula.

3) Droga. La droga verrà venduta fuori dalle scuole e in tutte le farmacie da poliziotti negri ghei. In questo modo l’umanità milanese sarà sempre più corrotta e marcia e passerà il tempo a drogarsi, mentre gli ominisessuali, i ghei, i negri e gli arabi gli entreranno in casa a rubare, ma siccome i poliziotti sono già ghei e negri e comunisti, non faranno niente, mostrando anzi i denti limati da squalo e isprezzo dell’istituzione che sono chiamati a rappresentare.

4) Negri. Le piazze di Milano bella saranno d’ora in poi piene di negri che giocano a basket, ballano la breakdance, agitano cactus e fanno riti vudù col mascherone africano. E se provate e protestare, arriverà la polizia che vi accuserà di non aver rispetto per le minoranze e vi tradurrà in carcere in due secondini. E siccome pure il giudice sarà negro comunista ghei, saranno cazzi vostri.

Il piano, a questo punto, è logico: alla fine la popolazione milanese sarà tutta costretta a vivere in carcere, mentre la città sarà piena di bande di negri, ghei, islamici e comunisti che si contendono il territorio che neanche a Kenshiro.

E dunque, ricordate:

Milano consegnata a orde di negri, islamici e ghei mentre i nostri figliuoli si preparano ad un futuro di servitù, per poi concludere la loro mesta esistenza in galera.

Ah, l’avete voluta, dio ricotta.

E’ inutile girarci intorno, i videogiochi oggi costituiscono il principale fatturato dell’industria dell’intrattenimento. Grazie alle mostruose capacità hardware delle macchine da gioco odierne, sono paragonabili ad esperienze cinematografiche vere e proprie, a narrazioni i cui snodi sono affidati all’abilità (quando non alle scelte) del giocatore, che investe una considerevole quantità del suo tempo-vita e dei suoi soldi per godere dell’esperienza videoludica. I tempi di PacMan ci appaiono lontani ere geologiche. Ad ogni narrazione corrisponde un universo di simboli, significati e significanti, prova ne siano fumetto, letteratura, cinema, musica e i rispettivi codici linguistici; alla luce della complessità media di un gioco odierno, ci chiediamo, noi di Sei Un Idiota Ignorante, sempre attenti come nostro solito ai mutamenti del mondo moderno, e dio cane lasciateci aggiungere con un pizzico d’orgoglio, quale lettura possiamo dare all’universo simbolico che ribolle sotto le colate di pixel e poligoni? E’ quindi con un pizzico d’orgoglio che accogliamo volentieri lo scritto che Gianni Costrutti Fulcro (già autore di Il Fascismo Nei Fumetti, Il Fascismo Nella Pubblicità, Il Fascismo Geografico: Soprusi Del Capitale Ad Un Territorio Sconvolto e Cucù, Dov’é Finito il Fascismo?) ha preparato per il nuovo numero di Studi Bidisciplinari, Reificazioni Oggettive e Complessità. In questo testo si analizza uno dei maggiori successi della passata stagione, ovvero Bayonetta di Platinum Games/SEGA, per poi generalizzare e giungere a conclusioni illuminanti. La parola a Fulcro.

Bayonetta è stato uno dei giochi più apprezzati e venduti del 2010. Un titolo a base d’azione rapida ed incalzante, senza pause, con abbondanti dosi di humor e sensualità a condire gigantesche scazzotate fra demoni, mostri e streghe. Innocuo e sano divertimento di altissimo spessore tecnico, giusto? Parrebbe di sì. Ma avendo già sperimentato sulla nostra pelle gli effetti nefasti delle sottoculture devianti,  abbiamo imparato a drizzare le antenne qualora se ne abbia il sentore. E Bayonetta, nella sua apparente ludica trivialità, di quel sentore è colmo. Seducente latore di un’ideologia per lo meno sospetta, quando non apertamente ripugnante, eppure così abilmente travestita e dunque facilmente inoculabile, Bayonetta merita un approfondito esame critico. La trama che fa da sfondo al gioco (certo, niente per cui Tolstoj o Flaubert debbano impensierirsi) è la seguente, come possiamo apprendere da Wikipedia:

“Bayonetta è l’ultima discendente rimasta dell’antico clan delle Streghe di Umbra che non ha ricordo della propria giovinezza; decide così di intraprendere un viaggio alla ricerca dei suoi ricordi durante il quale verrà a contatto con lo scontro tra angeli e demoni in cui la parte dei cattivi sembra ricoperta dai primi.”

Val la pena di iniziare la nostra disanima proprio con Bayonetta, la protagonista del gioco. Sarà anche una strega, ma è ben lontana dall’immagine classica della vecchia nasona con la mela avvelenata e lo sguardo diabolico. Affatto. Slanciata e curvilinea, viso da segretaria sexy, movenze a metà strada fra la modella e la stripper, fasciata dai suoi stessi capelli in guisa di latex, Bayonetta appare innanzitutto come succulento oggetto erotico.

Particolare risalto viene dato al posteriore di Bayonetta:

E’ interessante, da questo punto di vista, paragonare Bayonetta alla Venere Callipigia. La celeberrima scultura di età adrianea è una rappresentazione della morbida sensualità femminile, colta nell’attimo di immergersi nelle acque. Bayonetta, strega demonessa dell’era tecnologica, si presenta con un fisico scolpito nella galleria del vento e certo non avrebbe alcun bisogno di denudarsi per entrare nell’acqua: probabilmente farebbe un car-wash in bikini, o userebbe un incantesimo. L’atto naturale di lavarsi diventa denaturante nel contesto di una natura denaturalizzata, quindi sostituito dalla sua reificazione pornografica, qualora Bayonetta voglia lavarsi il sangue dei suoi nemici di dosso (non lo vediamo, ma possiamo sempre fantasticare per restare sulle spine e desiderare in una spirale infinita, secondo modalità di riproduzione del bisogno artificiale indotto mcdonaldiano). La nudità, Bayonetta, ce la offre a brandelli: quando effettua i suoi demoni, essi si incarnano nei suoi lunghissimi capelli che si staccano dal corpo lasciandola nuda, tranne nei punti strategici:

