Archive for ottobre, 2012


Non ho ancora voglia di scrivere un cazzo, ma buone abitudini tipo postare Evira ad Halloween sì. Questo per i soliti motivi: Elvira, Halloween, la gozzoviglia, e la festa che fa andare il sangue alla testa a cattolici, musulmani, fascisti e comunisti (insomma, a tutti i rompicoglioni doc) particolarmente osservanti. Chi non vuole divertirsi almeno non scassi il cazzo con le sue lugubri litanie da sfigato e si ascolti Giovanni Lindo Ferretti senza dar noi a noialtri che ci spariamo i Misfits e Wednesday 13.

Questo blog non scriverà UN EMERITO CAZZO su terremoti, scienziati e verdetti.

“I must not fear.
Fear is the mind-killer.
Fear is the little-death that brings total obliteration.
I will face my fear.
I will permit it to pass over me and through me.
And when it has gone past I will turn the inner eye to see its path.
Where the fear has gone there will be nothing……Only I will remain.”

La “Litany Against Fear” viene recitata da Paul Atreides durante un confronto con la Reverenda Madre del Bene Gesserit. E’ roba di Dune, quindi è bellissima, visto che si parla del corpus originale di Herbert e non le sgommate successive. Dice essenzialmente di superare la paura, perché la paura blocca, paralizza, ottunde e impedisce, lasciandoci in preda dell’irrazionalità. Bene, credo che mai come oggi la paura e l’irrazionale siano il carattere dominante dell’umanità. E’ singolare che questo accada nella parte di civiltà in teoria più progredita, come la nostra, eppure è il solito vecchio copione: in tempi di difficoltà e incertezza la paura serpeggia più che mai, e forma presto un capitale su cui tribunacci della plebe, demagoghi e merde di ogni tipo possono investire a colpo sicuro, per di più col solito sistema del capro espiatorio e dell’assoluzione del popolo.

Prendiamo, per esempio, la situazione italiana: dopo anni di appelli a NazioneStranieraStimata di invaderci e prendere le redini dell’Italia per liberarci da Abberlusconi, quest’ultimo è stato messo da parte in malo modo e sostituito dall’attuale governo tennnnnico. E’ passato un annetto, e non ho sentito cambiare granché il ritornello è tutta colpa del governo. Governo che si è trovato ad agire all’interno dello scenario della crisi dell’Eurozona, con il compito di sanare i conti. Le scelte fatte dal governo sono di per sè criticabili e poco lungimiranti, riassumibili in una pesca a strascico fatta di tagli e tasse, con in più il varo di nuove leggi & misure i cui effetti saranno visibili più avanti. Forse. Resta una cosa del tutto incontrovertibile: sebbene il governo avrebbe potuto agire meglio, è anche vero che doveva agire e il prima possibile. Gli italiani si sono comportati, nell’ultimo trentennio, come una mandria di maiali al trogolo. Oppure, come gente che inizia ad abbuffarsi al ristorante sperando di scappare fra il caffè e l’ammazzacaffè, complice l’amicizia del cameriere. Sfortunatamente, ad un certo punto, quel cameriere è stato licenziato e quello nuovo non sente seghe: in accordo col proprietario del ristorante, obbliga i quattro furbacchioni a lavargli i pavimenti gratis per tutti i fine settimana dei prossimi otto mesi per ripagare tutte le cene scroccate nel tempo, e questo solo per non andare sul penale. Ecco, gli italiani in questa circostanza direbbero che il ristoratore è uno stronzo che gli impedisce di divertirsi nel weekend, e il nuovo inflessibile cameriere un maledetto pezzo di merda che vuole fargli pagare le prossime cene, quando in realtà è solamente serio e non vuole dei furbastri fra i piedi. In parole povere, arriva il conto di trent’anni di sbafo senza costruire niente. Sbafo di cui sono colpevoli tutti, e non solo i politici. Il Batman laziale è una figura che tutti conosciamo perché ce ne sono un sacco intorno a noi. Per le tante piccole batmanate il governo pesca a strascico/obbliga a lavorare gratis nel weekend: sangue ovunque, che ne sarà di noi? Come potremo continuare a chiudere l’occhio sui peccatucci altrui, così l’altrui li chiude sui miei? Perché? A questa domanda rispondono un sacco di stronzi: è colpa dell’Europa che ci vuol levare la sovranità monetaria per venderla agli ebrei negri massoni come la Merkel.

