Archive for dicembre, 2011


Come di consueto, durante le feste chi ne ha voglia di scrivere lunghi e incasinati, nonché bellissimi e intelligentissimi, post? A giudicare dall’attività bloggheristica in giro, molti. Io no, non c’ho voglia un cazzo, e già per il titolo del post ho usato quello dell’omonimo pezzo dei Pantera, e solo perché lo stavo sentendo a volume vergogna durante la scrittura.

A fine anno si fanno le classifiche, di solito. Ok, stavolta voglio farlo anch’io. Le classifiche, ma del 2012:

Miglior film del 2012:
1) “Fratture scomposte fra le vertebre del negro” di Attanasio Pecora;
2) “L’uomo che anticipava le finte” di Joshua R. Cappotts;
3) “Oxiplegatz” di Daniel Petreskatki.

Miglior libro del 2012: 
1) “L’apostolo negro” di Thomas G. Gay;
2) “Economia globale e puppappera” di Salmaso Binocolo;
3) “Enciclopedia delle Scie Chimiche”, AA.VV.

Miglior disco del 2012:
1)  “Ambienteaux leu cajoness dans le merd” di Carla Bruny;
2) “Like a symposium on gallbladder removal” degli A Disleptic Hyeana On The Rocks;
3) “Meditazioni errabonde sull’essere ghei” di G.L. Ferretti

E torniamo al 2011. Votiamo chi è il personaggio più significativo, influente, importante, figo, imperdibile, geniale. Mario Monti? Ambrose Akinmusire? I Mastodon? No. Vogliamo gente che con il suo stesso apparire rende il mondo migliore e l’umanità degna di esistere. Vogliamo gente come (rrrrrrrrrrrullo di tamburi) Leanne Crow:

Leanne non ha bisogno di dire alcunché per rullare. Le basta farsi vedere.

E non deve rompere i coglioni al prossimo come fanno, regolarmente, Sabina Guzzanti o Serena Dandini o Concita De Gregorio.

Per tutta questa serie di motivi, nomino Leanne Crow personaggio del 2011 e chi dice il contrario, minimo minimo ascolta gli Zen Circus.

Buonnnnnnataleeee!!!

Rendiamo grazie alla magnificienza di Bianca Beauchamp e vaffanculo!

I fatti di Firenze, dopo la discussione del brillantissimo e acuto post precedente, non meriterebbero altra discussione. Purtuttavia, nell’aere si respira un’aria malsana. E, in maniera del tutto irresponsabile e incivile, non mi riferisco tanto al montante clima di razzismo sempre più esplicito e brutale. Credo sia un effetto collaterale dei momenti di crisi e incertezza: la torta si restringe e allora qualcuno ha l’idea di allontanare gli ultimi arrivati, per paura di ricevere una fetta fin troppo piccola. Una paura che si ripresenta con puntualità e che trova sempre terreno fertile, oggi come ieri, e dunque non voglio discutere. Ora, in futuro chissà. Mi interessava invece come questi fatti abbiano riverberato nel mondo, piccolo e micragnoso, della letteratura fantastica italiana e di che altarini e imbarazzi siano saltati fuori.

Riassuntino rapido rapido: il pistoiese Gianluca Casseri, appassionato di Tolkien & Lovecraft, scrittore di un romanzo e saggi online, simpatizzante di Casapound e frequentatore di siti e forum di estrema dx, piglia la pistola, va a Firenze, spara ad un gruppo di negri uccidendone un paio, e poi si suicida.

Dovrebbe essere sufficiente l’ultima frase per classificare Casseri come folle pericoloso testa di cazzo in primis, e razzista in secundis, perché di tutte le persone presenti in piazza Dalmazia ha mirato proprio agli ambulanti senegalesi, con cui non aveva mai avuto contatti personali, quindi erano bersagli simbolici. Questa storia però non è certo morta lì, ha anzi scoperchiato un vaso di Pandora dove si annidano cialtroni, equivoci, coscienze sporche e calzini sottaceto.

Stampa e giornali hanno subito ricorso al luogo comune di grande successo, la costruzione del Deviato Mostruo: frequenta il fantastico, vedrai è un nerd, pare pure nazifascio, certo è un individuo strampalato perso nel suo mondo – i morti sono rapidamente spariti di scena per lasciar spazio alla mitologia classica del Deviato, lasciando a intendere che forse forse se Casseri era quel che era vedrai è anche colpa delle sue frequentazioni culturali, c’aveva pure un film di Callahan in casa, voglio dire, no? E’ quello che Davide Mana ha brillantemente esplorato e approfondito in questo post, quindi vi rimando a lui.

