
"Ho visto tutti i tuoi filmi!"
Una questione che da sempre mi rompe i coglioni è quella dei messaggi nei libri/film/cassonetti. Cioè mi fa proprio vorticare i coglioni a forza 11, anche e soprattutto se la questione viene affrontata da persone che ritengo stimevolissime e letture ancor più piacevoli oltre che frequenti – mi riferisco, nello specifico, ad Elvezio e a Davide, che in tempi recenti hanno posto indirettamente la domanda, rispondendo: quest’opera non va bene e puzza di capra marcia in quanto ideologicamente sospetta. Segue rumore di cristalleria in frantumi, ma in realtà mi s’è rotto qualcosa all’interno dello scroto. La storia è sempre la stessa: oh, questo è il libro X, è fatto così e cosà, ma però che bella morale e che bel messaggio di merda! Siamo sicuri che i giovani debbano leggerlo? E i bambini? Chi ci pensa ai bambini?
Io dico: chi stracazzo se ne frega, dio rospo. Quando valuto un’opera letteraria, ne soppeso pregi e difetti, chiaro, ma sempre valutandola in sé stessa: l’alchimia fra storia, tono, adeguatezza della scrittura, personaggi, svolgimento, in varie e diverse dosi, volta per volta. Ne uscirà un capolavoro, una merda o tutte le sfumature intermedie, è ovvio. E si può criticare, dibattere e argomentare all’infinito su questo, anzi, ci sono legioni di discussioni accademico-fanzinare su praticamente tutto. Trovo sommamente disdicevole, però, quando entra in gioco l’autopsia ideologica. Qui non ci siamo più. E’ vero che un autore non può separarsi al 100% da quel che scrive, chi dice il contrario mente o compila elenchi del telefono. Ma se anche ne traggo “messaggi” o “morali” che non condivido…
Perché trovo che l’importante sia la storia e la sua messa in pratica, non l’insegnamento che se ne possa trarre. Che si tratti di riflusso paranoico da assemblea studentesca anni ’70 o seria convinzione personale di alcuni, dal mio punto di vista è niente più che una stronzata colossale.
L’esempio classico fra i classici è la diatriba su Tolkien, le sue posizione politiche e ideologiche e quanto ne traspaia dal Signore Degli Anelli. Apro, già che ci sono, una parentesi su Tolkien: ci sono molto affezionato per via dell’enorme investimento emotivo fatto ai tempi (1987), con la scoperta de Lo Hobbit prima e del SDA, inevitabile, dopo (“C’è un seguito! Ganzissimo!”). Come dice Davide qui, si tratta sempre di un libro da leggere per via dell’impressionante lavoro di world building, di cui è una sorta di manuale – solo Frank Herbert è riuscito a pareggiare la poderosa creazione della Terra di Mezzo. O almeno, fra quelli che conosco. Da quel 1987 a oggi ho letto quei due libri più volte (dei vari Silmarillion, Racconti Ritrovati, Racconti Scalcagnati etc me ne frego perché sono pallosissimi e superflui). Ogni volta mi sono immerso nel mondo tolkieniano con immutato piacere. Ma al di là del valore affettivo ed effettivo, che considero molto alto, se dovessi portarmi un solo libro fantasy sull’isola deserta mi ci porterei qualcosa di R.E. Howard, Jack Vance o Fritz Leiber. Questo per mettere in chiaro che non sono un fanboyz.
Apriamo la sessione Q&A:
Tolkien è conservatore?
Ok, ma non me ne importa un cazzo.
Mancano figure femminile rilevanti mentre i maschi si riempiono di virili mazzate?
Francamente mi ci pulisco il culo.
Modello di società feudale basato sul sangue e la predestinazione dell’eroe?
1) Non è vero (v. Tolkien sì, Tolkien no);
2) Anche se fosse? E’ un libro, non un partito cui affidare le sorti del tuo paese, dio zoccolo!
Se vogliamo criticare ISDA, facciamolo sulla base del libro. Non su quanto si distanzi dalla nostra utopia preferita e, soprattutto, da quanti messaggi sbagliati invia.
Nel penultimo (ad oggi) post elveziano si parla di Harry Potter, di cui ho visto e gradito quattro film, ma di cui non ho letto ancora nulla. Se scorriamo i commenti, c’è pure lì la questione del messaggio e della morale e del cattivo insegnamento e di qui e di là e il ruolo femminile. La discussione in sé è divertente ma mi fa incazzare, perché al solito si arriva a parlare di libri ideologicamente sospetti, che mi sa di indice dei libri proibiti. Sarebbe interessante fare una statistica, fra qualche anno: quanti lettori di Harry Potter, una volta diventati adulti, picchiano la moglie e votano per i Nazisti dell’Illinois di turno? Sospetto la minoranza risibile di quelli che l’avrebbero fatto comunque.