Mondo crüedele!

Molti di voi, spero, riconosceranno senza problemi i Mötley Crüe nella foto qui sopra. Che grandi  che sono stati, ai tempi doro! Quattro giovani teste di minchia dei sobborghi losangeleni, quattro scapestrati mezzi delinquenti con la passione per il rock ad alto volume, una concezione della vita assolutamente edonistica e tutta la fame necessaria unirono le forze per arrivare là dove pochi arrivano: alla vetta, al vertice, al ruolo certificato di "peso massimo" che può fare il cazzo che vuole. "I want it all and I want it now" lhanno cantato i Queen, ma nessuno meglio dei Crüe ha sintetizzato ed espresso questa filosofia. Con loro, la debosciatezza e la dissoluzione legate allo stile di vita della rockstar raggiungono livelli mai sfiorati prima. Musicalmente, uniscono i ritornelli melodici e orecchiabili dei Kiss con lo spirito da strada degli Aerosmith, corroborandoli con un roccioso armamentario di riff metal à la Judas Priest e uno spirito corrosivo punk figlio dei Dead Boys – questo, a grandi linee, il contenuto del loro esordio "Too Fast For Love" dell82. Lo stile del gruppo resterà grosso modo lo stesso per tutta lepoca aurea, quella che si conclude con "Dr Feelgood" del 1989, fatto salvo un naturale miglioramento della produzione sonora e un notevole raffinamento degli arrangiamenti. Dicevo della marcitudine dei Crüe: difficile pensare a quattro laureati ad Harvard guardando le facce di Vince, Mick, Nikki e Tommy; aggiungiamo lascolto dei loro album, tutti pieni di inni alla droga, al sesso sempre più selvaggio, allirresponsabilità, allubriacatura da denaro facile che ti compra tutto e tutti, alle coltellate nei bassifondi, alla cattiva condotta e alla pericolosità sociale, per dissipare ogni dubbio. I Crüe volevano solo una cosa dalla vita, fare successo e vivere un 24/7 di crapula, e tanti saluti a chiunque si trovasse nel mezzo, che si parli di stanze dalbergo o batteristi degli Hanoi Rocks. Il talento musicale ha permesso loro di confezionare una serie di album memorabili, ormai  classici del rock; il momento favorevole ha fatto sì che detti album vendessero squinquiliardi di copie, consentendo ai quattro di soddisfare a più riprese tutti i loro inesauribili appetiti. Missione compiuta. Nella loro carriera, i Crüe hanno di fatto rappresentato e celebrato sè stessi: cera ben poca differenza fra la loro vita e ciò che cantavano nei testi. Probabilmente non avreste mai incontrato Nikki Sixx al supermercato vestito in abiti di scena, ma a parte questo, i Crüe, definiti poser dai metallari trù, erano molto più reali e veri dei Manowar di turno. Va da sé che nessuno di loro sarebbe il genero ideale: una madre sana di cervello non vorrebbe mai vedere la propria figlia assieme ad un drogato marcio vestito come un trans che fa il commesso in una bottega sadomaso, che si sbatte venti donne diverse al giorno gratis e spende il resto in coca, puttane e strip bar, e ha abbastanza soldi per spedire le eventuali ingravidate ad abortire, per evitare rotture di palle.

Se voleste documentarvi  un po con una spesa minima, pigliatevi quel capolavoro di "Shout At The Devil":

In generale tutti i loro album fino all89 sono a colpo sicuro, e si pesca sempre bene. Nel caso vi interessassero pure retroscena e deboscerie, cè la celebre autobiografia "The Dirt":

Ora immagino già che qualcuno mi dica tipo che, insomma, sì ganzo, ma sono tutte cose note, chi scrivi a fare? Beh, forse non vi rendete conto di una cosa: siamo sotto il tiro incrociato dei moralizzatori e degli indignati, dei Vespi e dei Santori, degli Artisti che Devono Dare Un Messaggio, del Dove Finiremo, dei La Ccccioga nel Rock, la Corruzione dei Valori, gli Artisti Devono Essere Responsabili. I maledetti pedagoghi stanno prendendo fin troppo spazio ultimamente. Rompono i coglioni, e sono miserandi e mongoloidi (sì, detto proprio come insulto, capito mongolo?). Bisogna spaccare il muso a questo coro urlante di moralizzatori di merda nonchè opportunisti dei più viscidi, e per farlo, dobbiamo ostentare il nostro credo.

Irresponsabilità.
Crapula.
Debosceria.
Droga.
Rocknrollsz.
Puttane.

Vivere tutto questo per interposta persona attraverso i dischi dei Mötley Crüe è una figata. Morgan non resisterebbe ai germi che Vince Neil gli starnutirebbe in faccia. Filosofi e conduttori moralizzanti dei miei coglioni neppure. Nè tantomeno Codacons, associazioni genitori, Moige, Opus Ghei e similia. No no no. Nasce il movimento clandestino di resistenza ai moralisti. Contro i messaggi edificanti, larte pedagogica e  il flagello del pedigree etico (tm Admiraglio).

W i Mötley Crüe!

W Satana!!

W la fruizione dei Mötley Crüe e di Satana, la crapula rockettara, donne gnude ome la rena, droga, vomito, scuregge nellacquasantiera etc etc. Di tutto e di più. I Mötley Crüe si sono applicati con zelo e talento per realizzare il proprio sogno, che li ha trasformati nei Cattivi Esempi per eccellenza. Cattivi Esempi che hanno predicato a milioni di persone nellarco di trentanni il loro vangelo del vizio. E con quali risultati, quali ripercussioni sociali? Nessuna, semplice. Come non cè nessuna correlazione fra le vendite dei Mötley Crüe e la diffusione di droga, prostituzione, gioco dazzardo e delinquenza minorile. Mettetevi lanimo in pace: le giovani teste di cazzo sono tali in parte per meriti propri, e in parte per meriti genitoriali. E spesso non ascoltano nemmeno i Mötley Crüe. Anzi, siccome i positivi e morali U2 hanno venduto di più, è più probabile che il diciottenne che ieri vi ha rapinato per comprarsi un po di coca abbia in casa una copia di "Achtung Baby", piuttosto che una di "Girls Girls Girls". Del resto, se i buoni e i cattivi esempi fossero qualcosa di più che parole al vento, gli U2 avrebbero dovuto aver cambiato il mondo già tre o quattro volte. <!– –>