Lo possiamo ben vedere in questa immagine, dove Bayonetta ha appena eseguito un calcio saltato ed appare seminuda e scosciata come una stripper esperta, mentre un’incarnazione diabolica dei suoi capelli prende forma di una piede femminile con tacchi a spillo e strazia le carni dell’avversario. L’immagine successiva è ancora più esplicita:

Il nudo è quasi integrale e si evoca un demonio in foggia di bombardiere. Si celebra l’accoppiata sesso e violenza (suggerita dalle armi) che tanta presa ha sull’immaginario maschilista occidentale plasmato dai modelli culturali sciovinisti americani in maniera diretta, volgare, laida, disgustosa. Se prendiamo le altre due presenze femminili del gioco, Cereza e Jeanne, vediamo che la prima è Bayonetta da bambina, la seconda un’altra strega di Umbra, fisicamente molto simile a Bayonetta. Il messaggio è lampante: le donne devono essere disinibite e aggressive stripper dal fisico mozzafiato (Bayonetta e Jeanne, il cui rapporto è per lo meno ambiguo e dà adito a fantasie criptolesbiche in chiave maschilista), o devono diventarlo (Cereza), altrimenti non c’è posto per loro sulla terra. A fine gioco si uccide la Dea Femmina, e Bayonetta si lancia in una (divertentissima, va detto) coreografia: se questo non significa che la donna debba essere plasmata solo ed esclusivamente ad immagine dei desideri dell’uomo, vuol dire che abbiamo perso ogni capacità di decodifica di texta multimediali e quindi tanto varrebbe  sederci sul divano, goderci le botte e i nudi con una bella birra in mano e ruttando ferocemente, cosa che appunto riconferma quanto detto, quindi non se ne esce. Dovrebbe essere evidente, a questo punto, che il gioco non è solo un gioco ma nasconda qualcosa, un fine eterodirettorio malevolo pur se indiretto.

Non abbiamo ancora parlato dei nemici di Bayonetta: si tratta di angeli, ed infatti prendono i nomi e parte delle sembianze dalla terminologia dantesca (Serafini, Cherubini ecc.). Le loro sembianze hanno un che di angelico nella misura in cui esibiscono ali, colori dorati e argentei, e volti da statua classica. Per il resto si tratta di mostri tecnoorganici degni del più dozzinale dei manga.

L’appropriazione di un patrimonio culturale estraneo da parte di un giapponese (Hideki Kamiya, l’ideatore del gioco) per farne fondale cartapestico di pittoresche scazzottate, piene di ammiccamenti volgare al sesso e al potere delle armi, grida vendetta, eppure è essa stessa sintomo di vendetta: vendetta da parte di un popolo che in piena guerra subisce la ferita del bombardamento atomico e in seguito l’invasione della cultura occidentale, inevitabile conseguenza di una resa senza condizione al potere del più forte. Nella mente di un teenager troppo cresciuto e imbottito di sushi stile McDonald come Kamiya, ovviamente incapace di comprendere tradizioni a lui estranee e sicuramente privo di qualsiasi tipo di istruzione superiore, questo atto deve apparire come sovversivo e irriverente, un atto di manipolazione e rifunzionalizzazione appiattente che livella tutto verso il basso, angeli e dei come personaggi dei fumetti che vengono irrisi e umiliati da una strega sexy. Kamiya avrebbe potuto utilizzare il suo innegabile talento grafico per un fine più nobile, per risolvere diversamente il conflitto e trasfomarlo in dialettica dei sessi e pacificazione fra il fisico e il metafisico, individuo e società, società e stato, ma probabilmente, attore-vettore in un mercato plutocratico, non se ne rende nemmeno conto.

Infine dobbiamo considerare pure l’aspetto dell’avere, del possesso, delle armi e del Capitale, perché è forse l’aspetto più importante che ci permette di capire la vera natura di questo gioco. Bayonetta può potenziare le proprie capacità offensive comprando nuove tecniche corpo a corpo, nuove armi, nuovi potenziamenti e via discorrendo. Per comprare occorre moneta, che otteniamo uccidendo nemici. Più nemici uccisi, più soldi. Soldi che possiamo spendere in una sorta di night club infernale gestito da un individuo che pare uscito da un video gangsta rap e che dialoga in maniera lasciva con Bayonetta. Possiamo a questo punto delineare una serie di elementi chiave di Bayonetta:

– La donna reificata in oggetto sessuale;
– La donna forte che in realtà è la materializzazione della fantasia maschile della dominatrix bsdm;
– La violenza del più forte sul più debole;
– L’annullamento di qualsiasi cultura e tradizione in nome dell’edonismo sfrenato;
– L’uccisione e la morte come mezzi di affermazione del proprio potere, che aumenta ad ogni uccisione.

Bayonetta a questo punto getta la maschera, e si svela per quello che è: un subdolo vettore infetto di un’ideologia riprovevole, orrenda, disgustosa, reazionaria e fascista che rafforza tutti i circuiti e le connessioni con l’ideologia dominante ed unica ammessa nel mondo occidentale. Considerato che SEGA è un colosso informatico che ha bisogno del perdurare dello status quo per prosperare, veicolare prodotti infami e diseducativi come Bayonetta non può che esser di giovamento. Ma soprattutto, la compagna con cui condivido il mio percorso di vita, qualora decidesse di vestirsi come la strafica dello stand della SEGA (v. documentazione acclusa)

farebbe vomitare il culo ai negri e io non posso realizzare i miei giochini erotici perché anch’io poi mascherato da Kratos non è che sia ‘sta bellezza e ci censurerebbero perfino su YouPorn dio merdoso cazzo vaffanculo madonna impestata troja negra!!!1!!1!!

Oggidì le dimissioni

Ebbene sì, mi tocca ammetterlo. E’ scoppiato lo scandalo, l’increscioso scandalo del Merdagate, e io in qualità di Presidente vi sono coinvolto fino in fondo e non posso più tacere. In questi mesi sono stato accusato più d’una volta di collusione, corruzione e contusione, purtuttavia ho tirato avanti per la mia strada conscio di fare, in certa misura e secondo misurazioni fallibili, in quanto umane, e noi sappiamo che la perfezione non è di questo umano mondo, del bene. Bene che, stando ai beninformati, ai cerberi della stampa e agli avvoltoj dei magistrati, sarebbe stato esclusivamente vantaggio personale.

