Archive for febbraio, 2014


Spassoso, davvero, mi riferisco al nuovo PPV che la WWE ha messo in piedi per S. Valentino, anche se con wrestler meno atletici del solito. Interessante pure l’idea di farli lottare in giacca e cravatta, in un setting che ricorda un’aula parlamentare. Ah, come dite, in realtà è successo davvero? Non era un PPV? Strano perché la gente si sta comportando esattamente come quando guarda il wrestling: storyline che si ripetono ciclicamente con attori nuovi, ma divertimento e tifo assicurato per i propri idoli, come se fosse la prima volta. Quindi capirete il mio stupore, quando vedo su Facebook (il grande bar nazionale) vesti stracciate e volti pavonazzi. Io pensavo ingenuamente al wrestling. O almeno, a qualcosa che ne riprende talmente da vicino il funzionamento che non dovrebbe stupire nessuno. Perché insomma, quello che è successo in questi giorni è la solita vecchia storia: un regolamento di conti interno al Partito Deficientocratico. Volete un recap?

Ottobre 2007 le primarie (ahahah, ok, mi fermo) incoronano leader Walter Veltroni (ahahaha, scusate, non ho resistito). A inizio 2008, che succede? Dimissioni di Prodi, ritorno alle elezioni e ad Abbelluscone, sbroc sbroc. Questo è semplice, perché non ci possono mica essere due capi: se il capo era Prodi, perché quell’altro deve mettersi alla testa del PD e cominciare una frattura che porterà inevitabilmente al patatrac? Beh, per un misto di ambizione e stupidità. Un nuovo capo ha finito per logorare l’altro, e non dite che fosse difficile da immaginare, perché la storia dei due galli nel pollaio è proverbiale.

A dicembre 2013 le primarie acclamano Renzi. Oggi che succede? Che il governo di Letta viene raso al suolo con una bella finisher; Letta si dimette. Renzi, che già deteneva la cintura di Campione del PD, si appresta a prendere quella di primo ministro e a unificarle. Ora, guardiamo il quadro da una prospettiva un po’ più ampia, senza dare subito la colpa al negro. Renzi, già PD Champion, si trovava di fronte a tre potenziali opzioni:

1) Restare al suo posto, appoggiando il governo Letta nella sua immobilità. La sua immagine di Rottamatore ne sarebbe stata danneggiata, perché sarebbe stato l’ennesimo wannabe-nuovo che diventa la solita sbobba. E chi ci arriva al 2018?

2) Togliere la fiducia e invocare le elezioni anticipate. Questo poteva tradursi in un turn heel potenzialmente pericoloso. Già Renzi tende all’heel di suo, ormai, ma un turn adesso è proprio sbagliato. Immaginate i vari opliti del bene che strillano “ahhh, sete di potere, sbroc sbroc, nessun interesse per l’Italia sbroc sbroc”?

3) Prendere il toro per le corna, turn heel plateale e diretto, con l’intenzione di fare tutto ciò che l’immobile governo di Letta non ha fatto, tentennando ad ogni piccola rimostranza (vedi: IVA, finanziamento partiti, riforme tasse/lavoro, legge elettorale…).

Una persona ambiziosa che punta al titolo sceglierà la terza opzione, che potrebbe permettergli di arrivare al 2018 avendo già dimostrato, per lo meno, di averci provato. E le Buone Intenzioni si sa, assolvono in anticipo. Soprattutto quando la memoria è talmente corta che una storyline viene dimenticata a mezza via!

Insomma, ancora una volta il PD sfrutta il ring istituzionale per sistemare problemi interni, un po’ come Edge e Lita (che però eran molto più fichi, bravi e intelligenti e meritevoli). Val la pena di ricordare un’altra storyline che oggi sembra inedita: quella del governo tennico. Qualche anno fa tutti a strillare “levateci Abbellustone!!!”, che in effetti nel bel mezzo della crisi faceva meno di un cazzo. Napolitano fece formare il governo tennico mettendo alla guida Ammariomorti sbroc sbroc, con il compito di riportare i parametri economici entro certi valori in tot tempo. Cosa che fece in maniera sanguinosa, miope, stile Sradica & Rastrella.  Oggi tutto questo viene rappresentato come “Napoletano golpe banche sbroc sbroc lo tice Peppepkrilo!11” quando invece è solo un Presidente della Repubblica che piglia le palle e fa quel che può nei limiti del consentito.

