Archive for marzo, 2009


Mi è arrivato, via Facebook, un articolo da cui dovevo stare lontano, visto che veniva da LuogoComune, la più incredibile discarica di imbecilli della rete, pari solo a Indymedia. Eppure com’é come non è, clicco e leggo. Sigh. Ecco, lo sapevo che non dovevo farlo, chè poi mi trovo sempre a corto di napalm. L’articolo in questione va a parare della solite parti: intensive sbrocching su Illuminati, rettiliani, Atlantide e Mu, storia falsificata (ovviamente pure recente, tipo l’Olocausto, perché no?), incertezza globale a 360 gradi… e con quali premesse? Ma con la fisica quantistica, è ovvio! Quella fisica che è il grande jolly, che siccome non ci si capisce un cazzo la si può sparare un qua e un po là così, in piena libertà, che fa tanto misticismo orwellian-matrixiano misto a metà delle puntate di Voyager.  Fa un certo dispiacere vedere i nomi di gente come Heisenberg, Bohm, Everett, Schroedinger etc. manipolati da un branco di cretini frustrati per conferire autorevolezza e fondamento alle proprie strampalate teorie. C’è però almeno un punto che val la pena di indagare un minimo, e cioè il motivo di questa fascinazione e le sue (nefaste) conseguenze.
La maggia la maggggia!

Cosa c’é di meglio di una branca della fisica che ad un occhio superficiale appare molto vicina a superstizione, alchimia e magia mescolate insieme, con tanto di suggestioni fantascientifiche e in vago odor matrixiano? Cosa c’é di meglio di parole come “indeterminato”, “non deterministico”, “probabilistico”, “paradosso”, “teoria dei mondi multipli” per dar fondamento a cazzate che sono platealmente tali? L’articolo che ho linkato all’inizio, infatti, parte proprio da lì:

“La realtà olografica descritta da grandi fisici quantistici come ad esempio Bohm,Pribram,Capra e moltissimi altri;è da qualche anno divenuta la spiegazione più plausibile nel descrivere il meccanismo che stiamo vivendo a livello fisico,chimico,matematico e scientifico,e pone anche infinite risposte e domande da un punto di vista filosofico,che porta queste teorie (Strutturate da miliardi di equazioni) ed essere veritiere nel momento in cui viene posto in analisi un evento descrivibile avente basi di calcolo variabili all’interno del campo elettromagnetico che lo definisce come risultato di spazio-tempo-energia.”

L’italiano penoso e le minchiate condensate in questo sconclusionato periodo bastano a dare un’idea dell’autore, tale davy, nella migliore delle ipotesi ignorante e ingenuo. Un’idea confermata dal resto dell’articolo, chi vuole se lo legga, non starò certo a debunkare l’autoevidenza. Torniamo al cuore del problema, cioè che la fisica, la fisica quantistica, la meccanica quantistica, tutte quante diventano un gigantesco Quantum Sbrocching. Tutti gli appassionati di Quantum Sbrocching hanno, se va bene, litigato violentemente con la fisica e la matematica alle superiori e non si devono mai essere interrogati un minimo su cosa siano matematica e fisica. Per loro i fisici scoprono pergamene con incantesimi di decimo livello, corrispondenti alle formule, che fanno comprendere il perché e il percome del mondo. Gli è completamente oscuro il concetto, fondamentale, di modello. E cioè che il mondo è come è e se ne sta per i cazzi suoi, la matematica e la fisica sono il linguaggio con cui noi costruiamo un modello coerente che ne descriva il funzionamento. Una volta si usavano le divinità, allo stesso scopo.

Un esempio classico di Quantum Sbrocching è l’uso strumentale e distorto che si fa della teoria di Hugh Everett, che risolve la questione dell’osservatore. La funzione d’onda universale proposta da Everett permette di descrivere tutte le possibile varianti del nostro mondo, così: quello in cui avete sentito la sveglia stamattina, quello in cui non l’avete sentita e siete arrivati tardi etc. etc. Tipo “Sliding Doors”. Ecco, da qui i vari mentecatti arrivano a parlare di millemila mondi paralleli non comunicanti partendo dal presupposto che li si possa descrivere! E magari chi è in possesso delle formule quantistiche/magiche giuste, tipo i rettiliani magari, o gli ebrei, è in grado di passare da uno all’altro! O di farci piombare in uno o nell’altro a suo piacimento! Il lavoro di Everett, volto a semplificare, diventa lo strumento con cui minchioni vari credono che ogni cosa sia possibile visto che “in qualche mondo è possibile”, e quindi vai di sbrocching.

Per ricapitolaggio, tutti i modelli del mondo fisico sono solo prodotti della nostra testa e descrivono, in maniera verosimilmente attendibile finché non viene fuori qualcosa di meglio, la nostra realtà. Niente minchiate metafisiche con la fisica, per favore. Ora, il fascino dei modelli quantistici è che, ad un occhio insipiente e/o mongoloìdico, sembrano aprire le chiavi all’essenza stessa dell’universo mondo fin dai più piccoli cazzibuboli, tipo “squarciamo il velo di Maya”.
Squar… cosa?

Il ragionamento è grosso modo questo: la fisica newtoniana è sorpassata grazie ad Einstein, la fisica einsteiniana da quella quantistica => ogni visione del mondo (dei fatti e degli avvenimenti compresi!) in cui vigeva un modello può e deve essere rivista. Sembra il delirio di un cretino, e lo è. I diversi modelli hanno ambiti diversi, tutti approssimano il mondo, solo che i limiti di uno non sono i limiti dell’altro. Per descrivere la vostra partita di calcio o perché quel grattacielo stia in piedi, la fisica classica mi basta. Potrei anche descrivere le stesse cose con un sistema di equazioni di stato, cioè in maniera quantistica, cioè con lo stato degli atomi che costituiscono il grattacielo, ma perché complicarsi la vita in maniera tanto assurda nonché impossibile con le risorse di calcolo attuali?!? Perché stiamo parlando di questo, quando si parla in maniera quantistica – scendere a quel livello di dettaglio in cui la fisica classica diventa inadeguata. Ma ciò non significa che, presa nel suo ambito, la fisica classica sia una cagata e non valga più. Fisica classica e quantistica, come tutti i futuri modelli che verranno, sono esclusivamente frutto della mente umana – non hanno un’esistenza al di fuori delle nostre teste, non sono entità metafisiche, divinità dell’atomo o pseudonimi di Nyarlatothep. Si cerca di arrivare ad un modello unico che possa descrivere tutto, forse ci si arriverà, forse no, la cosa mi tange poco. Anzi, mi tange perché “Distress” di Greg Egan parlava anche di questo ed era bellissimo.

