Per parecchio tempo, lo dico senza alcun problema, ho seguito il blog di Gamberetta e l’ho fatto pure con una certa ammirazione. La sua critica puntuale e feroce di un sacco di spazzatura fantasy, soprattutto made in Italy, metteva in luce tutta una serie di falle che bucano l’intero spettro del panorama letterario nostrano. Falle piuttosto gravi, deducibili dalla pubblicazione di vari cessi di libri, tipo:
1) Scrittori che non sanno scrivere e non hanno la minima cura della propria opera;
2) Un universo di addetti ai lavori assolutamente carente e menefreghista che non svolge alcun compito di editing, di revisione, e butta tutto sul mercato così com’è, tanto vende se c’ha abbastanza draghi in copertina;
3) Una malafede assoluta da parte di grandi e rinomati curatori di testata, che si sono arrampicati sugli specchi in tutti i peggio modi per difendere l’indifendibile.
Da questo punto di vista, Gamberetta è stata molto più acuta e vincente di qualsiasi wuminghio. La sua critica al testo e al mondo del fantastico è stata, nella sua prima fase, molto stimolante, e gliene do atto, anche se immagino ci si pulisca allegramente il culo. Tuttavia ho iniziato pure, dopo un po’, a rompermi i coglioni. Sia per l’acredine sempre maggiore con cui attaccava gli scrittori (ok, io non sono esattamente il re del bon ton, ma almeno il mio tono resta spesso scherzoso – credo), e intendo proprio le persone, sia per un dogmatismo che è emerso con il passare del tempo e ha messo in evidenza i limiti della critica gamberettistica.
Far vedere controesempi di come si dovrebbe scrivere una scena pietosa è ok. Consigliare manuali di scrittura ok. Impostare il discorso sulla pratica dello show, don’t tell pure. Quando però si scende nel fondamentalismo, un po’ meno. Perché la prima premessa alla base del gamberettismo è che fantasy/sci-fi siano essenzialmente letteratura di storie e idee, e quindi sia necessaria, sufficiente, indispensabile una prosa asciutta che permetta a storie e idee di far scivolare il lettore all’interno con la massima naturalezza – presupponendo anche la coerenza interna dell’ambientazione, delle azioni/reazioni descritte etc etc. Di per sé, sarebbe anche tutto a posto. Ma è uno dei modi possibili di scrivere fanta(sy/scienza), il modo asciutto, diretto, realista, heinleiniano di cui peraltro sono un grande sostenitore. Non è l’unico, però. Perché il punto è che lo stile di scrittura dipende da cosa voglia ottenere lo scrittore. Se io volessi scrivere di futuro filtrandolo attraverso la lente del mito, come se fosse visto da un futuro ancora ulteriore e quindi dargli una patina di leggenda e un tono di divertita nostalgia senza bradburysmi, dovrei scegliere attentamente le parole, descrivere in un certo modo, scegliere il giusto tono dei dialoghi etc etc, allontanandomi da una prosa secca e tagliente. Dovrei andare non in direzione di Heinlein, ma guarda caso in quella di Cordwainer Smith. Non so se Gamberetta conosca Cordwainer Smith, ma immagino lo troverebbe una merda, perché di secco, tagliente e realistico ha poco. Ed è così perché fa il necessario per scrivere al meglio il SUO libro, secondo la SUA personale estetica. Possiamo dire se ci riesce o meno – per quanto mi riguarda, ci riesce eccome. Trovo che il grande autore si riconosca anche per questo: fa capire quale sia la sua estetica durante la lettura stessa, e la mette in pratica nel migliore dei modi. Sembra questo il grande limite della critica gamberettistica, condito dall’ossessione per i manuali di scrittura presi come oracoli, tipo “così non si fa, leggi un po’ cosa dice Seth Putnam a pag. 345 del suo manuale Writing Fiction Is Gay!!!1!” Oggi siamo alle guerre dei cloni: senza volerlo, si è formata una frangia di psicotici gamberettiani molto peggiori dell’originale.
Ci sono alcuni appunti che mi viene da fare. Il primo forse deriva dalla mia scarsissima sopportazione del dolore e il conseguente ribrezzo per il sadomasochismo: non sarebbe impiegare il tempo per segnalare ciò che si ritiene meritevole, spiegando perché e percome e tutto il resto, anziché spararsi tonnellate di merda? Visto che le recensioni sono del tutto volontarie (cioè senza il dovere di cronaca immediata da periodico), credo sia più costruttivo impiegare le energie per segnalare ciò che merita. Mutatis mutandis, è la linea che seguo assieme agli amici su Free Fall, per esempio. Il secondo è che i gamberettisti si riproducono velocemente. Ancora un po’ e formeranno una genia di lettori che misurano con riga e compasso Jack Vance decretandone la merdità perché non è conforme allo standard ISO9000 dello Show Don’t Tell e alle norme evidenziate nell’Infallible Book On Writing di W.R. Iter.