La Grecia intanto conferma la propria condizione: se noi si fa schifo, loro lo fanno di più. La loro situazione poteva ricalcare la nostra, solo con l’aggravante di non avere alcuna economia produttiva. Il violento patatrac ha portato ad una reaziona violenta: mandare i nazisti di Alba Dorata in Parlamento. Ora ditemi se si può essere più mongoloidi. E’ una legittimazione pericolosissima che va stroncata il più possibile, visto che serpeggia sempre di più il vento del nazifascismo di ritorno, camuffato persino poco. L’attuale vulgata è che, sì, in fondo Mussolini voleva proteggere l’Italia e gl’italiani belli dalle mani predatrici del capitalismo anglosassone, lo stesso che ci fa venire il mal di pancia oggi, quindi insomma cercate di capirlo, era un fine nobile, le intenzioni erano buone, poi esportava a Dachau alcuni cittadini italiani, che insomma, erano pochi, alla fine che importava… erano di quei pochi che poi fanno il Bildemberg e la BCE del signoraggio, diciamoci la verità, se risuccedesse uguale uguale non sareste poi tanto in disaccordo, vero? Perché non so voi, ma Gli Ebrei e La Finanza Ebraica e I Banchieri Ebrei li leggo e, peggio ancora, li sento dire sempre più spesso. Ma Marchionne mica è ebreo?, viene fuori durante una discussione l’altra sera. L’esaltazione della nuova URSS, ovvero il Merdistan islamico e in particolare Iran & Siria, come dei nuovi caudillos Chavez & Kirchner, va di pari passo.

Tutte queste paure, insomma, costituiscono un enorme bacino di voti. Alba Dorata l’ha capito come lo capì il loro zio Adolfo qualche anno prima. Avete paura, avete ragione, ci sono LORO che vogliono succhiarvi il sangue, dove il loro è un orrido allogeno: gli immigrati, l’UE, la BCE. Votateci e vi proteggeremo, noi Peppe Crillo, Partito Italia Nuova, Forza Nuova, Casa Pound, etc etc. A volte sembra quasi che la gente ci goda a spaventarsi, come per il discorso degli OGM, secondo una legge non scritta per cui naturale = buono, quando a voler vedere la natura fa morire l’inadeguato senza molte cerimonie e con fredda efficienza. Lo dico dopo aver letto l’ennesima bravata del dott. Seralini, che progetta gli esperimenti su misura per dimostrare che gli OGM sono cancerogeni: ha ricevuto un milione di critiche dal mondo scientifico per il suo cherry picking in flagrante malafede. Del resto, fra gli sponsor di Seralini ci sono Greenpeace e politici ecologisti che VOGLIONO dati che affermino la cancerosità degli OGM, in modo da poter fare campagne anti-OGM e annessi e connessi. E poco importa se questi dati sono inattendibili: le opinioni degli scienziati seri ormai non hanno alcun valore, visto che in nome della correttezza politica si è permesso ai cialtroni di inquinare quasi ogni livello di discussione, e l’uomo della strada non sopporta che la sua ignoranza possa valer meno della competenza altrui.

Tempi difficili. Paura. Si può seminare un sacco di merda e moltiplicarla oltre ogni limite, guadagnandoci un bel po’ – che sia in voti, in vendita di dvd, o in autostima, poco cambia. Fatto sta che non mi piace per un cazzo. E conferma sempre più la mia idea che un buon 80% delle persone non dovrebbe avere diritto di voto. Occorrerebbe una bella purga, dio ape. O almeno, una responsabilizzazione generale, che però pare probabile quanto un pellicano che ti serve una rossa media nel confessionale.

