Hostile from the start
Always war always
Ending bitter peace
Il ritorno, sui rotocalchi, della figura di Osama Bin Laden mi spinge a riordinare penZieri e impressioni sulla situazione, indubbiamente di merda, in cui si sguazza. Una situazione che si presta al dietrologismo più spinto, alle più assurde arrampicate sugli specchi, al riversamento multilaterale acrobatico sgommotronico di più merda di quanta se ne possa spalar via. Cioè, ci sarebbe da diventarci scemi, non lo fossimo già, diogristingroce.
Ricapitolaggio rapiderrimo: nella famosa data 11/9/2001 esce "God Hates Us All" degli Slayer (spettacolo di disco fra laltro, non date retta a chi dice il contrario), vado a comprarlo e il negoziante amico mi fa: "ma hai sentito che è successo a New York?" e io "No, che è successo?", segue rapida spiegazione. Puttana eva che casino, dico io, e poi ognuno ha vissuto la questione a modo suo nel corso degli anni. Anche cambiando idea, come è successo a me più di una volta.
<Breve excursus in zona 11/9>
Sono convinto che la versione ufficiale dei fatti, cioé che si sia trattato di un attentato terroristico arabistano ai danni degli USA, sia vera e logica. Questo perché è una versione plausibile, in accordo con le leggi della fisica, la tecnica ingegneristica, la struttura del sistema difensivo americano, e il lavoro dellintelligence. Un esame scrupoloso delle fonti e dei rapporti delle commissioni dindagine dovrebbe condurre alle stesse conclusioni tutte le persone che non siano mosse da ideologia o malafede. Del resto cé, solo sulle Torri, una documentazione tecnica in 43 volumi, per chi volesse. E devo pure fare una confessione: un tempo cascai nelle teorie complottiste, che hanno una forte presa "di stomaco" e un grande appeal immaginativo/fantastico. Ebbi un moto di rigurgito quando vidi Dario Fo asserire che il buco nel Pentagono fosse di cinque metri e lo si vedesse benissimo dalle foto sbroc sbroc. In quel momento è scattato qualcosa: chi cazzo è sto stronzo di Dario Fo, il cui parere è più autorevole di quello di ingegneri strutturali di tutto il mondo? Ma siamo impazziti? La mia mente ottenebrata si pose due quesiti epistemologici e giunse alla conclusione che sì, i complottisti sono teste di cazzo e non bisogna dargli retta. Tutto questo avveniva ancor prima di aprire il blog.
</Breve excursus in zona 11/9>
Propaganda death ensemble burial to be
Dato lattentato, era proprio necessario andare a devastare in Medio Oriente? Sono arrivato ad una risposta dopo un po troppo tempo. In questo mi hanno aiutato i discorsi e le letture, fatte in rete, dei giri antiimperialisti. Discorsi che spesso e volentieri sono talmente ideologizzati e lontani dalla realtà da essere del tutto inattendibili, sbarellanti, faziosi e dritti al proprio ombelico e al proprio orticello. Una dialettica trancia-in-due-e-scegli in perfetto stile 77, adatta forse ai fan degli Offlaga Disco Pax. Uneccezione: Kelebek, spesso interessante, anche quando non sono daccordo. E ora, rrrrrrullo di tamburi!
The Arabistan War FAQ
– Ma questa guerra andava fatta davvero, iocàn?
Scegliere il terreno di guerra è un passo strategicamente importantissimo – sei già a metà del lavoro. Nello specifico, andare combattere in Arabistan vuol dire che il grosso dei terroristi rimane impegnato laggiù. Retorica pacifista vorrebbe un sereno dialogo coi terroristi, ammettendo le nostre colpe di kapitalisti sbroc sbroc, e concedendogli tutto quello che vogliono per inaugurare una nuova era di pace e prosperità. E una stronzata da ogni punto di vista. Senza contrattaccare subito, e quindi senza spostare in Arabistan il conflitto, il terreno di guerra lavrebbero scelto i terroristi. Come risultato, avremmo avuto la moltiplicazione degli attentati e una vita molto più grama, pericolosa e insicura per un periodo potenzialmente infinito. Anche perché pure le contromisure stana-e-stermina, necessarie a scovare le cellule terroristiche, inciderebbero non poco sulla sgradevolezza complessiva del vivere quotidiano. In secondo luogo, se concedi al terrorista qualcosa in seguito allattentato, mica si ferma. La volta dopo chiederà di più. Quella dopo ancora, ancora di più, e così via, in una catena da non innescare per nessun motivo. Quindi, bisognava andare a devastare, che ci piaccia o no. Perché nessuno vuol vivere col pericolo costante di attentati, neppure gli antimperialisti pacifisti.
– La guerra lhanno fatta per questioni economiche sbroc sbroc
Vero, ma ci manca un "anche". Nel senso che il controllo di una zona ad alta concentrazione petrolifera è importante, nel momento di crisi petrolifera e di crescita della potenza russa – non penso proprio che simili considerazioni non fossero presenti nella testa dellamministrazione USA, sette anni fa. Detto questo, non cambia molto. Anche perché finora i problemi economici sono solo aumentati, col procedere del conflitto.