Infine, un’ultima notarella. Nel giro del Gamberame si fanno spesso confronti fra Narrativa e Literary Fiction, individuando nella prima la cosiddetta narrativa “di genere” e nella seconda tutto ciò che si bea di essere Letteratura, fatta di stile autocompiaciuto per far sentire colto e intelligente chi legge. Trovo queste distinzioni un po’ troppo forzate, e se vogliamo far sì che la narrativa del fantastico abbia il rispetto che si merita (e se ne merita un bel po’), ci vorrebbe un ragionamento di tipo inclusivo, non steccati e recinti sempre più labirintici. Se la criticaccia snob e prevenuta fa uno sbaglio, reagire con lo sbaglio di segno uguale e contrario la mi sembra una hazzatha.
Azz… Fai le critiche ai blog? Questa è la tua versione di Bullshit Pulverizer! :-D
Argh, offesa offesona! Ti sfido a singolar tenzone a chi risuona meglio gli assoli di Fulberto! :)
Anch’io in questi giorni ho letto qualche postz del sblogz di sentinel, non tutto perche’ dopo 5 o 6 righe mi rompo visto che scrive in maniera pessima, praticamente e’ un j’accuse continuo a tutto e tutti…che palle!
Posso dire che la zombie tettona del post mi ha fatto letteralmente cagare sotto?
Chettelodico a fare negrodeath, a me continuano ad arrivare sbroccati da tutte le parti per la recensione del romanzo di gamberetta (con conseguente Fatwa del duca) e sono perfettamente d’accordo con te, sopratutto riguardo il fondamentalismo quasi religioso di Gamberetta.
E i suoi cloni sono peggio dell’originale perchè, per ottenere visibilità, devono estremizzare ancora di più-
Taci, che adesso siamo pure compagni di merende.
E io non so nemmeno cucinare un sauerbraten decente.
Uriel
E tu come al solito ti dimentichi di portare tofu e seitan, e io sono costretto a portarmi da casa la marmellata con i pezzettoni di figa.
Vergogna!
a me Gamberetta stava quasi simpa le prime volte che demoliva la Troisi (2/3 ani fa???) poi ha cominciato a fare qualche post “didattico” sul sense of wonder (cmq ben fatto) e sugli ebook piratati.
ciò era cosa buona.
ma quando lessi che la sua opinione su GRRMartin aveva lo spessore di un “mah… uff… boh… in realtà i manuali di fantasy dicono che… sbroc…” mi ruppi le palle con lo stesso rumore delle fialettine di vetro sottilissimo che la mia mamma usava mettere negli aerosol all’inizio dei 90 e faceva regolarmente cadere in terra.
e allora fanculo ai gamberi.
eta meat porco dio!
Sinceramente, trovo difficile indicare qualcosa di errato in questo articolo.
Il gambero era nato con buoni intenti ma, da un bel po’, s’è trasformato in qualcosa di davvero orribile.
Saluti.
Odisseo
Si parla sempre di una che ha detto che Manzoni non sapeva scrivere…
Manzoni ha uno stile di merda ed è pallosissimo.
Sa scrivere sì ma alle condizioni di cui sopra.
Un altro compagno di merende! Evvai!
“Una sola persona contromano in autostrada? Qui TUTTI vanno contromano!”.
Uriel
Salve sig. Pacciani, come va?
Va male, m’hai copiato il titolo, ti denuncio al Sepa, ed è inutile che telefoni a Wikipedia, sappiamo dove vivi.
Arrenditi!
Oh, il Pacciani se lo ricordano tutti ma il Lotti e il Vanni non se li caga più nessuno.
Seth Putnam was a sensitive man.
ultimamente leggere la gamberetta è come sentire un monologo di Greggio quando faceva il critico tritatutto a Drive in (ma ,molto più serioso) ed il libro della stessa è il Teomondo Scrofolo…
Cordialità
Attila
Gamberetta aveva smesso di scrivere per problemi suoi e solo suoi.
Lo stacco tra il prima dei problemi e il dopo, quando ha ricominciato, e’ assolutamente avvertibile, e la Gamberetta “dopo” e’ peggio di quella “prima”.
E’ come il tennista che smette, ci ripensa e ricomincia dopo due anni di seghe e Tequila Sunrise bevuti a mollo nella piscina di Santa Rosa: non puoi pretendere d’esser lo stesso, no?
Segnalo, in topic con la figura a capo post, che Fanucci ha rieditato da poco a buon prezzo il ciclo di Hyperion (Dan Simmons), in cui Cristo e la Croce fanno una figuretta mica da nulla…
Barney
Comunque adesso è nell’aria la chiusura del blog…
Quando invece di dirti se gli è piaciuto o no ed in generale cosa ne pensano, ti spiegano come avresti dovuto scriverlo, mi domando sempre perché non se lo scrivono da soli un libro secondo i loro crismi. L’unica regola della critica è attenersi all’opera per quel che è, se parli troppo di come l’avresti voluta stai recensendo un altro libro, che tra l’altro nemmeno esiste.
Neanche a me Gamberetta ultimamente piace, però non sarei così duro.
Trovo che in un mondo ossessionato dallo stereotipo dell’Artista Romantico ci sia sempre bisogno di un fondamentalista saputello sbroc sbroc in più a sostenere che l’Arte differisce dagli scarabocchi sui diari delle sedicenni per il fatto che oltre all’Ispirazyone e alla Spynta Creatiyva c’è studio, applicazione e qualche migliaio di bozze scartate.