Pellicole decrittate:
“Mine Vaganti” di Ferzan Ozpetek
Premessa: la rubrica delle Pellicole Decrittate tratta solo ed esclusivamente di film mai guardati. Si basa sull’assunto che, da pochi elementi tratti dalla cartella stampa (trama, attori, produzione, nazionalità, sponsorizzazione) sia possibile a priori stabilirne pregi e difetti.
Synossi: Tommaso è un concentrato di stimmate sociali mica da ridere, pensa un po’, è sia gay che terrone, visto che viene dal Salento e quindi sarà anche un virtuoso della pizzica (il che, a pensarci bene, è ben peggio che essere gayterroni). Insomma Tommaso lavora a Roma ma poi torna a casa in Puglia, a rivedere il caravanserraglio che è la sua famiglia, i Cantone, proprietari di un pastificio, numerosi come ogni genìa di terroni che si rispetti. Il ritorno di Tommaso è molto atteso, perché ognuno dei Cantone ha le sue aspettative. C’è la nonna partita di cervello che ancora non si rassegna al perduto ammmore, c’è la mamma che vive intrappolata nelle convenzioni borghesi, c’è il padre che insomma i finocchi gli garbano ma al forno, la zia più mongoloide della nonna, la sorella oppressa dall’inevitabile destino di casalinga, il fratello che forse non ha così voglia di dirigere il pastificio, e poi è manfruito pure lui. Tommaso pensa, e che è, ora se faccio coming out questi qui mi linciano…
Morale implicita: bravi, sì, fate i modernucci e sfornate i figli finocchi. Non vedete che portano solo dolore e lagrime, e distruggono la famiglia, cellula fondante della società costituita secondo i valori gristiani di Aggesuggrìsto? E invece voi no, continuate a fare le testine di vitello, a permettere ai vostri figliuoli di farselo stampare nel tabarèn dal verdurajo e di cantare I Will Survive ogni volta che litigano col moroso, anziché mandarli ai campi di rieducazione dell’Opus Ghei. Incoscienti, teste di cazzo, ecco cosa siete!
Giudizio finale: non tutti sanno che nell’ultima puntata di Ken Il Guerriero era prevista una morte ben peggiore per il tutto sommato povero Kaiou. Infatti nella sceneggiatura originale Ken avrebbe dovuto sconfiggere il primo demonio con la tecnica dell’Inferno Proiettante di Hokuto, che produce sul sistema nervoso dell’avversario danni paragonabili a sei mesi di visione 24/7 di Mine Vaganti. Amnesty International è intervenuta per impedire che una cosa tanto orribile fosse mostrata in un cartone animato, e francamente non ci sentiamo di dargli torto. Nemmeno le testuggini delle Galapagos che escono dal culo di chi, incautamente, si cimenti nella visione dell’esecranda pellicola.