Ah, dimenticavo: tutta la storyline in corso fece la sua prima nel 1998. Gli scenari possibili ora sono parecchi. Ricordiamoci che la cintura di campione, nel wrestling, è la certificazione della capacità del wrestler stesso di catturare l’attenzione del pubblico. Renzi ha cominciato la scalata. Vedremo che succederà. Il bello di questo PPV è presto detto: è gratis.

E avreste anche rotto la coglia. Basta, idioti.

Anteprima: il disco dell’anno!

Ormai lo saprete tutti, Papa Francesco è sulla copertina del nuovo numero di Rolling Stone. E non dell’edizione nostrana che conta come la merda in culo ai licaoni, ma su quella americana, cioè quella madre. Roba forte, mica cazzi. E infatti la copertina dice the times they are a-changin’, come cantava proprio quel Bob Dylan che negli anni ’60 fu grande protagonista della musica e della cultura (nonché di Rolling Stone medesima, che muoveva i primi passi) e che più di recente si è convertito al cattolicesimo. Coincidenza? Io non credo!!!11! Questo è un simbolico passaggio di consegne, perché solo Papa Francesco può guidare l’umanità in quest’epoca difficile e confusa. E un papa come lui, così giovanile nei modi, non può farlo che con la musica. Infatti, Papa Francesco ha fatto il disco che salverà la musica rock da sè stessa e allo stesso tempo farà giungere un messaggio di speranza ai giovani, che sono il futuro, eccheccazzo. Un miracolo? Beh, in tal caso, nessuno è più intitolato del Papa a farne, quindi zitti e non rompete la coglia. Adesso però è tempo di esclusive, perché qui facciamo gli scemi, ma non siamo mica tonti: il Papa ha tenuto una conferenza stampa al Viper Room di Los Angeles in cui ha fatto ascoltare alla stampa musicale di tutto il mondo il contenuto del suo disco, I Tuoi Peccati Sono Grandi?, che è stato registrato in ben tre lingue: italiano, per la nazione che lo ospita, spagnolo, per il suo continente d’origine, e inglese per il mondo intero.

Papa Francesco è produttore esecutivo, mentre di promozione e distribuzione si occuperà una major di cui ancora non sappiamo il nome. Chi l’avrebbe mai detto, eh? E se la sorpresa è grande, lo sarà ancor di più sapere che Papa Francesco non si è limitato: oltre a cantare e suonare chitarra e organo, ha pure scritto e arrangiato l’intero album, scegliendo personalmente i musicisti più adatti al singolo brano. Un lavoro imponente che ridona dignità alla musica di massa, oggi più che mai vilipesa da un’assenza di valori  (musicali e non) a dir poco preoccupante. I Tuoi Peccati… è un lavoro ambizioso che unisce diverse anime. Rock, soul, hip-hop, musical e improvvisazione convivono in un affresco che è ben maggiore della somma delle parti e riscopre l’atto politico del fare musica in un modo così forte e necessario che mancava dai tempi di Bob Dylan, appunto. Non stupisce che Bob Dylan stesso duetti col pontefice in Trappola Di Cristallo. Sarebbero molti i brani da segnalare, ma ci limitiamo ad un’escursione rapida, anche perché per accordi firmati alla conferenza stessa, recensioni e compagnia possono uscire solo dal primo aprile. Segnaliamo, per es. la splendida intro Cani, Maiali e Negri, un’improvvisazione per organo  basata “su tre nuclei tematici che amo molto (il tema principale dalle Lamentazioni di Alberto Ginastera, Come Sunday di Duke Ellington, Skeletons Of Society degli Slayer) e che in qualche modo alludono al Sacro, alla presenza di qualcos’altro oltre il sensibile”, l’affascinante Hai Visto?,  che rielabora il sound di George Clinton, del trip-hop e del kraut-rock unendolo al gamelan giavanese e al minimalismo di Steve Reich, con un meraviglioso ritornello da classifica cantato da Adele, e Il Prezzo, suite di diciotto minuti che costituisce il centro narrativo ed emozionale del disco, in cui il Papa si lancia in appassionanti duelli chitarristici con John Petrucci, Frank Gambale, Joe Satriani, Steve Vai e Bobby Stopponcelli.

Rock, donne, diavolo? Il Papa ridefinisce tutti questi concetti! Il rock è salvo! Perché se tutti questi concetti, una volta messi assieme alla bene e meglio e contrastati vigorosamente dalla morale cattolica, trovano una trattazione non convenzionale da parte del Papa, vuol dire solo una cosa: la rivoluzione è alle porte, un altro mondo è possibile, e chi dice il contrario è un negro.

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