In questo post credo di ripetere, almeno in parte, roba già detta qualche mese fa, tuttavia siete sempre liberi di andarvene. A fare in culo, naturalmente.
Mettiamo che ora Abberlusconi si dimetta (sì, bonanotte). Mettiamo che Abberlusconi finisca il mandato e si ritiri nel 2013 (molto più probabile). Nel primo caso, se ne va in mezzo allo scandalo delle bbbottane, nel secondo fra altri due anni, dopo aver accumulato di sicuro altri puttan tour e bottanate varie. L’indignatometro nazionale sarà salito a livelli da delirio, in due anni. Pensate: gli italiani all’estero che si nascondono dietro ai cespugli perché altrimenti la gente gli dà indicazioni non richieste sui bordelli, oltre alle solite sulle pizzerie e le liuterie (per il mandolino, si capisce). E via. Non si sentono rappresentati. Mi pare che il sentirsi rappresentati da una persona rispettabile rispettosa ammodino sia la cosa che più interessa alla gente. Me ne sono accorto a cena, qualche tempo fa. E’ partita la salmodia antiberlusconiana in cui si è parlato dell’indecenza, della vergogna, dello schifo, il governo non è un bordello, che figurette. Un commensale diceva, con tono sconsolato, che la cosa più importante avvenuta durante la sua giovinezza è stato l’avvento abberlusconiano, e di come fosse un chiaro indice della mediocrità dei tempi. Testa di cazzo, negli stessi anni abbiamo vissuto la rivoluzione informatica che ha cambiato il mondo e ti preoccupi di questa caccola che è Abberlusconi?
Nessuno ha mai sollevato il punto che è un governo statico e inconcludente la cui unica strategia è un continuo gioco delle tre carte per confondere le acque un attimo e salvare il culo al suo capo, che non ha nessuna particolare visione a lungo termine (se non un discutibile starving the beast applicato all’università) per avviare faticosamente un processo di rinnovamento. Anzi, nemmeno di rinnovamento, basterebbe un minimo di movimento in qualche direzione. Schematicamente, negli ultimi 15 anni:
1) Abberlusconi, con Mani Pulite, perde i suoi referenti politici e non avendone trovati, evidentemente, di nuovi, ci va lui in prima persona; ne ha bisogno per continuare a fare i suoi affari e non finire processato. Comprendendo intimamente la natura di chi ha di fronte, cioè l’Italia e gli italiani, diventa il personaggio più rilevante dell’ultimo quindicennio.
2) I politici di opposizione, purtroppo, sono peggiori di lui. Sono sempre gli stessi che combattono sempre contro il solito avversario compiendo sempre gli stessi errori. Chi perde non governa. E continua a perdere consensi e fare figure barbine. La differenza fondamentale è tutta nella confezione, ma è la più importante al momento del voto: per banale e populista che sia, la linea di Abberlusconi è chiara e presenta un capo, di là no e non si sa cosa vogliono dire su qualsiasi argomento.
3) Non potendo farcela con le elezioni (tranne quel paio di vittorie da cui non hanno imparato niente – non imparano dagli errori e nemmeno dai successi), gli avversari ricorrono al gossip. Si forma un blocco magistratura-giornalismo scandalistico che viola il segreto istruttorio in maniera sistematica e utilizza il cittadino Abberlusconi per screditare il politico Abberlusconi agli occhi della popolazione, sperando che si dimetta. Da notare come il cittadino Abberlusconi ha una bella lista di processi a suo carico, e pure gravi. Processi che non vanno a termine, visto che la giustizia fa cagare. Tuttavia, il metodo utilizzato dalla task force di giornalisti e magistrati è a dir poco fascista. Strano, per gente che dice “attentato alla democrazia” quando Abberlusconi perde una querela che, da privato cittadino, è comunque liberissimo di fare.
4) In tutto questo casino, il paese è paralizzato sotto ogni aspetto. Al punto che l’unico tentativo di sbloccare qualcosa, in 15 anni, l’ha fatto Marchionne bypassando il governo e l’opposizione, che non si sono nemmeno degnati di far sapere la loro opinione. C’erano le puttane ad Arcore, sapete. Sulla mossa di Marchionne ho ancora le idee confuse e sospendo il giudizio fino a che non mi sono informato meglio. Posso solo dire che si tratta di una riposta ad un problema concreto. Magari è la risposta sbagliata, però è anche l’unica pervenuta.
Alla luce di tutto questo, immaginiamo lo scenario de-berlusconizzato, che sia quest’anno o nel 2013. Gli scandali su puttane e bunga bunga hanno mandato su di giri i moralisti. Molti si sono riscoperti moralisti solo di recente, per aggregarsi al coro. Tutte queste persone chiedono una cosa: un governo, e un rappresentante degli italiani, rispettabile. Uno che non fa battutacce, che non va a troie, che stia bene in foto assieme a Obama, che non tocchi il culo alla Merkel, che sia dignitoso, che trasudi impegno, dedizione, serietà e rigore. Che lavori e non si diverta un cazzo. Che abbia una famiglia e la rispetti, almeno quanto le istituzioni. Che abbia una dialettica fatta di impegno, rispetto, serietà e cazzabuboli simili. Magari andrà in Chiesa o sarà un ex volontario. Poi, che politica faccia, in realtà, non è molto importante – sarà comunque un centro-centro appena screziato di dx o sx. Non importa, basta rinormalizzare l’immagine. Moderazione, moderazione da gesuita. Una figura simile metterebbe d’accordo gli indignati d’Italia, la Chiesa e il MOIGE. Si ricomincerà a parlare con insistenza di buon esempio e di valori. A guardare con insofferenza e disapprovazione da Libro Cuore tutto ciò che abbia più sapore di un piatto di semolino sciocco accompagnato con un bicchiere di acqua Tesorino. Ritornerà, probabilmente, una grigia cultura da DC fatta di morigeratezza e buon esempio e altre stronzate simili, e il rappresentante pubblico “giusto” sarà quello più simile ad un precettore gesuita, pronto a bacchettare tutto ciò che possa essere “diseducativo”. Giochi a God Of War? Guardi Tarantino? Che è, non vorrai mica che torni Abberlusconi, vero? In mezzo a questa merda prossima ventura, anche se spero vivamente di sbagliarmi, la musica rock più marcia tornerebbe ad avere un che di corrosivo. Certo in maniera meno dirompente, ma insomma – se l’alternativa dev’essere l’accigliata Carmen Consoli e la riscoperta di Mina… E siate pronti a sfoderare il manuale di resistenza culturale per gli anni del MOIGE a venire:
La bussola per sopravvivere è tutta qui. Shout At The Devil. Un classico del metal intriso dello spirito più debosciato, incosciente, irresponsabile e sfrenato che ci sia. Dioniso incarnato. Lo so che Gino Castaldo e Ernesto Assante vi continuano a smerigliare i coglioni con la trasgressività dei Rolling Stones finché campano (sia loro che i Rolling Stones), ma basta non dargli retta. L’esaltazione totale e assoluta dei piaceri della marcitudine, che poi sono quelli normali che solo porcherie come il peccato originale e i dieci comandamenti riescono a mistificare, espressa attraverso una disco bomba che trasuda letteralmente di vita sconvolta, dissoluta, pericolosa e divertente. Quella che i nuovi demogristi inizieranno presto a denigrare qualora si manifesti in fenomeni di successo. Fanculo, merde. Stappiamo un alcolico peso per Vince, Mick, Nikki e Tommy: la resistenza culturale solo loro, non quei manfruiti dei Baustelle.