Opliti del Bene soccorrono la Democrazia nella classica formazione a falange

Sì, unisciti anche tu agli Opliti del Bene. Essere un Oplita comporta numerosi vantaggi e offre ghiotte occasioni per esibire il proprio meritato prestigio sociale, fra cui spiccano la Pugna Eterna per la Salvaguardia della Democrazia e pure la partecipazione ad Iniziative di Solidarietà. Dette Iniziative sono essenziali perché permettono all’Oplita di impegnarsi nel supremo compito dell’educazione, o meglio ancora della paideìa, del prossimo, spesso un sottosviluppato subacculturato da recuperare. Mediante la Condivisione su Facebook e l’Ostensione di SiNboli, il vero Oplita del Bene è in grado di rifulgere come esempio di virtude per ricacciare il Male con infamia nelle catacombe da cui è venuto. Forte di corpo e d’ingegno, ardimentoso nella pugna, gentile con gl’inermi, manesco co’ pettoruti (no, qui Chloe Vevrier non c’entra), l’Oplita del Bene è vanto della società democratica, nonché l’unico legittimo faro e corpo costituente delle medesima.

Opliti del Bene in cerca di viscide emanazioni del Nemico fra le carcasse degl'alluvionati e de' derelitti

Fedeli al motto Not sempre regio est in modo atque vale deo cane semel in anno igitur caccolae, in servizio attivo 24 ore su 24, gli Opliti sono spinti dal loro rigore morale e dal loro senso civico. Moderni prosecutori della pratica della selezione spartana, onde per cui i meno adatti alla sopravvivenza debbano essere eliminati al fine di fortificare la Stirpe più atta alla salvaguardia della Democrazia, gli Opliti pattugliano mari e monti, carta e interwebs, al fine di trovare il debole e sopprimerlo affinché il suo Seme non contamini il suolo delle italiche lande: infetta la Democrazia oggi, infetta la Democrazia domani col contributo de’ deficienti, e vedrai che bella fine, sì! E dunque, ove il Suolo Patrio (o Patrìo?) sia colpito da sciagura e catastrofe, gli Opliti si adoprano subito per portare soccorsi a’ bisognosi, purché atti all’agone della Democrazia: ergo, qualora fra i sopravvissuti delle catastrofi si trovino, feriti e urlanti fra le macerie con avvoltoi capovaccai e jene che ne dilaceran le membra, esponenti di un’Italia non sufficientemente democratica, è dovere dell’Oplita porre fine alle loro sofferenze. Nel caso sia impossibilitato a raggiungere la zona del disastro, poi, l’Oplita bene fa a lasciar che la natura faccia il suo corso, ché fra i morti ci sarà di sicuro qualcuno che se lo merita avendo votato dalle Parte Sbagliata alle ultime elezioni.

Opliti del Bene si apprestano a riempire di virili manate esponenti della c.d. Lega, curiosamente simili a negri

E così non stupisca se molti Opliti non prestano particolare attenzione, in questi giorni, agl’alluvionati del Veneto, quantomeno non in strepitante misura quanto ai tempi del terremoto aquilano. Caso volle infatti che il Veneto fosse una regione ricolma di Evasori e Leghisti, poco adatti a vivere in Democrazia in quanto per loro natura abietti, vili, ripugnanti. E dunque, com’é ovvio e giusto, gli Opliti han preferito lasciarli al loro destino di morte per avvicinare vieppiù l’Italia alla Democrazia. Sic et simpliciterz. Le loro nobili azioni e i loro pensieri sono rivolti alla Meretrice di Rabat e alle trame bizantine escogitate dall’Oscuro Signore di Arcore per precipitare la nostra Nazione bella negli abissi della putreolenza e dell’infamia. E dunque, volgendo lo sguardo al Sole, siate grati agli Opliti del Bene: i loro sagrifizi li fanno per voi, teste di cazzo coglioni mongoloidi, ma proprio non ci arrivate, eh, caproni analfabeti rincoglioniti dalla tivvù, vero, dio fagiano con la polenta? Ma andatevene in culo, dio ape…