Parallelamente. Lara Manni, scrittrice e bloggatrice che finora non conoscevo, ha sollevato un interrogativo: in Italia c’è sempre questa pessima opinione di fantasy e fantastico in generale, dipinti al meglio come escapismo senza valore artistico e al peggio come surrogati del Mein Kampf, ma non è che un qualche fondo di verità, dovuto a certi pessimi maestri e non ai libri in sè, ci sia? Se pensiamo alla storia editoriale italiana del Signore Degli Anelli (tanto si torna sempre lì), la risposta è affermativa. A partire dall’astrusa prefazione di Elemire Zolla, che parla di letture allegoriche e simboliche in maniera tanto forzata e arbitraria da far pensare che stia parlando di qualche altro libro, lo scatafascio si è compiuto ineluttabile. Poco importa che ormai i Campi Hobbit siano una reliquia del passato che solo Natalia Aspesi tira fuori quando vuole criticare Tolkien attraverso Peter Jackson. La frattura causata da quella prefazione e dalle tristi vicende degli orrendi anni ’70 hanno visto la critica di Tolkien (e di tutto il resto del settore), in Italia, come terreno esclusivo di un gruppo ristretto capeggiato da Gianfranco De Turris. E qui comincia il brutto, perché De Turris se possibile fa peggio di Zolla: forza una lettura evoliana del SDA. De Turris frequentava quel coglione di Evola e ne condivide le idee mongoloidi. Da lì a dare una lettura rigidamente tradizionale, anzi, Tradizionale ed Esoterica del SDA il passo è brevissimo e quel che restava della cristalleria va in frantumi.

Occorre notare a questo punto come i legami siano stretti e aggrovigliolati:

– Il Signore Degli Anelli e Tolkien sono ormai considerati roba di dx perché l’unica critica che si occupa di loro è rappresentata da De Turris e compagnia.

– De Turris è seguace di Evola (Tradizione, Teoria della Razza e merda simile), e ne applica il pensiero a quelli che, a detta sua, sono Simboli Universali inconsciamente inseriti da Tolkien nel suo libro. Il fatto che Tolkien stesso lo negasse con decisione è, per De Turris, un’ulteriore conferma: son cose talmente profonde e vere che uno non se ne rende conto.

– De Turris ha pure scritto la prefazione a due libri di Casseri, riportando in uno l’opinione del suo mentore Evola che sì, i Protocolli dei Savi di Sion sono falsi, ma dicono cose vere, e quel che succede nel mondo oggi ne è una prova scie chimiche signoraggio, insomma, siamo in piena zona Blondet.

– Casseri, elogiato da De Turris e conferenziere sul fantastico in varie occasioni, avrà esposto tesi simili. O quantomeno non in contraddizione. Era anche un membro molto attivo di forum di estrema destra suprematista bianca e violentemente antisemita, che all’indomani del fattaccio hanno subito rimosso tutto per minimizzare, è solo un simpatizzante come tanti, e purtroppo era pazzo.

In realtà, se uno andasse a vedere i forum tipo Stormfront (non linko simile merda), di teste di cazzo che difendono Casseri ne trova finché ne vuole. Alcuni di questi condivideranno pure l’humus culturale De Turris/Casseri, nella misura in cui questi ultimi sostengono/sostenevano le teorie di Evola – nazismo appena paludato. Ed è quindi probabile che amino fantasy etc. nella stessa misura, aderendo all’interpretazione di De Turris. E here falls the donkey, perché questa interpretazione è una volta di più una cazzata, ma è stata coltivata e monopolizzata per talmente tanti anni da esser data per buona (“gli unici che ne parlano sono quei critici e intellettuali di estrema dx, vedrai che…”), e solo qui. Perché nel resto del mondo Tolkien, piaccia o meno non importa, è studiato criticamente e dibattuto. Le teorie di De Turris, strumentali e superficiali, non hanno alcun terreno. Qui sono l’unica cosa che c’è, complice la noncuranza da parte dell’editore, perché probabilmente Tolkien si vede senza sforzo e non saranno due prefazioni o testi critici fatti a cazzo a cambiare le cose, e complice la critica letteraria che decide volontariamente di snobbare e deridere uno dei settori più interessanti della letteratura dell’ultimo secolo. Questo deserto non fa bene a nessuno: alimenta la superstizione del fantastico roba per citrulloni neonazisti dando ragione a Natalia Aspesi, rende l’Italia arretrata e provinciale pure in questo settore, e per ultimo fa malissimo alla letteratura stessa.