A me garbano i negozi di dischi. Dico sul serio. Quando vado in una città, li cerco e mi piace proprio infilarmici, cercare/comprare le robe, etc etc. Soprattutto se sono negozi dedicati alla roba che mi garba, oppure in cui a tale roba sono dedicati ampi reparti. Non sono schizzinoso, va bene anche il repartone da Mondadori o Ricordi o FNAC che sia. Credo che questo tipo di passione per il negozio di dischi sia connaturata a quella per la musica. E che non ci sia niente di male, al pari di altri piaceri come il velocipede, l’auto d’epoca, o addirittura le rievocazioni storiche in armatura e spada. Si tratta di tenere in vita un passato ormai finito, per pura passione, assieme ad altri appassionati. La passione è la chiave, ovviamente: da un profilo strettamente razionale, un’auto moderna è più economica, sicura e facile da guidare rispetto all’Aston Martin del 1946, però se ce l’hai e ti piace, padronissimo di andarci in giro finché la puoi mantenere in sesto. Queste considerazioni di sconcertante banalità, per qualche astruso motivo, non sfiorano manco per il cazzo una nutrita frangia di ascoltatori di musica che provocano schifo all’idea di comprare online e che piangono lagrime amare et gopiose ogni volta che un negozio di dischi chiude. E sono una gran rottura di coglioni e fonte di sbroccate moralistiche mica da niente, eh. Guardate questo thread (iniziato nel 2009, ad oggi cento pagine) sul forum del Mucchio Selvaggio. Il post che dà l’avvio è un chiaro esempio di una mentalità retriva e antiquata che non vuole saperne di scendere a patti con la realtà, sostenuta dalle stampelle dell’elitismo e della nostalgia canaglia. Dice:

“il negozio di dischi sta diventando superfluo come concetto proprio. e questo, al di là degli inevitabili sentimentalismi e cazzate da vecchio dentro terrorizzato dai cambiamenti quale sono, non riesco proprio a vederlo come una cosa positiva. da Nannucci ho passato più ore della mia vita di quanto fosse ragionevolmente lecito ipotizzare, lì ho comprato il mio primo disco (“fear of the dark” degli iron maiden, appena uscito: era il giugno del 1992), lì mi fermavo dopo la scuola a ravanare con la tenacia e il puntiglio dell’archivista tra le vaschette dei “fondi di magazzino” in cerca di “chicche” nascoste e offerte irripetibili (dai vinili della Contempo a 1.950 lire, a “skyscraper” di david lee roth a 1.500 lire, agli stock di forati con dischi tipo “songs of faith and devotion”, “without a sound” o la raccolta di b-side dei mudhoney che ti tiravano dietro a prezzi ancora oggi imbarazzanti), ma non importa.”

L’abbiamo fatto tutti, tutti noi appassionati di musica. Se capita l’occasione lo faccio ancora, ma non è un bisogno. Perché la cosa importante, per un appassionato di musica, è l’accesso alla medesima. Queste madeleine sono buone per pulircisi le croste di merda dalle ascelle, dio canaccio. Anch’io se ci penso dico “ah, che teNpi”, pensando ai pomeriggi al negozio di dischi specializzato in metalz della mia città a discorrere con negoziante e gente. Allo stesso tempo, è tutto finito, ed è cambianto in meglio. Il tizio del post sul Mucchio va avanti e aggiunge, ad un certo punto:

“perchè quello che molti ascoltatori dell’ultima ora e troppi stronzi che hanno adesso l’età che avevo io quando spulciavo tra quegli scaffali non possono capire (e probabilmente non capiranno mai), è che quando compri un disco in un negozio non paghi solo il disco, paghi anche il servizio che il negozio stesso ti offre, e questo vuol dire competenza, scelte di campo, guida all’acquisto, commessi totalmente ossessionati e nerd oltre ogni possibile speranza di redenzione,scrematura, quella stessa scrematura che il mucchio tenta faticosamente di operare tra le sue pagine, che io spesso non condivido ma che comunque c’è, esiste, mi fa sentire trattato con rispetto in quanto ascoltatore, mi fa pensare che la musica in quanto oggetto abbia ancora un valore.”