Basta una sola cosa fondamentale per zittire le farneticazioni, e cioè aver ben chiaro nella crapa che:

modello = descrizione.

Fine. Tutto il resto sono divagazioni demenziali di chi ha problemi con le addizioni e crede agli Illuminati e ai Rettiliani.

Che pesata!

Non sapevo se questa pellicola sarebbe mai finita nelle nostre sale, così mi sono rivolto al rynomato Cinema Torrente per visionare "Martyrs", film già discussissimo ovunque, salutato alternativamente come capolavoro termonucleare globale o pretenziosa sgommata di merda, con le solite cronache di gente svenuta durante la visione etc. etc. (chissà perché nessuno è mai presente a questi svenimenti collettivi). Io ero molto curioso, soprattutto a causa delle recensioni dei sempre grandi Elvezio e Lenny, recensioni che però non linko direttamente perché in qualche modo ti fanno capire dove il film va a parare e ti portano a minimizzarlo al momento della visione. Ed è un peccato sottovalutare un film come "Martyrs", che anche se non incontra direttamente i miei favori, probabilmente per questioni di gusto, è un moloch che realmente dice qualcosa di diverso dal solito.

Devo dire che avevo i miei bravi pregiudizi, prima della visione. Il primo è la Francia: sarà il solito vecchio campanilismo, ma le produzioni francesi di solito sono noiose come la merda. In tempi recenti si è parlato spesso e volentieri di una nouvelle vague francese dellhorror: beh, io ho guardato i vari "Alta Tensione", "Frontiers", "Saint Ange" e li ho trovati noiosissimi, indegni di mezzo fotogramma di "30 Giorni di Buio" o di "The Descent". Il regista di "Martyrs" poi è lo stesso di "Saint Ange", quindi ero ancora più prevenuto. Invece il film è davvero una mattonata di una durezza impressionante, si svolge con un meccanismo ad incastri perfetto portato avanti con logica implacabile e riesce ad arrivare a sfiorare il mistico con grande eleganza, cioè senza franare nellinfodump o nel polpettone o nel moralismo.

Tre gli elementi essenziali del film:

1) Il meccanismo a incastri: "Martyrs" parte come una sorta di tributo al genere "Rape And Revenge" degli anni 70, poi scivola su toni da j-horror (quanto li odio!), quindi carambola della zona del film di tortura, e poi prende un ultima inaspettata e originalissima veste. La cosa davvero notevole è che i vari cambi di prospettiva sono davvero cambi di prospettiva: non è solo un semplice giocare con laspettativa del pubblico scafato, ma ogni nuova fase illumina la precedente di un significato tutto nuovo. A scriverlo così forse pare una cazzata, e forse è unidea che mi sono fatto io a cavolo, non so, però è una cosa che non ho mai riscontrato, per lo meno in tempi recenti, nei filmi. Sopratutto mi pare talmente ben fatto e coerente col finale, questo succedersi di prospettiva, da farmi scartare lipotesi del caso: Laugier è proprio bravo, fine del discorso.

2) La violenza: ce nè tanta, ce nè in dosi allucinanti. Ma non è mai, mai glamourizzata o resa in qualche modo divertente, accattivante, spettacolare. Anzi, quel che trasmette, anche nelle fucilate dalla fase di vendetta, è il dolore fisico, e ti viene sempre da schierarti dalla parte di chi la subisce, almeno inizialmente. Nella parte finale del film cè una lunga sequenza di tortura e vessazione, per esempio. La protagonista viene quotidianamente presa a pugni e calci e botte varie. Non sappiamo per quanti giorni, settimane, o addirittura mesi. Quello che però si capisce è che laguzzino fa il suo lavoro: non ha niente di personale contro la sua vittima, è inflessibile e metodico e non lascia trasparire alcuna emozione. Non cè neppure il tentativo di inventare chissà quale strampalato marchingegno stile "Saw", solo semplici botte. Beh, poi cè lultima fase, ok… ma dal punto di vista dellaguzzino non cambia nulla.

3) Il perché di tutto questo: rivelarlo sarebbe ingiusto!  Il crescendo del film, descritto sopra, non permette davvero di capire dove si vuole arrivare. Quando ormai ci si arriva è troppo tardi, e ci si arriva con un forte senso di disagio, e forse di colpa: scrutiamo anche noi avidi locchio della protagonista per capire qualcosa, mettendoci di fatto dalla parte sbagliata. Ed è inevitabile. Laugier, con una bravura encomiabile, ci ha teso un tranello morale in cui siamo cascati con tutte le gambe.

Cè chi ha messo "Martyrs" a fianco del "Salò" di Pasolini, che io non ho mai visto e quindi non posso fare alcun tipo di confronto; chi ha citato Clive Barker (e qui si va già più sul sicuro perché Laugier è un grande appassionato dello scrittore inglese), e io Clive Barker lo conosco troppo poco per pronunciarmi a riguardo; quindi posso solo dire di guardare questo film a mente sgombra e di leggere articoli, recensioni e cazzemmazzi solo DOPO la visione. Non so se sia il film più importante degli ultimi anni, so che di sicuro è una visione potentissima, un potenziale spartiacque. Vi segnalo questa interessante intervista a Laugier, per finire.