Non solo: la famosa correlazione con la violenza, a cosa la possiamo attribuire? A hobby e passioni, o alla fede in ideologie che predicano lo sterminio degli inferiori, fede condivisa con altre persone che non vedono niente di male in pestaggi e organizzazioni di gruppi paramilitari?

Uff. Chiudiamo in bellezza:

Ah, in tutto il post, prendete un po’ Tolkien come improprio e ingiusto sinonimo di tutto ciò che è fantasy e fantastico e fantascienza. Un po’ perché da noi si tende a fare di tutta l’erba un nazifascio, un po’ perché la discussione partiva da lì ma per semplificare faccio così lo so che poi ci sono un fracco di cose etc etc insomma capito, no?

Firenze (MF). I fatti di cronaca riportano una notizia tendenziosa e mendace, almeno in parte. Ovvero, forse è vero che due negri sono stati uccisi a colpi di pistola in pieno giorno, tra l’altro che volete che sia, tanto i negri sono tutti uguali. Ma ci sono tanti particolari che non tornano in questa vicenda misteriosa, e li mostreremo subito.

1) Come sa chiunque abbia giocato ad Assassin’s Creed II, a Firenze non esiste alcuna Piazza Dalmazia (se esistesse, avreste potuto visitarla nei panni di Ezio Auditore), luogo in cui sarebbe avvenuta la fantomatica strage. Strage su cui si sono concentrati subito i riflettori della stampa che vuole screditare il Movimento. Quindi già questo particolare è inquietante e non torna.

2) L’uomo che avrebbe compiuto la strage, G. Casseri di anni 50, era uno dei tanti che casualmente si trovava ad intrecciare il suo cammino con quello del ns. Movimento. Ma giusto così per sport, anche i negri a volte intrecciano il nostro cammino. Purtuttavia G. Casseri di anni 50 non figura in alcun registro del Movimento, nè in alcuna foto; se ne dubita l’esistenza, si potrebbe addirittura insinuare che sia un nome fittizio associato ad un’identità fittizia costruita a tavolino.

3) Da chi? A questo punto, siccome tutti ci stanno sputando addosso, e allo stesso tempo compiangono i negri, il cui arrivo in Italia tra l’altro ha moltiplicato il numero di lavanderie di scarsa qualità, è evidente che si tratti di un’eterodirezione proveniente dall’altro, dai Poteri Forti Extranazionali. Poiché Noi siamo gli unici ad averlo capito, è evidente che questa mossa dei Servizi Segreti della Perfida Albione Sionista sia volta a screditarci e isolarci per dare le case popolari ai negri.

4) Occhio quindi, che in realtà l’omicidio, AMMESSO CHE SIA ACCADUTO VERAMENTE, è stato compiuto da un infiltrato, probabilmente un negro mascherato dei servizi segreti che poi è scappato lasciando in terra un manichino con la maschera e il ketchup – chissà come mai non è stata fatta nessuna autopsia! E chissà come mai non c’erano ebrei lì intorno! Perché non si può dimostrare che ci fossero, quindi nemmeno il contrario, e se due indizi non fanno una prova (il negro mascherato che spara, gli ebrei assenti dalla piazza), tre indizi fanno la verità: Repubblica ha pubblicato la notizia, quindi erano già lì appena il fatto è successo, quindi sapevano già che sarebbe accaduto, quindi anche loro sono complici dei negri sionisti sbroc sbroc!!!1!!!1!

Occhi aperti, dunque, perché se andate in giro così a fare i gagaroni, troverete le spie che vi spiano per riportare tutto a Napolitano che poi vi manda sotto casa gli agenti segreti e vi fa accusare di abigeato e tradurre in carcere.

