Ormai lo saprete tutti, Papa Francesco è sulla copertina del nuovo numero di Rolling Stone. E non dell’edizione nostrana che conta come la merda in culo ai licaoni, ma su quella americana, cioè quella madre. Roba forte, mica cazzi. E infatti la copertina dice the times they are a-changin’, come cantava proprio quel Bob Dylan che negli anni ’60 fu grande protagonista della musica e della cultura (nonché di Rolling Stone medesima, che muoveva i primi passi) e che più di recente si è convertito al cattolicesimo. Coincidenza? Io non credo!!!11! Questo è un simbolico passaggio di consegne, perché solo Papa Francesco può guidare l’umanità in quest’epoca difficile e confusa. E un papa come lui, così giovanile nei modi, non può farlo che con la musica. Infatti, Papa Francesco ha fatto il disco che salverà la musica rock da sè stessa e allo stesso tempo farà giungere un messaggio di speranza ai giovani, che sono il futuro, eccheccazzo. Un miracolo? Beh, in tal caso, nessuno è più intitolato del Papa a farne, quindi zitti e non rompete la coglia. Adesso però è tempo di esclusive, perché qui facciamo gli scemi, ma non siamo mica tonti: il Papa ha tenuto una conferenza stampa al Viper Room di Los Angeles in cui ha fatto ascoltare alla stampa musicale di tutto il mondo il contenuto del suo disco, I Tuoi Peccati Sono Grandi?, che è stato registrato in ben tre lingue: italiano, per la nazione che lo ospita, spagnolo, per il suo continente d’origine, e inglese per il mondo intero.

Papa Francesco è produttore esecutivo, mentre di promozione e distribuzione si occuperà una major di cui ancora non sappiamo il nome. Chi l’avrebbe mai detto, eh? E se la sorpresa è grande, lo sarà ancor di più sapere che Papa Francesco non si è limitato: oltre a cantare e suonare chitarra e organo, ha pure scritto e arrangiato l’intero album, scegliendo personalmente i musicisti più adatti al singolo brano. Un lavoro imponente che ridona dignità alla musica di massa, oggi più che mai vilipesa da un’assenza di valori  (musicali e non) a dir poco preoccupante. I Tuoi Peccati… è un lavoro ambizioso che unisce diverse anime. Rock, soul, hip-hop, musical e improvvisazione convivono in un affresco che è ben maggiore della somma delle parti e riscopre l’atto politico del fare musica in un modo così forte e necessario che mancava dai tempi di Bob Dylan, appunto. Non stupisce che Bob Dylan stesso duetti col pontefice in Trappola Di Cristallo. Sarebbero molti i brani da segnalare, ma ci limitiamo ad un’escursione rapida, anche perché per accordi firmati alla conferenza stessa, recensioni e compagnia possono uscire solo dal primo aprile. Segnaliamo, per es. la splendida intro Cani, Maiali e Negri, un’improvvisazione per organo  basata “su tre nuclei tematici che amo molto (il tema principale dalle Lamentazioni di Alberto Ginastera, Come Sunday di Duke Ellington, Skeletons Of Society degli Slayer) e che in qualche modo alludono al Sacro, alla presenza di qualcos’altro oltre il sensibile”, l’affascinante Hai Visto?,  che rielabora il sound di George Clinton, del trip-hop e del kraut-rock unendolo al gamelan giavanese e al minimalismo di Steve Reich, con un meraviglioso ritornello da classifica cantato da Adele, e Il Prezzo, suite di diciotto minuti che costituisce il centro narrativo ed emozionale del disco, in cui il Papa si lancia in appassionanti duelli chitarristici con John Petrucci, Frank Gambale, Joe Satriani, Steve Vai e Bobby Stopponcelli.

Rock, donne, diavolo? Il Papa ridefinisce tutti questi concetti! Il rock è salvo! Perché se tutti questi concetti, una volta messi assieme alla bene e meglio e contrastati vigorosamente dalla morale cattolica, trovano una trattazione non convenzionale da parte del Papa, vuol dire solo una cosa: la rivoluzione è alle porte, un altro mondo è possibile, e chi dice il contrario è un negro.