Oggi 14 dicembre 2010 io, Negrodeath, ammetto pubblicamente oggi di aver effettivamente abusato di una posizione di potere, quella di Presidente, per trarne vantaggio & profytto. Le cave di merda naturale rinvenute nelle viscere dei Monti Zibellini erano un piatto ghiotto. Certe aziende di cui la Nostra Avgvstyssima Persona è azionista per interposta persona hanno avuto il piatto servito. E tutto andava a gonfie vele, ahimè, poi c’ha pensato il noto giornalista d’indagine nonché ammaestratore di serpenti part time seppur diplomato Gianni Fulcro a seguire le tracce dei sospetti movimenti di danaro che andavano di pari passo con le cisterne di merda naturale su cui proliferavano le azioni di Engrofant, Zobboront, Bli.A.Bli.O., Nerchiatron che attiravano quindi il ratingsz delle varie agenzie di ratingsz e quindi vai a tutto bordone. Da lì, coi ratingsz e la pioggia di capitali esteri, è stato facile comprarsi un paio di deputati giù al discount, al fine di scrivere e promulgare la legge che ha dato il via allo scandalo, la 231.ter.bis.caz. Tale legge, in base ai poteri conferitimi dalla legge 31.ctrl.alt.canc. da me personalmente stesa e approvata in precedenza, consente a chi occupa posizioni di potere la facoltà di incamerare bitume cronomantico, purché regolarmente condonato dalla Nike di Samotracia (la marca, non la statua) e vidimato dal Presidente, che dunque essendo in quel momento io stesso Presidente, nonché maggior azionista della Nike di Samotracia, ero pure esclusivo titolare per procura dei terreni comprendenti i Monti Zibellini. Ah, purtroppo lo scaltro e astvto Fulcro mi ha rotto le uova nel paniere (nonché i coglioni, a dirla tutta, ma per educazione non lo dirò), e dunque tradito fui dalla mia stessa ingordigia. Ora son saltati fuori i nomi di tutte le persone coinvolte nel Merdagate, e quindi essendo io l’unica persona contemporaneamente dotata dei poteri di avviare e fermare il Merdagate stesso, scrive il Fulcro sul suo voluminoso dossier allegato a Il Groenlandese di questa settimana, non posso che esserne causa ultima e motore primo.

Ebbene, darò le dimissioni per confermare le mie doti di integrità, rettitudine, virtù, fortezza e moralità, quelle doti che mi hanno reso vostro Presidente. Però non posso tacere su come la contrapposizione fra gli articoli di legge là sopra citati risponda ad un principio dualistico su cui si regge, almeno in parte, la struttura stessa dello spazio-tempo. Le due leggi da me promulgate sono inconoscibili ad essere umano nello stesso momento, perché conoscere l’una comporta l’impossibilità logica di conoscere l’altra, dunque sono state promulgate l’una all’oscuro dell’altra, pur se dalla stessa persona il qui presente Presidente Negrodeath, e dunque la volontà di far del male e di approfittare delle cave di merda naturale scoperte nei Monti Zibellini è fatto puramente accessorio ed indimostrabile sulla semplice base del possesso delle principali aziende che fanno affari sulla merda e all’estensione e promulgazione delle leggi. Detta volontà si configura quindi, è evidente, come mero accadimento accessorio, laterale, quasi insignificante, soprattutto di fronte alla vastità del Cosmo.

Queste dimissioni sono, seguendo la logica testé esposta per spiegare la non-sussistenza dell’ipotesi di volontà e protervia nel reato, del tutto immotivate. Ma sappiamo che la Vita è Ingiusta, ed è stata definita tale anche nei verbali del processo, in cui si dice che “per svolgere il lavoro all’interno delle cave venivano reclutati negri extracomunitari al nero in regime di inadempienza fiscale volontaria, sottoposti loro malgrado ad una vita ingiusta e grama con la speranza di un permesso di soggiorno. Una vita ingiusta, perché il semplice fatto che il Presidente si goda i proventi della merda mentre questi poveri negri extracomunitari debbano piallarsi il culo, scusate, per lui è la dimostrazione dell’ingiustizia della vita. E dunque sia messo a verbale: la Vita è Ingiusta!”

Per riparare in parte alle ingiustizie della vita, siccome è appurato dunque che la Vita è Ingiusta, ho deciso come ultimo atto di contribuire alla giustizia (inversamente proporzionale alla vita, come il verbale stesso sancisce) mediante l’esecuzione arbitraria ed immediata di tutti i miei colleghi, rivali, accusatori e fiancheggiatori. Il che mi rende l’unico possibile Presidente, visto che tutti gli altri candidati sono, ahimè, deceduti per lasciar spazio ad una maggiore Giustizia. Sono commosso delle mie superbe e virtuose azioni. Vi saluto con rinnovato impegno.

Il vs.
Presidente Negrodeath.