– Esportare democrazia è una fregnaccia sbroc sbroc
Arivero. Il problema qui è tutto mediatico, ed è un errore nato nella civiltà "civile" del politicamente corretto, quella che trasforma una guerra in una missione di pace. Sono dellidea che senza le pessime decisioni di Rumsfeld e Wolfowitz la guerra, oggi, sarebbe stata molto più avanti, forse già finita. Qualcuno laggiù mi dice che i due signori in questione non siano militari. E proprio lì il punto: la guerra devono gestirla i militari. Invece la si è voluta presentare come missione umanitaria pacificatrice, e quindi lesercito ha avuto regole dingaggio demenziali vidimate dallONU di turno e sbandierate dai giornali e dagli organi di informazione compiacenti come traguardo della nuova civiltà mondiale termonucleare universale sbroc sbroc. Beh, tutta questa montatura si è rivelata una zavorra fallimentare che ha solo frenato le operazioni di guerra. Quando è scoppiata la storia del carcere di Abu Grahib il grottesco ha raggiunto punte imbarazzanti: normale routine accolta con scandalo, oh-mio-dio la violazione dei diritti umani, e come curioso contraltare la tacita giustificazione di torture varie se le fanno gli arabistani. Che stronzata, visto che la guerra stessa E violazione dei diritti umani, e quindi il problema non si pone. Lo stato di guerra manda a fare in culo i diritti, aver scoperto a questo modo lacqua calda fa un po ridere. Lo scatafascio del tentativo di vendere la guerra come pace, mettendo i bastoni fra le ruote ai militari, ha causato la moltiplicazione dei tempi, dei costi e delle vite spese. Non solo: a livello
interno, Patriot Act e similia hanno reso lamministrazione Bush la più odiata della storia americana. I primi a farne le spese sono stati proprio Rumsfeld e Wolfowitz, principali responsabili di questo modus bellandi e perciò estromessi dai giochi che contano. Poi ok, cé sempre qualcuno che vi dirà che sono a Mordor e controllano il mondo da lì.
– Sono terroristi per colpa nostra sbroc sbroc
Questo è uno dei ritornelli più popolari. Sono terroristi perché è nella loro cultura esserlo. Preferiscono fare così, capi arruolanti (e ricchi) e militanti disposti a tutto in nome dei capi suddetti e di Allah. E stato un errore finanziarli in passato, ma del resto loro potevano rifiutare di trattare con lo sporco occidente, eppure mica lhanno fatto. Non si preoccupano di migliorare le proprie condizioni tecnosociali e preferiscono dedicarsi ad altro, tipo combattere i nemici di Allah e guadagnare un sacco di potere e influenza sul territorio. Facciano pure, ahinoi. Peccato che poi inevitabilmente si arrivi al punto di rottura. E non ci si arriva per gli sforzi di una parte sola, come retorica settantista antimperialista vorrebbe. Il tiramolla logora e prima o poi la corda si rompe, e si innesca la spirale di attentati e guerre. Che ha veramente scassato i coglioni. Sarebbe interessante se adesso venisse fuori che si può fare a meno del petrolio e ciao ciao Arabistan. Come reagirebbero? Finirebbero di colpo tutti gli attentati etc. etc.?
– Il paradosso antiimperialista
Il paradosso antiimperialista è quellidea per cui è preferibile che una donna arabistana venga gonfiata di colpi dal marito e lapidata se adultera, in accordo con le leggi coraniche, piuttosto che diventi una cittadina di un paese occidentalizzato. Sono dellidea che un cambiamento imposto serva a poco, e che debbano essere gli arabistani stessi ad emanciparsi e mandare a fare in culo le loro merdose dittature e teocrazie del cazzo – quelle dove un gruppo di capi vive benissimo e fa leva su corano, legge coranica, missione di Allah etc. etc. per procurarsi milizie e martiri che combattano per lui. Gristingroce, ma un mondo dove ok restano la religione e la cultura arabe, ma calate in un contesto più pacifico e tranquillo, compatibile con modelli di vita occidentali (che sono più tranquilli), non va bene? Una assimilazione delle norme base per una convivenza tranquilla no? Meglio resistere allImpero Amerikano oltre ogni ragionevole norma di buon senso? Partecipare al grande flusso merceologico non vuol dire perdere le proprie caratteristiche in via irrimediabile. Altrimenti dovremmo dire che gli italiani hanno perso italianità con la pizza e la pasta al pomodoro, che prevedono pomodoro, che è una pianta americana!
– Lhai mai sentiti gli iraqeni che ne pensano, eh?
Riporto il parere del dottorando iraqeno, che ora non vedo più perché ormai sè dottorato ma alle macchinette del caffè a volte lo si incontrava. Uno solo non fa testo, mi si dirà, ma intanto è uno. Lui è contento della deposizione di Saddam, come tutti o quasi. Il problema è che Saddam teneva fuori dallIraq tutte le mandrie di estremisti islamisti, le stesse che ora fanno scorrerie, rapine, assalti e guerriglie allesercito americano, le stesse che vogliono prendersi il controllo dellIraq, e che sono pure in lite fra di loro. La romantica figura del resistente iraqeno non è così romantica. In più pare che le truppe iraqene addestrate dagli americani non sono il massimo: sono pigri, inefficienti, scappano, arrivano in ritardo alle missioni oppure disertano. Un bel casino, visto che hanno invece il vantaggio di conoscere il territorio…
Ufff…
Che tirata del menga, non ne posso più. Credo di essermi scordato qualcosa per la via, ma essendomelo scordato, non posso ricordarmelo. Ci vuole un giro di vita che metta finalmente al sicuro tutta la zona mediorientale, maremma trogolona. Resta il fatto che fare altrimenti era possibile, nel senso che la guerra andava gestita meglio, ma non si poteva evitare un cazzo. A meno di non voler stare sempre col timore delle bombe in culo ad ogni mezzo pubblico e a diffidare orrendamente di qualsiasi negro. <!– –>