Non sono un ascoltatore dell’ultima ora e non so bene cosa pensino i sedicenni di ora, non frequentandoli non ho neppure la presunzione di liquidarli con questi giovani di merda che non capiscono un cazzo. Il servizio e la scrematura che può fornirti un negozio specializzato, vecchio, lo trovi pure online. E non ha alcun bisogno di spocchiosi negozianti miopi con la barba piena di parassiti: un buon algoritmo di apprendimento è perfettamente in grado di svolgere lo stesso compito. Quando mi arrivano i consigli di Amazon USA, dove ho uno storico di acquisti che comincia dal 1998, trovo regolarmente o cose che ho già (ma non ovviamente comprato da loro) oppure cose che mi possono interessare e non di rado prendo: vedi, il tuo negoziante è inutile anche da questo punto di vista! Amazon UK e Amazon DE sono meno precisi, nei loro consigli, perché lo storico degli ordini è molto inferiore, però se comprassi più spesso raggiungerebbe ovviamente la stessa efficienza. E per finire:

“ora io vorrei che tutti quegli stronzi che comprano a mani basse da playpuntocòm perchè “costa meno”, che ordinano i cd a paccate sui siti internet americani così risparmiano sul dollaro, io vorrei che tutta questa feccia del cazzo si rendesse conto di cosa si è persa e di cosa sta contribuendo a distruggere indirizzando i propri soldi nelle tasche di qualche colletto bianco oltremanica (o oltreoceano) che non sanno nemmeno che faccia abbia. trovare un disco che si cerca da tempo, rovistare tra gli scaffali, scambiare due chiacchiere col clerk ossessionato, Cristo santo, uscire di casa per cercare qualcosa che ti piace, andarsela a prendere. è questo che più di ogni altra cosa mi spaventa, nell’epoca del “tutto e subito”: che si perda la consapevolezza che gesti, che azioni del genere esistano. è questo che mi fa sentire come tommy lee jones in “non è un paese per vecchi”. non Nannucci che chiude, ma le cause che lo hanno portato a chiudere. pensare di essere rimasto l’ultimo stronzo che un disco lo cerca continuando ad avere a che fare con esseri umani.”

Oh, così saremmo feccia del cazzo. Il cretinetti sembra più interessato ai negozi che alla musica. Perché, caro cretinetti, se grazie ad Amazon, a Play etc. puoi comprare di più perché i prezzi sono più bassi, succede che… al musicista arrivano più soldi! Proprio così! A noi feccia del cazzo non interessa un cazzo del contatto umano col negoziante del cazzo: ci interessa la musica. Avere i dischi, ascoltarli, capirli. Comprarli, così che l’artista possa contare su del danaro, nella speranza che gli altri appassionati facciano uguale. I cretinetti del km zero discografico non ci arrivano. E’ più importante la consapevolezza dei gesti, rovistare fra gli scaffali, trovare un disco che si cercava da tempo (cosa che su web succede spesso). Ma vaffanculo, coglione! Sei proprio un vero, autentico, immane coglione.

Pensaci: vai sulla superfichissima comunità di ascoltatori di musica, ti scambi consigli, scopri artisti, robe, cose. Puoi correre su YouTube o sul sito ufficiale e farti un’idea di prima mano. Se ti convince, puoi subito volare su Amazon e similia e trovare quei bei dischi che ti hanno consigliato gli esperti della comunità virtuale che tanto ti piace frequentare, puoi comprare con tre clic e trovarti tutto nella cassetta della posta dopo una settimana. In pratica, hai davanti a te il modo migliore e più efficiente mai realizzato per accrescere la tua cultura musicale, e allo stesso tempo stai pagando il musico per il suo lavoro meglio di prima (per il semplice fatto che prezzi più bassi => più dischi venduti), e invece no, vade retro, si perde la consapevolezza dei gesti (mi viene da ridere ogni volta che lo scrivo) e si mandano i soldi a qualche colletto bianco mai visto né sentito!!!!11!!!uno!!! Ma si può essere più idioti? Come se fosse bello vedere e sentire quei cafoni di Rock Bottom a Firenze, per esempio…

