Pellicole decrittate:
"Viola di Mare" di Donatella Maiorca


Premessa: la rubrica delle Pellicole Decrittate tratta solo ed esclusivamente di film mai guardati. Si basa sullassunto che, da pochi elementi tratti dalla cartella stampa (trama, attori, produzione, nazionalità, sponsorizzazione) sia possibile a priori stabilirne pregi e difetti.

Synossi: siamo nella seconda metà dell800 in unisoletta della Sicilia, in un posto che è quindi medievale oggi, figurati un centocinquantanni fa, dio merda. Angela e Sara sono due ragazze che crescono insieme ma in una situazione del cazzo, sia luna sia laltra, perché la prima subisce le angherie del padre violento, la seconda il padre lo perde in guerra, e la guerra la strapperà dallamica e dalla sua stessa terra. Ad un certo punto però Sara ritornerà al paese natìo e intreccerà una storia damore con la vecchia amica Angela, che immaginiamo nel frattempo restia al contatto col maschio visti i traumi subiti, forse ne teneva un paio nel dungeon per frustarli in cambio di brigidini di Lamporecchio ma queste forse sono scene che vedremo del dvd col directors cut, ho perso il filo, ah ecco, dicevo, Sara e Angela o viceversa sinnamorano e vivono la loro storia. Lo sviluppo di questa storia (Angela si traveste da uomo e fa delle nozze finte con la complicità di un prete corrotto) scompaginerà tutti i riti tribali e le danze della pioggia del posto, con esiti inderogabili e improcrastrinabrili.

Morale implicita: queste donne non capiscono un cazzo. Anziché stare al tinello e farsi trombare dal marito (o dal padre) quando torna a casa, come è costume nel mondo dabbene, queste svergognate in un impeto di hybris vogliono oltraggiare la natura facendo a meno delluomo per farsi i cazzi propri e vivere come coppia lesbo che magari vuole pure adottare i bambini, e per di più non a San Francisco nel 2009, ma in Sicilia nell800. Dimmi te se questo non significa essere svantaggiate pese nel cervello. Questo film ci illustra quindi che dare i diritti alla donne, ai negri, ai finocchi e ai dromedari è unaberrazione da reprimere, e se gli si concede un dito si pigliano il braccio e poi lItalia bella diventa tutta unimmensa Torre Del Lago coi ballerini santommaso sadomaso che saltellano tutti unti sui cubi.

Giudizio finale: ingerire per sbaglio una granata a frammentazione innescata scambiandola per una costoletta dagnello (non fate quelle facce di merda, può succedere, vedi la misteriosa morte di Napoleone a Waterloo, o forse era a Little Big Horn?) avrebbe di sicuro effetti devastanti sul fisico, ma mai quanto la visione di questo film osteoporotico. Nella colonna sonora cè Nanna Giannini, che a questo punto immagino protagonista di una storia saffica con Carmen ConBLAEAAARGH scusate vado a vedermi un vecchio film di Janine Lindemulder. <!– –>