Eh, in effetti è un bel po’ che qui dentro non si parla di dischi della metalz. E’ che ne scrivo un fracco altrove, quindi replicare non c’avevo voglia. O meglio, non ce l’ho avuta per un pezzo. Ora invece toh, già che ci sono, qualche roba sentita di fresco in uscita ora o uscita da poco. Così, tanto per. Uno, due, tre, via.

Megadeth – Super Collider
Una vera e propria merda totale. Se i vari United Abominatons e Endgame erano thrash riciclato e spento per compiacere i fan, e facevano cagare iguana, questo magari è hard rock melodico tinto di Megadeth che piace a Mustaine veramente. Ciò non toglie che faccia altrettanto pena, perché questo tipo di cose ai Megadeth non riesce affatto – ne avevamo avuto già prova con Cryptic Writings e Risk, di cui Super Collider è la versione aggiornata. Unico pezzo decente Dancing In The Rain, che ricorda un po’ certe cose cupe e tese di Youthanasia (tipo Reckoning Day o Black Curtains), e Kingmaker che non avrebbe stonato fra le b-side di Countodwn To Extinction. Ah, la cover di Cold Sweat dei Thin Lizzy è una merda.

Black Sabbath -13
I vegliardi un po’ rincorbelliti devono avere quest’idea che la qualità equivalga alla quantità. O, in altre parole, i Black Sabbath come gli Iron Maiden allungano canzoncine, già di per sè banalissime e trite, portandole da quattro minuti a otto-nove con la ripetizione di riff inoffensivi, nella speranza forse di ricreare un po’ di atmosfera antica. Che non c’è: ‘stammmerda di disco è una spenta accozzaglia di clichè (pezzo stile Black Sabbath? C’è. Pezzo stile Planet Caravan? C’è. E così via) che, se fosse stato inciso da un qualsiasi gruppuscolo di giovincelli di Cardiff che escono su Rise Above sarebbe stato dimenticato in tempo zero. Siccome c’è scritto “Black Sabbath” sopra grideranno tutti al capolavoro. Ozzy canta in maniera ignobile, e deve benedire l’autotune probabilmente.

Queenrysche – s/t
Fare peggio di Geoff Tate o del precedente Dedicated To Chaos era davvero difficile, infatti hanno fatto meglio. Niente di miracolevole, ma un album piacevole sì – un chiaro ritorno alla forma piu’ metallica, potrei dire un ipotetico anello mancante fra The Warning e Empire, tutto condensato iun circa trentacinque minuti. Ottima mossa, alla fine dei conti, perché gli ha permesso di sintetizzare il meglio. La Torre e’ davvero bravo, pare un Geoff Tate d’annata leggermente piu’ ‘tallo e halfordesco nei momenti più acuti e aggressivi. Con tutto, continuo a trovare migliore American Soldier.

Valient Thorr – Our Own Masters
Alla grande! Hanno semplicemente affinato il loro stile fatto di metal punk frenetico, rockarollaro e assurdamente divertente, Valient Himself è più istrionico e fuori di testa che mai. In un paio di canzoni affiorano melodie davvero sorprendenti che ricordano gli Husker Du (!), in un altro paio di canzoni le chitarre pigliano un suono blues à la JJ Cale, c’e’ un pezzo compressissimo sparatissimo che è quasi la riduzione hc totale del loro sound. Ma insomma, è uno spettacolo totale.

Clutch – Earth Rocker
Anche loro, arrivati al decimo disco, non hanno ancora sbagliato un cazzo. Earth Rocker è forse il loro disco più diretto e lineare, che può davvero piacere a tutti. In primo piano sempre la solita vociona roca di Neil Fallon (a metà strada fra Tom Waits e un cantante soul) col suo spirito predicatorio e i ritmi zeppi di funk e groove negrissimi, ma stavolta sparati piu’ dritti. Ritornelli spettacolari a presa rapida e grande varieta’ di atmosfere (sempre restando nei dintorni di un hard rock molto sanguigno) dovrebbero, in un mondo piu’ giusto, consegnargli definitivamente le chiavi di stadi e classifiche.