Sospetto che a fianco di questo vecchiettismo ci sia una bella dose di elitismo. Ci sono persone che ascoltano la musica non solo per piacere personale ed interesse, ma anche per estremo bisogno di affermazione sociale. Sovraccaricano la musica di una dimensione etica e fanno miriadi di castelli in area prima di poter dire se tal disco/artista è ok o fa cagare iguana impagliati. La musica, per queste persone, serve per tracciare una linea: da un lato NOI, dall’altro LORO. E se la musica X piace a LORO, allora SequelaDiCastelliInAria è eticamente sbagliata e la critichiamo con violenza. In questa forma mentis, rientra anche l’acquisto al km zero nei cari vecchi negozi di una volta. Io, guarda un po’, ho sempre pensato che Nick Hornsby sia una merda e Alta Fedeltà un libro del cazzo.

Kekko di Bastonate fa spesso ragionamenti simili. Io in tutta onestà faccio una fatica boia a capirlo, quando si perde nell’assurda dimensione dell’etica per una roba che suona e stimola maggiore o minore secrezione di endorfine a seconda della sensibilità individuale. Lo leggo, perché mi fa vedere le cose secondo una prospettiva per me inconcepibile. Feticismo per il negozio di dischi di una volta sbroc sbroc compreso. Bah. Sia come sia, se a qualcuno piace andare in giro con una macchina del 1943, faccia pure. Solo non si metta a moralisteggiare perché noialtri preferiamo auto più sicure ed economiche e che a voler vedere inquinano pure un botto meno. Io continuerò ad accrescere la mia cultura musicale (ma lo stesso discorso si può fare paro paro coi libbbri) con Amazon, Play, CDWOW e compagnia bella, pulendomi allegramente il culo con la consapevolezza degli antichi gesti. E dio maiala di dio! Ma c’è una via con cui un negozio dischi oggi, può vivere e prosperare, cioè internet e specializzazione. L’intervista che ho fatto ai tipi di JazzMessengers (Barcellona) rivela una success story notevolissima. Ma l’Italia è troppo provinciale per queste cose… minimo, il tizio del thread di Mucchio Selvaggio non comprerebbe mai da un negozio che vende molto su internet, perché sarebbe poco etico.

E’ uscito un nuovo disco dei Muse e si chiama The 2nd Law.The 2nd Law fa schifo.
The 2nd Law fa così schifo che non occorre nemmeno ascoltarlo per sapere che fa schifo.
Mio cugggino una volta ha ascoltato The 2nd Law ed è morto.
Matt Bellamy è un frignone di merda.
I Radiohead fanno schifo.
I Queen fanno schifo.
I Muse, cioè Queen + Radiohead, quanto possono fare schifo?
Quel che ho sentito di The 2nd Law c’aveva il basso funkoso e l’elettronica. Ma roba da poco, faceva venire in mente robbaccia tipo Another One Baizzedàst.
In generale, i Muse sono tipo i Radiohead + i Queen, ma non solo: è come se queste influenze fossero state filtrate da Hello Kitty con la t-shirt dei Van Halen.
I Muse vendono un sacco e garbano un sacco. Questo non significa che siano bravi, nè che siano commerciali sbroc sbroc.
Perché anche se vendessero tre copie farebbero lo stesso schifo.
I Muse sono la quintessenza della brit-shit: musica tronfia, vanesia, più fumo che arrosto, adorna di ghirigori rococò sotto cui non c’è niente, se non un’affettazione gratuita delle emozzzzzzzzzzioni sparate con il mitra ad alzo zero in crescendo ridicoli dove, fra catarsi e melodramma, meglio il suicidio.
I Muse hanno un sacco di fanz agguerriti. Strano che non ci sia un’altra band di brit-shit con fan altrettanto agguerriti per scatenare una futile competizione fra svantaggiati. Evidentemente, siamo tutti consapevoli che nessuno fa più schifo di loro.
Anche Jordy vendeva, quindi zitto, coglione.

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