Esiste, nell’umana varietà, una sottospecie particolarmente molesta situata nell’interstizio fra il Mongospastico e il Mongolitico, a non troppa distanza dal Nerd e nel quartiere confinante con quello dei Maniaci: è lo Svantaggiato. Lo Svantaggiato è una persona che, solitamente, non presenta alcun pregio evidente: non è bello, non è simpatico, non è divertente, e non lo è mai stato. La sua socialità, di conseguenza, ne ha sempre risentito, e lo Svantaggiato tipico arriva attorno ai trent’anni con pochissimi amici e ancor meno speranze di trovare donne/uomini. Eppure, qualcuno potrebbe obiettare, esiston fior di menomati che trovano compagnie varie, perché non lo Svantaggiato? Beh, è proprio la sua natura di Svantaggiato a impedirglielo. Perché lo Svantaggiato non è capace di arricchire, ma solo di drenare energie, pazienza, e vita a chi gli sta intorno, con una logorante sequela di microscopici ricatti morali e stille di veleno volte ad elevarlo a scapito di qualcun altro, il tutto per avere dalla sua qualche attimo di riflettore. Lo Svantaggiato non cercherà mai di fare qualcosa di buono e meritarsi la stima, ma sceglierà sempre la via della spiata e dell’invenzione: “sai, secondo me Coso l’altra sera $cattiveria…” Cercando di mettersi dalla tua parte, semina la zizzania. Di fondo, lo Svantaggiato è consapevole della sua completa assenza di qualità, e quindi si ingegna come può. Ciò che contraddistingue lo Svantaggiato dallo Sfigato generico è che nessuno vuole giustificarlo. A volte succede che, per certe persone moleste e insopportabili ed evitate da tutti, si cerchino giustificazioni: “suo padre è morto e sua madre è scappata con un negro che si chiamava Billi”, “ha avuto un sacco di problemi”, “ascoltava i Coldplay”. Ma mai per lo Svantaggiato, la cui insopportabilità è un dato di fatto che, presto o tardi, porta il gruppo di persone cui si è momentaneamente appiccicato a vararlo. Trucebaldazzi, là sopra, NON E’ uno Svantaggiato: ha convertito un potenziale di Svantaggio in suo favore, e ora è famoso e suona dal vivo. Una simile capacità non è possibile per lo Svantaggiato, perché indicherebbe consapevolezza e risorse, che se le avesse non sarebbe Svantaggiato.

Detto questo, lo Svantaggiato è solo al secondo posto nella classifica dell’umanità perniciosa, perché al primo posto c’è la sua versione 2.0, lo Svantaggione. Lo Svantaggione possiede tutti i tratti distintivi dello Svantaggiato, più uno: la presunzione. Te dici dieci e lui deve dire undici, soprattutto se te in apparenza parti da una situazione di vantaggio (poi veritiera). Hai un lavoro che ti piace? Lo Svantaggione ti dice tzè tzè ma potevi fare… Hai studiato? Lo Svantaggione ti dice che è una perdita di tempo ed era meglio quel che ha fatto lui. E vai così. Anche se poi, essendo uno Svantaggione, non ha mai l’ultima parola e la sua peculiare natura di merdone lo lascia sempre con le pive nel sacco e l’ananas in culo.

Adesso potreste dire, perché questa disanima su ‘sta gente, che sarebbe meglio sterminare col Baygon per Umani? Eh, sapete, è che ho rivisto uno Svantaggione che non vedevo da tipo quindici anni. Abita pure nella mia stessa strada, anche se per fortuna all’estremo opposto. L’ho rivisto al mio bar preferito (che essendo vicino a casa mia lo è pure a casa sua). L’ho sentito dire con le mie orecchie ad una delle bariste, una bellissima ragazza di vent’anni, “ma te, cetaceo, ci vai in palestra?” e fra un po’ sputo lo spritz in faccia a mia moglie. Non puoi dare del cetaceo ad una ragazza con cui non hai confidenza, nemmeno se fosse effettivamente un boyler. E soprattutto non glielo dai se  lei è bella e ha al massimo un kg o due di troppo intorno alla vita, e te sei una specie di hobgoblin. Ora vivo col terrore che lo Svantaggione un giorno possa suonare da me per scroccare favori o chiedere questo o quello (come fa già a cose normali, se mi incontra).

Napalm, ci vuole. Perché lo Svantaggione ti drena le energie, ti uccide l’umore e se gli dai un’unghia si piglia tutte e due le braccia.

C’ho un pajo di post che mi frullano in testa, già delineati nei loro punti fondamentali, entrambi a metà strada fra crytica e metacvytica: il primo su Holy Terror, ultima pessima opera di Frank Miller, e su certi assurdi sbroc retrattivi e convoluti che genere nelle menti di certi stenterelli, il secondo sulla qualità della critica Gamberetta-style. Solo che non c’ho voglia un cazzo di scrivere e nel frattempo ho accumulato una preziosa crestomazia d’immagini che vorrei condividere con voi (non è vero), quindi farò quello che mi riesce meglio: sparare cazzate random.

