RocknRoll Laifstailsz!
Per un viaggio in aereo o in treno di un paio dore, una rivista voluminosa è sufficiente a passare il tempo. Occasioni del genere sono le uniche in cui mi concedo un numero di Rolling Stone, quella penosa caricatura di rivista rock che ormai ha assunto la leadershipsz delle riviste rock. Disclaimer: ci scriverei anche, per Rolling Stone, perché penso che paghino bene. A parte questo, voglio dissezionare lultimo numero, quello di Ottobre, così per divertimento.
La partenza non è certo delle migliori. La copertina raffigura quella megattera cretina di Beth Ditto, simbolo della provocazione più banale e superficiale che ci sia, quella ben corazzata entro le mura del politicamente corretto, fotografata da Olivero Toscani, uno che fotografando simili freakazoidi per servizi banalmente provocatori ci campa di lusso da trecentomila anni. Il titolo "Speciale – Women In Rock" + la Beth Ditto + Toscani ci fanno già capire che bene o male questo numero di Rolling Stone vuole tangenzialmente unirsi al dibbbattito sulla figura della femmena che è stato innescato questestate.
Leditoriale è dedicato, sopresa, a Fernanda Pivano, recentemente scomparsa. La donna che per prima si prese la briga di tradurre in italiano la letteratura americana del 900, quella che cercò di avvicinare un po lItalia rurale al resto del mondo con numerosi articoli e saggi. Il numero, dice, è dedicato a lei, specie dopo il dibattito Lario/Villa Certosa/minorenni coi cacciaviti in culo – e te pareva, no? Non so bene cosa penserebbe la Pivano a riguardo, di sicuro lei era una persona fuori dal comune, mentre qualcuno oggi potrebbe metterla sullo stesso piano della DAddario, ormai trasfigurata in coraggiosa pasionaria.
Pagine della posta: si distingue in positivo la lettera di tal Dr. Pardi Palle, che sintetizza in pieno lessenza di Rolling Stone che è giovanilista e non giovanile, che finge passione perché fatto da gente che parla di musica controvoglia. Nella colonnina a dx cè una lettera lunghissima, mi scasso i coglioni alla quinta riga e salto. Vedo che la risposta, acidina e supponente, viene da Massimo Coppola. Bene, Coppola, testa di merda che non sei altro, sei tu che hai torto. A prescindere.
Intervista ai Pearl Jam di routine, di musica e ultimo disco si dice poco e niente. Cè una colonnina dedicata al metalculturista Thor, il pezzo meglio del numero. Segue una serie di articoli da mezza pagina piuttosto disinteressanti. Un ricordo di Les Paul. Chris Robinson e Flea, che avevano anche cose interessanti da dire, sono stati schiaffati in una pagina (e non a testa). Vedo poi gente che non conosco, gli Heartsrevolution: dalla foto parrebbero i soliti imbecilli dediti allindietronica, e lascolto su Youtube lo conferma.
Intervista a Regina Spektor, cantante che mi piace e di cui credo di aver già parlato in passato. Lintervista evita accuratamente di parlare di musica, e chi non conoscesse già la Spektor difficilmente potrebbe capire qualcosa da un botta e risposta che verte sullinfanzia, New York, film, Italia e italiano. Nellintroduzione si dice che la Spektor avrà tipo una sesta di reggiseno. Vado a documentarmi in rete.
Beh, potrebbe anche essere. Evidentemente non valorizza questo aspetto a livello pubblicitario.
Valeria Solarino. Due palle, non riesco ad arrivare a metà, credo sia unattrice, categoria impegnosbadiglio, ma non oso andare oltre. Quel film "Viola Di Mare", di cui si parla nel trafiletto, devessere un orrore da decrittare.
Tre canzoni per una poltrona da leader. Ovvero, primarie PD e theme-songs dei rispettivi leadersz. Anche a Rolling Stone comunque si rendono conto dellestrema ridicolaggine di questa situazione. Cito testualmente: Ecco a che punto siamo. A giudicare la bontà dei prossimi futuri leader dellopposizione dalle canzoni che hanno scelto per gasare la platea dei loro comizi. Larticolo in sè è simpatico, comunque.