Concludiamo con qualcosa di realmente inquietante:

Perché inquietante? Perché sono stato cinque minuti buoni a cercare di capire che disco avesse in mano Terry Nova. E grave? <!– –>

Giesuggrìsto è sopravvalutato

Non volevo scrivere niente sullultima sparata di quel mentecatto testa di cazzo (e mi sa pure frustone) del Papa, quella che lAIZ sarebbe tutto colpa dei negri. In effetti non volevo, no, e non lo farò, perché lhanno già fatto in millemila. A riguardo posso solo dire che se qualcuno è talmente stupido da dar retta al Papa per queste cose, allora si merita lAIZ – vuol dire che  concetti saldamente fondati nel reale come “profilassi”, “prevenzione”, “igiene” lo tangono meno di vacue fanfaluche sulla “morale”.

Ora passiamo ad altro, cioè alla figura di Giesuggrìsto (dora in poi abbreviato col più colloquiale “Gesù” nel testo). Cho un amico, un tipo brillante tra laltro, che non è neppure credente ma è convinto che Gesù abbia cambiato il mondo col suo messaggio rivoluzionario. Cioè, secondo lui, Gesù ha portato un messaggio damore e tolleranza in un mondo violento e bruto e siccome la goccia scava la roccia alla fine siamo arrivati al mondo di oggi grazie al messaggio di Gesù, indipendentemente dal fatto che fosse figlio di Dio o di putténa. Sono sicuro che il mio amico non sia lunico a pensarla così. Spero anche di non essere io lunico a pensare che sia una cazzata pazzesca, cosa che vorrei spiegare ora, possibilmente in breve.

Il messaggio di Gesù
lo conosce anche il maiale: rispetta il prossimo tuo come te stesso, porgi laltra guancia, non essere taccagno e attaccato ai beni materiali come una lampreda di merda, etc etc, tanto il catechismo sè fatto quasi tutti ed è inutile dilungarsi, no? Tra laltro non credo proprio che Gesù sarebbe riuscito a spuntarla, in un confronto dialettico, con Socrate, Aristotele, Diogene o qualsiasi altro filosofo greco, ma sto divagando di nuovo. Questo messaggio che invita alla tolleranza e alla convivenza pacifica ha attecchito presso un popolo rozzo che stava sotto la dominazione dei violenti ma molto meno rozzi romani. Un messaggio che promette salvezza per i buoni e sostanziale uguaglianza fra gluomini attecchisce per forza presso i poveracci, e siccome i poveracci sono e saranno sempre e comunque tanti, il messaggio medesimo si propaga sempre più, fino a che Costantino non rende il cristianesimo ok. Ma ancora non centra una minghia. Andiamo al post-impero romano. Per figo che potesse essere il messaggio di Gesù, è passato attraverso listituzionalizzazione della Chiesa. Casi umani come S. Agostino hanno posto lacci, laccini e laccetti trasformando il ricatto morale in una perfetta scienza, ancora più forte in epoca di ignoranza, analfabetismo etc. La chiesa diventa una struttura di potere tale e quale a quella di nobili e signori: prepotente, vessatoria, intransigente, un potere amministrato con tutta la durezza del caso e più che pronto a calpestare vite su vite dei poveracci cui Gesù stesso si rivolgeva. Le cose, insomma, non erano affatto migliorate: le caste erano sempre caste, il potere era accessibile solo ad alcuni, la vita di molti non valeva un cazzo. Impero romano, medioevo, rinascimento etc etc., il messaggio di Gesù passa dalla clandestinità allufficialità senza che di fatto cambi niente. Qualcosa però ad un certo punto deve essere cambiato, altrimenti  oggi non saremmo dove siamo.

Dal momento che le idee non cambiano il mondo se restano sulla carta, ma lo fanno se poste in atto, dobbiamo a questo punto chiederci chi ha davvero posto le basi per un salto qualitativo in avanti verso una società più libera, egalitaria, pacifica, aperta, tollerante, dove gli uomini sono tutti equivalenti davanti alla legge, senza diritti di nascita divini e cazzate di questo tipo. Si può fare anche dietrologia a piacere, tipo dire che questi cambiamenti furono dettati dal desiderio di una certa classe sociale media che possedeva i mezzi di produzione e fosse desiderosa di espandersi mandando a fare in culo nobili, ecclesiastici e vecchi poteri assortiti che glielo impedivano, e che questa certa classe sociale avesse pure il bisogno del concenso delle classi inferiori, sia per avere forza muscolare durante i moti rivoluzionari sia per avere lavoratori desiderosi di lavorare, visto poi lavvento dellera industriale. Sì sì, si può anche dire questo, e qualcuno potrebbe anche lamentarsene. Non io, perché ci abbiamo guadagnato tutti. E dunque, cosa ha innescato questo cambiamento in positivo, dal momento che abbiamo escluso Gesù il cui messaggio non ce lha fatta in secoli di predicazione continuata?

Semplice, furono la rivoluzione americana prima e quella francese dopo a porre i presupposti per la civiltà occidentale come la conosciamo oggi. Tra laltro entrambe relegavano nellangolino chiese, papi e scassacazzi togati vari. Abbiamo anche dei controesempi notevoli in quelle culture che non hanno avuto niente di simile, tipo lAsia continentale che, pur avendo avuto una figura per certi aspetti protocristiforme come Buddha, è molto molto indietro, oppure il Giappone che è rimasto un paese feudale con lImperatore Figlio del Cielo finché non gli hanno scoppiato un paio di bombe atomiche in culo. E ora non credo sia guarito del tutto, cinquantanni per uscire dal feudalesimo non bastano (forse).

Quindi, siate sensati, ringraziate George Washington e Gilbert du Motier de La Fayette: a Gesù non dovete un cazzo, tantomeno al Papa.

I Turbonegro la san lunga, w Satanasso piuttosto, visto che si rivolge a quel che resta dellesperienza umana passata al rasoio di Occam. <!– –>

Faccia? Piede?!?
Mi sa che era "face" e "heel" dioboja!

