Premessa: la rubrica delle Pellicole Decrittate tratta solo ed esclusivamente di film mai guardati. Si basa sull’assunto che, da pochi elementi tratti dalla cartella stampa (trama, attori, produzione, nazionalità, sponsorizzazione) sia possibile a priori stabilirne pregi e difetti.

Synossi: Basri fa il guardiano delle ferrovie. Per fare ciò, deve camminare per i binari venti chilometri al giorno, in qualsiasi condizione atmosferica. Suo figlio Seyfi è stato arrestato diciotto anni fa per le sue opinioni politiche, e da allora non ne sa più un cazzo. E gli è pure stiantata la moglie, pensa un po’. In tutti questi diciotto anni, Basri ha spedito due lettere al mese, una alla Questura e l’altra al Ministero degli Interni, esprimendo la speranza di ritrovare il figliolo. Per questa impudenza viene incarcerato e pestato come un polpo. Alla fine, gli dicono che il corpo di Seyfi si trova a Instanbul e lui va a recuperalo, anche se poi è un mucchio d’ossa e tanta compagnia non gli fa.

Morale implycita: certo che se vivi in Turchia Merdistan non puoi pretendere che il tu’ figliolo possa fare il cazzo che vuole e passarla pure liscia. Sei proprio chiorbone, lasciatelo dire. Voglio dire, stai in un posto di merda di teste di turbante del cazzo dove se dici “oh, Maometto era un po’ stronzo” ti buttano in galera, e il tuo figliolo dice “BUH!” e lo fiondano in galera. E te ne stupisci? Sei un coglione di merda. Emigra, e sii felice semmai se la NATO bombarda tutto ‘sto letamaio del cazzo che se non ci ambientavano un capitolo di Assassin’s Creed nessuno sapeva dove fosse.

Giudizio finale: fa cagare circolini comunisti pieni di spettatori, ognuno dei quali caga circolini comunisti pieni di spettatori, che a loro volta… ci siamo capiti, vero?