Avetrana, provincia di Fulcro (MI). Da mesi, ma che dico, settimane, l’Italia è tenuta sul filo dalle torbide vicende di questi freak del cazzo poveri villici costretti a subire l’ignominosa protervia stupratrice e assassina del sig. zio della Sarah Scazzi. Per riepilogare la vicenda, su cui non è bene speculare nè fare ironie, capito, teste di merda?, Sarah Scazzi è sparita e poi l’hanno trovata sbudellata in qualche topaja forse con segni di stupro forse no, fatto sta che tempo due secondi d’interrogatorio poi lo zio ha confessato tutto fra le lagrime, sono stato io dio merda, diceva, sono stato io dio zucca. Zio che all’inizio collaborava con le indagini eh, ma siccome la sua figliola nonché cugina di Sarah Scazzi ci collaborava ancora di più e compariva pure in tv, allora gli inquirenti hanno giustamente dedotto che vedrai la cugina c’è coinvolta ancora di più, e infatti che viene fuori? Ah-ah! Vedrai è stata lei, e quel mutante di suo padre cercava di proteggerla! Ma negli ultimi sopralluoghi, dopo aver iscacciato via a fucilate giornalisti, villici, curiosi e pellegrini, sempre gli inquirenti si sono imbattuti in una pista nuova e inquietante. Difatti, nella lurida baracca ove giaceva il corpicino pallido e senza vita della Scazzi, sono stati trovati per puro accidente oggetti di natura sospetta, prima mai visti nemmeno di striscio nonostante le vistose sembianze, che ammantano la vicenda di toni ancor più foschi e torbidi: un mascherone africano, un perizoma di bisonte, una clava di pietra, resti di gallina spennata e sangue di gufo. E’ stato il nuovo testimone, che però ci tiene a restare anonimo e di cui quindi non diremo il nome nè pubblicheremo alcuna foto, a indicare i misteriosi resti agli inquirenti.

Masaniello Crosta, il supertestimonio

Sembrava molto strano infatti che, in un simile abominevole spaventoso addiacciante delitto non fosse presente una qualche eterodirezione, dal momento che in Salento sono tutti buoni e passano le giornate a ballare la pizzica incuranti dei mali del mondo, convinti che sia meglio sorridere e dare esempi positivi e gioiosi al fine di alimentare le speranze. Abbiamo chiesto ad uno dei più noti esperti di psicologia criminale, B. Vespa, di ricostruire il delitto alla luce dei più recenti ritrovamenti. Ecco cosa ci ha detto: “E’ lecito presupporre che cugina e zio di Sarah Scazzi abbiamo preso Sarah Scazzi e l’abbiamo uccisa percuotendola ripetutamente con una coda di scoiattolo secca ed uno stoccafisso, dopodiché ci abbiano sgommato sopra col motorino mentre sparavano con una Colt P.38 ai cartoni di Tavernello che lo zio di Sarah Scazzi era solito tracannare prima di rientrare a casa, quel finocchio. A questo punto, però, occorre porsi una domanda ulteriore: possibile che ogni dettaglio, seppure in apparenza confermi tutta la ricostruzione, non nasconda un altro livello di dettaglio? Possibile che gli Scazzi che hanno ucciso la Scazzi non abbiano in realtà agito sotto un controllo mentale, sotto la direzione di un soggetto esterno sicuramente malwagyo? Ebbene, la risposta arriva tuonante come un colpo di spingardino (o bombarda): SI’, è possibilyssimo, perché l’umana abiezione non ha alcun limite!” ha concluso l’esimio sig. Vespa fra le lagrime. A questo punto la parola passa all’ispettore Grisso dei Servizi Segreti.

L'agente Grisso dei servizi segreti

I nuovi reperti (ripetiamo: un mascherone africano, un perizoma di bisonte, una clava di pietra, resti di gallina spennata e sangue di gufo) sono stati analizzati da Grisso con tecniche all’avanguardia, come la prova del pistone, la stretta del cobra, il laser spaccascuregge e la raccolta differenziata delle feci. Esaminando impronte digitali, frammenti di sterco, cosi di dna, lì, ceci e pinoli, Grisso ha potuto redarre un per ora approssimativo identikit del vero colpevole:

Si tratterebbe di Kekumba Bonga, di anni 98, professione stregone vudù e chiaramente malwagyo attentatore de’ buoni costumi degl’italiani che egli vuole corrompere per far dell’Italia il suo regno privato di deboscia e putridume, come già Saruman con la Contea. Stando a Grisso, laureato in antropologia tra l’altro con una brillane tesi intitolata Gli Aberranti Costumi dei Negri, mascherone africano, mazza di pietra, perizoma di bisonte, penne di gallina e sangue di gufo sono gli ingredienti fondamentali per il rito del Mabongo Tikombo, che permette allo stregone di aprire i pinoli senza usare i sassi e addestrare i pellicani. E’ evidentemente stato lui a controllare le volontà della cugina e dello zio di Sarah Scazzi (vai a sapere te quel che possono combinare questi negri col loro vudù!), dopodiché ha pure replicato con minuziosa perfezioni le loro impronte digitali sui suoi stessi oggetti quasi per far credere agli inquirenti che lo zio e la cugina di Sarah Scazzi (scusate la ripetizione) avessero tentato di incastrare un negro disponendo a bella posta tipici oggetti da negro, ma non ha fatto i conti, quel negro, con la superiore tecnologia degl’inquirenti. E così la sdegnata popolazione di Avetrana ha preso Kekumba Bonga, e stasera in prima visione potrete assistere in diretta alla sua decapitazione in piazza, officiata dal Sindaco, con lama benedetta dal vescovo Gargiulo Badalassi.

La foto che vedete qui sopra, che è costata la vita all’eroico fotografo Olaf Olafsson, ritrae la presa del governo svedese da parte delle armate del vile e malvagio Sauron Eviloverlordsson, leader del PNXRON (Partito Nazista Xenofobo Razzista Odiante i Negri), che da ieri è diventato il capo assoluto della Svezia. Com’è ovvio, egli ha vinto con l’inganno e la prevaricazione, prima turlupinando i voti de’ buoni svedesi (costretti con le armi e le minacce a votare per lui, è logico), dopodiché infiltrandosi nel parlamento con la forza bruta e decapitando repente tutti i membri del parlamento che non fossero d’accordo con la sua politica dichiaratamente eugenetica e antinegro che prevede l’istituzione di campi di sterminio e l’obbligo di cantare l’inno nazionale sei volte al giorno. Ebbene sì, possiamo intonare il de profundiszs per la democrazia occidentale, perché se la Svezia diventa una nazione nazista e si appresta al nuovo olocausto (è inevitabile, ormai, si sa, è scritto), se la cuspide democratica cui tutti noi umili paesi inferiori guardiamo con deferenza e rispetto perché da loro il vivere è civile e le donne in tv ci vanno vestite, ecco, se la vetta viene incistata e corrotta dal virus mortale del nazismo, vuol dire che per noialtri non v’è più speranza.