Anche se è molto che non scrivo di wrestling, adoro il wrestling, che in quanto fantastico sport-spettacolo è molto meglio dello sport che è palloso. Di conseguenza non potevo che andare a vedere "The Wrestler", film già pluripremiato, il trionfo di Mickey Rourke etc etc, lavrete letto già ovunque. La storia è piuttosto semplice: Rourke interpreta Randy "The Ram" Robinson, ex gloria del wrestling anni 80 (ovviamente, anche se non viene detto, si suppone in WWF/WWE) ormai in disgrazia. Lo vediamo in un arco della sua vita odierna, ventanni dopo la gloria: un cinquantenne solo, malandato e pieno di acciacchi che sbarca faticosamente il lunario alternando lavori modesti a incontri nel circuito indipendente. Una storia triste (la figura di Ram Robinson pare ricalcata su quelle di Jake "The Snake" Roberts e Scott Hall) che si prestava bene allepica trita, al solito melodramma con riscattone finale, è invece improntata al più crudo realismo. Ram è un fallito, dallinizio alla fine: lui sa solo lottare, e anche se i suoi giorni di gloria sono finiti da tempo e i soldi sputtanati, preferisce fare una vita di merda così piuttosto che ritirarsi del tutto dai ring. Questo lo ha portato a essere irrimediabilmente solo e patetico, al punto di non riuscire nemmeno a riconciliarsi con la figlia dopo un infarto (altro momento topico di un approccio più banale alla storia).

Le analisi filmiche serie le lascio a chi se ne intende più di me. Quello che voglio mettere in evidenza è unaltra cosa: scommetto che molti cvitici parleranno di un film che usa il mondo del wrestling, con le sue glorie e le sue miserie, come sfondo per raccontare la storia di un individuo disgraziato. Bene, sono cazzate che può dire solo chi del wrestling non sa una segona, perchè il wrestling pervade ogni singolo momento del film. Ram vive continuamente con la testa nel wrestling e nel ricordo nostalgico dei tempi doro (coincidenti coi massimi tempi doro del wrestling): solo assieme ai wrestler, giovani o vecchi, appare un minimo felice, ascolta metal anni 80, la sua canzone quando vince è "Metal Health" dei Quiet Riot e per tutto il disco si sentono un sacco di hit maggiori e minori del genere, gioca ad un vecchissimo videogame di wrestling sul suo paleozoico NES dove lui stesso è presente fra i personaggi, non riesce a tenersi nessun lavoro perché vuole il pubblico e il ring (emblematica la scena del supermercato), per poter sostenere il ritmo degli incontri e le continue lesioni si riempie di antidolorifici e anabolizzanti, è stordito e rincoglionito, ma meglio essere unombra del passato adorato dal pubblico di nicchia che mollare. A costo di rimanerci secco, o quasi, come linfarto che lo becca dopo un terribile incontro con Necro Butcher nella federazione hardcore CZW (una delle più sanguinarie del mondo). Il wrestling è sempre sullo sfondo, sempre sottinteso, se non è in primo piano: quando Ram incenerisce ogni possibilità di riavvicinamento con la figliola, è per gli stessi motivi per cui lei lha sempre odiato in passato (non spoilero) – ed è una cosa che viene lasciata intuire e basta. E via così, wrestling fino al midollo. Spero solo che non inizi ora unappropriazione indebita del wrestling da parte di tutti coloro che lhanno sempre schifato – cavallete di merda, non abbiamo bisogno di voi.

Un plauso finale al credibilissimo Mickey Rourke, e non solo per la prova recitativa, ma anche per quella atletica. Dando per scontato che le cose più rischiose, come la Ram Jam, le esegua una controfigura, moltissime scene di lotta le gira lui – sottoporsi ad un allenamento simile a 55 anni non è roba da tutti. Attendo numeroso il dvd.

Vedo che il buon Blumfeld tra laltro ha avuto impressioni simili alle mie, e ha pure notato lo stesso goffo errore di traduzione! <!– –>

Tutto quello che sai è falso
Per esempio, tuo padre è negro, lo sapevi?

Il complottismo è mongoloide, non occorre un genio per affermarlo, occorre un semplice non-complottista che non sia affetto da alzheimer e siamo a posto. Quello che però mi spinge a trattare ora largomento in maniera un po più seria dei soliti frizzi & lazzi ai danni de deficienti è la Luna: quel cerebroleso di Giacobbo ha dedicato di recente una puntata della sua vergognosa trasmissione "Voyager" al solito trito discorso del "mai andati sulla luna", e quei due sgorbi de Il Genio ci hanno pure fatto una canzone. Lo so, è inutile discorrere con un complottista perché qualunque cosa tu dica per farlo ragionare lo carbura ulteriormente e dà fondo al suo illimitato arsenale di minchiate: costa meno fatica produrre tonnellate di merda al complottista che al debunker spalarla, secondo la Teoria della Montagna di Merda.

Il perché del percome

Credo che il motivo alla base del complottismo sia il bisogno delluomo di credere in qualcosa di gigantesco, irrazionale e incomprensibile per dare una spiegazione alla propria impotenza di fronte a tutto quello che gli succede intorno e su cui non ha alcun potere. Una volta cera Zeus o Manitù, poi andando avanti è arrivato Dio che si è trovato a lottare con il sapere scientifico che ne ha limitato il campo dazione, ma è sempre rimasto quel bisogno atavico, a cui la cultura laica ha risposto con le ideologie e, più avanti, col complottismo. Siamo nei reami della superstizione e del dogmatismo accettato acriticamente, yuk yuk yuk.

Carestie, pestilenze, guerre, squilibrio enorme fra potenti e pezzenti, ingiustizia e iniquità. Perché? Scegliete la risposta:

– Zeus e Manitù lo vogliono!
– Le vie del Signore e il Mistero della Fede.
– Tutta colpa dei capitalcomunisti.
– Tutta colpa del governo ombra ebreo rettiliano scie chimiche signoraggio sbroc sbroc.

