Archive for aprile, 2014


Ebbene sì: a Facebook non gli garbano le puppe. Succede che oggi mi trovo un messaggio, ovvero che per 24h non potrò pubblicare niente, perché ho violato gli standard di nudismo. Mi pareva strano, perché so che non si può e non lo faccio mai di conseguenza. Però poi guardo meglio, il casino l’ha fatto il post precedente, con l’immagine di Sarah Nicole Randall a puppe all’aria. E dire che sarebbe bastato mostrarne un’altra come anteprima, magari quella più sotto con Kelly Madison in bikini. Ora, non posso togliere le donne nude o semi- dal blog, perché sono il motivo di traffico n.1, e allo stesso tempo nemmeno posso rinunciare a Facebook per lo stesso motivo. I due motivi confliggono, quindi… boh, dovrò mettermi a scegliere manualmente l’anteprima. Che fatica orrenda! Certo, fossi uno di Peppekrilo potrei sempre dire che i Poteri Forti mi vogliono impedire di pubblicare su FB perché altrimenti sbeglio lagggente e uno vale uno!1!!, ma la realtà è molto più terra-terra, cioè che si violano i termini di FB, e fanculo al cazzo. Vabbeh, ora che lo so metterò almeno un’immagine da poter usare senza problemi come anteprima.

Liberi di non crederci, ma il titolo del post, “crystal meth spacciato dai negri”, è stata la chiave di ricerca che mi ha portato più visitatori in questo lungo periodo di inattività. E fate bene a non crederci: è completamente falso. Il problema è che pur avendo in cantiere quei due o tre post (“Captian America: The Winter Soldier” e riflessioncine collegate, la fine della winning streak di Undertaker a Wrestlemania, delle roba su un certo tipo di musica che non mi hanno mai convinto), non ho la minima voglia di mettermi lì a scrivere, dio zombie, ma zero. Ah, non solo, ci sarebbe pure un’altra cosa: si parlava di eliminare la storia dell’arte, o la filosofia, o qualcosa di simile non ricordo, dalle scuole superiori. In realtà non è successo niente di tutto questo, però io pensavo a cosa invece andrebbe aggiunto ai programmi scolastici, ora che siamo nell’era dell’interwebs. Questo perché vedete, l’interwebs è vero che può essere un modo per aumentare la propria cultura e informarsi, ma viene usato più per centuplicare la propria ignoranza servendosi di quella che tutti quanti mettono generosamente a disposizione. Ora penserete che sita per partire l’ennesima sbrodolata contro il complottismo sbroc sbroc, ma l’argomento su queste pagine è stato ampiamente esaurito da una serie di post bellissimissimi come questo, quindi inutile ripetersi. Ma il problema c’è ed esiste.

Voglio dire, cosa si legge spesso? La lamentela, da parte di professori e insegnanti, che i ragazzi si limitano a scopiazzare quattro merde da internet e festa finita. Ma a questo punto deve cambiare il modo di affrontare la sbobba, perché bisogna tener conto di tutta la messe di roba che si può leggere online su qualsiasi argomento e senza far la minima fatica. Cavolo, uno studente appena appena smaliziato può anche andarsi a leggere articoli accademici e farci la scopiazzata. Il punto quindi è: c’hai la merda bella pronta? Ora devi dimostrarmi di saperla cucinare. Credo che le prove debbano insistere, fin dalle superiori, sulla questione delle fonti: affermazioni e teorie riportate e verificate, e fonti che non possono essere il sito X così a cazzo. E la citazione precisa delle fonti, con tanto di spiegazione sul perché quella fonte è sembrata convincente o adeguata, dovrebbe far parte della valutazione finale. Una fonte che contravviene norme basilari del programma di studio (che so, la macchina ad energia gratis illimitata di Tesla, i fenici che hanno scoperto Assurbanipal negro, qualsiasi affermazione di Barnard) dovrebbe essere già un errore, perché contravviene leggi fisiche ancor più che verità storiche. Tramite un simile processo di apprendimento, sviluppato attraverso tutte le materie, forse (dico forse, è un’idea che butto lì) si potrebbe quantomeno insegnare un po’ di metodo serio da sviluppare eventualmente all’università, e allo stesso tempo dare prove e verifiche in cui l’interwebs diventa una parte attiva del processo e non una scappatoia.

Altro non mi viene in mente, tranne magari un corso di alfabetizzazione informatica seria, toh. Si tratta di strumenti che hanno cambiato il nostro modo di vivere e continueranno a farlo. Non considerare pure questo aspetto e lamentarsi solamente del fatto che ehi, copian tutto da interwebs ‘sti stronzetti, suona come l’ammissione di non essersi resi conto di niente. Non so se nel resto del mondo si faccia qualcosa del genere, non so se ho detto una cosa idiotissima di cui mi son convinto solo io, però ecco, intanto un post l’ho scritto.

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