Premessa: la rubrica delle Pellicole Decrittate tratta solo ed esclusivamente di film mai guardati. Si basa sull’assunto che, da pochi elementi tratti dalla cartella stampa (trama, attori, produzione, nazionalità, sponsorizzazione) sia possibile a priori stabilirne pregi e difetti.

Synossi: Gina e Marco sono due ragazzi che stanno per affacciarsi sul mondo del lavoro. Entrambi sono speranzosi virgulti pieni di sogni, nella tentacolare metropoli nota ai più come Roma. I due si incontrano in una circostanza del tutto particolare, cioè un colloquio di lavoro. Infatti Gina vuole entrare nel mondo dello spettacolo, e c’è un politico disposto ad aiutarla, a costo (naturalmente) di farsi perforare ben benino il tabarèn a giorni alterni.  Marco è l’autista neo-assunto dal politico in questione, mandato a prelevare Gina dal suo orrendo tugurio di pezzente per offrirle la sciansz. Hai visto te, dove scoppia l’ammore?

Morale implicita: ora, non è per essere stronzi, ma questi giovani sono sempre le solite teste di cazzo buone a niente. Vorrebbero pure un lavoro, vorrebbero, le teste di comò, ma chi glielo darebbe un lavoro a ‘sti lavativi laureati in filologia islamica e arpagoni pregiurassici? Nessuno con un minimo di sale in zucca, ma ci mettiamo una mano sul cuore perché giovani siamo stati anche noi, e qualcosa da fare gli si trova, consapevoli che ne verrà innanzitutto del danno. Che almeno paghino il biglietto in natura, però, e madonnaputtana!

Giudizio finale: non prendiamoci per l’ombelico della murena, gente. Piuttosto che dubitare che questo film sia gradevole quanto l’ingestione di una medusa di cinque chili, sareste disposti a ingoiarne una di quindici, quindi zitti e mosca.