La laurea come pezzo di carta per ottenere l’impiego statale fisso è stato il leitmotif dell’Italia dagli anni ’80 in là. Ascensore sociale all’infinito. La gente voleva tutti i figli laureati, lo stato glielo ha concesso con tutte quelle riforme scolastiche (da Berlinguer fino alla cosa lì dell’ultima volta che ora non mi viene il nome). Solo che, dai e dai, tra un po’ ci sono più insegnanti che alunni. E allora? Li si precarizza, che almeno possono fare a turno e qualcosa rimediano. Ora il piatto piange, si decide di razionalizzare: se ne assorbe un tot e gli altri vadano a spostare basi d’ombrellone a cottimo.
Problema: c’è da selezionare fra 300.000 insegnanti – numero invero altino, per uno stato impezzentizzato, dovuto al grandissimo numero di persone che negli anni si son beccati la laurea in materie letterarie varie perché così sarebbero andati a insegnare.
Soluzione: un piccolo test di livello scuola media, il cui esito viene valutato da un computer. Chi lo passa poi viene valutato per la qualità dell’insegnamento. Ma intanto così si screma un po’ di gente in maniera rapida.
Sapete, è quella cosa tanto invocata in Italia che si chiama… com’era… ah sì. MERITOCRAZIA. Quella roba che non tiene conto di parentele, famiglie, amicizie, prebende e raccomandazioni. Com’è che un semplicissimo test meritocratico è una merda ministero del cazzo sbroc sbroc le scuole i nostri figli se non riuscite a passarlo in quanto teste di piombo?
Va a finire che l’idiota ignorante dice l’unica cosa seria sul concorsone… Mi tocca dirti bravo!
è una merda perchè va chiaramente contro la cultura e le tradizioni italiane, per le quali un concorso pubblico si svolge nei modi a cui avevo accennato un po’ di tempo fà a proposito di Equitalia, se ben ricordo.
Secondo le oramai solide tradizioni itagliane, la meritocrazia si invoca quando all’ospedale o all’ufficio postale si subiscono le conseguenze della merdocrazia, non di certo quando c’è da beccarsi il posto di lavoro.
É un non problema, in realtà: si tratta principalmente di donne, negri e omosessuali.
Io sono contrarissimo ai concorsi, però ho fatto in tempi non sospetti la simulazione, e in sedici stracazzo di menuti ho finito il quizze, con 44 di score. Evidentemente si poteva superare, evidentemente essere toscani aiutava (la %ale migliore l’hanno fatta i toscani), evidentemente selezionare i docenti così è più o meno come valutare chi piscia più lontano :-)
Altrettanto certo che chi ha cannato andrebbe indirizzato verso l’aratro.
Barney
Alla stessa maniera sarebbe da fare il test di informatica a chiunque realizzi qualcosa con il PC (grafici, web designers, etc etc)
E poi il test di informatica a chiunque USI la parola “informatica” .
A meno che non serva saper fare una stima O(n) del costo computazionale dello strumento ‘sfumino’ di Photoshop per usare Photoshop.
O(f(n)), vabbè, quella roba lì.
Io sogno una scena tipo quella di Ghostbusters per i sedicenti grafici, quella dove testano il potere mentale della figona e del nerd…
Preaching to the choir.
Il titolare dell’azienda dove lavoro è un (ex) pubblicitario, che ha contribuito alla formazione, in me, di una pessssssssima opinione sulla categoria dei “creativi”.
Ho provato la simulazione sul sito del ministero. mi han fregato due domande di matematica che non e’ mai stata il mio forte. Il resto tutto giusto :D non mi e’ sembrato cosi’ difficile