Arriviamo allo Speciale Uìmen in Rocksz, introdotto niente meno che da Franca Valeri. Dopo di lei purtroppo si piomba subito nellabisso coi Gossip. Beth Ditto ha rilasciato una sola intervista tutta la vita e la ripropone pure qui. Ora, la Ditto ha una buona voce, il primo cd dei Gossip era pure carino, il secondo è una sgommata di merda. Quel che non sopporto della Ditto è la sua mediocrità. Siccome il mondo dello spettacolo tradizionalmente abbonda di donne fighe, incapaci e stupide per soddisfare lo spettatore maschio, allora lei essendo una cisterna e pure lesbomilitante rappresenterebbe la trasgressione. In realtà il fatto che Beth Ditto sia obesa e lesbica non le garantisce intelligenza nè particolare sensibilità o talento. E solo larma da usare per far breccia presso quella fascia di pubblico giovanile che ha la rivoluzione come hobby, e che non è affatto sufficiente a parare le falle sul piano artistico: quando sarà finita lora dei Gossip, Beth sarà costretta a fare lartista di strada assieme al cantante dei Bloc Party (e magari si lanceranno in una nuova avventura, La Lesbica e il Negro, ci pensate?). Larticolo in sè dice le solite cose, che Beth si sentiva colpevole di essere grassa, poi ha detto NO, grazie alla musica può essere sè stessa in pubblico, che per loro "essere punk significa essere consapevoli di avere un impatto culturale su una parte del pubblico, e di conseguenza suggerire dei modi su cui possono riflettere su sè stessi." Strano. Ancora oggi i gruppi hip cercano tutti i possibili arzigogoli per appiccicarsi addosso letichetta punk. Mah. Sarei curioso di sentire Henry Rollins, sullargomento.
Seguono due pagine su un disegnatore giapponese che ricorda, come tratto, Eric Stanton, e disegna donnone che usano uominucci mincherlini come seggiole. Il giapanzo si chiama Namìo Harukawa e fa roba così:
Da lì si passa a Gianna Nannini. Siccome è verace e thoscanaccia, hanno lasciato lintervista in thoscanaccio. Lintervista ripercorre passato e presenta della Nannini figlia di papà turned rrrrockersz, con pillole di femminismo delirante involontario che raggiungo il massimo in questa frase, posta tra laltro in evidenza: "Nel rock la voce deve essere femmina per una questione di equilibrio. Sennò è puro onanismo maschile." Ma cosa sta dicendo?
Lady GaGa mi è simpatica, il singolo "Poker Face" è ganzissimo e spacca il culo. Larticolo verte su quanto la sessualità bisex e aggressiva di Lady GaGa intimidisca i maschi. Bene, peccato che sia roba vecchia (quante volte lavremo sentita, una frase del genere?), e non ce ne freghi un cazzo.
Non ce ne frega un cazzo neppure di unintervista darchivio del 1980 in cui la grande Chrissie Hynde dice le solite cose, che se sei donna rock devi essere dura ma mica troppo e boh ora non mi ricordo ma comunque in tour quando hai il mestruo è un casino per i
tuoi colleghi maschi per via degli sbalzi dumore. Mmmh, quando/se riincontro Blaine Cartwright dei Nashville Pussy gli chiedo che ne pensa, lui che di donne nel gruppo ne ha due.
Poi cè un articolo su unattrice, tale Zooey Deschanel, che viene considerata qualcosa fra il sex symbol degli uomini che pensano e il sogno erotico di indie, nerd e sfigati (tre sinonimi, ma oggi sono ridondante). Caruccia lo è:
Ma è quel tipo di bellezza frigid/pederast-style che sinceramente mi dice un cazzo. Come suggerisce larticolo stesso, meglio comprarsi la Real Doll, perché Zooey avrebbe quel modo di fare ingenuissimo, di quelle che cascano dalle nuvole ogni tre per due, un po per calcolo un po per natura, che ti fa incrinare i coglioni. A meno che tu non sia un indie, chiaro. Ah, si dice nellarticolo che la Deschanel sia cresciuta in un clima più stimolante della fabbrica di Hello Kitty che ci ha regalato Katy Perry. Visti i risultati, mi permetto seriamente di dubitarne.
Poi segue una foto di simpatiche vegliarde col pugno alzato: vecchie partigiane, donne che hanno rischiato la vita. Qualcuno vorrebbe equiparare la DAddario a loro (e due).
Il servizio successivo è aperto dalla foto di una specie di cadavere, ma poi mi rendo conto che è Tilda Swinton. Tilda è esattamente come appare: tronfia e noiosa, senza un grammo dironia.
Poi ci sono due servizi che ancora non ho letto, perché mi annoiavano.
Poi Sasha Grey, nuova pornostar dassalto, decisa a rivendicare un ruolo aggressivo per la sessualità femminile. Boh, ok. Abbiamo appena toccato il punto estremo trasgrescion del numero. Per aggiungere una punta di estremismo, potevano farlo scrivere ad Asia Argento.
