Italia, futuro imprecisato. Compaiono dal niente (e, quindi, dal Molise) dei megamostroni che si mettono a spaccare tutto. E’ un casino. Bisogna fare qualcosa, dice. Nel tempo in cui i megamostroni devastano l’intera superficie dell’Abruzzo, le migliori teste pensanti del paese hanno una grande idea: costruire dei megarobottoni, proprio come nei cartoni animati che vedevano da piccoli, nei vecchi tempi ricchi di calore umano e ottimismo. Nel frattempo, i megamostroni hanno desertificato la Liguria. Comincia la saga degli appalti: della meccanica si occupa la FIAT, previa concessione di incentivi statali e di auto da rottamare provenienti dall’Europa dell’est, che vengono prontamente riciclate, ma questo si scoprirà solo in un libro di un giornalista nel sequel. Dell’elettronica invece si occupa una ditta che nessuno aveva mai sentito nominare, che però è intestata alla moglie del Ministro dell’Agricoltura, mentre il design viene affidato a Pininfarina. Nel frattempo, i megamostroni hanno trasformato Veneto ed Emilia-Romagna in un cumulo di scorie radioattive. Entrano ora in scena Salperio (Stefano Accorsi) e Agata (Alba Rohrwacher). Si sono conosciuti all’università, dove si sono laureati in scienze dei nuovi media con una tesi sui film di Godzilla come metafora dell’imperialismo occidentale. Poi hanno scelto di vivere insieme, di call center in call center. Dopo vent’anni, la loro unione è in crisi. Scoprono che il governo cerca dei piloti per il robottone che dovrà combattere contro i megamostroni (che nel frattempo hanno fatto sprofondare Toscana e Val D’Aosta), e quindi partecipano alle selezioni nella speranza di rinvivire il loro matrimonio. Passano le selezioni: il Cardinal Pinugliori, zio di Agata, ci mette una parolina buona col Ministro della Difesa, suo amico dai tempi del collegio. Nel frattempo, i megamostroni hanno fatta una tartara con la Sicilia. Cominciano gli appalti per il cantiere, la spunta la Ba.Gon.Ghi. SpA di Caloggero Cialamitaro (specializzata in villette a schiera fronte discarica abusiva), che doveva un favore al Senatore Canello per quella storia dello smaltimento dei farmaci scaduti. Nel frattempo, i megamostroni hanno arato l’intera superficie di Lazio e Campania. Su Facebook nasce il movimento “No ai Robottoni!!!”, che presidia da subito il cantiere con picchetti, manifestazioni, t-shirt, passamontagna, lanci di bombe-merda e raudi serpentoni, bloccando i lavori che continuano a ingurgitare danari. Nel frattempo, i megamostroni hanno preso la Puglia e l’hanno conficcata in verticale nel mezzo della Sardegna. Il cantiere del robottone si mimetizza perfettamente fra i mille edifici incompiuti e cantieri abbandonati che costellano la Salerno-Reggio Calabria, dunque non sorprenderà se ad un certo punto gli zingari cominciano a rubare i pezzi per estrarci il rame. Nel frattempo, i megamostroni giocano a tennis usando il Friuli come palla e Marche ed Umbria come racchette. Agata è convinta che comunque, se i megamostroni fanno così, è per qualche trauma nella loro terra d’origine; assieme a Salperio prepara una petizione su Facebook perché il Presidente del Consiglio faccia capire alla gente che se i megamostroni fanno il tiro al piattello con la Val D’Aosta tirandoci contro la Basilicata è tutta colpa nostra. Il film si conclude con l’approvazione di un disegno di legge: multa di cento euro a chi usi la parola “mostri” (e relative composizioni) per indicare le gigantesche creature che ora si dirigono altrove perché in Italia non è rimasto altro. Lagrime di commozione negli occhi di Alba Rorwacher, chè le Creature se ne sono andate senza che fosse necessario l’uso della violenza. Ora l’ha capito, scegliere di pilotare quel mostro di metallo ipercostoso era stato un errore. L’amore trionfa sempre sull’odio. Fine.