Il programma del PNXRON è chiaro: rimpatrio immediato di tutti i negri regolari (bixx inclusa, ché così ora non potrà più fare la guappa), emissione di condanna a morte  per qualsiasi irregolare, ripristino della cultura vichinga (con tanto di pressioni sul Comitato Olimpico per fare del lancio del tronco una specialità olimpionica), programma eugenetico per migliorare la razza ariana ma senza l’utilizzo di giudeoplutomassonica bioingegneria, no, piuttosto un programma a lungo termine di accoppiamenti selezionati che comporterà l’istituzione del Pedigree Reale di Svezia, sterminio di ogni menomato, storpio, deforme (entry level chi non abbia capelli biondi e occhi azzurri), suddivisione della società in caste (nobili, guerrieri, mercadanti, agricoltori, popolaccio merdoso, schiavi) in base alla purezza del patrimonio genetico, riformulazione del welfare in base alle caste (i nobili saranno esentati dal pagar moneta o tassa o soprattassa, i guerrieri pagheranno una certa somma, i mercadanti una maggiore e così via fino agli schiavi cui spetterà l’onere maggiore visto il favore che gli si concede a svolgere umili e ingrate mansioni sul suolo di Svezia).

Questo reperto fotografico, all’indomani delle elezioni, non lascia molto spazio all’interpretazione: vediamo un gruppo di immigrati litigare fra di loro alla Festa della Renna Arrosto, mentre il resto della popolazione adesso li osserva distante, in silenzio, isolandoli in un ghetto anche solo empatico per paura dei manganelli e delle spade della violenta repressione. Ed è solo l’inizio dell’involuzione verso una forma mentis arianoide nazista che investirà l’Europa, visto che Eviloverlordsson ha stretto già alleanze con tutti i partiti similmente orientati nei paesi stranieri, ove inizierà una paurosa offensiva ai pilastri della democrazia per ristabilire la legge spietata del più forte per stirpe e sangue e dunque diritto di nascita. Il nuovo medioevo è alle porte, la nuova Europa Pan-Evoliana del Comitato di Coordinamento fortemente voluto da Sauron Overlordsson (con pericolose sponde transoceaniche nei Nazisti dell’Illinois) calpesterà sotto il suo spietato tallone d’acciaio ogni forma di pensiero dissidente, e tutto per colpa di quei pezzi di merda stronzi coglioni di svedesi della minchia che non hanno votato quelli che ci garbavano di più dio merda, ma si può essere più teste di cazzo, ma andatevene tre passi a fare in cazzo madonna impeciata di guano!

Lisa Marie Smith diventa d’obbligo per chiudere in bellezza questo alto pezzo di giornalismo blogghistico che condensa le sane preoccupazioni di chi sente in grave pericolo il nostro ordinamento democratico perché non ha vinto chi ci garba sbroc sbroc e nemmeno si conosce e per di più in un paese lontano, se la sera prima ti sei riguardato Ed Wood.

Qui su Sei Un Idiota Ignorante, lo sapete, siamo veri e propri fari della cultura, anzi, della Cvltvra. E’ dunque con un pizzico di orgoglio e malcelata superbia, nonché una certa qual alterygia, che primi in Italia parliamo del nuovo libro di Sven Svensson, La bambina che pettinava i merli, in uscita a settembre per i tipi della Marziglio Editore. Ne parliamo per primi non così tanto per bullarci, o meglio, non solo. E’ che Gianni Melio Fulcro, direttore della Marziglio, ci ha contattati alla Mansion chiedendo la nostra collaborazione per il lancio in grande stile di un libro come questo, il thriller nordico definitivo che è la summa di quel movimento esploso con la famosissima Millennium Trilogy di Stieg Larsson, il testo finale che si fa carico di tutte le suggestioni e i tòpoi letterari del neo-noir del Grande Nord e li transfigura, li eleva, deflagrandone il potenziale che solo nelle migliori pagine degli altri autori si era intravisto – vuoi per imperizia o malizia, vuoi per la febbrile ansia dell’artigiano che prova a farsi artista e lascia ancora le pesanti scalpellate dello sbozzascalini sul suo pur pregevole David di Michelangelo, vuoi per una messa a fuoco non del tutto riuscita della materia monstrum affrontata. Svensson dribbla tutti questi problemi e si pone come Autore vero, autorevole, veramente. La bambina che pettinava i merli, naturalmente, non avrebbe avuto esiti tanto alti se non fosse stato l’ultimo capitolo della monumentale pentalogia iniziata con Il negro privo di gabbia toracica e proseguita con L’occhio del pescatore di Bergen, Il cammino ove incrociano i demoni e La termite che indicava Dio. Una pentalogia che qualcuno si è già affrettato a etichettare “Il Guerra e Pace degli anni ’10”, e forse a ragione. Vediamo la sinossi:

Amir Goran-Petrov ha una vita, apparentemente, felice. Pur essendo negro infatti è comunque svedese, figlio adottivo di una famiglia benestante e quindi abita in una confortevole casetta lontana dai quartieri popolari pieni di tossici, mutanti e in-bred. Un giorno, durante la fika delle 11.34, scorge un particolare stonato nel suo ufficio: in un angolo c’è una bambina che pettina amorevolmente un merlo. Amir prova a rivolgerle la parola, ma senza successo, perché la fika finisce e deve tornare al lavoro. Nessuno dei colleghi pare averla notata, né quel giorno né i successivi. In un’altra parte della città, Helga Cederlund è una donna a pezzi. Fa la babysitter per i figli di Sonja Lindberg, potentissima e volitiva donna politica lesbica che ha fatto quattro figli mediante inseminazione artificiale e ricopre la sua carica per merito personale, senza bisogno di quote rosa. Helga si sente un’inutile babysitter senza futuro visto che, se non cederà alle avances della sua datrice di lavoro, le verrà tolta la casa e sarà costretta a prostituirsi per comprare le ricariche del cellulare. Un giorno, in mezzo ai fratelli Lindberg, Helga nota una bambina mai vista prima: una bambina che pettina amorevolmente un merlo. E’ così che Helga e Amir incroceranno le loro strade, in una vicenda complessa ed emozionante destinata a ricomporre la struttura stessa dell’intero universo (o meglio, di Stoccolma).

