Anchio sono vittima di un complotto

Vedete, io e i miei colleghi abbiamo inviato un articolo ad una rivista scientifica, per la pubblicazione. Dopo un po di tempo ci hanno risposto: a detta loro, è necessario approfondire una parte, potenzialmente molto interessante.  Potrebbe sembrare una risposta normale e addirittura seria, da parte del comitato  di una pubblicazione scientifica internazionale, giusto? Ahimè,  vi garberebbe. Anche a me. Ma non è così, ve lo giuro.

Non siamo stati noi ad aver scritto un articolo che ha bisogno di revisione, perchè il nostro articolo è assolutamente perfetto, uno dei migliori mai fatti nellintera storia della scienza. Chi lo critica, e lo respinge, naturalmente vuole boicottarlo per un secondo fine. Vuole che non esca perché minaccerebbe interessi più grandi. Del resto non è detto che, una volta apportata la modifica richiesta, non verrebbero fuori altre misteriose magagne. E non è nemmeno detto che altre riviste accetterebbero il capolavoro scomodo così comé, no. E dunque, viene spontaneo chiedersi: chi vuole ostacolarci? Chi vuole impedire la divulgazione? Chi vuole imbavagliare il nostro lavoro, probabilmente per sempre?

La risposta a questi interrogativi in realtà è semplice, molto più di quanto si possa pensare. E bastato guardarci fra di noi e riflettere su alcune nostre caratteristiche.

Perché io e i miei colleghi non siamo nè ebrei nè americani. La verità ci ha colpito duramente e con violenza inaudita, ma alla fine abbiamo capito. Abbiamo capito cosa dobbiamo fare per combattere questingiustizia, per opporci a questa ignobile congiura che corrompe il mondo e lo trascina sempre più nel porcido: ci applicheremo per la green card e, una volta trasferitici a NY (o anche a Sausalito, che cé sempre bel tempo), apriremo una bottega di ori e gioielli, e nel retrobottega faremo gli usurai.

Io poi cambierò nome in Nick Carlsberg. Del resto, se non puoi batterli unisciti a loro. <!– –>