Ognuna di queste soddisfa il bisogno di cui sopra, a seconda delle epoche e delle credenze individuali. Non solo, soddisfa pure il bisogno di sentirsi automaticamente dalla parte giusta, moralmente ok. Lo fanno spesso gli adepti dei principali monoteismi moderni come i fan delle principali ideologie: "noi siamo quelli bravi e corretti, i giusti, voi no e fate andare tutto al macero con la vostra corruzione". Il complottismo si inserisce agevolmente nel mucchio e distoglie lattenzione dal fatto portandola allopinione sul fatto, in ottica del tutto strumentale ai propri fini. Il vero o il falso spariscono dallorizzonte: dando per scontato che la Verità Ufficiale sia falsa e dunque lUfficialità mendace, aderire al complottismo pone dalla parte del Sincero e quindi del Giusto. Peccato che la fisica dei fatti sia invariante rispetto alle opinioni sui fatti.

Versione super  ridotta

Credere ai Grandi Complottoni (Undici Settembre, JFK etc) significa credere che:

"Gli Stati Uniti sono onnipotenti, onniscenti, imperscrutabili, insuperabili, infallibili e indistruttibili, quindi se gli succede qualcosa vuol dire che per forza se lo sono autoinflitto. Cui prodest? Lobby di quà lobby di là sbroc sbroc".

Non è roba da coglioni?

Versione ridotta

Complottone significa avere la ferma convinzione che:

"Gli Stati Uniti sono onnipotenti, onniscenti, imperscrutabili, insuperabili, infallibili e indistruttibili. Sono in grado tramare complessissime vicende che attraversano il mondo intero e coinvolgono esponenti di tutto il mondo tenuti accuratamente a libro paga – politici, giornalisti, forze dellordine, spie, tecnici, media, testimoni oculari. Roba diobestia incredibile. Contemporaneamente però sono grossolani e ciabattoni e si lasciano dietro unenorme scie di sbagli ed errori che chiunque, da casa sua, può tranquillamente smontare navigando sui siti internet senza alcun bisogno di esperti, letture dei rapporti, consulti, competenze specifiche. Cui prodest? Lobby di quà lobby di là sbroc sbroc"

Non è roba da coglioni?

Versione completa

La discussione, lo ripeto, riguarda i complottoni. Se per complotti si intende il gruppo di persone in posizioni di vario potere che si accordano su cosa fare e poi pubblicamente sparano una o più balle, allora di complotti ce nè uno sterminio al giorno, e non sono interessanti. I complottoni con la mega regia occulta e la parossistica ricerca delle smonkin gun oltre ogni ragionevole prova, quelli sono i complotti che generano colossali montagne di merda impossibili da spalare. Ma i complottoni hanno un grosso tallone dAchille: sono così intrinsecamente cretini che sono escludibili a prescindere, ed è proprio lì che voglio battere (sono pulito e faccio prezzi modici, posso ospitare). Un paio di assiomi, intanto, prendendo come riferimento il teatro preferito dai complottardi, ovvero gli USA.


Definizione di Complottone: un fatto comunemente ritenuto vero e di grande importanza internazionale, che possibilmente abbia impresso una svolta nel modo di vedere il mondo, è in realtà una falsificazione pianificata accuratamente da poteri occulti che si celano dietro i governi, per raggiungere vari obiettivi.

Assioma dello Sgambetto: ogni uomo politico, e più in generale in posizione di potere, si trova costantemente sotto gli occhi di rivali che non esiteranno a fargli lo sgambetto per screditarlo, costringerlo alle dimissioni e prenderne il posto. Ogni uomo politico, naturalmente, lo sa, altrimenti non sarebbe un politico, quindi si formano gruppi ed enclave più o meno liquide di gruppi di interesse che si proteggono a vicenda per un periodo di tempo più o meno lungo, a seconda delle convenienze.

Assioma della Frammentazione:
uno stato, in particolare se grande come gli USA, è fatto di governi locali, governo federale, FBI, CIA, NSA, Esercito (con tutte le sue divisioni), sotto il costante occhio dei media, e dove gli sgambetti abbondano.

Ora passiamo al

Teorema: i Complottoni sono delle immani cazzate
Dimostrazione: prendiamo un fatto X. Il fatto X è noto a tutto il mondo, e diciamo che la difficoltà di portare a termine X, nei termini in cui X è noto al mondo, sia un certo valore costante x=n maggiore di zero
grande a piacere. Prendiamo ora un Complottone. Un Complottone comporta una perfetta pianificazione del fatto X in sè e di tutto lambarandàn di contorno, ovvero la silenziosa compartecipazione di elementi chiave nellamministrazione dello stato: per lAssioma della Frammentazione, i Cospiratori devono avere pedine piazzate in tutti i gangli dello stato (governi locali, governo federale, FBI, CIA, NSA, Esercito con tutte le sue divisioni) e di qualunque altro organo atto alla bisogna; inoltre è necessario, ai Cospiratori, tenere a libro paga media di ogni tipo, testimoni oculari, esperti di settori, organi sovranazionali, e di tutto il mondo. La difficoltà di portare a termine il Complottone su X, prendendo in considerazione tutti questi fattori, è necessariamente maggiore di n: il Complottone su X è di difficoltà f(x) con f funzione non lineare t.c. per ogni x  f(x)>x. In particolare, per x=n, f(n)>n. Dal momento che i Cospiratori sono uomini di potere, sono costantemente sotto locchio dei concorrenti pronti a fare lo sgambetto alla minima occasione, per lAssioma dello Sgambetto. Di conseguenza i Cospiratori dovrebbero mettere a libro paga anche i concorrenti, ma mettere a libro paga i concorrenti significa dar loro la propria gola su un vassoio dargento. Prendendo in considerazione anche questultimo fattore, la difficoltà di portare a termine il Complottone su X aumenta di nuovo in maniera non lineare: adesso il Complottone è di difficoltà g(f(x)) con g funzione non lineare t.c. per ogni x, g(f(x))>f(x)>x. In particolare per x=n, g(f(n))>n. Studiando landamento nel tempo, ovvero il limite per x che tende a infinito (dato il numero sempre maggiore di persone da mettere a libro paga, analisi da contraffare etc etc), vediamo che la disuguaglianza di cui sopra è rispettata, dal momento che sia le due funzioni g ed f che la loro composizione convergono a infinito, mentre il limite di x=n è costante, ovvero n.