Immagino che siate già pisciosi d’ansia per leggere questo capolavoro. Quasi quasi vi invidio perché io ormai l’ ho già letto. E invidio ancora di più chi si appresti a leggere l’intera pentalogia per la prima volta. Finalmente si tirano le fila del discorso, e considerate che gli eventi si dipanano in un arco temporale di circa cinquant’anni. Ritornano alcuni elementi fondanti, anzi, ne ritornano molti – dagli spietati industriali del Gruppo Ostrogoth, fondato anni prima dall’inquietante Verne Stromblad e il cui sinisto Progetto per l’Avanzamento dell’Uomo trova risonanza filigranica nelle vicende di tutti i personaggi coinvolti, al tenero Alex Malmstrom ormai ottantenne e malato di mente ma portatore di segreti importantissimi, passando per la Cuspide, l’organizzazione transnazionale che tiene le fila del discorso e assembra al suo interno esponenti di spicco presi da tutti gli ambiti che contanto (potere politico, militare, metalz). La scrittura di Svensson è, se possibile, ancora più sottile e raffinata di prima. Lui la chiama linearità trans-stilistica, termine eccentrico che in realtà sintetizza in maniera ottimale la sua teoria di “una prosa data dalla somma algebrica di tutti i registri stilistici ed emozionali, equamente dosati”. Solo un occhio superficiale e distratto potrebbe giudicare la prosa di Svensson pedante e piatta, come quella di un geometra del catasto di Fauglia. Prendiamo questo paragrafo:

“Jesper si alzò dal suo letto e, dopo aver sbadigliato ed essersi grattato la nuca con forza ma non troppo, si mise in piedi. Poi andò a fare colazione con i biscotti e la marmellata e il salmone che aveva comprato due giorni fa ma non era riuscito ancora a consumare per l’ansia da documentazione sul caso Ostrogoth. Quindi, dopo una doccia di circa venti minuti, perché gli piaceva stare sotto l’acqua calda, chiamò Helga. Si diedero appuntamento al Bar Sjoskefrund. Ora restava del tempo libero, che Jesper passò mettendo in ordine la sua collezione di aringhe, una delle migliori di Svezia, che gli aveva procurato pure una medaglia di bronzo alla Mostra Reale delle Collezioni di Aringhe.”

Soltanto un improvvido e ottuso potrebbe criticare banalmente questo brano come robetta grigia e amorfa. Eppure la teoria della somma algebrica stilistica ci permette di comprendere la ricchezza lessicale e sintattica di Svensson. Ogni frase definisce, dalla relazione con la precedente e la successiva, il registro stilistico con cui interpretarla. Quindi sommando le molteplicità stilistiche, queste ultime si annullano e lo stile diventa solo apparentemente banale, stupido e bolso. E ritenerlo tale testimonia banale e stupida bolsaggine di chi legge, gente che nemmeno dovrebbe tenere un libro in mano, basta, dio campanaccio, con queste persone di merda che non capiscono un cazzo, e porca troja, e la cultura dove finisce altrimenti, eh? Parlo a voi, sì, belle le mie testine di cazzo, c’è gente come Sven Svensson che scrive capolavori con la stessa facilità con cui si monta un mobile Ikea. Ma è ora di finirla, porca puttana, andate a fare in culo, continuate pure a non capire un cazzo di Qui e Ora sussunti nel dispiegarsi d’una trama complessa che dipinge l’affresco del declino dell’occidente pur all’interno delle mura della socialdemocrazia svedese, vai, continuate, che è già tanto se vivete a nord di Torre del Greco, dio rambaldo!

E’ successo a Bodoncro (VI), durante il Palio Pregiatissimo di San Birello da Pontone. Un fatto che, di per sé, potrebbe essere liquidato come uno scherzo di qualche buontempone, ma visto nel contesto del quadro della grande offensiva islamica, assume una luce particolarmente sinistra. Ebbene, procedendo con ordine, ecco cos’è accaduto, e in seguito, alcune importanti riflessioni.

Tonio Firruldi, uno dei Fantini Baluganti del Palio Pregiatissimo di Bodoncro, ha un vantaggio di mezzo giro su tutti gli altri partecipanti.  Mentre sprona le sue capre da corsa, vanto e orgoglio secolare di Bodoncro, nota un particolare che stona nella familiare raffigurazione della Coreusi del Fenso che tradizionalmente presiede la Terza Curva, la Curva di San Mailonco: Santa Liceìtta da Birinzio indossa il Sandalo di Salonicco indicando la Mecca con la testa.  Non solo: è pure possibile sovrapporre la postura di Malika Ayane (nome che sa di arabo e perché no, pure di negro), così com’è ritratta nella copertina del suo cd, a quella di Santa Ariadne di Filicudi dai Piedi Nudi, che ora rivolge lo sguardo languido a Oriente – lo si capisce dal fatto che, alle sue spalle, si vedono le Colonne d’Ercole.

Ora rendiamoci bene conto: Tonio Firruldi correva a gran velocità sulla sua biga, spronando le dodici capre, pronto ad affrontare la Curva di San Mailonco, la più pericolosa, nel percorso cittadino che da Piazza Trenciabbue a Largo Girbaudasso attraversa Bodoncro, eppure ha notato tutti questi particolari, provando uno sgomento tale da distrarsi, perdere il controllo e mancare la curva, frantumando sé stesso, biga e capre contro la tribuna presieduta dal Sindaco, finito in terapia intensiva assieme al Firruldi stesso e a tutti gli altri. Firruldi che, è bene ricordarlo, è un ciabattino quasi analfabeta che però è molto divoto e conosce a menadito l’iconografia e il suo ruolo all’interno della Tradizione. Lo scompenso dato dalla nuova, sacrilega iconografia contaminata dalla subliminale presenza degl’arabi (e perché no, pure dei negri) lo aveva distratto nel momento fatale, causando una tragedia.

