Robe fighe in culo

Sia da leggere che da ascoltare, quindi potete abbinare le due cose e sentirvi moralmente e umanamente superiori ai vostri amici mongolitici che leggono Odifreddi ascoltando i Baustelle tirandosela, per questo, un fracco.


Motörhead – "Motörizer"

E uscito un nuovo disco dei Motörhead, e questo già dovrebbe essere abbastanza per rendere felyci & giuggioloni i più intelligenti di voi. Il disco in sè poi è davvero molto molto molto buono, anzi, è veramente una figata termonucleare e spacca, quindi non ci sono molte scuse – quella di Lemmy è la più grande e più rock delle band della storia del rock, negarlo è patetico, è uno sterile esercizio di coprofagia compulsiva che dovrebbe ingenerare ribrezzo negli astanti. Non accade, lo so, infatti è uno dei  motivi per cui a volte vorrei passare le città al lanciafiamme. Ma detto questo, diciamo altro. Si dice sempre che sentito un disco dei Motörhead li hai sentiti tutti. Non è del tutto falso, ma non è neanche così automaticamente vero. Perché sì, Lemmy è sempre rimasto fedele a ciò che lui stesso ha creato oltre trentanni fa: un punk/metal/blues ridotto allosso, tiratissimo, anfetamico ed eccitante al massimo, sporco, gravido di un sotterraneo spleen e profondamento cinico. Brutali, violenti, velocissimi e spietati, perfetti conoscitori del repertorio delle classiche forme del rocknroll originario che portano alle estreme conseguenze, i Motörhead sono incidentalmente pure grandissimi autori di grandissime canzoni. E qui casca lasino: perché ci sono le volte che sbagliano, e tirano fuori dischi di brutte canzoni (vedi "Iron Fist", "RocknRoll", "March Or Die", "Hammered"), e ci sono quelle che filano lisce lisce, nemmeno una canzone è meno che ottima e il disco ha pure una grande compattezza e coerenza di fondo. "Motörizer" è uno di questi casi, non possiamo quindi che essere felici e mandare a fare in culo tutti gli altri. Si può dire che Lemmy sia, in un certo senso letteralmente, un artista classico: ha un ideale forma di musica in testa e a quella si attiene, in un infinito processo di perfezionamento.


Lawrence Wright – "The Looming Tower"

Lawrence Wright è un giornalista americano che, nei giorni immediatamente successivi al fatidico attentato alle Torri Gemelle, si devesser chiesto come stracazzo di budello di koala sia potuto succedere tutto quel casino. Ma fin lì, niente di speciale, ce lo chiedevamo un po tutti. E che, poco dopo, Wright ha fatto molto di più: unindagine, durata cinque anni, in cui ha consultato un cazzigliaio di documenti e archivi e libri e ha condotto più di cinquecento interviste (in giro per Europa, USA e Arabistan) per arrivare a capire in profondità… tutto lambarandàn. E ci è riuscito, partendo dalla figura di Sayyd Qutb, il radicale intellettuale egiziano padre dellintegralismo islamico, passando per Al Zawahiri, ideologo e propugnatore del totalitarismo islamico, fondatore di al-Jihad e inizialmente desideroso di instaurare un governo islamista nel suo Egitto, arrivando poi alla figura di Osama bin Laden, ricchissimo figlio di un grande costruttore edile saudita, desideroso di stabilire una volta per tutto il governo di Allah arabistano unificato. La sinergia fra Al-Zawahiri, bin Laden e i Talebani porterà dove sappiamo, passando per lautobomba alle Twin Towers del 93, quelle alle ambasciate americane in Kenya e Tanzania nel 98 e la barcabomba che distrusse la nave da guerra Cole nello Yemen. Ma non cè solo lArabistan: ci sono anche gli errori commessi dagli apparati dellintelligence, FBI, CIA e NSA, così poco propensi fino ad allora a collaborare sia per orgoglio sia per burocrazia, cé la figura di John ONeill, capo del dipartimento newyorkese dellFBI che quasi da solo si preoccupava delle mosse di bin Laden, e varie altre cose. La conclusione cui arriva Wright è molto ragionevole: la tragedia, con ogni probabilità, si sarebbe potuta evitare se le agenzie di stato avessero collaborato fin da subito scambiandosi informazioni preziose. Il libro scorre bene, grazie ad una non comune qualità narrativa che tratteggia in maniera sapiente tutte queste grandi personalità: ne seguiamo levoluzione quasi come in un romanzo. Ci sono poi qualcosa come sessanta pagine di note e documentazione che riportano la fonte di ogni singola affermazione, ed una corposissima bibliografia. Ora, pochi cazzi: questo è il modo serio di lavorare. Indagine, verifica, elaborazione, pubblicazione e citazione delle fonti, per un quadro finale coerente e lucido. Lo stesso modo che i cialtroni complottisti non impiegheranno mai, perché non hanno sufficiente onestà intellettuale.

Lopera di Lawrence Wright esiste anche in italiano, si chiama "Le altissime torri" e lo pubblica Adelphi. Siccome costa 29 euri, io vi consiglio, nel caso non aveste problemi con linglese, a comprarlo su Play.com e risparmiarne 20.

Concludo tornando ai Motörhead e un estratto dallultimo disco: è la mia preferita, "The Thousand Names Of God", ed è pure in tema.

Walking forever is a long long time,
Destiny is just the same old line,
The war has come and we have let it come,
The war for the blood of the chosen one,

All you see is illusion,
And all you feel is mute confusion,

The war is never over,

No-one ever sees the black machine,
Youll never fill my shoes,
Out on the killing floor the eagle screams,
Bad man luck and bad man dreams.

No you cannot kill the time,
You will not have to choose,
And then youll have to pay your dues,
You dont care about the pain,
You will survive the day,
And speak the thousand names of God.

Outside the law is such a lonely place,
Running and hiding trying to change your face,
The war is come and we dont understand,
The war for the world and the future man,

All of your days are dying,
All of the doomsday birds are flying,

The war is never over,

Nobody ever wants to hear the truth,
To much like talking blame,
The way we are we are the living proof,
Bad news boogie and sunk in shame.

No you cannot kill the time,
You will not have to choose,
And then youll have to pay your dues,
You dont care about the pain,
You will survive the day,
And speak the thousand names of God.

Under the world is only dead and cold,
And you still think that you can save your soul,
The war is come and we have washed our hands,
Bathed in the blood of the fighting man,

All of your hearts are broken,
And all the magic words are spoken,

The war is never over,

Youll never walk out of this poison ground,
Youll never be the one,
Your head will never get to wear the crown,
No luck left when hope is gone.

No you cannot kill the time,
You will not have to choose,
And then youll have to pay your dues,
You dont care about the pain,
You will survive the day,
And speak the thousand names of God.
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