Premessa: la rubrica delle Pellicole Decrittate tratta solo ed esclusivamente di film mai guardati. Si basa sull’assunto che, da pochi elementi tratti dalla cartella stampa (trama, attori, produzione, nazionalità, sponsorizzazione) sia possibile a priori stabilirne pregi e difetti.
Synossi: il quattordicenne Lorenzo, anziché partire in settimana bianca, decide di rifugiarsi tutto solo in cantina. Se ne resta isolato allo svacco su un divano, con sufficienti provviste di Coca Cola, scatolette di tonno e libri horror. Ad un certo punto, però, arriva la sorella maggiore Olivia che lo scopre, violando l’intimità del suo rifugio. “Oh nini”, gli dice Olivia, “c’è da rigoverna’ la cucina e sciacqua’ pavimenti, mòviti che m’hai digià rotto i coglioni.” E così Lorenzo è costretto a confrontarsi col mondo. Ma se il mondo un rompicazzo come Lorenzo non lo volesse? Se l’é mai chiesto nessuno?
Morale implycita: questi giovani. Sempre a lagnarsi. Sempre a stracciare la coglia, gneeeee gneeeee il mondo non mi capisce, gneeee gneee… I canali di comunicazione prevedono mittente e destinatario, care teste di pescegatto, e non è detto che sia sempre il destinatario che non capisce le vostre richieste – magari siete VOI stronzetti che dite un sacco di cazzate e noialtri non si può fare altro che rimbalzarvi finché non crescete. E dio ape, basta, che pretese!
Giudizio finale: molto discussa la scena dell’inculata, come in ogni film di Bertolucci. Il resto, francamente, provoca l’acuirsi dei sintomi di qualunque malattia pregressa, nausea, incontinenza, persino morte nei casi più sensibili. Come ogni film di Bertolucci.