Occorre a questo punto porci qualche seria domanda sul tessuto nazionale che si sa erodendo. Non possiamo far finta di nulla, episodi come questo sono destinati a moltiplicarsi… se continuiamo a dare spazio agli arabi (e perché no, pure ai negri). Perché questo episodio è tragico su almeno due livelli: il primo è che, alterando lievemente un patrimonio iconografico consolidato e tradizionale, si è dato spazio all’Alterità e all’Interpretazione ove invece l’unica realtà possibile è quella prescritta e incisa nero su bianco sulle pareti del Cocito, e da lì replicata nella memoria d’uomini e donne per il ben noto fenomeno della Prostaferesi – frapporre un’interpretazione personale è segno di malizia e dunque peccato imperdonabile, un vile atto di hybris dietro cui si ravvisa un sinistro disegno occulto, quello di ingenerare incertezza, divisione, soggettività. Il secondo livello è quello della gente finita in ortopedia, ma insomma la gente in ortopedia ci finisce tutti i giorni e poi si tratta pur sempre di spoglie mortali, insomma, sai che differenza.

Giunti quindi alla conclusione inoppugnabile che di hybris si tratti, di hybris maliziosa con la deliberata intenzione di sabotare il portato culturale di un qualsiasi cristiano d’Europa (e chi sta in Europa, non importa quel che professi, non può NON definirsi cristiano, dio cristo!) ingenerandogli così uno sfasamento sinaptico di una frazione di secondo, sufficiente a mandare alla deriva una biga lanciata a folle velocità, e quindi a trasformare una Festa della Tradizione in dramma, costringendo infermieri e medici a interrompere le celebrazioni per assistere le vittime, e quindi in ultima analisi trasformando una Festa della Tradizione in Atto Terroristico, ecco, arrivati a questo ci chiediamo: chi è stato? E’ semplice, è stato Abdul Salàm, panettiere arabo (e perché no, pure negro) da anni residente in quel di Bodoncro e ritenuto, a questo punto a torto, integrato nella società. Abdul Salàm, in quanto pittore dilettante, si è offerto di dipingere la Coreusi del Fenso, imprimendogli a insaputa di tutti caratteristiche iconografiche arabe (e perché no, pure negre) per sabotare la Festa. Un atto vile, criminoso, ignobile, che però almeno può essere di lezione: non si deve assolutamente lasciar spazio agli arabi (e perché no, neppure ai negri), altrimenti ci rubano il lavoro e trasformano le pizze in kebab.

Dagli ancora spazio, agli arabi (e perché no, pure ai negri), e tra qualche anno la storia sarà riscritta a loro uso e consumo, e magari saremo convinti che Gesù Gristo sia nato per esempio in Palestina, laggiù in mezzo agli arabi (e perché no, pure ai negri). Roba dell’altro mondo!

Tuocca a nnnuoi
Tuocca a nnnuoi
Tuocca tuocca tuocca a nnnnuoi

(foto: una panoramica della I&I Mansion)

Buonasera ragazzi, qui su I&I non siam mica teste di fagiano, ci prendiamo a cuore le complessità del mondo moderno e le difficoltà incontrate dai giovani. Ricorderete certamente liniziativa Tuoccannuoi lanciata pochi mesi in fa in cui la redazione invitava i lettori a inviare email su email grondanti desperienza di vita vissuta, per mettere a nudo le contraddizioni, giusto? Bene, è tempo di raccogliere quanto seminato. E per raccogliere quanto seminato, ci vuole un mietitrebbia deccezione che vada a sporcarsi le mani con la realtà e ce la racconti per filo e per segno, evidenziandone le storture attraverso le storie di vita vissuta che insomma lavete capito ora basta. Bene, abbiamo uninviata deccezione, la cara amyca Kim, ci senti Kim?
 

Forte e chiaro, dio impestato! Sono qui fuori dagli stabilimenti della TAO, come potete vedere, lazienda che produce la fortunata crema Musclemerd che consente a tapinacci di sviluppare una muscolatura impressionante senza muovere un dyto in circa quattro settimane. Sapete, no, quelli di questa pubblicità leadersz dellinterwebs:

Vedete il regazzo lì della pubblicità, che fisicaccio? Bene, non è andato una sega in palestra nè ha usato proteine in polvere o creatina. Quel che non sapete, dio spazzola, è il dietro le quinte di questa foto! Naturalmente non ci saremmo mai interessati di questo caso, non ci avesse contattato Pancrazio Cicalecci, uno che lavora alla TAO in qualità di aggiustatore di formaggi. Pancrazio, presentati, vai, e non metterci troppo che poi la gente si scassa la minchia.

"Ciao, mi chiamo Pancrazio, ho venticinque anni e lavoro alla TAO da tre. Quando ci hanno assunto questi della TAO ci hanno detto che era unazienda giovane, moderna e dynamica che aveva bisogno di giovani, moderni e dynamici per svolgere essenziali lavori di concetto con buone prospettive di sviluppo e un business plan sine nerpio uso capione."

E perché ci hai chiamati?

"Da dove comincio? Vediamo… Ogni giorno io e miei colleghi dobbiamo prendere dei cd spezzati a metà e grattare la merda dagli interstizi delle mattonelle nel pavimento e accumularla in un angolo, ben modellati in guisa di cubo da cinquanta centimetri di spygolo. Dopodiché, una volta accumulati abbastanza cubi, possiamo lavorare alla fabbricazione delle cravatte."

Cravatte? Come mai?

"Beh, cè un fiorente mercato cravatticolo, si presuppone che sia in espansione nei prossimi venticinque, duecentocinquantanni. I provisdorsz e gli asdvisorzs sono stati chiarissimi a riguardo."

E dunque, il problema sarebbe che…

"Non abbiamo il dizionario, non possiamo bercellare i bercelli, ci mancano le terrinche dove riposizionare le cravatte. Se vogliamo le terrinche dobbiamo piallarle a mano dai cubi di merda, che però…"

… però…

"… servono per  coprire a giorni alterni i pavimenti dei due hangar posizionati da un estremo allaltro della zona industriale della TAO, che vi ricordo occupa venti chilomentri quadrati. Fra i nostri compiti figura infatti quello di spostare tutti questi cubi un giorno sì e uno no. Siccome deperiscono, non possiamo farne troppi, quindi è necessario il trasporto, perché se almeno una volta al giorno i pavimenti non sono tappati, si apre un varco dimensionale sulle rive del Flegetonte."