Definiamo a come Versione Ufficiale, b come Versione Complottone, P(a) e P(b) le probabilità che siano vere rispettivamente a e b.

P(a) = 1/n
P(b) = 1/(g(f(n)))

Appare evidente che P(a)>P(b), e di un cospicuo ordine di grandezza. Non solo: più passa il tempo, più la probabilità di mantenere stabile il Complottone si assottiglia clamoramente e tende a zero, in base alla definizione di g e f.

Ma per il complottista, in quanto tale, cé un Complottone. Di conseguenza ritiene impossibile e assurda la cosiddetta Versione Ufficiale (di probabilità 1/n costante nel tempo), e perfettamente plausibile lIpotesi di Complotto (di probabilità tendente a zero nel tempo). Ritiene cioè che 1/n = 0 e 1/(g(f(n))>0, che è impossibile. Q.E.D.

(foto: riunione redazionale per decidere il prossimo Complottone)

Naturalmente siete liberi di continuare a credere a tutte le stronzate che volete e a usare la parola contro la logica quanto vi
pare. E divertente/tragico vedere individui tipo Massimo Mazzucco che credono CONTEMPORANEAMENTE al finto allunaggio, ai complottoni JFK e 9/11, alla terra cava, ai medici ciarlatani che somministrano cure screditate dalla scienza ufficiale (perché non hanno nè fondamento nè danno risultati), alle scie chimiche, al signoraggio, alla lobby ebraica. Spesso questo tipo di derelitti arrivano in fretta ad abbracciare il revisionismo sullolocausto, certi di ricevere prima o poi linvito a seguire il Coniglio Bianco e di dover scegliere fra due pillole, offerte da un negro in trench di pelle. Ahaha. Per approfondire vi segnalo un bel link, la Critica Della Ragione Cospirazionista.

E ora scusate, vado a comparmi la mia sesta Porsche grazie ai soldi che mi passa la CIA per scrivere post come questo. <!– –>

Culighiacci alla ricossa

Alcuni di voi forse conosceranno la storia di Varg Vikernes aka Burzum, men che mediocre musicista metal norreno incarcerato nel 1993 per rogo di chiesa e soprattutto omicidio premeditato e volontario – vittima Euronymous, musicista altrettano mediocre di una band ridicola e sopravvalutata allinverosimile, i Mayhem. I delitti e i fatti di sangue di questi imbecilli di norvegesi blackmerdallari sono stati poi raccontati nel bel libro "Lords Of Chaos", che consiglio a tutti. Ricordo che ai tempi io e i miei amici merdallari leggevamo con un ilare cinismo le storie sanguinarie di questi mongoloidi, e tuttora ne rido – si tratta di aborti mancati che ci hanno ammorbato lesistenza con musica di merda e pose ridicole, eliminandosi vicendevolmente non hanno fatto altro che unopera di eugenetica involontaria.

Ora pare che il Burzum sia stato giudicato "pronto per ritornare alla vita in società". Da notare come il minus habens, qualche anno fa, approfittò della libertà vigilata per rubare un fucile a pompa con cui tenere sotto tiro una famiglia al fine di rubarne lauto. Ovviamente lo beccarono subito e lo rispedirono in gattabuia a sassate nello sterno. Ma quanto sarà testa di cazzo? Il cercopiteco ora è tutto contrito, vuol tornare dalla sua famigghia e dal figliuoletto che non ha quasi mai visto, e soprattutto (ahimè) vuol buttare giù nuova musica e libri. Questo significa che ci ritroveremo nuovi capitoli di musica piatta, merdosa, di glaciale ambient tasteristico e contemplativo che evoca e celebra la cultura norrena, il pagannorenesimo e tutte queste cose – sapete, Burzum, da buon nazistello, non suona più con gli strumenti rock (con cui in ogni caso aveva un rapporto problematico e conflittuale, visti i risultati) perché sono roba da negri, lui deve riscoprire le sue radici bianche ariane norrene sbroc sbroc. Ah, e poi i libri, immagino si lancerà allinseguimento di Evola o coglioni simili, e magari diverrà un nuovo idolo per le nuove generazioni di mongospastici nazipaganeurasiatici rossobrunomerdallari.

Burzum, Burzum… sei sempre un imbecille, un musicista di merda e un cervello ottuso. Certo che se la ECM aprisse una divisione metalz, forse potrebbe pubblicare proprio Burzum e tutti i musicisti che lo hanno seguito nella sua ridicola e scellerata musica & ideologia nazipaganmerdalambient. <!– –>

Filmi che non savevano da fare

La via dellinferno è lastricata di buone intenzioni. La mia buona intenzione era di NON andare a vedere "Watchmen", e di scaricarlo via p2p. "Tanto", mi dicevo, "chissà che merda sarà!". Invece poi alla fine la curiosità uccise il gatto e sono andato al cinema. E per farla breve, "Watchmen" è brutto. In realtà mi aspettavo anche di peggio, quindi secondo una certa prospettiva potrei anche dirmi sorpreso positivamente. Comunque, al di là dellinevitabile sfrondamento dei millecinquecento piani di lettura dellopera originaria, tanto ostica da essere infilmabile secondo il preciso progetto di Moore e Gibbsons stessi, ho sgradito particolaromente:

1) La stilizzazione iperglamour. Snyder ha un notevole talento visionario e un gusto inconfondibile, ok, ma se si parla di "Watchmen", di fisici invecchiati, muscoli imbolsiti e doloranti per linazione etc. è quanto di più lontano ci sia. In particolare se prendiamo Night Owl II, via…
2)
I combattimenti stile Matrix. Porca troia basta, non se ne può più. Speravo che stavolta ci fossero stati risparmiati, ma invece un cazzo. Questi qui, che dovrebbero essere eroi ormai in disarmo, stanchi e pavidi, menano come iene gonfie di cocaina.
3) Una delle cose belle di "Watchmen" era che, alla fine, i personaggi principali risultavano tutti dei mediocri disadattati fuori di testa che trovavano una via di fuga indossando un costume per poi pestare i delinquenti, e che ad un certo punto veniva fuori che i più balordi e in apparenza disumani (il Comico, Rorschach e il Dr. Manhattan) risultavano in fondo migliori di tutti gli altri con cui allinizio eri portato a empatizzare. Qui no. Non si finisce in zona Mulino Bianco, ma quasi. Vedi anche laddolcimento dello stupro di Sally Jupiter, per dire.
4) Non mi ricordo, però di sicuro era importante.
5) La narrazione fa acqua, perché chi conosce il fumetto ci si raccapezza, ok, ma gli altri fanno una certa qual fatica a capire lo svolgimento, il perché e il percome.
6) Il meta-coso sui supereroi di fatto è assente. Si riduce tutto ad un "esistono supereroi più violenti di quelli che pensavate, ah!"
7) Alcuni effetti speciali sono vecchi! VECCHI! Mi riferisco al Dr. Manhattan e alla sua Fortezza della Solitudine su Marte. Dieci anni fa sarebbe stato un conto, ma oggi sono imbarazzanti.

Ora prepariamoci, perchè tanti salteranno sul carro di "Watchmen" e romperanno i coglioni a tutti. Chissà che qualcuno non trovi inusitate connessioni Epiche, Nuove, addrittura Italiane – sai, i baffoni del Comico che si richiamano a quelli di Maurizio Merli, ma virati in chiave post-burtreynoldsiana…

Ah, mi raccomando: "Watchmen" è un FUMETTO, non una graphiycsz novelz, per favore. Ed è uscito per la D.C., una MAJOR del FUMETTO. <!– –>

Scassiamoci in due dal ridere, va

(foto: Lemmy racconta a Carmen Electra la stessa cosa che io vi racconto qui sotto)

Cè un disco, uscito da poco, che è prodotto da Brian Eno, con tutto quello che comporta, non ultimo il fare schifo alla merda.

Cè una nazione europea che, grazie ai bei consigli elargiti dal FMI, la benemerita organizzazione di prestiti a strozzo con cui il mondo ricco accalappia e schiavizza i paesi dei negri con la scusa di insegnargli a leggere, a scrivere e a fare le addizioni, si è infilata in un barile di merda putrefatta e difficilmente ne uscirà. E dire che fino a poco tempo fa sembrava una roba incredibile, tipo che in una settimana erano passati da contadini e birrai a superfinanzieri high tech, mica meduse marce.

Cosa lega questi due fatti, apparentemente sconnessi?

Vedete, il gruppo autore del disco di cui sopra è originario della nazione di cui sotto (non torna ma è lo stesso, sè capito e non rompete il cazzo). Il cantante del gruppo di cui sopra ha spesso rivolto glocchioni pieni di speranza al FMI, certo della buona volontà e dei mezzi a loro disposizione: chi non vuole aiutare i negri? Questo, il cantante, va a dire in giro, in maniera alquanto petulante e molesta.

La parte divertente è che il FMI a questo punto ha distrutto leconomia della nazione di provenienza del cantante. Ma proprio di brutto, sono nella merda laggiù, adesso.

Quale nazione europea sè smerdata di brutto con il FMI nellultima settimana?
LIrlanda!
Quale cantante rompiballe intrallazzava con il FMI per aiutare i negri?
Bono (dio merdoso) Vox!

Capito? "FMI, aiutiamo i negri (occhiolino)!", "FMI, cancelliamo il debito (occhiolino)!", e alla fine lFMI ha sbriciolato lIrlanda, ahahahah!

Si potrebbe dire che il FMI non sia niente più che un branco di cavalette succhiasangue, e si direbbe anche la verità, ma in questo caso la ganzata è unaltra: distruggendo lIrlanda, il FMI ha detto chiaro e tondo a Bono Vox che deve smetterla di rompere il cazzo, basta, non se ne può più, beccati sta retaliation economica. Come dargli torto?

Chloe naturalmente è daccordo, non a caso gli U2 non la ritrarrebbero mai in copertina: per musica di merda, copertine di merda. <!– –>

… e la sai quella del rocker che si mette a sentire gèz?

Il mondo del rock è certamente strambo. I fan, forse, ancor più dei musicisti, anche se non se ne rendono conto. Succede quasi sempre che uno si avvicini al rock grazie ad un gruppo estremamente famoso e ragionevolmente orecchiabile da catturare al primo ascolto. Da lì si può restare tutta la vita sui soliti ascolti, oppure esplorare, approfondire etc., passando dalle antiche passioni per (es.) Queen  o Dire Straits o Springsteen o AC/DC allo scandaglio minuzioso delle propaggini più misteriose e contorte del pianeta rock.

Scalando la Montagna Sacra del Riffone Amplificato, il rocker-messner arriva alle vette dellesoterismo imparandosi a menadito la discografia dei Neurosis e dei loro numerosi accoliti, o il kraut-rock dantàn, o navigando con disinvoltura nellarcipelago del metal più estremo, o nei menadri del post rock più algido e spigoloso, o quel cazzo che vi pare, possibilmente tutto insieme, a volte elaborando legami fra i distinti arcipelaghi per una comprensione, reale o illusoria, ancora più profonda, altre a compartimenti stagni. Non importa – il senso di realizzazione, una volta arrivati in cima alla Montagna, è grande. Sei riuscito a capire, riconoscere, apprezzare e amare i Carcass, i Velvet Underground, i Can, gli Skinny Puppy, i Butthole Surfers, i 13th Floor Elevators, i Tool, Captain Beefheart, Bjork, i Coven (ma solo quelli del primo disco), gli High Tide, i Neurosis, gli Spiritualized, i Pere Ubu… si può continuare per ore. Arrivato in cima, o Rocker, comprendi musica che lAscoltatore Superficiale Medio non apprezzerebbe mai, perché troppo complessa, troppo rumorosa, troppo lontana dalla melodia orecchiabile e facile che anche tu, una volta, amavi e che poi hai abbandonato per prendere la Strada Impervia del Rock, un percorso a ostacoli, un cammino iniziatico. I vecchi gruppi di grande popolarità che amavi una volta sono "guilty pleasures", oggi, e anche sui Tool hai dubbi – li ascoltano in troppi, vedrai sono un po commerciali, secondo la metamorfosi adorniana che investe il Rocker Esoterico. Il rocker maturo e basta è unaltra cosa: non conosce il guilty pleasure ma solo il pleasure, e non trova niente di sbagliato nellalternanza di Earthless, System Of A Down, Judas Priest, Kansas, Lynyrd Skynyrd, AC/DC e Ministry – non a caso, mi considero parte della categoria.

Succede ad un certo punto che il Rocker Esoterico senta la voglia di scoprire altro, tipo il jazz, quella musica che spesso da giovani si tende a schifare perché la ascoltano i genitori e i vecchi e gli intellettuali, è roba buona solo per darsi un tono etc etc. Ora però, con lavvenuta consapevolezza e laffinamento dellorecchio, chissà, forse è il caso di provare… e qui casca lasino. Perché il nostro Rocker ormai vuole lindecifrabile, il difficile, il complesso: nellascolto, più che nella struttura. A farla da padrone è quel free jazz che la critica rock ama citare completamente a cazzo non appena sente roba particolarmente rumorosa e ricca di fischi e dissonanze stridenti. Non so indicare un colpevole, ipotizzo giusto le recensioni degli Stooges di "Funhouse", nel 1969: il sax abbastanza ayleriano di Steve McKay potrebbe aver dato il via a quella grottesca usanza di nominare pavlovianamente il free jazz in presenza di un certo qual casino (coi sax o meno), anche senza aver mai sentito un disco di free jazz, con la vaga consapevolezza che, tanto, il lettore versa nelle stesse condizioni. Val la pena di ricordare che, nel caso di "Funhouse", il discorso aveva senso.

Pare già assurdo, ma lo è molto di più. Certa critica rock (v. "Mucchio Selvaggio") non ha mai ricevuto i calci in culo necessari, ma è rimasta legata ad un modello di pensiero 68esco fatto di "reazionari" e "progressisti" ("cattivi" e "buoni") tagliati con laccetta, secondo la solita dicotomia banale ereditata dai vetusti scritti di Adorno e Horkenheimer – letta oggi, la "Dialettica dellIlluminismo" non è niente altro che il raglio di due vecchi incapaci di comprendere i tempi. Roba reazionaria che è riuscita a travestirsi da progressista, visto che postula lindigeribile e lostico come estetica del bello, perché tutto ciò che è piacevole è prodotto per anestetizzare le masse che altrimenti farebbero la rivoluzione. In Italia questo stato di cose è rimasto inalterato, così come (mi dicono) in Francia, e si è propagato pure alla stessa critica jazz. Abituato a sentir dire per anni "free jazz" e "avanguardia" da giornalisti rock che non conoscono nè il free jazz nè lavanguardia (termine velleitario per eccellenza), il nostro Rocker Esoterico non è assolutamente in grado di comprendere tutta larticolazione della storia del jazz, ma solo le propaggini più iconoclaste, furiose, free appunto, che però oggi sono parte di un passato storicizzato e assimilato, tanto quanto Louis Armstrong. Inveisce contro quello che è il mainstream jazzistico contemporaneo ed è seriamente convinto che una manica di cialtroni come lItalian Instabile Orchestra, o il noiosissimo Peter Brotzmann, siano più meritevoli di Terence Blanchard. Perchè? I primi fanno casino e stridono, Blanchard crea sontuoso hardbop evoluto e raffinato, dunque è reazionario.

I peggiori risultati si hanno quando il nostro Rocker Esoterico va indietro nel tempo: non è assolutamente in grado di capire il jazz anteriore al bebop, secondo un luogo comune ormai sconfessato da quel dì, ma sempre duro a morire e ben sostenuto dalla critica 68ista, che vuole il jazz pre-bebop come musichetta dintrattenimento coi negri che soffiavano nelle loro simpatiche trombette per riscattarsi socialmente. Coleman Hawkins, Lester Young, Art Tatum, Earl Hines, Count Basie o Roy Eldridge, piacevoli anche per il profano, non stuzzicano affatto il Rocker Esoterico, che non vuol fare passi indietro e accetta di malavoglia la possibilità di ascoltare musica che sia pure gradevole quindi commerciale facile merda sbroc sbroc. Arrivati alla cima della durezza dascolto rock, lì vogliono restare anche quando passano a sentire tuttaltro. Spostarsi verso frange del jazz in qualche modo "vicine" è comprensibile, pretendere di liquidare, sulla base di questo, artisti come Jelly Roll Morton, Dexter Gordon, Horace Silver o Hank Mobley (prendo da generazioni di musicisti diverse, tutte però colpevoli di piacevolezza, a caso) è degno di pedate in culo date bene con la rincorsa. Soprattutto se si perdura nellatteggiaggio suddetto, e si ignora il concetto di continuum alla base della cultura jazzistica, in particolare quella americana che gira e rigira è lunica che conta.

Confondendo lidea della complessità con la complessità in sè, e facendo di questultima lesclusivo parametro di valutazione secondo criteri di elitarismo economico, si arriva allincapacità di comprendere larte di Louis Armstrong (le cui incisioni con gli Hot Fives e gli Hot Sevens stanno alla musica del novecento come gli ultimi quartetti di Beethoven a quella dellottocento)
in favore delle incisioni più superflue di Pharaoh Sanders (artista meritevole di rispetto, ma certo secondario). Niente "o tempora o mores" qui dentro, mi raccomando. Solo una divertente fustigazione di un malcostume riconducibile, guarda caso, al solito sessantottismo. E un invito a far piazza pulita di un sacco di pregiudizi e ad avvicinarsi a "quella roba" con orecchi nuovi.


PS: credo che questi post siano in assoluto i meno letti, ma mi piace scriverli, quindi continuerò finché ne ho voglia.
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