Questione di punti di vista
ovvero: chi è causa del suo mal è una gran testa di cazzo

"LItalia. Terra con un sacco di malaffare, corruzione, inefficienza, familismo, lei non sa chi sono io, incompetenza, etc etc. La terra dove non si investe, dove tutto resta comé, dove tutto resta in mano ai soliti, e alle solite caste. La terra che offre poco ai giovani, schiacciati da contratti lavorativi che li condannano al precariato a vita e corsi universitari in farloccologia depauperante. la terra senza ideali sbroc sbroc televisione. La terra feudale. La terra che è meglio abbandonare per costruirsi un futuro altrove dove forse si ha qualche chance in più. Figghio figghiuzzo, vattene finché sei in tempo."

Vedete, un discorso simile da padre a figlio sarebbe comprensibile se provenisse dalla bocca, non so, di un cassintegrato con figlio che si appresta a finire luniversità dopo un sacco di sacrifici economici. O comunque da situazioni analoghe, situazioni pesanti in cui è normale e umano che un padre sia preoccupato per il futuro del proprio figlio e, scoraggiato dalla condizione nazionale di questi tempi, gli consigli di provare con lestero. Se questo padre scrivesse una lettera ad un giornale esponendo il problema, immagino, lo farebbe per condividere le sue ansie e dare un consiglio in buona fede ai giovani.

Ora prendiamo un padre che invia una lettera del genere ad un giornale, con tanto di pubblicazione. Questo padre è un ex direttore della RAI, adesso dirige una cosa chiamata Libera Università Internazionale degli Studi Sociali, in passato ha ricoperto posizioni di rilievo in aziende come ENI, Wind, Omnitel; è un uomo di sessantanni inoltrati, anzi, più vicino ai settanta. Uno che ha ricoperto la posizione di direttore RAI, da sempre lottizzata partiticamente, che ha saltabeccato da un ruolo dirigenziale presso grandi aziende allaltro, che ha scritto molti articoli, libri, saggi etc., e che adesso dirige un prestigioso e costoso ateneo privato, ha ben poco a che spartire col poveraccio legittimamente preoccupato per le sorti del figlio in un paese malandato. No, è un privilegiato ipocrita di merda. Non solo: ha attivamente collaborato per arrivare a questo punto, visto che fa parte di tutto quel mondo di intoccabili inetti che hanno mangiato in lungo e in largo in un piatto su cui ora sputazza assieme ad un nutritissimo stuolo di ignobili cialtroni e sodali. E quindi, che una persona vissuta con la pistola dalla parte del manico, col potere senza alcuna responsabilità, venga a piagnucolare pateticamente su Repubblica (e dove, altrimenti?) per invitare il figlio (che, visto il network di conoscenze, amicizie, legami e familismi italian style del padre, non avrà alcun problema a trovare incarichi prestigiosi) ad abbandonare lItalia che è tutto uno schifo, beh, è una cosa a dir poco nauseante. Del resto, ci sono abbastanza elementi per dedurre che detto padre fosse un 68ino, quindi tutto torna.

Pier Luigi Celli
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Tu e tutta la tua genia di merdosi, incapaci, cialtroni e teste di cazzo. Avete i mezzi, andatevene voi e lasciate spazio ai giovani. Ah già, allestero, fuori dal feudo, non sareste nessuno… <!– –>