E la crema Musclemerd, di grande successo? E vero che ti fa venire quel fisico?

"Non è esatto. Il fisico viene dopo un mese che lavori lì dentro – sposta e risposta, bercella a mano etc etc e poi ti credo che ti viene, e in genere è vero, in meno di un mese. Quello che non viene detto è che la Musclemerd ti viene venduta solo dopo un mese che lavori lì, e serve per preservarti il fisico in forma."

Ehm, guarda, se ti dovessi dire la verità non ci sto capendo più unemerita sega. Quale sarebbe il tuo problema allora? Fai tutto questo gratis?

"Gratis? Ma sei scema? Lavorare alla TAO ti fa intascare 5000 euri al mese più gratifiche, vacanze etc, e appena smetti hai comunque un vitalizio di Musclemerd per mantenerti per sempre il fisico in forma e mantenere alto il buon nome dellazienda nel tempo. Insomma, si fa una boia, ma il trattamento è di lusso."

Uhm… allora, ti riformulo la domanda, magari con un paio di disegnini visto che mi pare un pochettino stenterello. Premessa: tu hai contattato la redazione di I&I Tuoaccannuoi perché qualcuno ti ascoltasse mentre parlavi dei tuoi problemi. Io sono venuta qui. Ti ho fatto varie domande, da cui emerge una realtà, quella della TAO, fatta di lavori pesanti e duri ma ben retribuiti di cui non ti puoi lamentare, peraltro ti ci fai il fisicaccio a vita. Corretto?

"Certo, certo, fin qui tutto perfetto."

Bene, premesso lo sproloquio di due millisecondi fa, dicci: qualé il problema che vuoi denunziare?

"Hmm? Nulla."

Vuoi dire che non hai problemi col tuo lavoro e la tua vita?

"No."

Ci chiami per un tuo problema, veniamo lì, e ora mi dici che non hai nessun problema?

"Proprio così."

Bene studio, a voi la linea! Salutiamo volentieri Pancrazio che, come abbiamo visto, ha risolto i suoi problemi grazie a I&I Tuoaccannuoi, la rubrica raddrizzatorti! Un bacione da Kim bella vostra!

Eh eh, cara, sono felice! E voi da casa, se avete problemi che vi angustiano, subite ingiustizie, venite vessati dalla mala, vi rubano il motorino, vi mobbano etc etc, non esitate a farvi sentire! Perché Tuoccannuoi! Tuoccuannoi! Tuocca tuocca tuocca a nuoi! <!– –>

Il Papa e il crocifisso nelle scuole minacciato dai laicisti di merda

Eh sì perché adesso sè davvero oltrepassato il limite e ci vogliono pure levare il grogifisso dalle scuole. E unazione indegna che non tiene conto del fatto che il crogifisso dalle scuole mantiene in sè stante tutti i simboli dellItalia e quindi a levarlo dalle scuole sei una testa, ma di cazzo. Perché tutto si può levare dalle scuole, tranne il crogifizzo dalle scuole. Il perchè è che le Tradizioni poi vanno a Tirana con le puttane drentro, non so se mi spiego.

Prendiamo le Tradizioni che sono la cosa più importante dellItalia e deglItaliani, più dei rigatoni e delle coppole di minchia. Prendiamo il capo delle Tradizioni, il nonno. Il nonno è vecchio, coltivava i campi, andava ai casini e abortiva con lo spillo, e poi si infilava candelabri Luigi XVI in culo se gli andava, e poi tagliava lerba con laratro e pisciava dal terrazzo e pregava il bambin Gesùita che non gli facesse seccare lunghia lunghissima del mignolo. Il nonno poi preparava il panforte e sdrucciolava le rondini, e si divertiva un sacco a pennellare il tabasco. Il nonno suonava la cetra alla festa di Gambirno (FU) e tutte le donne gli dicevano quanto era bello il nonno. Tutte queste cose, dai candelabri alle rondini sdrucciolate alla cetra, sono simboleggiate dal grogifisso. Quindi se si leva il grocifisso dalle scuole si fa male al nonno che magari cha un malore e gli piglia una sciopòne.

E poi non vorrei che si pensasse alla maleducazione, ma qui dentro non si batte più pari e lItalia è quotidianamente invasa da orde di negri, musulmani e cinegri mussulmani che vogliono togliere il grogifisso. E sapete perché? Perché sono al soldo dei vampiri che poi alla fine riusciranno a mandare i loro figli in classe coi nostri. Voi vorreste che vostro figlio giuocasse coi vampiri? No, vero? Ecco, visto? Per questo ci vuole il grogifisso, o meglio, anche per questo.

Poi mi ricordo una cosa. Cera uno che un giorno decise che era stufo delle Tradizioni e che erano roba da vecchi. Bene, settacinque anni dopo, morì. Qualcosa vorrà pur dire. E poi le Tradizioni sono tradizionali e quindi non si discutono perché è come discutere della tua identità, sai che ti chiami Girolamo Foppaderetti, che ne so, e lo sai. Dove sta scritto? Tradizionalmente, allanagrafe e sui tuoi documenti, quindi vedi non fa una grinza, e togliendo il grogifisso dalle scuole si perdono pure tutti i documenti e non ti possono neppure spedire a casa i tagliandi per rinnovare la patente.

La Corte Europea quindi è gelosa dei grogifissi che mantengono le Tradizioni, e forse anche i Valori poi guardo meglio, e quindi li vuole levare. Ma no pasaràn, no! Perché lidentità dellEuropa dipende da quella dellItalia che si è inventata lEuropa prima di quegli altri con le aquile dellImpero Romano che le trovavi fino a Londra e pure la Regina ce le aveva a Buckinghampalace, anche se poi con Braveheart ha ottenuto lindipendenza e ora fa la guappa! Capito? <!– –>

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: