Premessa: la rubrica delle Pellicole Decrittate tratta solo ed esclusivamente di film mai guardati. Si basa sull’assunto che, da pochi elementi tratti dalla cartella stampa (trama, attori, produzione, nazionalità, sponsorizzazione) sia possibile a priori stabilirne pregi e difetti.
Synossi: Jep Gambardella (che suona un po’ come “Clem Momigliano”) è il tipico intellettuale italiano. Non fa un cazzo a giornate, ha scritto un libro fra Pleistocene e Paleolitico, spara minchiate sui giornali e partecipa fisso a tutti gli eventi mondani romani. A 65 anni però è un po’ immalinconito e disilluso, nonostante una vita stile rock’n’roll all night and party every day. Questo perché alla fine si accorge che i suoi amici son tutti falliti e teste di cazzo, ma non solo: qua e là Roma gli pone sotto gli occhi scampoli misteriosi d’un passato che poteva essere un altro presente. Per esempio, la sua prima fidanzata è morta, ma in un diario tenuto segreto dai tempi di Carlo Martello si scopre che il suo amore per Jep non è mai venuto meno. Dopo aver trombato una strappona milanese per superare la notte e le sue rivelazioni, Jep vaga di qua e di là per una Roma onirica cercando di ricordare il passato e con esso la bellezza.
Morale implycita: come del resto sempre accade, chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa quello che perde, buongiorno e tre uova. La gente dovrebbe volare basso e smetterla di atteggiarsi. Se sei povero e negro e ti elevi, il destino rio ti punirà negandoti la felicità, che tu sarai costretto a rimembrare nei tempi innocenti in cui eri solo uno che puliva la merda dalle carrozze di Piazza Navona per du’ baiocchi, chè quello era il tuo mondo, ma no, per fare il guappo l’hai mollato e hai creduto di poter entrare nel jet-set scrivendo libri del cazzo. Ora la paghi, nini, chè l’aristocrazia ha le sue regole.
Giudizio finale: ma ci sarebbe pure da aggiungere qualcosa? Cioè, per fare lo chic potrei parlare di Fellini-wannabe, e non avendo mai visto un film di Fellini andrebbe benissimo visto che non ho nemmeno visto La Grande Bellezza. Però insomma, non basta – sarebbe meglio che un bel silos di merda pieno di balene diarroiche annegasse pubblico, autori e spettatori di Cannes. Dobbiamo colpire il ventre del nemico con una scarica di sassi dati bene sulla punta del cazzo, o non ci leveremo mai le gambe.
E non dici niente sulla bellissima mimica facciale di Servillo, che risulta già noiosa durante il trailer?
Cordialità
Attila
Un altro film di merda di Sorrentino, dopo quella caàta atomica con Sean Pean, ridicolissimo, nei panni di OZZY/Robert Smith (che naturlamente non ho visto, ma come si fa a vedere troiai simili).
Cmq a Cannes se l’è preso nel bocciolo….
Ho rischiato che mi ci portassero.
La faccio finire nella categoria delle “pazze” diretta e senza passare dal via.
Il problema non sta nella merdosità insita in certe cose, come si dice shit happens… il grosso problema (e ahimè articoli di blog come questo non possono al momento risolverlo), è che delle grosse torte uscite dal sedere delle vacche ci vengono costantemente vendute come dei capolavori d’arte.
In particolare in campo cinematografico alla persona dalla mente debole verrebbe quasi da pensare che il cinema italiano sia ricco di brillanti autori e che sia una fucina di opere memorabili, il fatto che quasi nessuno se le caghi è dovuto al pregiudizio (gli stranieri) ed al basso livello culturale (gli stranieri e gli italiani).
Magari è opportuno porre dei paletti, degli assiomi che siano d’aiuto al pubblico sprovveduto.. per esempio qualsiasi cosa che sia oggetto di un servizio di Vincenzo Mollica fà schifo.
Mollica è un ottimo termometro di merdità, piu’ lui esalta una cosa piu’ quella cosa fa cagare cercopitechi morti. E’ matematico.
Io dico solo “Jep Gambardella”.
Basta e avanza!
Mi è tortato il sorriso:)