La storia, già noiosissima, di Julian Assange e Wikileaks ha preso la piega di quella, prevedibile, dell’Eroe Martire che disturba il Bieco Potere. Una sorta di figura messianica che i Potenti vorrebbero crocifiggere perché mostra, con Wikileaks, le loro sordide trame al pubblico, insozzandone l’immagine immacolata necessaria a mantenere il controllo, e quindi è stato incastrato sbroc sbroc solidarietà no pasaràn. Lo sbroc factor è già oltre i livelli di guardia. Urge ricapitolazione.

1) Wikileaks è un sito dove si pubblicano documenti, nelle intenzioni degli estensori segreti, diffondendoli al mondo intero.
2) Wikileaks funziona come una casella postale anonima.
3) Wikileaks è stata fondata da Julian Assange.

In conseguenza delle chiacchiere da portinaio fuoriuscite dagli uffici dell’ambasciata italiana è scoppiato un piccolo parapiglia. Di per sè, le informazioni wikileakate sono irrilevanti.Su come siano fuoriuscite, posso fare alcune ipotesi:

1) Si trovavano su un qualche archivio d’ambasciata, uno le ha prese e puff, via, spediti – il che testimonierebbe un livello di attenzione e sicurezza imperdonabilmente basso, anche se si trattasse dei punteggi col solitario di Windows.
2) Le info sono state fatte uscire di proposito. Qualcuno, all’interno del governo americano, è ostile al governo attualmente in carica e ha facilitato, favorito, innescato il wikileakaggio allo scopo di buttare ulteriore benzina sul fuoco di un’amministrazione la cui popolarità è in calo netto (e, aggiungo, meritato). Secondo Uriel, l’obiettivo sarebbe ancora più specifico: Hillary Clinton.
3) E’ stato il negro.

Dando per buona la più probabile (la 3), vediamo come butta per Assange. Lo vogliono incarcerare per questioni che non ho ben capito, ma che ha tipo trombato una svedese senza poi fare i test da malattia venerea e lì è un reato o qualcosa di simile, insomma ci sarebbe un capo d’accusa pronto, oltre alle dita puntate di politicame versicolore che grida “terrorista terrorista sei il primo della lista!!1!!!” Il mondo dello sbroc naturalmente si è subito sollevato per sostenere Assange e la libertà, e ha preso la reazione dei governi come un gioco a carte scoperte che svela la natura prevaricatoria dei palazzi del Potere ecc ecc. E’ vero che l’accusa appare pretestuosa, tuttavia per me va benissimo prendere Assange, sbatterlo in galera e piallare il culo a Wikileaks. L’arresto è di fatto un’intimidazione per future, irresponsabili teste di minchia come lui.

E qui si entra nel cuore del problema: Wikileaks deve andarsene a fare in culo. Non solo non esiste alcun diritto all’informazione, tranne che nella testa dei giornalisti, ma esistono pure informazioni che sono segrete e riservate per motivi molto importanti. Informazioni che, una volta divulgate, possono compromettere la segretezza di operazioni militari, di trattative diplomatiche, di accordi nascosti. Vulgata sbroc vuole che se l’accordo è taciuto al popolo, è sicuramente qualcosa di malvagio. Palle. Il segreto può essere tale nell’ottica della ragion di stato. E ragion di stato e realpolitik possono essere, nel medio e lungo termine, fondamentali per assicurare un futuro ad una nazione. E se per farlo è meglio che nessuno sappia dei termini esatti di quell’operazione in Merdonia, ufficialmente diplomazia di routine, che ha spazzato via la truppaglia di Quirakat Zubbalpat e tutta la sua discendenza per ripulire l’area su cui costruire strade e impianti per l’estrazione del merdanio dai giacimenti appena scoperti sul Monte Nerchio (in Kazzistan), merdanio essenziale per ricavare lo stronzonio con cui fabbricare chip adatti al quantum computing e boccini di nuova generazione, grazie a cui lo stato che ha condotto l’operazione diventerebbe prima fornitrice di merdanio al mondo, con tutte le ricadute del caso… beh, tutto questo vale una dozzina di Assange in galera e di Wikileaks brasate. Con buona pace dello sbrocworld.