La Pina e Diego Passoni: due dj svantaggiati e tatuati di cui sinceramente mimporta una sega. Capto qua e là che a loro glinteressa la gente e si diverte la gente, forse viceversa, comunque siamo a livelli letali di trituramento cazzo.
Cecilia Bartoli, celebre mezzosoprano, presenta il suo nuovo cd in cui interpreta pezzi che una volta erano affidati ai castrati. La barbara usanza dei castrati nacque perché una volta le donne non potevano assolutamente cantare in chiesa, quindi si procedeva al castraggio e relativo uso per scopi canterini di giovini. Che questa pratica ripugnante sia finita, beh, è un bene per tutti. Che una cantante mi faccia discorsi sulle grandi tradizioni perdute, sigh, no. E non perché mi senta bersagliato. E che odio le arcaiche cazzate.
Segue un articolo su comé cambiata la musicista classica di oggi, spesso bella e non necessariamente un gabincesso, a partire da illustri antecedenti come Anne-Sophie Mutter e, ancor prima, Martha Argerich.
Inizia poi una serie di ritratti intitolata Streghe. Una galleria di carismatiche e dannate dei tempi nostri. Mi sorprende trovarci Ursula LeGuin, per il semplice fatto che è così poco trend-friendly. Spero a 80 anni di essere bello come lei. Poi varie donne, tra artiste provocatorie (Valie Export, Alda Merini, Pina Bausch), cantanti pop (Debbie Harry), cantanti di confine (Lydia Lunch), cantanti insopportabili (Hope Sandoval), lunica della Mason Family con un minimo di cervello (Linda Kasabian), un duo di musica del cazzo (le Fan Death). Tanti modi per friggere laria.
Arriva una ragazzuola, Bat For Lashes, anche se allanagrafe si chiama Natasha Khan. YouTube mi rivela che non è proprio niente di speciale. Solo che nellintervista dice che ad un certo punto, per sopravvivere nella scena di Brooklyn, si è creata un alterego festaiolo e autodstruttivo che per poco non ci restava secca. Ecco, vai in culo, BFL, w i Black Eyed Peas.
Recensioni. Il disco del mese spetta ai Califone con il loro mex-manfruit indie crappo rock. Poi via via vedo Mika, che almeno è simpatico, i Kings Of Convenience di cui mi ero completamente dimenticato ma che per fortuna pure qui stroncano, Whiteny Houston, Basement Jaxx (speriamo siano sempre ganzi), i Bloody Beetroots che fanno veramente schifo alla merda, i Devilrock Four, i Megadeth e Malmsteen (primi due: sentiti, merda, il terzo merda perché ce lha scritto nel dna), certi Cribs che per il numero di volte in cui viene evocato il nome degli Smiths li posso già definire ignobili, ma mi sta simpatico il recensore (che scopro essere questo blogbersz) perché spara a zero su Allevi senza motivo, robaccia terrorizzante come Modest Mouse, Massimo Volume, Editors, Air… pant, che fatica! Fra le chiccherie (ovvero, classica e jazz), un interessante live di Steve Lacy e Mal Waldron che quasi quasi ci faccio un pensierino, un collettivo jazz antagonista come andava quarantanni abbondanti fa e guidato da Giovanni Guidi, unantologia di brani percussionistici del 900 (Varèse, Stravinskij, Cage e altri), e poi una cosa che non si capisce bene ma pare una cagata: The Blueprint Project. Vado ad ascoltarli e invece non paiono affatto male, ma vallo a spiegare a chi usa le recensioni per scrivere racconti pseudofantastici – non informa un cazzo e rende un pessimo servizio.
Ora mi sarei anche scassato la nerchia. Segnalo che tra le retrospettive viene dato ampio spazio alla ristampa del capolavoro di Isaac Hayes "Hot Buttered Soul", cè un live di Tim Buckley, e poi "Rio" dei Duran Duran. Ora pure quei cinque idioti si beccano la loro rivalutazione, aspettiamoci che da un momento allaltro facciano un tour assieme ai vecchi nemici Spandau Ballet riformati per loccasione. Poi cè cinema, dvd e cazzi vari.
In fondo però cé veramente il peggio del peggio. Pino Scotto. Madonna, sto coglione è riuscito allultimo a crearsi un piedistallo in miniatura da cui sparare le solite tre stronzate in croce. E divertente vedere un idiota che vorrebbe disperatamente essere il contraltare italiano di Lemmy, ma che finisce per essere quello di Ozzy. Vabbeh, vi rimando alla perfetta analisi del fenomeno fatta dal Sindaco tempo fa.
E ora basta, dio mastice. <!– –>