Per esempio, lo sapevate che Anna Nicole Smith buonanima aveva inciso un disco? No? Nemmeno io, altrimenti me lo sarei già comprato da un pezzo. E’ un segno della chiara ingiustizia del mondo: mentre Carmen Consoli, di dischi, ne ha fatti nove (e contando solo quelli in studio), Anna Nicole uno. UNO. Ed è pure morta. Dimmi te.

Mario Monti. Dice, ma siamo sicuri? Ci conviene davvero? E chi è? E chi non è? Chi ci sarà dietro? La BCE? L’FMI? Le scie chimiche? Il signoraggio? I denti insidiati dalla placca? Mi sono già rotto. Piuttosto, pare che Fiorello stia conducendo una tramissione pallosa vecchio stile, lo dice pure la Guzzanti. Di solito se la Guzzanti dice “X”, al 99% è una betoniera di merda, e allora vedrai che in realtà la trasmissione di Fiorello è bellissima o per lo meno decente. Però c’è un “ma”: si tratta della trasmissione della Restaurazione, all’insegna della Bella TV Di Una Volta, con le gonne sotto il ginocchio e le battute morigerate etc. etc., dopo i tetri anni dominati dal Modello Marcio Della Società Imposta da Mediaset Colledonnegnude. E quindi, mi sa che forse stavolta siamo a nostro modo spettatori qualcosa di unico: il favoleggiato 1% delle opinioni della Guzzanti. Una donna così squallida che nemmeno in un catfight (su twitter) con quell’altra minchiona della Concita riesce a divertirti.

Un’amica neo-veggie, un mesetto fa, era andata ad una specie di sagra per veggie. In teoria doveva esserci del cibo vegetariano e robe varie, in pratica c’era robaccia schifosa e gente inacidita e incazzosa che brontolava e rompeva i coglioni a tutti incitata da un gruppetto di ammaestratori di criceti vestiti di coperte colorate che nel giro di mezz’ora erano passati dall’alimentazione vegan che il veggie è troppo poco al boicotaggio dei farmaci e il codice a barre di Israele da boicottare. L’amica neo-veggie, dopo quella prima mezz’ora, ha preso la macchina ed è andata via.

Che bello, è uscito il secondo album degli Steel Panther. Si chiama Balls Out, è stupendo e chi dice il contrario è un negro. Non ha un singolo tispiezzoindue come Death To All But Metal, ma neppure una palla allucinante come Shine On You Crazy Diamond, ed è globalmente migliore del già bellissimo esordio. Gli Steel Panther sono come gli Spinal Tap usciti dallo schermo. E poi ho scoperto un altro gruppo superfigo che sono i The Might Could. Fanno quella roba zozzissima che mi esalta un sacco, cioè quel metal assordante fatto di blues iperdistorto, batteria primitiva, voce ringhiante, chitarre che hanno appreso bene la lezione dei Lynyrd Skynyrd e la ripropongono a volume indecente. Veramente troppo spettacolo, robba tosta da bottigliate in testa t’aspetto fuori dal saloon m’hai fatto incazzare che oggi son stato otto ore a scuoiare opossum per la conceria che altrimenti non arrivo dio cane a fine mese e meno male mi lasciano la carne degli opossum da portare a casa.

Miley Cyrus è più metal di tutti i metallari (musicisti e fan) messi insieme. Lo testimonia questo scatto, è più metal pure dei Judas Priest. Ad ulteriore prova della sua totale pwnershipz della metalz, ecco un altro scatto ancor più eloquente:

AHAHAHAH, VISTO, METALLARI DI MERDA, DOV’E’ IL VOSTRO DIO OGGI? IN GIRO CON LA MAGLIETTA DI MILEY CYRUS! E fa di molto bene perché Miley diffonde il verbo della metalz in tivvù presso i giovani, impara alle ragazzine i valori fondamentali di questa musica come la finzione spacciata per verità (i fan ci cascano sempre) e la fedeltà assoluta agli idoli e ai loro dogmi. Quindi, niente. C’è chi rulla, tipo me, Miley o Rob, e chi no, tipo voi, che magari vi credete ganzi perché ascoltate lammmmmerda dei Pain Of Salvation o di Steve Wilson. E ora basta, di sentire le vostre stronzate mi sarei anche rotto all’interno dei coglioni.

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